RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
224 - Testo della trasmissione di mercoledì 11 agosto 2004
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO
Dopo
le dichiarazioni del ministro della salute Sirchia, in Italia si riaccende il
dibattito sull’aborto. Ai nostri microfoni, Carlo
Casini del Movimento per la vita e Paola
Bignardi di Azione cattolica ribadiscono l’impegno a difendere il diritto di
nascere
CHIESA E SOCIETA’:
In Iraq, scontri ad Amara causano
la morte di 20 persone, mentre un’esplosione in un mercato vicino Baghdad costa
la vita a 6 civili
Nuovo round di colloqui
tra India e Pakistan. Al centro dell’incontro la contesa regione del Kashmir
La Corea del Sud avrà
una nuova capitale. I lavori di costruzione, fortemente voluti dal presidente Roh Moo Hyun, prenderanno il via il
2007, nel centro del Paese
11 agosto 2004
ALL’UDIENZA
GENERALE GIOVANNI PAOLO II SOTTOLINEA CHE SABATO E DOMENICA PROSSIMA SARA’ A
LOURDES
PER IMPLORARE UN RISVEGLIO
INTERIORE NELL’UOMO
CHE RIDONI IL SENSO DEL PECCATO
E LA RISCOPERTA DELLA LEGGE DI DIO
Implorare per l’uomo moderno un risveglio interiore, che ridoni il senso
del peccato. Giovanni Paolo II ha confidato ai fedeli raccolti per l’udienza
generale nel cortile del Palazzo apostolico a Castel Gandolfo lo stato d’animo
con cui si accinge a partire sabato prossimo per Lourdes, dove, “avrò la gioia
- ha detto - di celebrare la solennità dell’Assunzione di Maria Santissima al
Cielo”. Sarà il 104.mo viaggio apostolico del Santo Padre, per la seconda volta
- dopo 21 anni dal primo pellegrinaggio del 1983 - nel Santuario mariano di
Lourdes, per onorare i 150 anni del dogma dell’Immacolata Concezione,
proclamato da Pio IX, l’8 dicembre del 1854. Il servizio di Roberta Gisotti:
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Fu proprio la giovane
Bernadette, quattro anni dopo la proclamazione del dogma, ad incontrare la
Vergine che le apparve nella grotta di Massabielle come ‘l’Immacolata Concezione’.
“Un dono speciale della Provvidenza – ha sottolineato il Papa - la possibilità
di ritornare a Lourdes nel segno di questa luminosa verità di fede.” “Con un
unico atto di lode a Dio e alla Vergine, abbraccerò i due grandi misteri mariani:l’Immacolata
Concezione e l’Assunzione al Cielo in corpo e anima”, “l’inizio e la
conclusione della vita terrena di Maria, congiunti nell’eterno presente di
Dio”. Il Santo Padre ha poi anticipato il suo programma di viaggio con tre
momenti pubblici: sabato pomeriggio, la recita del santo Rosario e alla sera,
la tradizionale processione aux flambeaux; quindi domenica mattina, la solenne
Celebrazione eucaristica. Infine all’arrivo e alla partenza dal Santuario le
soste “in preghiera silenziosa” dinanzi alla Grotta.
“In ogni circostanza porterò, nel
mio cuore, i ringraziamenti e le suppliche di tutta la Chiesa e, direi, del
mondo intero, che solo in Dio può trovare pace e salvezza”.
Ma qual è il messaggio che il
Signore ha voluto rivolgere all’umanità mediante la Vergine di Lourdes?
“Dio non vuole la morte del
peccatore ma che si converta e viva”
E Maria volle ricordare a
Bernadette: che “la preghiera e la penitenza sono la via attraverso la quale la
vittoria di Cristo può affermarsi in ogni singola persona e nella società”. “Ma
per cambiare la propria condotta, bisogna ascoltare la voce della coscienza, là
dove Dio ha posto il senso del bene e del male.” Ma “l’uomo moderno, purtroppo,
- ha deplorato il Santo Padre - mostra a volte di avere in qualche modo
smarrito il senso del peccato.” E’ dunque “necessario implorare per lui un
risveglio interiore, che gli consenta di riscoprire appieno la santità della
legge di Dio e gli impegni morali che ne derivano.”
Giovanni Paolo ha quindi salutato
con affetto i fedeli presenti all’udienza, affidandosi alle loro preghiere
prima di questo significativo viaggio. Fra gli altri si è rivolto ai pellegrini
dell’America Latina, invocando in particolare che Signore conceda a tutti i
cittadini del Venezuela “un futuro aperto al progresso e alla speranza”,
auspicando “un clima sereno di pace e riconciliazione per questa Nazione”, che
raccomanderà alla Vergine Maria, a Lourdes. Proprio domenica i venezuelani
saranno chiamati alle urne per decidere in un referendum se revocare il mandato
al presidente Hugo Chavez. Infine l’invito del Santo Padre ai giovani, ai
malati e agli sposi novelli, nella festa odierna di Santa Chiara d’Assisi,
perché sappiano imitare questo “luminoso modello di giovane che ha saputo
vivere con coraggio la sua totale adesione a Cristo”.
