RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 224 - Testo della trasmissione di mercoledì 11  agosto 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

All’udienza generale, Giovanni Paolo II sottolinea che sabato e domenica prossima sarà a Lourdes per implorare un risveglio interiore nell’uomo, che ridoni il senso del peccato e la riscoperta della legge di Dio.

 

Non lasciate Dio fuori dalla vostra vita: così il Papa ai giovani russi riuniti a Irkutsk in preparazione alla XX Giornata Mondiale della Gioventù, nel 2005 a Colonia

 

OGGI IN PRIMO PIANO

I possibili interventi per risolvere la crisi umanitaria nel Darfur: ce ne parla Fabio Riccardi della Comunità di Sant’Egidio

 

Dopo le dichiarazioni del ministro della salute Sirchia, in Italia si riaccende il dibattito sull’aborto. Ai nostri microfoni, Carlo Casini del Movimento per la vita e Paola Bignardi di Azione cattolica ribadiscono l’impegno a difendere il diritto di nascere

 

La Chiesa celebra oggi santa Chiara d’Assisi, esempio di “pedagogia della santità”: con noi il Custode del Sacro Convento di Assisi,padre Vincenzo Coli

 

Rivitalizzare le periferie romane: è l’obiettivo di “Cinema di Raccordo”, iniziativa giunta alla sua 11.ma edizione. Ce la illustra Paolo Luciani.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Ricorre il prossimo 15 agosto il 50.mo anniversario della prima trasmissione radiofonica della recita dell’Angelus da parte di Pio XII, diffusa dalla Radio Vaticana

 

Sarebbero 8 mila i civili vittime della guerra tra milizie rivali nella regione congolese dell’Ituri. Lo rivela un rapporto presentato dagli esperti in diritti umani dell’Onu al Consiglio di Sicurezza

 

Piano di azione immediata dell’Organizzazione mondiale della sanità in Afghanistan per combattere l’epidemia di leishmaniosi, malattia invalidante diffusa largamente a Kabul

 

Le disastrose condizioni di lavoro del comparto sanitario in Ghana mettono in fuga i medici del Paese

 

Il Perù colpito da migliaia di furti sacrileghi nelle chiese locali. Organizzato un Simposio per cercare soluzioni pratiche al problema e per responsabilizzare i fedeli sul valore storico e artistico degli oggetti trafugati

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq, scontri ad Amara causano la morte di 20 persone, mentre un’esplosione in un mercato vicino Baghdad costa la vita a 6 civili

 

Nuovo round di colloqui tra India e Pakistan. Al centro dell’incontro la contesa regione del Kashmir

 

La Corea del Sud avrà una nuova capitale. I lavori di costruzione, fortemente voluti dal presidente Roh Moo Hyun, prenderanno il via il 2007, nel centro del Paese

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

11 agosto 2004

 

 

ALL’UDIENZA GENERALE GIOVANNI PAOLO II SOTTOLINEA CHE SABATO E DOMENICA PROSSIMA SARA’ A LOURDES

PER IMPLORARE UN RISVEGLIO INTERIORE NELL’UOMO

CHE RIDONI IL SENSO DEL PECCATO E LA RISCOPERTA DELLA LEGGE DI DIO

 

Implorare per l’uomo moderno un risveglio interiore, che ridoni il senso del peccato. Giovanni Paolo II ha confidato ai fedeli raccolti per l’udienza generale nel cortile del Palazzo apostolico a Castel Gandolfo lo stato d’animo con cui si accinge a partire sabato prossimo per Lourdes, dove, “avrò la gioia - ha detto - di celebrare la solennità dell’Assunzione di Maria Santissima al Cielo”. Sarà il 104.mo viaggio apostolico del Santo Padre, per la seconda volta - dopo 21 anni dal primo pellegrinaggio del 1983 - nel Santuario mariano di Lourdes, per onorare i 150 anni del dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato da Pio IX, l’8 dicembre del 1854. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Fu proprio la giovane Bernadette, quattro anni dopo la proclamazione del dogma, ad incontrare la Vergine che le apparve nella grotta di Massabielle come ‘l’Immacolata Concezione’. “Un dono speciale della Provvidenza – ha sottolineato il Papa - la possibilità di ritornare a Lourdes nel segno di questa luminosa verità di fede.” “Con un unico atto di lode a Dio e alla Vergine, abbraccerò i due grandi misteri mariani:l’Immacolata Concezione e l’Assunzione al Cielo in corpo e anima”, “l’inizio e la conclusione della vita terrena di Maria, congiunti nell’eterno presente di Dio”. Il Santo Padre ha poi anticipato il suo programma di viaggio con tre momenti pubblici: sabato pomeriggio, la recita del santo Rosario e alla sera, la tradizionale processione aux flambeaux; quindi domenica mattina, la solenne Celebrazione eucaristica. Infine all’arrivo e alla partenza dal Santuario le soste “in preghiera silenziosa” dinanzi alla Grotta.

 

“In ogni circostanza porterò, nel mio cuore, i ringraziamenti e le suppliche di tutta la Chiesa e, direi, del mondo intero, che solo in Dio può trovare pace e salvezza”.

 

Ma qual è il messaggio che il Signore ha voluto rivolgere all’umanità mediante la Vergine di Lourdes?

