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Sommario del 27/03/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • L'insegnamento di Benedetto XVI sulla Domenica delle Palme: sale a Dio solo chi ha mani innocenti e cuore puro
  • Giornata mondiale della gioventù: il messaggio del Papa
  • La Chiesa proclamerà una nuova santa e otto nuovi beati
  • Padre Lombardi: sugli abusi sui minori, la Chiesa è impegnata nel ristabilimento della giustizia e nella purificazione della memoria
  • Altre udienze e nomine
  • Messa presieduta dal cardinale Sodano a un mese dal terremoto in Cile
  • Giovani e speranza: editoriale di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il presidente di RnS, Martinez: combattere la piaga degli abusi con un sussulto di amore e di Spirito Santo
  • Scontri a Gaza: morti quattro palestinesi e due israeliani
  • Trentamila giovani del Cammino neocatecumenale all'incontro vocazionale al Divino Amore
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Concluso a Rio de Janeiro il “World Urban Forum” sul diritto alla città
  • L'Onu: il Brasile è il Paese dell’America Latina con le maggiori disuguaglianze sociali
  • Il nunzio ad Haiti: la Conferenza dei Paesi donatori è un'occasione da non mancare
  • Cile: il 47% delle chiese danneggiate dal terremoto. Un milione di fedeli senza luogo di culto
  • Colombia: la polizia indaga sulla morte sospetta di un sacerdote
  • I Paesi del Sahel rilanciano l’impegno nella lotta alla siccità
  • Il Cardinale Antonelli: esercitare il diritto all’obiezione per aborto ed eutanasia
  • Domani a Bruxelles Marcia internazionale per la vita
  • Kenya: l'impegno delle Chiese cristiane per una Costituzione pro vita
  • Congo: iniziati i lavori di un laboratorio di analisi nella Citè Guanella
  • India: violenze e atti intimidatori contro la comunità cristiana
  • Sri Lanka: dopo 20 anni di guerra ristrutturata una delle più antiche chiese
  • Filippine:120 donne povere delle baraccopoli di Davao ritrovano dignità e lavoro
  • Quaresima: gesti di solidarietà dei cattolici di Qing Shan, in Mongolia
  • Spagna: migliaia di pellegrini alla marcia quaresimale al Santuario basco di Aranzazu
  • Il cardinale Cordes: essere prete sia missione non funzione
  • Torino: tutto pronto al villaggio tendopoli dei pellegrini in visita alla Sindone
  • 24 Ore nel Mondo

  • Storico accordo sul disarmo tra Russia e Usa
  • Il Papa e la Santa Sede



    L'insegnamento di Benedetto XVI sulla Domenica delle Palme: sale a Dio solo chi ha mani innocenti e cuore puro

    ◊   Tra gli addobbi d’ulivo offerti dalla Regione Puglia, Piazza San Pietro vivrà domani l’inizio della Settimana Santa con la solenne celebrazione della Domenica delle Palme. Benedetto XVI la presiederà a partire dalle 9.30, quando benedirà le palme e gli ulivi e, al termine della processione, celebrerà la Santa Messa della Passione del Signore. L’intensità dei fatti che portano Cristo dalle acclamazioni di festa al Calvario e alla Resurrezione contengono la ragion d’essere di tutta la fede cristiana. Alessandro De Carolis ripropone in questo servizio alcune delle riflessioni più significative rese dal Papa in questi anni nell’imminenza della Pasqua:

    Tre anni di parole straordinarie e straordinarie guarigioni, di colline gremite di gente in ascolto e ritiri solitari in preghiera, di incontri-scontri con leader e intellettuali che non possono prendere le misure a quel Nazareno, che ignora l’amore dovuto a Dio per antica legge e predica una nuova legge dell’amore che osa chiamare Dio “Papà”. Tre anni che confluiscono in quella ultima, frenetica parabola dentro e fuori le mura di Gerusalemme: centoquaranta ore perché gli osanna dissolvano in insulti, le palme levate con gioia in alto calino come sferze e chiodi su un re appeso come l’ultimo dei criminali. Poche storie vere o inventate possono vantare la potenza degli eventi che scandiscono la Settimana Santa e la densità spirituale che quegli eventi significano per un cristiano. Il Gesù Re che entra acclamato e va al Tempio per lodare Dio, spiega il Papa, passa dalla gioia all’ira contro chi nel Tempio lucra sulla fede. Ma passare dallo sbaragliare i mercanti al guarire in quello stesso luogo ciechi e storpi è già un primo esempio, in quei giorni di passioni umane e Divina Passione, di come per Cristo l’amore copra e superi tutto:

     
    “Egli non viene come distruttore; non viene con la spada del rivoluzionario. Viene col dono della guarigione. Si dedica a coloro che a causa della loro infermità vengono spinti agli estremi della loro vita e al margine della società. Gesù mostra Dio come Colui che ama, e il suo potere come il potere dell’amore. E così dice a noi che cosa per sempre farà parte del giusto culto di Dio: il guarire, il servire, la bontà che risana”. (16 marzo 2008)