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NON LASCIATE DIO
FUORI DALLA VOSTRA VITA:
E’ LA VIVA ESORTAZIONE DEL PAPA AI GIOVANI RUSSI
RIUNITI A IRKUTSK
IN PREPARAZIONE ALLA XX GIORNATA MONDIALE DELLA
GIOVENTU’, NEL 2005 A COLONIA
- Servizio di Alessandro Gisotti -
La Chiesa
nutre una grande speranza nei giovani e attende
dal loro entusiasmo e vigore “nuova linfa per la sua missione”. E’ una forte
iniezione di fiducia quella che Giovanni Paolo II vuole trasmettere ai giovani.
L’occasione è il messaggio ai ragazzi della Federazione Russa riuniti a
Irkutsk, per prendere parte all'incontro promosso dai vescovi russi – da oggi al 15 agosto – in preparazione alla
XX Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Colonia nell’agosto del prossimo anno.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
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“Dovete resistere, cari giovani, alla tentazione, oggi sottile e
letale, di lasciare Dio fuori dalla vita o di ridurre la fede a gesti episodici
e formali”. E’ l’esortazione di Giovanni Paolo II ai giovani della Russia e con
loro alla gioventù di tutto il mondo. “La Chiesa – sottolinea il Papa – ha
bisogno di testimoni pronti a seguire Cristo sino alla Croce”. Questa “radicale
fedeltà al Vangelo – prosegue – attendono più che mai i vostri coetanei, spesso
distratti dai miraggi di una vita facile e comoda, dalle tentazioni della droga
e dell'edonismo, finendo non di rado per diventate schiavi della violenza, del
non senso, della disperazione”. E qui il Pontefice rivolge un appello forte ai
giovani russi: “Non permettete che la libertà riconquistata in questa vostra
cara Nazione a prezzo di grandi sacrifici e sofferenze sia dissipata dal
cedimento a falsi ideali. Cristo – ribadisce – è la vera nostra libertà,
avendoci liberati definitivamente dalla schiavitù del peccato. Solo in Lui
trova senso e pace il nostro cuore”.
Il messaggio mette quindi
l’accento sull’importanza di questo raduno per la Chiesa che vive nella
Federazione Russa. “Una Chiesa – rileva – che
in passato ha conosciuto tante tribolazioni, è stata perseguitata e martoriata
non di rado fino all'effusione del sangue, ma che ha perseverato nell'adesione
a Cristo”. In questa confessione si sono trovati affiancati cattolici,
ortodossi e protestanti. “La loro testimonianza –
afferma il Papa – è diventata per noi tutti un patrimonio comune. Ciò non può
non avere anche un respiro ed un’eloquenza
ecumenica. L’ecumenismo dei santi, dei martiri, è forse il più convincente”. Il senso vero dell'esistenza, afferma ancora, si
trova “nell'adesione a Gesù, "Via, Verità e Vita”. Egli solo, infatti, “ha parole che danno vita, chiamano
all'esistenza, mostrano la via, confortano i cuori delusi infondendo nuova speranza”. Per il Santo Padre è dunque urgente “mostrare il
volto di Cristo che vive nella sua
Chiesa, indicando in Lui l'unica strada che conduce alla verità sull'uomo e alla sua felicità piena”.
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OGGI
SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina il titolo "Porterò nel mio cuore i ringraziamenti e le
suppliche di tutta la Chiesa e del mondo intero": all'udienza generale
Giovanni Paolo II affida alla preghiera dei fedeli il prossimo pellegrinaggio
apostolico al Santuario mariano di Lourdes per celebrare la solennità
dell'Assunta e il 150.mo anniversario del dogma dell'Immacolata.
Nel salutare
i pellegrini dell'America Latina, il Papa ha ricordato in modo particolare il Venezuela,
chiedendo al Signore di benedire e di illuminare tutti i suoi cittadini
concedendo loro un futuro aperto al progresso e alla speranza.
Nelle
vaticane, la catechesi e la cronaca dell'udienza generale.
Il
Messaggio del Santo Padre ai giovani della Federazione Russa riuniti a Irkutsk
per l'incontro in preparazione alla XX Giornata Mondiale della Gioventù 2005.
L'omelia
del vescovo di Bergamo nella Santa Messa per il centenario dell'ordinazione sacerdotale
del beato Giovanni XXIII.
Nelle
estere, in rilievo l'Iraq segnato quotidianamente da sanguinosi scontri. L'Iran
invita ufficialmente a Teheran il premier iracheno Allawi.
Kenya:
oltre due milioni di persone necessitano di aiuti urgenti.
Nella
pagina culturale, un articolo di Agnese Pellegrini sui valori e sugli ideali
dei Giochi Olimpici nell'antica Grecia.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema dell'immigrazione.
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11
agosto 2004
I POSSIBILI
INTERVENTI PER RISOLVERE L’URGENTE CRISI UMANITARIA
NELLA REGIONE SUDANESE DEL
DARFUR
- Ai nostri microfoni
Fabio Riccardi della Comunità di Sant’Egidio -
La crisi del Darfur, nel Sudan occidentale, al centro delle preoccupazioni
internazionali. L’Onu denuncia nuove violenze delle milizie filogovernative
arabe janjaweed nei confronti della popolazione civile locale, ma l’Unione
Europea afferma che per ora non si può parlare di genocidio in atto, nonostante
i 50 mila morti che la guerra civile ha provocato in un anno e mezzo. C’è,
inoltre, la situazione umanitaria a cui la comunità internazionale deve far
fronte con urgenza. Quali le possibilità di intervento immediato? Lo abbiamo
chiesto a Fabio Riccardi, responsabile per l’Africa della Comunità di S.