 

“Dio non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva”

 

E Maria volle ricordare a Bernadette: che “la preghiera e la penitenza sono la via attraverso la quale la vittoria di Cristo può affermarsi in ogni singola persona e nella società”. “Ma per cambiare la propria condotta, bisogna ascoltare la voce della coscienza, là dove Dio ha posto il senso del bene e del male.” Ma “l’uomo moderno, purtroppo, - ha deplorato il Santo Padre - mostra a volte di avere in qualche modo smarrito il senso del peccato.” E’ dunque “necessario implorare per lui un risveglio interiore, che gli consenta di riscoprire appieno la santità della legge di Dio e gli impegni morali che ne derivano.”

 

Giovanni Paolo ha quindi salutato con affetto i fedeli presenti all’udienza, affidandosi alle loro preghiere prima di questo significativo viaggio. Fra gli altri si è rivolto ai pellegrini dell’America Latina, invocando in particolare che Signore conceda a tutti i cittadini del Venezuela “un futuro aperto al progresso e alla speranza”, auspicando “un clima sereno di pace e riconciliazione per questa Nazione”, che raccomanderà alla Vergine Maria, a Lourdes. Proprio domenica i venezuelani saranno chiamati alle urne per decidere in un referendum se revocare il mandato al presidente Hugo Chavez. Infine l’invito del Santo Padre ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, nella festa odierna di Santa Chiara d’Assisi, perché sappiano imitare questo “luminoso modello di giovane che ha saputo vivere con coraggio la sua totale adesione a Cristo”.

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NON LASCIATE DIO FUORI DALLA VOSTRA VITA:

E’ LA VIVA ESORTAZIONE DEL PAPA AI GIOVANI RUSSI RIUNITI A IRKUTSK

IN PREPARAZIONE ALLA XX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’, NEL 2005 A COLONIA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

La Chiesa nutre una grande speranza nei giovani e attende dal loro entusiasmo e vigore “nuova linfa per la sua missione”. E’ una forte iniezione di fiducia quella che Giovanni Paolo II vuole trasmettere ai giovani. L’occasione è il messaggio ai ragazzi della Federazione Russa riuniti a Irkutsk, per prendere parte all'incontro promosso dai vescovi russi – da oggi al 15 agosto – in preparazione alla XX Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Colonia nell’agosto del prossimo anno. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“Dovete resistere, cari giovani, alla tentazione, oggi sottile e letale, di lasciare Dio fuori dalla vita o di ridurre la fede a gesti episodici e formali”. E’ l’esortazione di Giovanni Paolo II ai giovani della Russia e con loro alla gioventù di tutto il mondo. “La Chiesa – sottolinea il Papa – ha bisogno di testimoni pronti a seguire Cristo sino alla Croce”. Questa “radicale fedeltà al Vangelo – prosegue – attendono più che mai i vostri coetanei, spesso distratti dai miraggi di una vita facile e comoda, dalle tentazioni della droga e dell'edonismo, finendo non di rado per diventate schiavi della violenza, del non senso, della disperazione”. E qui il Pontefice rivolge un appello forte ai giovani russi: “Non permettete che la libertà riconquistata in questa vostra cara Nazione a prezzo di grandi sacrifici e sofferenze sia dissipata dal cedimento a falsi ideali. Cristo – ribadisce – è la vera nostra libertà, avendoci liberati definitivamente dalla schiavitù del peccato. Solo in Lui trova senso e pace il nostro cuore”.

 

 Il messaggio mette quindi l’accento sull’importanza di questo raduno per la Chiesa che vive nella Federazione Russa. “Una Chiesa – rileva – che in passato ha conosciuto tante tribolazioni, è stata perseguitata e martoriata non di rado fino all'effusione del sangue, ma che ha perseverato nell'adesione a Cristo”. In questa confessione si sono trovati affiancati cattolici, ortodossi e protestanti. “La loro testimonianza – afferma il Papa – è diventata per noi tutti un patrimonio comune. Ciò non può non avere anche un respiro ed un’eloquenza ecumenica. L’ecumenismo dei santi, dei martiri, è forse il più convincente”. Il senso vero dell'esistenza, afferma ancora, si trova “nell'adesione a Gesù, "Via, Verità e Vita”. Egli solo, infatti, “ha parole che danno vita, chiamano all'esistenza, mostrano la via, confortano i cuori delusi infondendo nuova speranza”. Per il Santo Padre è dunque urgente “mostrare il volto di Cristo che vive nella sua Chiesa, indicando in Lui l'unica strada che conduce alla verità sull'uomo e alla sua felicità piena”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo "Porterò nel mio cuore i ringraziamenti e le suppliche di tutta la Chiesa e del mondo intero": all'udienza generale Giovanni Paolo II affida alla preghiera dei fedeli il prossimo pellegrinaggio apostolico al Santuario mariano di Lourdes per celebrare la solennità dell'Assunta e il 150.mo anniversario del dogma dell'Immacolata.

Nel salutare i pellegrini dell'America Latina, il Papa ha ricordato in modo particolare il Venezuela, chiedendo al Signore di benedire e di illuminare tutti i suoi cittadini concedendo loro un futuro aperto al progresso e alla speranza. 

 

Nelle vaticane, la catechesi e la cronaca dell'udienza generale.