     
    Eppure, nel giro di qualche giorno quella bontà verrà inchiodata sul patibolo e coperta d’infamia. In pochi, al momento sanno comprendere la portata di quel primo martirio. “Con la Croce – ripete Benedetto XVI - Gesù ha spalancato la porta di Dio, la porta tra Dio e gli uomini. Ora essa è aperta” e interpella ogni uomo, non importa se credente, con queste parole: “Se la Parola di Dio e il messaggio della Chiesa ti lasciano indifferente – allora guarda a me, al Dio che per te si è reso sofferente, che personalmente patisce con te – vedi che io soffro per amore tuo e apriti a me e a Dio Padre”:

     
    "A volte vorremmo dire a Gesù: Signore, il tuo giogo non è per niente leggero. È anzi tremendamente pesante in questo mondo. Ma guardando poi a Lui che ha portato tutto – che su di sé ha provato l’obbedienza, la debolezza, il dolore, tutto il buio, allora questi nostri lamenti si spengono. Il suo giogo è quello di amare con Lui. E più amiamo Lui, e con Lui diventiamo persone che amano, più leggero diventa per noi il suo giogo apparentemente pesante". (5 aprile 2007)

     
    E’ in particolare ai sacerdoti che sono rivolte queste parole, ha affermato il Papa nell’esprimerle durante la Settimana Santa di tre anni fa. Come sono certamente i sacerdoti tra i primi ad essere sollecitati dal Salmo 24 che viene cantato nella Domenica delle Palme. Strofe che affermano che sale a Dio chi ha “mani innocenti e cuore puro”:

     
    “Mani innocenti – sono mani che non vengono usate per atti di violenza (...) Cuore puro – quando il cuore è puro? È puro un cuore che non finge e non si macchia con menzogna e ipocrisia. Che rimane trasparente come acqua sorgiva, perché non conosce doppiezza. È puro un cuore che non si strania con l’ebbrezza del piacere; un cuore il cui amore è vero e non è soltanto passione di un momento”. (1 aprile 2007)

     
    Guardando alla sommità della Croce, Gesù “ci insegna - soggiunge il Papa - ad alzare gli occhi”, ma “soprattutto il cuore”:

     
    “A sollevare lo sguardo, distogliendolo dalle cose del mondo, ad orientarci nella preghiera verso Dio e così a risollevarci (...) Preghiamo che attraverso gli occhi non entri in noi il male, falsificando e sporcando così il nostro essere. Ma vogliamo pregare soprattutto per avere occhi che vedano tutto ciò che è vero, luminoso e buono; affinché diventiamo capaci di vedere la presenza di Dio nel mondo”. (10 aprile 2009)

     
    La lunga Via Crucis che in modo imperscrutabile si snoda verso il Golgota fin già dagli entusiasmi che avvolgono Cristo dal suo ingresso regale a Gerusalemme è, spiega Benedetto XVI, un “percorso penitenziale che ogni cristiano vive immergendosi nelle scene della Passione di Cristo” e che deve portare ad un momento di conversione e di riconciliazione con Dio, attraverso il Sacramento della Penitenza:

     
    “Prepararsi alla Pasqua con una buona confessione resta un adempimento da valorizzare a pieno e ci offre la possibilità di ricominciare di nuovo la nostra vita, di avere realmente un nuovo inizio nella gioia del Risorto e nella comunione del perdono datoci dal Risorto”. (12 aprile 2006)

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    Giornata mondiale della gioventù: il messaggio del Papa

    ◊   Sono passati 25 anni dalla prima Giornata mondiale della gioventù, raduno voluto da Giovanni Paolo II che ha portato frutti in tutti i Continenti. Domani, domenica delle Palme, si terrà la Gmg a livello diocesano. Il messaggio di Benedetto XVI per questo atteso evento è incentrato sul tema “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Nel messaggio per la Giornata mondiale della gioventù il Papa sottolinea che i giovani, “ricchi di qualità”, energie, sogni e speranze, vivono anche situazioni “di instabilità, di turbamento o di sofferenza” che portano ad aspirare ad “una vita non mediocre”. Per scoprire il “progetto di vita” che può rendere non solo i giovani “pienamente felici”, bisogna mettersi “in ascolto di Dio”. E molte nuove generazioni cristiane si sono incontrate, hanno ascoltato la Parola di Dio partecipando ad un “appuntamento annuale dei giovani credenti del mondo intero”, la Giornata mondiale della gioventù. Mons. Massimo Camisasca, superiore generale della Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo, ricorda al microfono di Fabio Colagrande, la nascita di questa “iniziativa profetica”:

    "Quando ci fu l’Anno Santo straordinario dell’ ‘83 e ’84 si pensò a questa Giornata mondiale. Si organizzò questo che fu realmente un evento di grande interesse. L’anno successivo fu proprio Giovanni Paolo II a dire: 'Dobbiamo chiamare ancora i giovani a Roma' e così nella Domenica delle Palme del 1985, si rinnovò l’incontro dell’anno precedente. La successiva domenica di Pasqua, il Papa disse: 'Mi sono incontrato domenica scorsa con i giovani, voglio che questa esperienza meravigliosa si ripeta'. Diede così origine alla Giornata mondiale della gioventù nella Domenica delle Palme che ancora continua".