Egidio:
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R. – Credo ci siano molte idee
ed una di queste è un intervento militare di interposizione. Credo però che
l’idea più diretta per una soluzione della questione sia un colloquio tra le
parti in causa, ovvero da un lato il governo di Karthoum e dall’altro i
movimenti di liberazione del Darfur.
D. – Cosa c’è dietro l’aver
scatenato questo che, secondo alcuni, è un vero e proprio genocidio?
R. – Credo che ora ci sia
sicuramente un’emergenza umanitaria dovuta ad una situazione di guerriglia tra
etnie, forse alcune animate ed armate anche dal governo di Khartoum. Quindi,
qualora la comunità internazionale stabilisca che in Darfur si stia effettivamente
consumando un genocidio, un intervento unilaterale è da auspicare. Per il
momento io credo che la cosa più importante sia quella di premere su tutte le
parti in causa, perché possano trovare un accordo che poi porti alla cessazione
di queste ostilità.
D. – Quanto influisce l’esigenza
di stabilità di questo Paese per la sicurezza dell’intera Africa e del mondo?
R. – Il Sudan è un grande Paese
in cui convivono varie etnie di varie religioni. E’ un Paese al confine tra
l’Africa arabofona e l’Africa Nera. Quindi, costituisce una vera e propria
cerniera tra due mondi culturali differenti. E’ importantissimo che il Sudan
sia pacificato, perché altrimenti tutta l’area sia dell’Africa dell’est, ma
anche dell’Africa centrale, potrebbe risultarne fortemente destabilizzata.
D. – Mettendo da parte gli
aspetti politici, quale potrebbe essere un intervento immediato per far fronte
all’emergenza umanitaria?
R. – La comunità di Sant’Egidio
ha già mandato parecchi aiuti, che sono entrati soprattutto dal confine con il
Ciad. Credo, comunque, che gli aiuti umanitari siano necessari al di là della
discussione politica. Bisogna chiedere sia al governo del Ciad, sia al governo
sudanese, di collaborare al massimo, perché arrivino aiuti umanitari alle
popolazioni che hanno sofferto così tanto per questa situazione.
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DOPO LE DICHIARAZIONI
DEL MINISTRO DELLA SALUTE SIRCHIA,
IN ITALIA SI RIACCENDE
IL DIBATTITO POLITICO SULL’ABORTO.
AI NOSTRI MICROFONI, CARLO CASINI
DEL MOVIMENTO PER LA VITA
E PAOLA BIGNARDI DI AZIONE
CATTOLICA RIBADISCONO
L’IMPEGNO A
DIFENDERE IL DIRITTO DI NASCERE
L’aborto in sostanza “rappresenta
un omicidio”. Le affermazioni del ministro della Salute, Gerolamo Sirchia,
hanno innescato un acceso dibattito nel mondo della politica italiana sulla
legge 194, che consente l’interruzione volontaria della gravidanza. I partiti
politici si sono divisi sullo spinoso argomento, anche trasversalmente agli
schieramenti di maggioranza e opposizione. Ferme e compatte in difesa della
vita, invece, sono le associazioni cattoliche che da sempre chiedono il
rispetto dell’embrione. “La difesa del diritto di nascere
- afferma ai nostri microfoni Carlo Casini, presidente del Movimento per la
Vita - non penalizza la libera scelta della persona poiché non si è liberi di
sopprimere l’altro”. L’intervista è di Emanuela Campanile:
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C’è stata tutta una tecnica nemica della vita, che ha
cambiato il senso delle parole. Proviamo a leggere la legge 194, sostituendo
alle parole “interruzione volontaria della gravidanza”, le parole “uccisione
del figlio prima della nascita”. Chi potrebbe sostenerla una legge del genere?
Chi potrebbe accettare di sopprimere il figlio prima della nascita? Bisogna
certamente arrivare ad una modifica della legge e noi non rinunciamo a questo
obiettivo. Il presupposto, la pre-condizione è riconoscere che nel concepito e
fin dalla fecondazione vi è un essere umano. Nel campo dell’ecologia si
utilizza continuamente il principio della cosiddetta “precauzione”: non
possiamo cioè modificare la natura se non quando siamo certi che non ne
deriverà un danno. Quando si tratta dell’uomo dovremmo sempre utilizzare il
principio che in dubbio “pro vita”.
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Prima ancora delle parole del ministro Sirchia, il clima
politico si era arroventato per le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal
senatore di Forza Italia, Antonio Gentile, sull’introduzione di un ticket per
scoraggiare il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza. Sul dibattito politico in corso, ascoltiamo il
commento di Paola Bignardi, presidente dell’Azione Cattolica, intervistata da
Stefano Leszczynski.
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R. – La vita politica italiana negli ultimi mesi, ma anche negli ultimi
anni, è spesso attraversata da dibattiti particolarmente accesi su tutti i temi
che riguardano la vita. In fondo si possono ricondurre in questa prospettiva tutte
le questioni che riguardano la famiglia, che riguardano la fecondazione
assistita, che riguardano, come in questo caso, l’aborto e la tutela della
maternità, come direbbe peraltro la legge 194.