Il Messaggio del Santo Padre ai giovani della Federazione Russa riuniti a Irkutsk per l'incontro in preparazione alla XX Giornata Mondiale della Gioventù 2005.

L'omelia del vescovo di Bergamo nella Santa Messa per il centenario dell'ordinazione sacerdotale del beato Giovanni XXIII.

 

Nelle estere, in rilievo l'Iraq segnato quotidianamente da sanguinosi scontri. L'Iran invita ufficialmente a Teheran il premier iracheno Allawi.

Kenya: oltre due milioni di persone necessitano di aiuti urgenti.  

 

Nella pagina culturale, un articolo di Agnese Pellegrini sui valori e sugli ideali dei Giochi Olimpici nell'antica Grecia.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema dell'immigrazione.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

11 agosto 2004

 

 

I POSSIBILI INTERVENTI PER RISOLVERE L’URGENTE CRISI UMANITARIA

NELLA REGIONE SUDANESE DEL DARFUR

- Ai nostri microfoni Fabio Riccardi della Comunità di Sant’Egidio -

 

La crisi del Darfur, nel Sudan occidentale, al centro delle preoccupazioni internazionali. L’Onu denuncia nuove violenze delle milizie filogovernative arabe janjaweed nei confronti della popolazione civile locale, ma l’Unione Europea afferma che per ora non si può parlare di genocidio in atto, nonostante i 50 mila morti che la guerra civile ha provocato in un anno e mezzo. C’è, inoltre, la situazione umanitaria a cui la comunità internazionale deve far fronte con urgenza. Quali le possibilità di intervento immediato? Lo abbiamo chiesto a Fabio Riccardi, responsabile per l’Africa della Comunità di S. Egidio:

 

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R. – Credo ci siano molte idee ed una di queste è un intervento militare di interposizione. Credo però che l’idea più diretta per una soluzione della questione sia un colloquio tra le parti in causa, ovvero da un lato il governo di Karthoum e dall’altro i movimenti di liberazione del Darfur.

 

D. – Cosa c’è dietro l’aver scatenato questo che, secondo alcuni, è un vero e proprio genocidio?

 

R. – Credo che ora ci sia sicuramente un’emergenza umanitaria dovuta ad una situazione di guerriglia tra etnie, forse alcune animate ed armate anche dal governo di Khartoum. Quindi, qualora la comunità internazionale stabilisca che in Darfur si stia effettivamente consumando un genocidio, un intervento unilaterale è da auspicare. Per il momento io credo che la cosa più importante sia quella di premere su tutte le parti in causa, perché possano trovare un accordo che poi porti alla cessazione di queste ostilità.

 

D. – Quanto influisce l’esigenza di stabilità di questo Paese per la sicurezza dell’intera Africa e del mondo?

 

R. – Il Sudan è un grande Paese in cui convivono varie etnie di varie religioni. E’ un Paese al confine tra l’Africa arabofona e l’Africa Nera. Quindi, costituisce una vera e propria cerniera tra due mondi culturali differenti. E’ importantissimo che il Sudan sia pacificato, perché altrimenti tutta l’area sia dell’Africa dell’est, ma anche dell’Africa centrale, potrebbe risultarne fortemente destabilizzata.

 

D. – Mettendo da parte gli aspetti politici, quale potrebbe essere un intervento immediato per far fronte all’emergenza umanitaria?

 

R. – La comunità di Sant’Egidio ha già mandato parecchi aiuti, che sono entrati soprattutto dal confine con il Ciad. Credo, comunque, che gli aiuti umanitari siano necessari al di là della discussione politica. Bisogna chiedere sia al governo del Ciad, sia al governo sudanese, di collaborare al massimo, perché arrivino aiuti umanitari alle popolazioni che hanno sofferto così tanto per questa situazione.

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DOPO LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO DELLA SALUTE SIRCHIA,

IN ITALIA SI RIACCENDE IL DIBATTITO POLITICO SULL’ABORTO.

AI NOSTRI MICROFONI, CARLO CASINI DEL MOVIMENTO PER LA VITA

E PAOLA BIGNARDI DI AZIONE CATTOLICA RIBADISCONO

L’IMPEGNO A DIFENDERE IL DIRITTO DI NASCERE

 

L’aborto in sostanza “rappresenta un omicidio”. Le affermazioni del ministro della Salute, Gerolamo Sirchia, hanno innescato un acceso dibattito nel mondo della politica italiana sulla legge 194, che consente l’interruzione volontaria della gravidanza. I partiti politici si sono divisi sullo spinoso argomento, anche trasversalmente agli schieramenti di maggioranza e opposizione. Ferme e compatte in difesa della vita, invece, sono le associazioni cattoliche che da sempre chiedono il rispetto dell’embrione. “La difesa del diritto di nascere - afferma ai nostri microfoni Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita - non penalizza la libera scelta della persona poiché non si è liberi di sopprimere l’altro”. L’intervista è di Emanuela Campanile:

 

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C’è stata tutta una tecnica nemica della vita, che ha cambiato il senso delle parole. Proviamo a leggere la legge 194, sostituendo alle parole “interruzione volontaria della gravidanza”, le parole “uccisione del figlio prima della nascita”. Chi potrebbe sostenerla una legge del genere? Chi potrebbe accettare di sopprimere il figlio prima della nascita? Bisogna certamente arrivare ad una modifica della legge e noi non rinunciamo a questo obiettivo. Il presupposto, la pre-condizione è riconoscere che nel concepito e fin dalla fecondazione vi è un essere umano. Nel campo dell’ecologia si utilizza continuamente il principio della cosiddetta “precauzione”: non possiamo cioè modificare la natura se non quando siamo certi che non ne deriverà un danno. Quando si tratta dell’uomo dovremmo sempre utilizzare il principio che in dubbio “pro vita”.