    L’album fotografico, che si snoda nel corso di 25 anni, è ricco di immagini. Mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e già direttore del Servizio nazionale della Pastorale Giovanile della Cei, ritorna ad alcuni momenti indelebili:

    "Io ricordo quella di Manila, un mare di folla veramente immenso tanto che il Papa non è riuscito a venire in auto. E’ dovuto tornare indietro e farsi portare in elicottero. Questa è un’immagine assolutamente eccezionale. Un’altra ce l’ho in mente a Denver dove il Papa dice ai giovani che è importante essere contenti di essere cristiani. Finisce l'omelia e ad un certo punto riprende in mano il microfono dicendo: 'contenti è troppo poco, dovete essere orgogliosi di essere cristiani!'. Poi il ricordo di Roma 2000. Il Papa scende per incontrare i giovani a Tor Vergata, la polizia lo informa che non c’erano più i percorsi che avevano preparato con le transenne. Allora Giovanni Paolo II dice comunque di voler passare in mezzo a loro. E’ stata fatta, così, una cordata di braccia dalla polizia e dai volontari, perché il Papa voleva questo contatto con i ragazzi".

    Un solco ricco di frutti abbondanti è anche quello delle Gmg cui ha partecipato Benedetto XVI. Ancora mons. Sigalini:

    "Ricordo soprattutto la prima uscita a Colonia, ma poi ho visto anche questa di Sidney. Benedetto XVI le ha sposate come fatto spirituale profondo che insegna ai giovani la strada della fede. Il Papa è se stesso, con la sua semplicità, la sua signorilità, la sua paternità pacata che i ragazzi apprezzano moltissimo".

    L’invito del Papa rivolto ai giovani è di “coltivare nel cuore desideri grandi di fraternità, giustizia e pace”. Il Pontefice esorta i giovani a non lasciarsi scoraggiare e a non rinunciare ai sogni “nonostante le difficoltà”. “Il futuro – conclude il Santo Padre nel messaggio per la Giornata mondiale della gioventù - è nelle mani di chi sa cercare e trovare ragioni forti di vita e di speranza”.

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    La Chiesa proclamerà una nuova santa e otto nuovi beati

    ◊   La Chiesa avrà presto una nuova Santa e otto nuovi Beati. Il Papa, ricevendo stamani l’arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la promulgazione dei relativi decreti che riguardano anche il riconoscimento delle virtù eroiche di sette Servi di Dio. Il servizio di Sergio Centofanti.

    La religiosa spagnola Bonifacia Rodríguez Castro, fondatrice della Congregazione delle Missionarie Serve di San Giuseppe, sarà presto santa. Nata a Salamanca nel 1837 da una famiglia di artigiani, dopo la morte del padre dovette guadagnarsi da vivere come cordonaia. Sperimenta sulla propria pelle le dure condizioni di lavoro delle donne operaie di quell'epoca: orari estenuanti e salari minimi. Apre un laboratorio artigianale imitando la vita nascosta della Famiglia di Nazareth. Di qui l’ispirazione di fondare una nuova Congregazione per il sostegno delle donne operaie. Un progetto coraggioso ma che vede l’opposizione del clero diocesano. Suor Bonifacia, attaccata dalle calunnie, viene destituita come superiora del nuovo Istituto e cacciata addirittura da Salamanca. La religiosa, disprezzata e rifiutata dalle sue stesse consorelle, vive tutto nel silenzio e nell’umiltà. Solo dopo la sua morte, nel 1905, cade tutto il castello delle calunnie e le viene riconosciuta la santità, la grandezza del suo cuore di fronte a tutto il male ricevuto. Tra i nuovi beati ricordiamo due martiri del comunismo uccisi in odio alla fede, il vescovo romeno Szilard Bogdanffy, morto in un carcere in Romania nel 1953, e un laico sloveno dell’Azione cattolica, Luigi Grozde, assassinato in Slovenia nel 1943, e un martire del nazismo, un sacerdote diocesano tedesco, Gerardo Hirschfelder, morto nel campo di concentramento di Dachau nel 1942.

     
    Pubblichiamo di seguito tutti i decreti promulgati dalla Congregazione delle Cause dei Santi riguardanti:

    - un miracolo, attribuito all'intercessione della Beata Bonifacia Rodriguez De Castro, Fondatrice della Congregazione delle Missionarie Serve di San Giuseppe; nata a Salamanca (Spagna) il 6 giugno 1837 e morta a Zamora (Spagna) l'8 agosto 1905;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni De Palafox y Mendoza, prima Vescovo di Puebla de los Angeles e poi Vescovo di Osma; nato a Fitero (Spagna) il 24 giugno 1600 e morto a Osma (Spagna) il 1 ottobre 1659;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Barbara della Ss.ma Trinità (al secolo: Barbara Maix), Fondatrice della Congregazione delle Suore dell'Immacolato Cuore di Maria; nata a Vienna (Austria) il 27 giugno 1818 e morta a Catumbi (Brasile) il 17 marzo 1873;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Anna Maria Adorni, Fondatrice della Congregazione delle Ancelle della Beata Maria Immacolata e dell'Istituto del Buon Pastore di Parma; nata a Fivizzano (Italia) il 19 giugno 1805 e morta a Parma (Italia) il 7 febbraio 1893;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria dell'Immacolata Concezione (al secolo: Maria Isabella Salvat y Romero), Superiora Generale della Congregazione delle Suore della Compagnia della Croce; nata a Madrid (Spagna) il 20 febbraio 1926 e morta a Siviglia (Spagna) il 31 ottobre 1998;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Stefano (al secolo: Giuseppe Nehmé), Religioso professo dell'Ordine Libanese dei Maroniti; nato a Lehfed (Libano) nel marzo 1889 e morta a Kfifane (Libano) il 30 agosto 1938;