D. – Tutti temi molto importanti
soprattutto per il mondo cattolico, ma si ha l’impressione che vengano trattati
con un po’ di leggerezza dal mondo politico italiano…
R. – Più che con leggerezza
credo che nel modo in cui vengono affrontati si riversino veramente le
concezioni profonde della vita, si riversino tante tensioni che possono rendere
parziale il dibattito. Credo che, in particolare sul tema dell’aborto, questa
nuova proposta abbia un approccio che lascia molto perplessi. La domanda vera è
quella che riguarda come favorire in ogni modo la difesa della vita, che per
noi resta comunque un valore inviolabile, e come sostenere ed aiutare le donne
che vivono in condizioni di particolare difficoltà la loro maternità.
D. – In questo senso quali sono
i punti fermi dell’Azione Cattolica?
R. – Il messaggio che annunciamo
da sempre è quello di ritenere che la vita sia un valore che non può essere a
nostra disposizione. Noi crediamo che la vita sia un dono di Dio e che si
riceva dalle mani di Dio con la sacralità dei doni che vengono da Dio. La
nostra responsabilità di credenti è quella di favorire in ogni modo
l’accoglienza della vita, favorirla in tutte le forme socialmente plausibili,
che siano di sostegno concreto alla maternità, di sostegno concreto alla vita
in difficoltà.
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LA CHIESA CELEBRA OGGI SANTA CHIARA D’ASSISI,
ESEMPIO DI “PEDAGOGIA
DELLA SANTITA’”
- Con noi, padre Vincenzo Coli -
Come sottolineato dal Papa all’udienza generale, la Chiesa
celebra oggi la memoria di Santa Chiara d’Assisi. Un esempio di “pedagogia
della santità”. Così, Giovanni Paolo II tratteggiò la sua figura nel messaggio
per il 750.mo anniversario della morte della discepola di San Francesco, l’11
agosto del 2003. Figura straordinaria, dunque, che viene celebrata ad Assisi
con particolare devozione, ma anche con originalità. Oggi e domani, infatti,
all’interno del convento di San Damiano andrà in scena il musical “Chiara di
Dio” scritto e diretto da Carlo Tedeschi. Sulla figura di Santa Chiara e
l’attualità della sua testimonianza, Antonella Palermo ha intervistato padre
Vincenzo Coli, Custode del Sacro Convento di Assisi:
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R. – E’ una donna innamorata del
Signore, è una donna che ha saputo vivere in comunione con il Signore ed è un
esempio, perciò, di una vita cristiana autentica, vissuta in profondità; e poi,
siccome viene presentata sempre come una grande contemplativa, bisogna dire che
la contemplazione cristiana è esperienza amorosa di Dio attraverso Gesù
Crocifisso. Chiara ha vissuto questa esperienza in modo limpido, lineare, senza
fratture perché dalle lettere che scrive alla Beata Agnese passa dall’amore di
Dio all’amore delle sorelle con estrema facilità. Poi, ha tradotto al femminile
in modo splendido il carisma di Francesco.
D. – L’attualità per i giovani,
in particolare, del messaggio e dello stile di vita di Santa Chiara ...
R. – Credo che Chiara possa
essere un forte richiamo, attuale e bello, anche perché è stata fortissima,
molto determinata in un mondo così frammentato come il nostro, per recuperare
un po’ l’ecologia dello spirito, per recuperare un po’ l’interiorità perché ci
sia poi un vero dialogo. Senza interiorità, il dialogo finisce ...
D. – Come sta partecipando la
diocesi, la cittadinanza a questa festa?
R. – Credo che ora partecipi in
maniera più lineare e più profonda rispetto ad alcuni anni fa, perché qui ad
Assisi si celebrava l’11 agosto la festa del fondatore, del pastore della
diocesi, San Rufino vescovo e martire. Ora San Rufino si celebra il giorno dopo,
per cui sono due feste che vengono vissute con lo stesso spirito: il fondatore
della Chiesa locale e una gemma della stessa Chiesa.
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RIVITALIZZARE LE PERIFERIE ROMANE: E’ L’OBIETTIVO DI “CINEMA DI RACCORDO”,
INIZIATIVA GIUNTA ALLA SUA
11.MA EDIZIONE
- Intervista con Paolo
Luciani, copromotore dell’evento -
Prosegue con successo l’undicesima edizione della manifestazione romana
“Cinema di Raccordo”, organizzata da Officina Filmclub, che porta ogni estate
il buon cinema nelle periferie più difficili di Roma, per creare un momento di
condivisione e riflessione. Il servizio di Luca Pellegrini:
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“La città non è più o solamente
il centro storico”: un’affermazione non troppo scontata che è ancora lo slogan
della felice iniziativa culturale organizzata dall’Officina Filmclub per
riqualificare e rivitalizzare le periferie più difficili di Roma nel periodo
estivo. E’ il cinema lo strumento di aggregazione privilegiato: inauguratasi la
rassegna nel quartiere di Torre Maura, prosegue ogni sera, e fino al 15 agosto,
all’Arena del Teatro circoscrizionale di Via Cambellotti a Tor Bella Monaca,
con un doppio spettacolo dei più importanti successi, italiani e stranieri,
della recente stagione cinematografica. Titoli scelti con intelligenza e adatti
sia al divertimento che alla riflessione, capaci di coinvolgere un numero importante
di spettatori, soprattutto anziani e persone che non possono fruire delle
vacanze estive o di altre forme di intrattenimento. Le finalità di questa utile
iniziativa culturale e sociale ci vengono descritte da Paolo Luciani,
rappresentante dell’Officina Filmclub.