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Prima ancora delle parole del ministro Sirchia, il clima politico si era arroventato per le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal senatore di Forza Italia, Antonio Gentile, sull’introduzione di un ticket per scoraggiare il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza. Sul dibattito politico in corso, ascoltiamo il commento di Paola Bignardi, presidente dell’Azione Cattolica, intervistata da Stefano Leszczynski.

 

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R. – La vita politica italiana negli ultimi mesi, ma anche negli ultimi anni, è spesso attraversata da dibattiti particolarmente accesi su tutti i temi che riguardano la vita. In fondo si possono ricondurre in questa prospettiva tutte le questioni che riguardano la famiglia, che riguardano la fecondazione assistita, che riguardano, come in questo caso, l’aborto e la tutela della maternità, come direbbe peraltro la legge 194.

 

D. – Tutti temi molto importanti soprattutto per il mondo cattolico, ma si ha l’impressione che vengano trattati con un po’ di leggerezza dal mondo politico italiano…

 

R. – Più che con leggerezza credo che nel modo in cui vengono affrontati si riversino veramente le concezioni profonde della vita, si riversino tante tensioni che possono rendere parziale il dibattito. Credo che, in particolare sul tema dell’aborto, questa nuova proposta abbia un approccio che lascia molto perplessi. La domanda vera è quella che riguarda come favorire in ogni modo la difesa della vita, che per noi resta comunque un valore inviolabile, e come sostenere ed aiutare le donne che vivono in condizioni di particolare difficoltà la loro maternità.

 

D. – In questo senso quali sono i punti fermi dell’Azione Cattolica?

 

R. – Il messaggio che annunciamo da sempre è quello di ritenere che la vita sia un valore che non può essere a nostra disposizione. Noi crediamo che la vita sia un dono di Dio e che si riceva dalle mani di Dio con la sacralità dei doni che vengono da Dio. La nostra responsabilità di credenti è quella di favorire in ogni modo l’accoglienza della vita, favorirla in tutte le forme socialmente plausibili, che siano di sostegno concreto alla maternità, di sostegno concreto alla vita in difficoltà.

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LA CHIESA CELEBRA OGGI SANTA CHIARA D’ASSISI,

ESEMPIO DI “PEDAGOGIA DELLA SANTITA’”

- Con noi, padre Vincenzo Coli -

 

Come sottolineato dal Papa all’udienza generale, la Chiesa celebra oggi la memoria di Santa Chiara d’Assisi. Un esempio di “pedagogia della santità”. Così, Giovanni Paolo II tratteggiò la sua figura nel messaggio per il 750.mo anniversario della morte della discepola di San Francesco, l’11 agosto del 2003. Figura straordinaria, dunque, che viene celebrata ad Assisi con particolare devozione, ma anche con originalità. Oggi e domani, infatti, all’interno del convento di San Damiano andrà in scena il musical “Chiara di Dio” scritto e diretto da Carlo Tedeschi. Sulla figura di Santa Chiara e l’attualità della sua testimonianza, Antonella Palermo ha intervistato padre Vincenzo Coli, Custode del Sacro Convento di Assisi:

 

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R. – E’ una donna innamorata del Signore, è una donna che ha saputo vivere in comunione con il Signore ed è un esempio, perciò, di una vita cristiana autentica, vissuta in profondità; e poi, siccome viene presentata sempre come una grande contemplativa, bisogna dire che la contemplazione cristiana è esperienza amorosa di Dio attraverso Gesù Crocifisso. Chiara ha vissuto questa esperienza in modo limpido, lineare, senza fratture perché dalle lettere che scrive alla Beata Agnese passa dall’amore di Dio all’amore delle sorelle con estrema facilità. Poi, ha tradotto al femminile in modo splendido il carisma di Francesco.

 

D. – L’attualità per i giovani, in particolare, del messaggio e dello stile di vita di Santa Chiara ...

 

R. – Credo che Chiara possa essere un forte richiamo, attuale e bello, anche perché è stata fortissima, molto determinata in un mondo così frammentato come il nostro, per recuperare un po’ l’ecologia dello spirito, per recuperare un po’ l’interiorità perché ci sia poi un vero dialogo. Senza interiorità, il dialogo finisce ...

 

D. – Come sta partecipando la diocesi, la cittadinanza a questa festa?

 

R. – Credo che ora partecipi in maniera più lineare e più profonda rispetto ad alcuni anni fa, perché qui ad Assisi si celebrava l’11 agosto la festa del fondatore, del pastore della diocesi, San Rufino vescovo e martire. Ora San Rufino si celebra il giorno dopo, per cui sono due feste che vengono vissute con lo stesso spirito: il fondatore della Chiesa locale e una gemma della stessa Chiesa.