    - il martirio del Servo di Dio Szilárd Bogdánffy, Vescovo di Oradea Mare dei Latini; nato a Feketetó (Romania) il 21 febbraio 1911 e morto nel carcere di Nagyenyed (Romania) il 2 ottobre 1953;

    - il martirio del Servo di Dio Gerardo Hirschfelder, Sacerdote diocesano; nato a Glatz (Germania) il 17 febbraio 1907 e morto nel campo di concentramento di Dachau (Germania) il 1° agosto 1942;

    - il martirio del Servo di Dio Luigi Grozde, Laico, Membro dell'Azione Cattolica; nato a Gorenje Vodale (Slovenia) il 27 maggio 1923 e ucciso, in odio alla Fede, a Mirna (Slovenia) il 1° gennaio 1943;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Antonio Marcucci, Arcivescovo-Vescovo di Montalto; nato a Force (Italia) il 27 novembre 1717 e morto a Montalto (Italia) il 12 luglio 1798;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Francesco Gnidovec, Vescovo di Skopje-Prizren; nato a Veliki Lipovec (Slovenia) il 29 settembre 1873 e morto a Ljubljana (Slovenia) il 3 febbraio 1939;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Luigi Novarese, Sacerdote Diocesano e Fondatore dei Silenziosi Operai della Croce; nato a Casale Monferrato (Italia) il 29 luglio 1914 e morto a Rocca Priora (Italia) il 20 luglio 1984;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Enrichetta Delille, Fondatrice della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia; nata a New Orleans (Stati Uniti d'America) tra 1812 e 1813 ed ivi morta il 17 novembre 1862;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Teresa (al secolo: Regina Cristina Guglielmina Bonzel), Fondatrice dell'Istituto delle Povere Suore Francescane dell'Adorazione Perpetua del Terz'Ordine di San Francesco; nata a Olpe (Germania) il 17 settembre 1830 ed ivi morta il 6 febbraio 1905;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Francesca della Croce (al secolo: Amalia Francesca Rosa Streitel), Fondatrice dell'Istituto delle Suore dell'Addolorata; nata a Mellrichstadt (Germania) il 24 novembre 1844 e morta a Castel Sant'Elia (Italia) il 6 marzo 1911;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Felicia di Gesù Sacramentato (al secolo: Maria Felicia Guggiari Echeverría), Suora professa dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi; nata a Villarrica del Espíritu Santo (Paraguay) il 12 gennaio 1925 e morta ad Asunción (Paraguay) il 28 aprile 1959.

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    Padre Lombardi: sugli abusi sui minori, la Chiesa è impegnata nel ristabilimento della giustizia e nella purificazione della memoria

    ◊   “Per i giovani e per coloro che si adoperano per educarli e per proteggerli”: è una delle intenzioni di preghiera che verranno rivolte domani mattina, durante la Messa in San Pietro nella Domenica delle Palme. Preghiera che condensa il sentimento che anima la Chiesa in questo periodo difficile in cui si confronta con la piaga della pedofilia. Sulla questione degli abusi su minori da parte di membri del clero, ascoltiamo una nota del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi:

    La questione degli abusi sessuali su minori da parte di membri del clero cattolico ha continuato ad essere largamente presente sui media di molti Paesi, in particolare in Europa e in America del Nord anche negli ultimi giorni, dopo la pubblicazione della lettera del Papa ai cattolici irlandesi. Non è una sorpresa. L’argomento è di natura tale da attirare di per sé l’attenzione dei media, e il modo in cui la Chiesa lo affronta è cruciale per la sua credibilità morale. In realtà, i casi portati all’attenzione del pubblico sono avvenuti generalmente diverso tempo fa, anche decenni addietro, ma riconoscerli e farne ammenda nei confronti delle vittime è il prezzo del ristabilimento della giustizia e di quella “purificazione della memoria” che permette di guardare con rinnovato impegno, e insieme con umiltà e fiducia al futuro. A questa fiducia contribuiscono i numerosi segnali positivi venuti da diverse Conferenze episcopali, vescovi e istituzioni cattoliche di vari Paesi nei diversi continenti: le direttive per la corretta gestione e la prevenzione degli abusi, ribadite, aggiornate e rinnovate in Germania, Austria, Australia, Canada, e così via. In particolare una buona notizia è rappresentata dal settimo rapporto annuale sull’applicazione della “Carta per la protezione dei bambini e dei giovani” della Chiesa negli Stati Uniti. Senza indulgere a compiacimenti fuori luogo, non si può non riconoscere lo sforzo straordinario di prevenzione compiuto con numerosissimi corsi di formazione e training sia per i giovani sia per tutto il personale pastorale ed educativo, e si deve prendere atto che il numero delle accuse di abuso è sceso nell’ultimo anno di oltre il 30%, la maggior parte delle quali riguarda fatti di oltre trent’anni fa. Senza entrare in altri dettagli, si deve riconoscere che le misure decise e in corso di attuazione si stanno manifestando efficaci. La Chiesa negli Stati Uniti ha preso la strada buona per rinnovarsi. Questa ci pare una notizia importante nel contesto dei recenti attacchi mediatici, che hanno provocato indubbiamente dei danni. Ma a un osservatore non superficiale non sfugge che l’autorità del Papa e l’impegno intenso e coerente della Congregazione per la Dottrina della Fede ne escono non indeboliti, ma confermati nel sostenere e orientare gli episcopati nel combattere ed estirpare la piaga degli abusi dovunque si manifesti. La recente lettera del Papa alla Chiesa di Irlanda ne è una testimonianza intensa che contribuisce a preparare il futuro attraverso un cammino di “guarigione, rinnovamento, riparazione”. Con umiltà e con fiducia, in spirito di penitenza e di speranza, la Chiesa entra ora nella Settimana Santa e domanda la misericordia e la grazia del Signore che soffre e risorge per tutti.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, mons. Nikola Eterović, arcivescovo tit. di Cibale, segretario generale del Sinodo dei Vescovi; il sig. Marius Gabriel Lazurca, ambasciatore di Romania, con la consorte, in visita di congedo.

    Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Grand-Bassam (Costa d’Avorio), presentata da mons. Paul Dacoury-Tabley, per raggiunti limiti di età. Gli succede padre Raymond Ahoua, incaricato della formazione dei Seminaristi della Congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza, già missionario in Kenya. Raymond Ahoua è nato a Bonoua il primo maggio 1960, nella diocesi di Grand Bassam. Ha emesso la professione perpetua il 6 gennaio 1990 nella Congregazione Piccola Opera di Divina Provvidenza ed è stato ordinato sacerdote il 14 luglio 1990.

    Il Papa ha nominato nunzio apostolico in Yemen e negli Emirati Arabi Uniti mons. Petar Rajič, arcivescovo titolare di Sarsenterum, nunzio apostolico in Kuwait, Bahrein e Qatar, e delegato apostolico nella Penisola Arabica.

    Il Papa ha nominato il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, legato Pontificio per la celebrazione del X Congresso Eucaristico di Spagna, che avrà luogo a Toledo dal 27 al 30 maggio 2010.

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    Messa presieduta dal cardinale Sodano a un mese dal terremoto in Cile

    ◊   Ad un mese dal terribile terremoto che ha colpito vaste zone del Cile, ieri il Decano del Collegio cardinalizio, cardinale Angelo Sodano, che che è stato anche nunzio apostolico in Cile, ha celebrato una Messa presso la Basilica di Santa Maria Maggiore. Insieme al porporato hanno concelebrato l’arcivescovo di Santiago, il cardinale Francisco Javier Errázuriz e il vescovo di Rancagua, mons. Jaime Goic, presidente della Conferenza episcopale cilena. In basilica erano presenti centinaia di cileni e sudamericani così come numerosi rappresentanti del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede e presso lo Stato italiano. “In realtà, tutti noi, davanti a una tragedia come questa – ha osservato all'omelia il cardinale Sodano – ci sentiamo piccoli e perduti; ma guardando in noi stessi riusciamo a vedere un qualche raggio di luce nell’enigma del dolore. È la luce della fede che ci assicura che Dio ci ama sempre e con il suo amore di Padre sta sempre vicino a noi”. Il porporato ha riflettuto ampiamente anche sul dovere e il bisogno della solidarietà, citando in proposito il lungo elenco di santi della Chiesa, che fedeli alle parole del Signore, seppero rendersi protagonisti di questa solidarietà nel corso delle loro vite: san Vincenzo de Pauli, madre Teresa di Calcutta, Giuseppe Cottolengo, la madre Caribi e il gesuita cileno padre Alberto Hurtado. Il porporato ha poi affidato nelle mani misericordiose del Padre le anime dei defunti e al tempo stesso ha implorato per i vivi il dono della serenità e della pace. ”È l’ora per guardare a Maria - ha poi esortato il cardinale Sodano - per ottenere da Lei la consolazione della speranza cristiana che permetta di far risorgere in tutti, propositi di profonda solidarietà verso coloro che hanno sofferto e soffrono”. Al termine dell’Eucaristia, l’arcivescovo di Santiago cardinale Francisco Javier Errázuriz, ringraziando con affetto la presenza del cardinale Sodano e il fatto che abbia presieduto la Santa Messa, ha rilevato l’importanza dell’incontro di una comunità viva e orante per invocare ed esercitare una solidarietà che non ha confini”. Mons. Alejandro Goic, presidente dell’episcopato ha congedato i presenti ricordando “le tante persone al mondo che amano il Cile” e che esprimono questo amore condividendo l’allegria e la tristezza dei cileni e animando “la solidarietà necessaria”. (A cura di Luis Badilla)

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    Giovani e speranza: editoriale di padre Lombardi