R. – Da più di 10 anni viaggiamo
in questa zona. La manifestazione è cresciuta anno dopo anno, si è creata un
suo pubblico e ha cominciato a richiamare altri spettatori da altre parti e
aree della città, invertendo quello che è il normale flusso che avviene in
questi casi, cioè che si vada dalla periferia al centro. Si è verificato
esattamente il contrario. Circa la metà degli spettatori, 1000-1500 a sera,
hanno cominciato a venire dalle zone, dai quartieri centrali della città in
quest’area, riqualificandola in maniera “naturale”, se si può usare questo
termine. Hanno conosciuto una zona di Roma completamente ignota, spesso
indicata e considerata come una delle zone più dure e pesanti della città, e
invece a nostro avviso, una delle più belle da riscoprire.
D. - Quale tipo di pubblico avete,
che viene per frequentare il cinema in queste zone periferiche di Roma?
R. – Famiglie; un pubblico molto
simile a quelle che erano le prime esperienze dell’Estate romana si può
ritrovare, rintracciare anche durante alcuni nostri film classici, in queste
arene estive all’aperto; molti giovani; un notevole numero di spettatori
portatori di handicap, perché il quartiere è senza barriere architettoniche e
permette la partecipazione appunto di numerosi spettatori portatori di handicap.
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11 agosto 2004
RICORRE DOMENICA 15 AGOSTO
IL 50.MO ANNIVERSARIO DELLA
PRIMA TRASMISSIONE RADIOFONICA
DELLA RECITA DELL’ANGELUS DA PARTE DI PIO
XII, DIFFUSA DALLA RADIO VATICANA,
PERCHE’ TUTTI I FEDELI POTESSERO UNIRSI AL PAPA
NEL SALUTO ALLA MADRE DI DIO
CITTA’ DEL VATICANO.= Era il 15
agosto del 1954, quando per la prima volta venne diffusa dalla Radio Vaticana
la trasmissione radiofonica della preghiera dell’Angelus Domini da parte
di un Papa. Fu infatti Pio XII, invitato dal presidente dell’Azione cattolica
italiana, Luigi Gedda, a iniziare questo appuntamento domenicale, oggi divenuto
consueto, in occasione della festività di Maria SS.ma Assunta in Cielo. Come
riportano le cronache di allora, Pio XII recitò la preghiera mariana al
microfono in una sala del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, accompagnato
dai dignitari ecclesiastici dell’Anticamera pontificia e da alcuni religiosi
della Compagnia di Gesù, addetti alla Radio Vaticana, con il loro direttore,
padre Antonio Stefanizzi. A dare l’annuncio radiofonico e a spiegare
l’importanza dell’omaggio a Maria, fu padre Francesco Pellegrino, cui seguì la
preghiera da parte del Papa. La trasmissione radiofonica, ripresa in
collegamento diretto anche dalla Radiotelevisione italiana nel suo programma
nazionale, avvenne nel corso delle celebrazioni dell’Anno Mariano universale,
indetto da Pio XII l’8 settembre 1953. Con la Lettera enciclica “Fulgens
Corona”, il Pontefice commemorava la ricorrenza centenaria della definizione
dogmatica dell’Immacolata Concezione da parte di Papa Pio IX e la conferma di
Lourdes. Per un’analoga ricorrenza, ma a 150 anni di distanza dalla
proclamazione del Dogma, Giovanni Paolo II si reca a Lourdes e il 15 agosto
reciterà l’Angelus di fronte alla grotta di Massabielle. (R.M.)
SAREBBERO 8000 I CIVILI VITTIME
DELLA GUERRA TRA MILIZIE RIVALI
NELLA REGIONE CONGOLESE DELL’ITURI. LO RIVELA UN RAPPORTO PRESENTATO
DAGLI ESPERTI IN DIRITTI UMANI
DELL’ONU AL CONSIGLIO DI SICUREZZA.
I CRIMINI DI GUERRA SAREBBERO
STATI COMPIUTI ANCHE DA SOLDATI GOVERNATIVI
KINSHASA.= 8 mila civili uccisi
e 600 mila sfollati: è questo il triste bilancio degli scontri tra milizie
rivali che hanno dilaniato l’Ituri, regione nord-orientale della Repubblica democratica
del Congo. Lo ha rivelato un rapporto presentato ieri al Consiglio di Sicurezza
dell’Onu dagli specialisti in diritti umani delle Nazioni Unite. Secondo
l’indagine, condotta su un campione di 1600 intervistati, i crimini di guerra
sarebbero stati commessi non solo dai gruppi armati ribelli, ma anche dai
soldati governativi, dal Rwanda e dall’Uganda. Dal 1999 l’Ituri è stato teatro
di un conflitto sviluppatosi all’interno della guerra più ampia che ha
devastato il Congo tra il 1998 e il 2003. La provincia, infatti, è ricca di
risorse minerarie e, in particolare, di oro e diamanti. Per questo nel
capoluogo Bunia, nonostante la presenza di 700 caschi blu dell’ONU, si sono
verificati duri sconti tra gruppi armati locali sostenuti dall’Uganda e dal
Rwanda, principali beneficiari dello sfruttamento illegale delle materie prime
congolesi. (R.P.)