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RIVITALIZZARE LE PERIFERIE ROMANE: E’ L’OBIETTIVO DI “CINEMA DI RACCORDO”,

INIZIATIVA GIUNTA ALLA SUA 11.MA EDIZIONE

- Intervista con Paolo Luciani, copromotore dell’evento -

 

Prosegue con successo l’undicesima edizione della manifestazione romana “Cinema di Raccordo”, organizzata da Officina Filmclub, che porta ogni estate il buon cinema nelle periferie più difficili di Roma, per creare un momento di condivisione e riflessione. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

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“La città non è più o solamente il centro storico”: un’affermazione non troppo scontata che è ancora lo slogan della felice iniziativa culturale organizzata dall’Officina Filmclub per riqualificare e rivitalizzare le periferie più difficili di Roma nel periodo estivo. E’ il cinema lo strumento di aggregazione privilegiato: inauguratasi la rassegna nel quartiere di Torre Maura, prosegue ogni sera, e fino al 15 agosto, all’Arena del Teatro circoscrizionale di Via Cambellotti a Tor Bella Monaca, con un doppio spettacolo dei più importanti successi, italiani e stranieri, della recente stagione cinematografica. Titoli scelti con intelligenza e adatti sia al divertimento che alla riflessione, capaci di coinvolgere un numero importante di spettatori, soprattutto anziani e persone che non possono fruire delle vacanze estive o di altre forme di intrattenimento. Le finalità di questa utile iniziativa culturale e sociale ci vengono descritte da Paolo Luciani, rappresentante dell’Officina Filmclub.

 

R. – Da più di 10 anni viaggiamo in questa zona. La manifestazione è cresciuta anno dopo anno, si è creata un suo pubblico e ha cominciato a richiamare altri spettatori da altre parti e aree della città, invertendo quello che è il normale flusso che avviene in questi casi, cioè che si vada dalla periferia al centro. Si è verificato esattamente il contrario. Circa la metà degli spettatori, 1000-1500 a sera, hanno cominciato a venire dalle zone, dai quartieri centrali della città in quest’area, riqualificandola in maniera “naturale”, se si può usare questo termine. Hanno conosciuto una zona di Roma completamente ignota, spesso indicata e considerata come una delle zone più dure e pesanti della città, e invece a nostro avviso, una delle più belle da riscoprire. 

 

D. - Quale tipo di pubblico avete, che viene per frequentare il cinema in queste zone periferiche di Roma?

 

R. – Famiglie; un pubblico molto simile a quelle che erano le prime esperienze dell’Estate romana si può ritrovare, rintracciare anche durante alcuni nostri film classici, in queste arene estive all’aperto; molti giovani; un notevole numero di spettatori portatori di handicap, perché il quartiere è senza barriere architettoniche e permette la partecipazione appunto di numerosi spettatori portatori di handicap.

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CHIESA E SOCIETA’

11 agosto 2004
 

 

RICORRE DOMENICA 15 AGOSTO

IL 50.MO ANNIVERSARIO DELLA PRIMA TRASMISSIONE RADIOFONICA

DELLA RECITA DELL’ANGELUS DA PARTE DI PIO XII, DIFFUSA DALLA RADIO VATICANA,

PERCHE’ TUTTI I FEDELI POTESSERO UNIRSI AL PAPA NEL SALUTO ALLA MADRE DI DIO

 

CITTA’ DEL VATICANO.= Era il 15 agosto del 1954, quando per la prima volta venne diffusa dalla Radio Vaticana la trasmissione radiofonica della preghiera dell’Angelus Domini da parte di un Papa. Fu infatti Pio XII, invitato dal presidente dell’Azione cattolica italiana, Luigi Gedda, a iniziare questo appuntamento domenicale, oggi divenuto consueto, in occasione della festività di Maria SS.ma Assunta in Cielo. Come riportano le cronache di allora, Pio XII recitò la preghiera mariana al microfono in una sala del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, accompagnato dai dignitari ecclesiastici dell’Anticamera pontificia e da alcuni religiosi della Compagnia di Gesù, addetti alla Radio Vaticana, con il loro direttore, padre Antonio Stefanizzi. A dare l’annuncio radiofonico e a spiegare l’importanza dell’omaggio a Maria, fu padre Francesco Pellegrino, cui seguì la preghiera da parte del Papa. La trasmissione radiofonica, ripresa in collegamento diretto anche dalla Radiotelevisione italiana nel suo programma nazionale, avvenne nel corso delle celebrazioni dell’Anno Mariano universale, indetto da Pio XII l’8 settembre 1953. Con la Lettera enciclica “Fulgens Corona”, il Pontefice commemorava la ricorrenza centenaria della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione da parte di Papa Pio IX e la conferma di Lourdes. Per un’analoga ricorrenza, ma a 150 anni di distanza dalla proclamazione del Dogma, Giovanni Paolo II si reca a Lourdes e il 15 agosto reciterà l’Angelus di fronte alla grotta di Massabielle. (R.M.)

 

 

SAREBBERO 8000 I CIVILI VITTIME DELLA GUERRA TRA MILIZIE RIVALI

NELLA REGIONE CONGOLESE DELL’ITURI. LO RIVELA UN RAPPORTO PRESENTATO

DAGLI ESPERTI IN DIRITTI UMANI DELL’ONU AL CONSIGLIO DI SICUREZZA.