    ◊   Migliaia e migliaia di giovani riuniti per rivolgere al Papa domande sul senso della vita. E il Papa che indica loro l’universale modello dell’amore di Gesù. Amore che vuol dire alcuni “sì” e alcuni “no” ben precisi, orientati alla scelta di quel bene “che crea la vera libertà e rende preziosa la vita”. Così giovedì sera si è consumato il nuovo, affettuoso, incontro tra Benedetto XVI e i ragazzi delle Gmg. Un legame che lascia vedere, nel sorriso e nell’entusiasmo di quei giovani, quale sia il futuro e la speranza della Chiesa, come osserva il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Decine di migliaia di giovani in Piazza San Pietro hanno festeggiato i 25 anni delle Giornate Mondiali della Gioventù insieme al Papa. La grande intuizione di Giovanni Paolo II ha dato modo alla vastissima attività educativa e pastorale della Chiesa con i giovani di trovare - in questo mondo globalizzato - i suoi momenti catalizzatori, capaci di alimentare la gioia dei giovani di festeggiar insieme la loro fede in Cristo e rilanciare il loro impegno e la loro speranza. I giovani sono nel cuore della Chiesa, sono importanti per lei, sono il suo futuro, rinnovano la sua giovinezza. E' a loro anzitutto che si annuncia con freschezza sempre nuova che Cristo è il senso della vita e della storia. Innumerevoli educatori e santi hanno dedicato la loro vita al servizio dei giovani, che hanno conservato per loro gratitudine immensa.

     
    Questa storia è attuale e continua. Quali altri grandi incontri di giovani parlano al mondo di speranza come le Giornate Mondiali della Gioventù e le innumerevoli realtà locali da cui esse provengono e che esprimono? Episodi drammatici e scandalosi di abusi - anche se rari e circoscritti - vanno chiaramente combattuti e prevenuti, proprio perché questa meravigliosa corrente continui a dare i suoi limpidi frutti per la gioventù di tutto il mondo. Con il Papa, il cammino continua guardando con entusiasmo in avanti.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un articolo dell’arcivescovo di Westminster Vincent Nichols dal titolo “Contro gli abusi sui minori, nessuno ha fatto quanto Benedetto XVI”

    Nel servizio internazionale, in rilievo la questione disarmo: Obama e Medvedev confermano per l’8 aprile a Praga la firma del nuovo Trattato sulla riduzione degli armamenti

    Una sentenza da impugnare: l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, sul processo giudaico e romano a Gesù

    L’ingresso messianico di Cristo a Gerusalemme: un articolo di Fabrizio Bisconti sulla conversione del pubblicano di Gerico nell’arte paleocristiana

    Don Giorgio Alessandrini interpreta la “Vocazione di san Matteo” di Caravaggio

    La scommessa delle Gmg: Gianluca Biccini intervista il cardinale Stanislao Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici

    La Messa del cardinale Angelo Sodano a un mese dal terremoto in Cile

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    Oggi in Primo Piano



    Il presidente di RnS, Martinez: combattere la piaga degli abusi con un sussulto di amore e di Spirito Santo

    ◊   Si susseguono gli attestati di solidarietà e sostegno al Papa dopo gli attacchi di alcuni media sullo scandalo degli abusi su minori da parte di sacerdoti. Da tutto il mondo, vescovi, movimenti ecclesiali e semplici fedeli si stringono attorno a Benedetto XVI in questo delicato momento. Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza di Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito (RnS):

    R. – C’è bisogno di misericordia, nella verità. Certo, la verità – e mi pare che il Santo Padre abbia dato prova di come questa verità debba essere riconosciuta, debba essere assicurata … Io sento quindi la necessità di ribadire tutto l’affetto e la vicinanza al Santo Padre e ai pastori della Chiesa che sono così fortemente sfidati nell’esercizio della verità e della verità che si accompagni alla giustizia e alla misericordia. Non si può far passare la nozione per la quale se tutti sono peccatori, non c’è più il senso del peccato, non c’è più possibilità di vincere il male, che ci si rassegni all’idea che tutti gli uomini siano malvagi. E’ un rischio di deriva che vedo anche nell’accanimento di una certa stampa che sta eccessivamente calcando la mano e i toni, perché questo spirito aleggi sempre di più non soltanto nella storia, ma nelle coscienze degli uomini.

     
    D. – L'allora cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, è stato il primo a varare una serie di norme per rispondere più efficacemente alla piaga della pedofilia nella Chiesa. Non è paradossale che proprio lui finisca oggi sul banco degli imputati?

     
    R. – Certamente sì! Abbiamo spesso la memoria corta. Vorremmo con una dietrologia, che sa tanto di riduzionismo, dimenticare invece che la forza dei cristiani in ogni tempo è stato in realismo. Il realismo vuole che si denunci il male, come il cardinale Ratzinger è stato capace di fare, ma che si indichino anche delle vie per il bene, delle vie di redenzione, delle vie di salvezza. Se questo non avviene, è profondamente disumano, antiumano qualunque caduta, qualunque errore nel quale ogni uomo – e non soltanto chi ha una fede, ma ogni uomo – potrebbe precipitare!

     
    D. – In questo tempo forte che ci avvicina alla Pasqua il Papa, anche nella Lettera ai fedeli irlandesi, ci invita ad un sussulto di speranza. Come i laici possono aiutare i sacerdoti, quei tantissimi sacerdoti che oggi soffrono anche il peso di colpe non loro?