PIANO DI AZIONE IMMEDIATA DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’
IN AFGHANISTAN PER COMBATTERE L’EPIDEMIA
DI LEISHMANIOSI,
MALATTIA
INVALIDANTE DIFFUSA LARGAMENTE A KABUL
KABUL.= Un
rapido intervento a Kabul in Afghanistan dell'Organizzazione mondiale della
sanità permetterà di frenare l'epidemia di leishmaniosi in meno di due anni.
Secondo le stime, a Kabul vi è la più grande concentrazione di leishmaniosi al
mondo, con 67.500 casi. Questa cifra rappresenta un terzo dei 200 mila casi
constatati nell'insieme del Paese. La leishmaniosi cutanea è una malattia invalidante
trasmessa dalla puntura del flebotomo ed è per questo che l'Oms distribuirà
zanzariere impregnate d'insetticida per proteggere dall’insetto oltre 30 mila
persone. Il degrado dell'ambiente e due decenni di conflitti hanno profondamente
indebolito le infrastrutture sanitarie dell'Afghanistan, causando la moltiplicazione
dei siti di riproduzione dei flebotomi. L'afflusso di un gran numero di persone
sfollate rischia di rinforzare ancora di più la malattia. Poco immuni contro la
leishmaniosi, questi sfollati, tra cui Afghani di ritorno dal vicino Pakistan,
sono in generale più sensibili alla malattia.(R.G.)
LE DISASTROSE CONDIZIONI DI LAVORO
DEL COMPARTO SANITARIO IN GHANA
METTONO IN FUGA I MEDICI DEL PAESE
ACCRA.= Preoccupante fuga
all’estero dei medici del Ghana. Secondo quanto riferisce il bimestrale “Accra
Mail”, entro il 2006, il Paese africano potrebbe perdere quasi 25 milioni di
dollari, corrispondenti al costo di formazione di 400 unità, se la tendenza
proseguirà con la medesima intensità. Il Ghana potrebbe, inoltre, veder
prendere il largo 591 farmacisti e 1883 infermieri. Le cifre sono state fornite
dal ministro della Difesa, Kwame Addo Kufuor – ex-ufficiale medico, presidente
dell’Associazione medici del Ghana e fratello del presidente John Kufuor – durante
un congresso sul tema della salute. Nel suo intervento, il ministro ha ammesso
che le condizioni di lavoro nel comparto sanitario non sono le migliori.
Attualmente, infatti, 1.400 medici svolgono un carico di impegno che dovrebbe,
invece, essere distribuito su 5.000 camici bianchi, mentre poco più di 9.000
infermieri garantiscono servizi per un organico pari a circa 30.000 dipendenti.
(B.C.)
IL PERU’ COLPITO DA MIGLIAIA DI FURTI SACRILEGHI
NELLE CHIESE LOCALI.
ORGANIZZATO UN SIMPOSIO PER
CERCARE SOLUZIONI PRATICHE AL PROBLEMA
E PER RESPONSABILIZZARE I FEDELI
SUL VALORE STORICO E ARTISTICO DEGLI OGGETTI
TRAFUGATI
LIMA.
= “Patrimonio storico e artistico della Chiesa cattolica”: è lo slogan che ha
accompagnato recentemente in Perù un simposio sui beni trafugati dalle chiese
del Paese latino americano. Secondo quanto ha riferito Cayetano Villavicencio,
membro della Commissione episcopale per i beni culturali, circa 1.500 chiese peruviane
sono state oggetto di furti sacrileghi dal 2000. Tra i pezzi più pregiati scomparsi
vi sono pitture ad olio e tele. Molte volte, ha poi spiegato Villavicencio, i
ladri tagliano direttamente le tele dalle cornici, trasportandole nei modi più
vari e rischiosi. In questo modo si depauperano o vanno perduti patrimoni
culturali di valore inestimabile, compresi corone, calici e oggetti in oro, che
spesso finiscono con l’essere fusi e colati in barre o piccoli lingotti.
L’incontro si è proposto di affrontare la problematica e trovare possibili
soluzioni, oltre che creare una coscienza relativamente al valore dei beni
trafugati e all’impoverimento che questi furti provocano all’intera società.
Durante il meeting, inoltre, Villavicencio ha spiegato che circa 800 delle
chiese cattoliche peruviane sono state proclamate patrimonio culturale della
nazione, ma che la loro ubicazione periferica spesso le espone inevitabilmente
a furti e danneggiamenti. “Davanti a tutto questo – ha concluso il membro della
Commissione episcopale per i beni culturali della Chiesa – è necessario che i
fedeli conoscano il valore storico ed artistico di questi oggetti e
custodiscano i monumenti attraverso il volontariato”. (B.C.)
