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La Radio Vaticana e le onde elettromagnetiche

 

LETTERA APERTA DI SCIENZIATI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CIAMPI
14 marzo 2001


Una lettera aperta sui temi legati alla presunta pericolosità delle onde elettromagnetiche è stata indirizzata al Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azelio Ciampi, da numerosi scienziati nell'ambito del convegno annuale dell'Associazione italiana nucleare (Ain) svoltosi lunedì a Roma.
La lettera - che pubblichiamo integralmente - ha come primo firmatario il fisico Tullio Regge ed è stata sottoscritta da Argeo Benco (già presidente della Associazione italiana di radioprotezione), Giancarlo Corazza (presidente della Fondazione Marconi), Renato Angelo Ricci (già Presidente Sif e presidente Ain), Franco Battaglia (docente presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Roma-Tre).

E' recentissima la notizia dell'appello pubblico che oltre 1500 uomini di Scienza hanno rivolto alle Istituzioni e alla Società Civile per difendere la libertà della Scienza.
Senonché la Scienza, nel nostro Paese, rischia di essere non solo incatenata, ma anche calpestata. Recentemente in Italia, incuranti dell'analisi critica di tutte le risultanze scientifiche effettuate da molteplici organismi scientifici indipendenti e ufficialcialmente riconosciuti, di livello sia nazionale che internazionale, per affrontare il cosiddetto inquinamento elettromagnetico, si sono predisposti atti normativi che, dal punto di vista della rilevanza sanitaria, sono destituiti di ogni fondamento scientifico.

Già nel 1995 una Commissione dell'American Physical Society (APS) dichiarava:
"La letteratura scientifica mostra che non esiste alcun consistente e significativo legame tra il cancro e i campi elettromagnetici dalle linee di trasmissione. Non è stato identificato alcun meccanismo biofisico plausibile per l'iniziazione o la promozione del cancro da queste sorgenti.
Inoltre, la preponderanza dei risultati delle ricerche epidemiologiche e biofisiche/biologiche ha fallito nell'avvalorare quegli studi che hanno riportato specifici effetti avversi conseguenti all'esposizione a tali campi. Ogni congettura che ha tentato di collegare il cancro all'esposizione a tali campi è scientificamente insussistente.
I costi correlati ai tentavi di attenuare queste esposizioni minacciano di aumentare. Stornare queste risorse per eliminare una minaccia che non ha persuasiva base scientifica ci preoccupa: problemi ambientali più seri sono trascurati per mancanza di attenzione da parte dell'opinione pubblica e per mancanza di fondi, e il peso dei costi è comunque incommensurato col rischio, ammesso che ve ne sia uno".

Nel 1998 l'APS ha riaffermato la posizione del 1995, aggiungendo che "tutti gli studi successivi al 1995 non hanno svelato alcuna nuova evidenza di effetti sanitari dalle linee di trasmissione elettrica".

I proponenti di quegli atti normativi, giustificandosi con una presunta incertezza scientifica, si sono appellati al cosiddetto "principio di precauzione". Eppure, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha avviato nel 1996 uno specifico progetto di analisi critica della totalità delle ricerche scientifiche, scrive così in uno dei suoi recenti rapporti: "Sulle radiazioni non-ionizzanti sono stati scritti più di 25.000 articoli negli ultimi 30 anni. Si sa più su questo agente che su qualunque composto chimico".
E ancora: "Il 2.2.2000 la Commissione Europea ha approvato un importante comunicato sul principio di precauzione, fornendo le condizioni per la sua applicazione. Ebbene: i requisiti per l'applicazione del principio di precauzione, come sono stati precisati dalla Commissione Europea, non sembrano essere soddisfattI né nel caso dei campi elettromagnetici a frequenza industriale, né in quello dei campi a radiofrequenza".

L'ICNIRP (la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti, ufficialmente riconosciuta dall'OMS) ha suggerito valori di soglia che sono già 50 volte inferiori a quelli per i quali si cominciano a osservare innocui effetti biologici.
In ogni caso, i valori dei campi cui si è normalmente esposti sono già almeno 100 volte inferiori a quelli di soglia suggeriti dall'ICNIRP.

Malgrado ciò, nel nostro Paese si sta sviluppando un orientamento precauzionale che, ignaro delle più serie valutazioni scientifiche e della Raccomandazione del Consiglio dell'Unione Europea ai Paesi Membri di adottare un quadro comune di normative, è teso a imporre valori di soglia legali inferiori ai già prudenti valori suggeriti dafl'ICNIRP.
Tali valori appaiono atti solo a giustificare un enorme sperpero di denaro pubblico per effettuare immotivati controlli o, peggio, costose opere di intervento agli elettrodotti. Una tale spesa (che si prospetta dell'ordine di diverse decine di migliaia di miliardi), se motivata da esigenze sanitarie, essendo queste assenti, è eticamente insostenibile: storna enormi risorse da emergenze sanitarie accertate e dalla ricerca scientifica accreditata.

I promotori di questo appello chiedono che in questa, come peraltro in tutte le questioni ambientali e sanitarie:

l. Si ridia voce, per governare i comprensibili timori dei cittadini, solo ai rapporti di istituzioni che siano scientificamente accreditate e indipendenti da ogni interesse coinvolto nel problema in questione.

2. Sia dato meno ascolto a chi, utilizzando singoli e isolati risultati, apre presunti spazi di dubbio nel tentativo di razionalizzare posizioni di parte in aperto contrasto con gli interessi della collettività e con l'analisi critica della totalità delle acquisizioni scientifiche.






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