     
    R. – Proprio nel momento in cui il sacerdozio è così fortemente sfidato e – non si dimentichi! – proprio nell’Anno sacerdotale, c’è bisogno di un sussulto di amore, di affetto, di vicinanza spirituale. Credo che la soluzione sia da trovarsi proprio in questo bisogno di riarmare di Spirito Santo le coscienze degli uomini. Il disarmo morale ha bisogno di un riarmo spirituale. Se l’uomo è de-spiritualizzato, anche la società diventa de-moralizzata, le virtù appassiscono, prevalgono le cosiddette ‘virtù relativistiche’, tutti i paradigmi materialistici, si corre questo rischio: di un individualismo sfrenato al quale invece si risponde con quel ‘noi’, il pronome dello Spirito, in cui ci si aiuta e ci si sostiene, più facilmente si viene incontro alle difficoltà e alle sofferenze. “Sussulto di Spirito Santo” significa tutto questo: ritrovare in noi quell’eredità di bene, di misericordia che nei momenti difficili della Storia non solo ha fatto rialzare la testa verso Dio, ma ha soprattutto spalancato le braccia verso gli uomini.

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    Scontri a Gaza: morti quattro palestinesi e due israeliani

    ◊   Sale la tensione tra Israele e la Striscia di Gaza, dove ieri nel corso di uno scontro a fuoco sono morti due militari israeliani e quattro miliziani palestinesi di Hamas. Intanto, oggi in Libia, si riuniscono i ventidue capi di Stato della Lega araba, che stanzieranno 500 milioni di dollari per i palestinesi di Gerusalemme, mentre il governo israeliano non ha mostrato alcuna intenzione di recedere dai programmi di espansione degli insediamenti. Sull’attuale situazione in Medio Oriente e sui rischi di una nuova crisi armata tra Israele e Anp, Luca Collodi ha intervistato padre David Maria Jaeger, francescano ed esperto di questioni relative alla Terra Santa.

    R. – Io distinguerei tra due cose: una è il rischio di nuovi attacchi dalla Striscia di Gaza contro Israele, con l’inevitabile risposta israeliana, e un’altra il rischio di una eventuale nuova Intifada in Cisgiordania. Quanto a Gaza, non è mai dato sapere. Nella parte est di Gerusalemme i timori di nuovi scontri sarebbero dovuti alla disperazione di fronte all’impossibilità di alcun progresso verso un trattato di pace.

     
    D. – Di fatto, padre Jaeger, c’è però il problema della ripresa dei colloqui, anche indiretti, tra Israele e i palestinesi.

     
    R. – Nel tentativo di farli ripartire, comunque gli americani hanno proposto negoziati indiretti, cioè effettivamente un ritorno all’epoca precedente gli accordi di Oslo. Ma anche questi negoziati indiretti fanno fatica a partire dal momento che ci sono ripetuti annunci clamorosi di nuovi lavori di insediamento proprio nella parte di Gerusalemme orientale.

     
    D. – Padre Jaeger, si è un po’ arginata, secondo lei, la fuga dei cristiani da questa importante terra?

     
    R. – Io non parlerei di fuga, c’è un fenomeno di emigrazione. La custodia di Terra Santa e le altre forme di presenza della Chiesa cercano nel loro piccolo di fornire un po’ più di abitazioni e anche di lavoro, però, certamente, la radice del fenomeno risiede nella mancanza di pace, di sicurezza, di libertà, di prospettive. Quindi, la soluzione è fondamentalmente quella della realizzazione del tanto sospirato trattato di pace. Perciò, accanto all’urgente e sempre più necessario sostegno economico alle opere della Chiesa, si richiede la carità politica dei cristiani nel mondo, così che spingano i loro governi ad interessarsi attivamente alla promozione della pace.

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    Trentamila giovani del Cammino neocatecumenale all'incontro vocazionale al Divino Amore

    ◊   Ai piedi del santuario del Divino Amore, a Roma, ieri pomeriggio si sono radunati circa 30mila giovani del Cammino neocatecumenale per un incontro vocazionale con il cardinale vicario Agostino Vallini e gli iniziatori del Cammino neocatecumenale Kiko Argüello e Carmen Hernandez. Il servizio di Debora Donnini.

    I prati sottostanti il santuario del Divino Amore hanno visto ieri raccogliersi giovani provenienti da Roma, dal Lazio ma anche da altre regioni italiane. In tutto circa 30mila, appartenenti al Cammino neocatecumenale che già giovedì, assieme a tanti altri, si erano ritrovati con il Papa a piazza San Pietro. Canti, preghiere e allegria hanno segnato questo momento al Divino Amore, culminato con una chiamata vocazionale. Servono sacerdoti per la nuova evangelizzazione, ha detto Kiko. “Siamo stati creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha predisposto che praticassimo. Partendo da questo passo della Lettera agli Efesini, Kiko ha sottolineato che Dio ci chiama a partecipare alla sua opera, a portare il Vangelo a tutte le genti. Centrale per questo è il kerygma, l’annuncio di Cristo morto e risorto per noi: Dio ti ama tanto da voler essere uno con te, è capace di cambiare la tua vita e portarti ad amare come Lui. Il cardinale Vallini ha richiamato l’esempio di Maria nell’Annunciazione esortando i giovani a non temere di fronte alla chiamata di Dio. Come Maria che almeno inizialmente non ha probabilmente capito quello che stava accadendo con la ragione, ma con il cuore e nella fede. L’importante, ha sottolineato il porporato, è essere felici secondo Dio, anche se forse non accade tutto quello che io immaginavo. E non bisogna spaventarsi del turbamento, anche Maria rimase turbata. L’invito del cardinale è stato dunque: Non abbiate paura di dire sì! E alla chiamata vocazionale hanno detto sì circa 320 ragazzi, che hanno manifestato la disponibilità a entrare in seminario e circa 200 ragazze per il convento. Tanta gioia si è respirata ieri nei giovani che ora già guardano a Madrid per la Gmg del 2011.