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11
agosto 2004
- A cura di Barbara Castelli -
Ennesima giornata di sangue in
Iraq. Il vice presidente iracheno ad interim, Ibrahim Jafari, ha sollecitato
tutti i militari stranieri ad abbandonare Najaf, al centro di furiosi combattimenti
tra americani e guerriglieri del cosiddetto Esercito “Al-Mahdi”, la milizia
personale dell'imam radicale sciita Moqtada Al-Sadr. Ucciso il responsabile
politico della provincia di Diyala. Barbara Castelli:
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“Continuate a combattere anche
se mi vedete prigioniero o martire”. Con queste parole il leader radicale
sciita Moqtada Al-Sadr ha esortato stamani i suoi seguaci di Najaf a continuare
a combattere. Nella città santa, da giorni teatro di violenti scontri,
l’esercito americano sta pianificando la resa dei conti. Nella notte, invece,
la tensione si è riaccesa ad Amara, dove truppe britanniche hanno bombardato
postazioni di miliziani, causando 20 morti e 50 feriti. Il bilancio delle
vittime si allunga tristemente con l’esplosione che questa mattina ha scosso un
mercato di Khan Bani Sadr, villaggio a circa 40 chilometri a nord-est di
Baghdad, uccidendo 6 civili iracheni e ferendone altri 10. Ignoti aggressori
poi hanno assassinato a colpi d’arma da fuoco il responsabile politico per la
provincia di Diyala, Ali Mahmoud al-Saadi, alto dirigente del Supremo Consiglio
per la Rivoluzione Islamica in Iraq, partito moderato sciita rappresentato nel
governo transitorio del premier ad interim Iyad Allawi. A Kut, nel sud del
Paese, miliziani fedeli ad al-Sadr tengono d’assedio gli uffici del governatore
locale.
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Il Pakistan non invierà le
proprie truppe in Iraq. Lo ha annunciato ieri il presidente pachistano, Pervez
Musharraf, precisando che la decisione potrebbe cambiare se migliorassero le
condizioni di sicurezza. Il capo di Stato ha, inoltre, aggiunto che l’obiettivo
primario di Islamabad resta l’eliminazione di Al Qaeda. Proprio ieri alcuni
pakistani, sospettati di essere legati con la rete terroristica, sono finiti
nelle mani delle autorità.
Resta alta la paura per nuovi
possibili attentati. Secondo il “Washington Times on line” - che cita
rivelazioni di funzionari americani vicini al mondo dei servizi segreti -
l’assassinio di un uomo politico americano o straniero di alto profilo
aprirebbe la strada ad una serie di azioni terroristiche di Al Qaeda. Le
rivendicazioni degli attentati di ieri in Turchia, intanto, a firma delle
Brigate Abu Hafs al Masri e di un gruppo armato curdo legato al fuorilegge Pkk,
sembrano concretizzare le minacce di attentati contro l’Europa, in particolar
modo l’Italia.
Ancora tesa la situazione in
Medio Oriente. Una violenta esplosione si è verificata oggi all’altezza del
posto di transito di A-Ram, tra Gerusalemme e Ramallah. Secondo le prime
frammentarie notizie, la deflagrazione è stata innescata da un’autobomba. Ancora
incerta la presenza di vittime.
Nuovo test missilistico in Iran.
Secondo quanto riferisce la televisione di Stato, il ministero della Difesa
avrebbe testato oggi l’ultima versione del missile balistico Shahab-3. Recentemente
il ministro della Difesa, Ali Shamkhani, aveva dichiarato che l’Iran stava cercando
di migliorare la gittata e la precisione del missile, che secondo esperti
Teheran potrebbe usare per colpire Israele o basi statunitensi nel Golfo.
Intesa raggiunta tra Germania e
Libia sugli indennizzi per le vittime dell’attentato del 1986 nella discoteca
“La Belle” di Berlino, che provocò tre morti, 2 soldati statunitensi e una
cittadina turca, e oltre 200 feriti. Secondo quanto riferito ieri
dall’ambasciatore libico in Germania, Said Abdulaati, le vittime riceveranno in
tutto 35 milioni di dollari. Esprimendo soddisfazione per il traguardo
raggiunto, gli Stati Uniti hanno ribadito ieri l’importanza di trovare una
soluzione anche per le vittime americane.
Sono 18 in tutto i candidati
ammessi alle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo 9 ottobre in
Afghanistan. Nella rosa degli aspiranti capi di Stato figurano anche il presidente
uscente Hamid Karzai e il suo ex ministro dell’educazione Yunus Qanooni. In
vista della tornata elettorale si è recato oggi a Kabul il segretario alla
Difesa americano, Donald Rumsfeld.
Si conclude oggi ad Islamabad la
quarta tornata di colloqui tra Pakistan e India. Al centro dell’incontro, che
dovrà preparare quelli ad alto livello dei prossimi mesi, il terrorismo e la
lotta al narcotraffico. Ce ne parla Maria Grazia Coggiola:
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Prosegue il dialogo tra India e
Pakistan, secondo la tabella di marcia fissata a gennaio scorso, inizio del
disgelo. Nonostante le recenti aperture, l’India continua ad accusare il
Pakistan di appoggiare elementi della Jihad islamica nel Kashmir indiano e di
non smantellare i campi di addestramento dei militanti. C’è, inoltre, un
vecchio contenzioso che sta a cuore a New Delhi: quello dell’estradizione dei
presunti responsabili dei grandi attentati di Bombay di dieci anni fa e del
dirottamento del volo dell’Indian Airlines a Kandahar, in Afghanistan, nel ’99.
