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La Radio Vaticana e le onde elettromagnetiche

 

UN'ANTENNA FRA L'ITALIA E IL VATICANO


Risposta del P.Federico Lombardi,
Direttore dei Programmi della Radio Vaticana,
pubblicata sul Corriere della Sera di mercoledì 21 marzo 2001

 

Il pezzo di Guido Vergani sulla prima pagina del "Corriere" di ieri merita certo attenzione, anche perché dobbiamo riconoscere al "Corriere" una sostanziale onestà informativa sulla vicenda delle nostre antenne. Ci permetta, però, Vergani qualche osservazione.

Anzitutto, l'accetta di Bordon "stupisce" perché i ritardi sul ruolino di marcia della Commissione sono stati dovuti al fatto che i tecnici italiani (fra cui quelli nominati appunto dal Ministro Bordon) non avevano presentato la loro proposta per le misurazioni.
Quello che "stupisce" è la coincidenza fra la ragione del ritardo e lo zelo del Ministro. Tanto zelo nel nostro caso è perlomeno curioso, dato che si trattava di un problema già correttamente impostato ed evidentemente ricco di risvolti internazionali e tecnici complessi, e che quindi può richiedere più tempo di uno degli innumerevoli trasmettitori di emittenti italiane che superano i limiti posti da una normativa nuova e molto restrittiva. Certo, una antenna vaticana è un obiettivo ben più "visibile" di altri, e ciò spiega questa eccezionale concentrazione di attenzione, però obiettività e serenità giovano a tutti, all'Italia come al Vaticano. Solo questo chiediamo.

Vergani - gliene diamo atto - a proposito del delicatissimo problema della tutela della salute e dei rischi di malattie riconosce esplicitamente che nel nostro caso non vi è alcuna dimostrazione di legame causa-effetto, ma parla di "ombra" reale di pericolo.
Affermiamo con tranquilla coscienza che la Radio Vaticana si è da molto tempo tenuta costantemente aggiornata sulla letteratura scientifica e le norme internazionali (assai prima che l'Italia si desse qualsiasi normativa in merito) ed è molto sensibile al problema; accettiamo senza difficoltà che l'argomento va continuamente seguito con nuovi studi e che anche lo studio molto recente dell'Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio va tenuto in seria considerazione.

Neghiamo tuttavia recisamente il diritto di far dire a tale studio ciò che esso non dice affatto. Ad esempio, che sino a sei chilometri dai trasmettitori è stata costatata una frequenza di leucemie infantili maggiore di sei volte alla media di Roma. Questo è falso: il famoso numero 6 riguarda l'area di 2 chilometri, nella quale vi è stato un caso in dodici anni (dico uno), a fronte di un valore atteso teorico di 0,16, che evidentemente non è riscontrabile nella realtà. E' giustissimo dire che anche un caso solo merita profonda partecipazione e preoccupazione, e che le sofferenze devono essere comprese e condivise, però bisognerebbe vedere con più obiettività se è così fondato attribuirne la responsabilità al nostro Centro, quando lo studio delle leucemie infantili fa riferimento a molte diverse cause possibili.

Vergani si stupisce perché dal 1° febbraio abbiamo dimezzato la potenza di una sola delle antenne maggiori e non di tutte. Ci perdoni Vergani, ma noi sappiamo che antenne usiamo e perché, sappiamo che il superamento dei limiti delle intensità di campo stabiliti dall'Italia è dovuto in massima parte a un'antenna e non alle altre 28, per questo abbiamo attuato la drastica riduzione su quella. Ci lasci invece continuare a dare ai Cinesi e agli Africani le informazioni che attendono ogni giorno senza che ciò dia il minimo disturbo e il minimo rischio a nessuno.

La recente legge italiana sulla protezione dalle esposizioni a campi elettromagnetici prevede, nel caso degli elettrodotti, un piano di risanamento da attuare in alcuni anni, perché le linee ad alta tensione non si possono spostare in 15 giorni.
Noi, pur rilevando che le norme italiane sono molto più restrittive rispetto agli altri Paesi, non contestiamo all'Italia il diritto di darsi le norme che crede, né pensiamo di poterci comportare come se queste non ci fossero, semplicemente crediamo che una attività importante e tecnicamente complessa come la nostra meriti un rispetto maggiore e un arco di tempo più ampio per riorganizzarsi dei 15 giorni del Ministro Bordon.

Riaffermiamo ogni disponibilità a collaborare in un clima di corretta lealtà. In tale clima la attività di un Centro come quello di Santa Maria di Galeria potrebbe diventare oggetto e soggetto di studi concordati di altissimo livello scientifico anche sugli stessi effetti dei campi elettromagnetici e ritornare ad essere - come ha sempre inteso essere - uno strumento di pace e non di guerra, anche fra l'Italia e il Vaticano.






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