I CRIMINI DI GUERRA SAREBBERO STATI COMPIUTI ANCHE DA SOLDATI GOVERNATIVI

 

KINSHASA.= 8 mila civili uccisi e 600 mila sfollati: è questo il triste bilancio degli scontri tra milizie rivali che hanno dilaniato l’Ituri, regione nord-orientale della Repubblica democratica del Congo. Lo ha rivelato un rapporto presentato ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu dagli specialisti in diritti umani delle Nazioni Unite. Secondo l’indagine, condotta su un campione di 1600 intervistati, i crimini di guerra sarebbero stati commessi non solo dai gruppi armati ribelli, ma anche dai soldati governativi, dal Rwanda e dall’Uganda. Dal 1999 l’Ituri è stato teatro di un conflitto sviluppatosi all’interno della guerra più ampia che ha devastato il Congo tra il 1998 e il 2003. La provincia, infatti, è ricca di risorse minerarie e, in particolare, di oro e diamanti. Per questo nel capoluogo Bunia, nonostante la presenza di 700 caschi blu dell’ONU, si sono verificati duri sconti tra gruppi armati locali sostenuti dall’Uganda e dal Rwanda, principali beneficiari dello sfruttamento illegale delle materie prime congolesi. (R.P.)

 

 

PIANO DI AZIONE IMMEDIATA DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’

IN AFGHANISTAN PER COMBATTERE L’EPIDEMIA DI LEISHMANIOSI,

 MALATTIA INVALIDANTE DIFFUSA LARGAMENTE A KABUL

 

KABUL.= Un rapido intervento a Kabul in Afghanistan dell'Organizzazione mondiale della sanità permetterà di frenare l'epidemia di leishmaniosi in meno di due anni. Secondo le stime, a Kabul vi è la più grande concentrazione di leishmaniosi al mondo, con 67.500 casi. Questa cifra rappresenta un terzo dei 200 mila casi constatati nell'insieme del Paese. La leishmaniosi cutanea è una malattia invalidante trasmessa dalla puntura del flebotomo ed è per questo che l'Oms distribuirà zanzariere impregnate d'insetticida per proteggere dall’insetto oltre 30 mila persone. Il degrado dell'ambiente e due decenni di conflitti hanno profondamente indebolito le infrastrutture sanitarie dell'Afghanistan, causando la moltiplicazione dei siti di riproduzione dei flebotomi. L'afflusso di un gran numero di persone sfollate rischia di rinforzare ancora di più la malattia. Poco immuni contro la leishmaniosi, questi sfollati, tra cui Afghani di ritorno dal vicino Pakistan, sono in generale più sensibili alla malattia.(R.G.)

 

 

LE DISASTROSE CONDIZIONI DI LAVORO

DEL COMPARTO SANITARIO IN GHANA

METTONO IN FUGA I MEDICI DEL PAESE

 

ACCRA.= Preoccupante fuga all’estero dei medici del Ghana. Secondo quanto riferisce il bimestrale “Accra Mail”, entro il 2006, il Paese africano potrebbe perdere quasi 25 milioni di dollari, corrispondenti al costo di formazione di 400 unità, se la tendenza proseguirà con la medesima intensità. Il Ghana potrebbe, inoltre, veder prendere il largo 591 farmacisti e 1883 infermieri. Le cifre sono state fornite dal ministro della Difesa, Kwame Addo Kufuor – ex-ufficiale medico, presidente dell’Associazione medici del Ghana e fratello del presidente John Kufuor – durante un congresso sul tema della salute. Nel suo intervento, il ministro ha ammesso che le condizioni di lavoro nel comparto sanitario non sono le migliori. Attualmente, infatti, 1.400 medici svolgono un carico di impegno che dovrebbe, invece, essere distribuito su 5.000 camici bianchi, mentre poco più di 9.000 infermieri garantiscono servizi per un organico pari a circa 30.000 dipendenti. (B.C.)

 

 

IL PERU’ COLPITO DA MIGLIAIA DI FURTI SACRILEGHI NELLE CHIESE LOCALI.

ORGANIZZATO UN SIMPOSIO PER CERCARE SOLUZIONI PRATICHE AL PROBLEMA

E PER RESPONSABILIZZARE I FEDELI

SUL VALORE STORICO E ARTISTICO DEGLI OGGETTI TRAFUGATI

 

LIMA. = “Patrimonio storico e artistico della Chiesa cattolica”: è lo slogan che ha accompagnato recentemente in Perù un simposio sui beni trafugati dalle chiese del Paese latino americano. Secondo quanto ha riferito Cayetano Villavicencio, membro della Commissione episcopale per i beni culturali, circa 1.500 chiese peruviane sono state oggetto di furti sacrileghi dal 2000. Tra i pezzi più pregiati scomparsi vi sono pitture ad olio e tele. Molte volte, ha poi spiegato Villavicencio, i ladri tagliano direttamente le tele dalle cornici, trasportandole nei modi più vari e rischiosi. In questo modo si depauperano o vanno perduti patrimoni culturali di valore inestimabile, compresi corone, calici e oggetti in oro, che spesso finiscono con l’essere fusi e colati in barre o piccoli lingotti. L’incontro si è proposto di affrontare la problematica e trovare possibili soluzioni, oltre che creare una coscienza relativamente al valore dei beni trafugati e all’impoverimento che questi furti provocano all’intera società. Durante il meeting, inoltre, Villavicencio ha spiegato che circa 800 delle chiese cattoliche peruviane sono state proclamate patrimonio culturale della nazione, ma che la loro ubicazione periferica spesso le espone inevitabilmente a furti e danneggiamenti. “Davanti a tutto questo – ha concluso il membro della Commissione episcopale per i beni culturali della Chiesa – è necessario che i fedeli conoscano il valore storico ed artistico di questi oggetti e custodiscano i monumenti attraverso il volontariato”. (B.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