Da questi colloqui non ci si aspetta nulla di concreto: come è stato per gli
altri quattro precedenti incontri, sono passi di avvicinamento per affrontare
il nodo principale, la disputa sul Kashmir. Il banco di prova sarà a settembre,
quando si incontreranno a New Delhi i due ministri degli Esteri, e poi a New
York, dove è previsto un faccia a faccia tra il premier indiano Monmohan Singh
e il presidente pakistano, Pervez Musharraf, a margine dell’Assemblea generale
dell’ONU.
Da New Delhi, per la Radio
Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
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Sventato un colpo di Stato in
Mauritania. Il ministro della Difesa, Baba Ould Sidi, ha annunciato ieri sera
che un “gruppo di ufficiali” dell’esercito mauritiano, arrestati lunedì, progettava
di prendere il potere nel Paese approfittando dell’assenza del presidente, Maaouiya
Ould Taya. Quest’ultimo è atteso nella fine settimana in Provenza, nel sud-est
della Francia.
La Cina turbata nella notte da
un violento terremoto. La scossa sismica, del grado 5,6 della scala Richter, ha
causato la morte di tre persone e il ferimento di altre 500. Il terremoto si è
registrato nella contea di Ludian, nella provincia dello Yunnan, già teatro di
altri due terremoti lo scorso novembre.
Seul
nel prossimo decennio non sarà più la capitale della Corea del Sud. Lo ha annunciato
stamani il premier sudecoreano Lee Hai-Chan, comunicando che i lavori per la
costruzione della città - fortemente voluta dal presidente Roh Moo Hyun -
prenderanno il via nel 2007 nel centro del Paese, a sud di Seul. Sul perché di
questa decisione, ascoltiamo Roberto Maggi, responsabile dell’ufficio Ansa per
Coree e Giappone, intervistato da Giada Aquilino:
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R. –
Questa decisione era già stata preannunciata due anni fa dall’allora candidato
alle elezioni presidenziali Roh Moo Hyun, che poi vinse quelle elezioni e
diventò presidente. La novità sta nel fatto che questa idea è stata giudicata
come irrealizzabile sia dagli oppositori politici dell’attuale presidente, sia
dalla maggior parte degli ambienti finanziari ed economici del Paese. Si sono
abituati ormai, dalla fine della II Guerra Mondiale, all’idea di Seul come
grande capitale e come città simbolo della Corea del Sud: l’idea di trasferire
il potere esecutivo ed amministrativo da Seul ad un’altra zona del Paese viene
considerata irrealistica ed assurda.
D. –
Si hanno particolari sulla nuova capitale?
R. – Sorgerà in una zona
attualmente agricola, nel centro del Paese, a circa 160 chilometri a sud di
Seul. Sarà una città completamente nuova, una specie di ‘Brasilia sudcoreana’,
e dovrebbe avere circa 500 mila abitanti e non i 10-11 milioni della megalopoli
Seul. Ospiterà tutti i ministeri e il palazzo presidenziale. L’idea del
presidente e del governo attuale è che finora tutto lo sviluppo economico, finanziario
e culturale del Paese sia troppo concentrato su Seul, a scapito dello sviluppo
delle realtà regionali della Corea, che presentano aspetti formidabili ed
interessantissimi dal punto di vista turistico, culturale e paesaggistico.
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Un documento inviato dalla
magistratura americana scagionerebbe Mounir el Motassadeq, il marocchino
30.enne a carico del quale da ieri è in corso ad Amburgo, in Germania, un nuovo
processo per le accuse di coinvolgimento negli attacchi terroristici dell’11 settembre
2001 negli Stati Uniti. Nel documento, che cita le testimonianze di Ramzi Binalshibh
e Chalid Sheich Mohammed – due terroristi ritenuti tra i principali ideatori
degli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono – si dichiara che el
Motassadeq non faceva parte della cellula islamica di Amburgo guidata da
Mohammed Atta e indicata come la base di partenza degli attentati.
Annuncio shock dalla Gran
Bretagna. L’autorità britannica per l’embriologia e la fecondazione umana (Hfea)
ha concesso stamani a un gruppo di ricercatori dell’Università di Newcastle il
primo via libera per clonare embrioni umani a fini terapeutici. Lo ha riferito
un portavoce dell’Università, senza specificare ulteriori informazioni.
La guerra in Iraq, la crisi
legata alla compagnia russa Yukos e possibili segnali negativi provenienti dal
Venezuela, che domenica andrà alle urne per decidere sulla revoca del mandato
del presidente Hugo Chavez, hanno fatto registrare ieri l’ennesima impennata
dei prezzi del petrolio, che a New York ha superato i 45 dollari al barile. La
“crescita significativa dei prezzi dell’energia” ha spinto così la Federal
Reserve, la banca centrale statunitense, ad aumentare il costo del denaro di 25
punti base, portandolo al livello dell’1,5% sui Fed Funds.
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