11 agosto 2004

 

- A cura di Barbara Castelli -

 

Ennesima giornata di sangue in Iraq. Il vice presidente iracheno ad interim, Ibrahim Jafari, ha sollecitato tutti i militari stranieri ad abbandonare Najaf, al centro di furiosi combattimenti tra americani e guerriglieri del cosiddetto Esercito “Al-Mahdi”, la milizia personale dell'imam radicale sciita Moqtada Al-Sadr. Ucciso il responsabile politico della provincia di Diyala. Barbara Castelli:

 

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“Continuate a combattere anche se mi vedete prigioniero o martire”. Con queste parole il leader radicale sciita Moqtada Al-Sadr ha esortato stamani i suoi seguaci di Najaf a continuare a combattere. Nella città santa, da giorni teatro di violenti scontri, l’esercito americano sta pianificando la resa dei conti. Nella notte, invece, la tensione si è riaccesa ad Amara, dove truppe britanniche hanno bombardato postazioni di miliziani, causando 20 morti e 50 feriti. Il bilancio delle vittime si allunga tristemente con l’esplosione che questa mattina ha scosso un mercato di Khan Bani Sadr, villaggio a circa 40 chilometri a nord-est di Baghdad, uccidendo 6 civili iracheni e ferendone altri 10. Ignoti aggressori poi hanno assassinato a colpi d’arma da fuoco il responsabile politico per la provincia di Diyala, Ali Mahmoud al-Saadi, alto dirigente del Supremo Consiglio per la Rivoluzione Islamica in Iraq, partito moderato sciita rappresentato nel governo transitorio del premier ad interim Iyad Allawi. A Kut, nel sud del Paese, miliziani fedeli ad al-Sadr tengono d’assedio gli uffici del governatore locale.

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Il Pakistan non invierà le proprie truppe in Iraq. Lo ha annunciato ieri il presidente pachistano, Pervez Musharraf, precisando che la decisione potrebbe cambiare se migliorassero le condizioni di sicurezza. Il capo di Stato ha, inoltre, aggiunto che l’obiettivo primario di Islamabad resta l’eliminazione di Al Qaeda. Proprio ieri alcuni pakistani, sospettati di essere legati con la rete terroristica, sono finiti nelle mani delle autorità.

 

Resta alta la paura per nuovi possibili attentati. Secondo il “Washington Times on line” - che cita rivelazioni di funzionari americani vicini al mondo dei servizi segreti - l’assassinio di un uomo politico americano o straniero di alto profilo aprirebbe la strada ad una serie di azioni terroristiche di Al Qaeda. Le rivendicazioni degli attentati di ieri in Turchia, intanto, a firma delle Brigate Abu Hafs al Masri e di un gruppo armato curdo legato al fuorilegge Pkk, sembrano concretizzare le minacce di attentati contro l’Europa, in particolar modo l’Italia.

 

Ancora tesa la situazione in Medio Oriente. Una violenta esplosione si è verificata oggi all’altezza del posto di transito di A-Ram, tra Gerusalemme e Ramallah. Secondo le prime frammentarie notizie, la deflagrazione è stata innescata da un’autobomba. Ancora incerta la presenza di vittime.

 

Nuovo test missilistico in Iran. Secondo quanto riferisce la televisione di Stato, il ministero della Difesa avrebbe testato oggi l’ultima versione del missile balistico Shahab-3. Recentemente il ministro della Difesa, Ali Shamkhani, aveva dichiarato che l’Iran stava cercando di migliorare la gittata e la precisione del missile, che secondo esperti Teheran potrebbe usare per colpire Israele o basi statunitensi nel Golfo.

 

Intesa raggiunta tra Germania e Libia sugli indennizzi per le vittime dell’attentato del 1986 nella discoteca “La Belle” di Berlino, che provocò tre morti, 2 soldati statunitensi e una cittadina turca, e oltre 200 feriti. Secondo quanto riferito ieri dall’ambasciatore libico in Germania, Said Abdulaati, le vittime riceveranno in tutto 35 milioni di dollari. Esprimendo soddisfazione per il traguardo raggiunto, gli Stati Uniti hanno ribadito ieri l’importanza di trovare una soluzione anche per le vittime americane.

 

Sono 18 in tutto i candidati ammessi alle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo 9 ottobre in Afghanistan. Nella rosa degli aspiranti capi di Stato figurano anche il presidente uscente Hamid Karzai e il suo ex ministro dell’educazione Yunus Qanooni. In vista della tornata elettorale si è recato oggi a Kabul il segretario alla Difesa americano, Donald Rumsfeld.

 

Si conclude oggi ad Islamabad la quarta tornata di colloqui tra Pakistan e India. Al centro dell’incontro, che dovrà preparare quelli ad alto livello dei prossimi mesi, il terrorismo e la lotta al narcotraffico. Ce ne parla Maria Grazia Coggiola:

 

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Prosegue il dialogo tra India e Pakistan, secondo la tabella di marcia fissata a gennaio scorso, inizio del disgelo. Nonostante le recenti aperture, l’India continua ad accusare il Pakistan di appoggiare elementi della Jihad islamica nel Kashmir indiano e di non smantellare i campi di addestramento dei militanti. C’è, inoltre, un vecchio contenzioso che sta a cuore a New Delhi: quello dell’estradizione dei presunti responsabili dei grandi attentati di Bombay di dieci anni fa e del dirottamento del volo dell’Indian Airlines a Kandahar, in Afghanistan, nel ’99. Da questi colloqui non ci si aspetta nulla di concreto: come è stato per gli altri quattro precedenti incontri, sono passi di avvicinamento per affrontare il nodo principale, la disputa sul Kashmir. Il banco di prova sarà a settembre, quando si incontreranno a New Delhi i due ministri degli Esteri, e poi a New York, dove è previsto un faccia a faccia tra il premier indiano Monmohan Singh e il presidente pakistano, Pervez Musharraf, a margine dell’Assemblea generale dell’ONU.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Sventato un colpo di Stato in Mauritania. Il ministro della Difesa, Baba Ould Sidi, ha annunciato ieri sera che un “gruppo di ufficiali” dell’esercito mauritiano, arrestati lunedì, progettava di prendere il potere nel Paese approfittando dell’assenza del presidente, Maaouiya Ould Taya. Quest’ultimo è atteso nella fine settimana in Provenza, nel sud-est della Francia.

 

La Cina turbata nella notte da un violento terremoto. La scossa sismica, del grado 5,6 della scala Richter, ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre 500. Il terremoto si è registrato nella contea di Ludian, nella provincia dello Yunnan, già teatro di altri due terremoti lo scorso novembre.

 

Seul nel prossimo decennio non sarà più la capitale della Corea del Sud. Lo ha annunciato stamani il premier sudecoreano Lee Hai-Chan, comunicando che i lavori per la costruzione della città - fortemente voluta dal presidente Roh Moo Hyun - prenderanno il via nel 2007 nel centro del Paese, a sud di Seul. Sul perché di questa decisione, ascoltiamo Roberto Maggi, responsabile dell’ufficio Ansa per Coree e Giappone, intervistato da Giada Aquilino:

 

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R. – Questa decisione era già stata preannunciata due anni fa dall’allora candidato alle elezioni presidenziali Roh Moo Hyun, che poi vinse quelle elezioni e diventò presidente. La novità sta nel fatto che questa idea è stata giudicata come irrealizzabile sia dagli oppositori politici dell’attuale presidente, sia dalla maggior parte degli ambienti finanziari ed economici del Paese. Si sono abituati ormai, dalla fine della II Guerra Mondiale, all’idea di Seul come grande capitale e come città simbolo della Corea del Sud: l’idea di trasferire il potere esecutivo ed amministrativo da Seul ad un’altra zona del Paese viene considerata irrealistica ed assurda.

 

D. – Si hanno particolari sulla nuova capitale?

 

R. – Sorgerà in una zona attualmente agricola, nel centro del Paese, a circa 160 chilometri a sud di Seul. Sarà una città completamente nuova, una specie di ‘Brasilia sudcoreana’, e dovrebbe avere circa 500 mila abitanti e non i 10-11 milioni della megalopoli Seul. Ospiterà tutti i ministeri e il palazzo presidenziale. L’idea del presidente e del governo attuale è che finora tutto lo sviluppo economico, finanziario e culturale del Paese sia troppo concentrato su Seul, a scapito dello sviluppo delle realtà regionali della Corea, che presentano aspetti formidabili ed interessantissimi dal punto di vista turistico, culturale e paesaggistico.

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Un documento inviato dalla magistratura americana scagionerebbe Mounir el Motassadeq, il marocchino 30.enne a carico del quale da ieri è in corso ad Amburgo, in Germania, un nuovo processo per le accuse di coinvolgimento negli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Nel documento, che cita le testimonianze di Ramzi Binalshibh e Chalid Sheich Mohammed – due terroristi ritenuti tra i principali ideatori degli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono – si dichiara che el Motassadeq non faceva parte della cellula islamica di Amburgo guidata da Mohammed Atta e indicata come la base di partenza degli attentati.

 

Annuncio shock dalla Gran Bretagna. L’autorità britannica per l’embriologia e la fecondazione umana (Hfea) ha concesso stamani a un gruppo di ricercatori dell’Università di Newcastle il primo via libera per clonare embrioni umani a fini terapeutici. Lo ha riferito un portavoce dell’Università, senza specificare ulteriori informazioni.

 

La guerra in Iraq, la crisi legata alla compagnia russa Yukos e possibili segnali negativi provenienti dal Venezuela, che domenica andrà alle urne per decidere sulla revoca del mandato del presidente Hugo Chavez, hanno fatto registrare ieri l’ennesima impennata dei prezzi del petrolio, che a New York ha superato i 45 dollari al barile. La “crescita significativa dei prezzi dell’energia” ha spinto così la Federal Reserve, la banca centrale statunitense, ad aumentare il costo del denaro di 25 punti base, portandolo al livello dell’1,5% sui Fed Funds.

 

 

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