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   Nella Domenica delle Palme la liturgia ci presenta l’ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme su un puledro d’asina. La folla loda Dio a gran voce, dicendo:

    «Benedetto colui che viene,
    il re, nel nome del Signore.
    Pace in cielo
    e gloria nel più alto dei cieli!».

     
    Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, professore di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    Entrare a Gerusalemme cavalcando un asino non è proprio il massimo della solennità: ma per Gesù anche questa forma è una scelta alternativa, come lo furono tante altre in quei tre anni di vita pubblica. Eppure la folla lo acclama, l’entusiasmo esplode: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore!”. In quel rabbì a cavalcioni su un puledro, passa un grande profeta, l’ispiratore di tanti sogni: la gente osannante lo ha capito. Solo per i capi quel passaggio è insulto e rischio: vedono il loro prestigio scosso, loro che amano farsi vedere in abiti solenni e farsi rispettare per il sussiego e la rigidità. Allora quel Maestro va tolto di mezzo, perché troppo fuori schema, troppo pericoloso, troppa gente lo segue. E in pochi giorni riusciranno a rovesciare la scena e mettergli il popolo contro. Sullo sfondo di questa giornata di gioia e applausi si staglia già il profilo della Croce e della morte. Una settimana di grandi emozioni questa che comincia. È il centro della nostra fede: misterioso percorso di umiliazione e di solidarietà redentrice.

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    Chiesa e Società



    Concluso a Rio de Janeiro il “World Urban Forum” sul diritto alla città

    ◊   La scuola al centro delle strategie di lotta alla povertà ed inclusione sociale. È quanto è emerso a Rio de Janeiro al V “World Urban Forum”, una delle occasioni di dibattito più importanti per il Sud del mondo. L’istruzione è stata infatti la tematica al centro della giornata di chiusura che ha visto la presentazione di “State of the Urban Youth 2010-2011”, uno studio fondato su centinaia di interviste e ricerche condotte a Rio de Janeiro, Mumbai, Kingston, Nairobi e Lagos. Nel rapporto, di cui riferisce la Misna, si evidenzia che, “a causa di politiche locali e nazionali sbagliate, chi vive nelle aree a basso reddito è costretto a frequentare scuole inadeguate dal punto di vista didattico e delle strutture”. “Un maggiore accesso all’istruzione – si afferma nello studio – è un investimento per la società futura; tassi più alti di frequenza e di completamento degli studi riducono le disparità di reddito e accrescono il Prodotto interno lordo”. “Attraverso programmi di insegnamento mirati – si legge ancora nel documento - i governi possono creare capitale umano qualificato che non solo alimenterà la crescita economica ma determinerà una riduzione delle attività criminali nelle città e farà dei giovani esponenti di valore della società”. I risultati dello studio sono stati analizzati dalla direttrice dell’ente Onu per gli insediamenti umani (Onu-Habitat) Anna Tibaijuka, che ha sottolineato che le persone di età inferiore ai 25 anni rappresentano circa la metà della popolazione mondiale e più della metà dei quasi 830 milioni di africani, latinoamericani e asiatici che vivono nelle baraccopoli. Normale dunque che il “World Urban Forum” si sia concluso guardando ai giovani, i più “vulnerabili” come ha ripetuto ancora la Tibaijuka. Sono loro a pagare per primi uno sviluppo distorto, rispetto al quale i circa 15 mila dirigenti, esperti e rappresentanti della società civile riuniti a Rio de Janeiro hanno chiesto un cambiamento radicale. “L’amministratore pubblico del XXI secolo – aveva detto aprendo i lavori il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva - deve pianificare città dove sia possibile una migliore qualità della vita, correggendo il disordine e le diseguaglianze lasciate in eredità dai governi del XX secolo che hanno permesso la nascita di tante baraccopoli”. Secondo “State of the World’s Cities 2010-2011”, uno studio diffuso alla vigilia del “Forum”, in 20 anni la popolazione delle baraccopoli è aumentata di 180 milioni soprattutto a causa dell’arrivo di migranti dalle campagne e dell’assorbimento nel tessuto urbano di villaggi a ridosso delle periferie. Caso emblematico, citato dalla Misna, è l’Angola. Secondo le statistiche ufficiali, due terzi dei 16 milioni di angolani vivono ancora nelle “musseques”, nel dialetto locale “baracche”, senza acqua né elettricità. Il dato è in linea con le cifre presentate a Rio de Janeiro: con 200 milioni di persone ai margini delle città, l’Africa resta il continente che soffre di più. (M.G.)

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    L'Onu: il Brasile è il Paese dell’America Latina con le maggiori disuguaglianze sociali

    ◊   Secondo uno studio pubblicato da Un-Habitat, l’Agenzia delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani, il Brasile é il Paese con più forti disuguaglianze dell’America Latina: mentre il 10% dei più ricchi possiede il 50,6% delle ricchezze prodotte, il 10% dei più poveri beneficia solo dello 0,8% del reddito nazionale. Il documento non é tenero neppure con gli altri Paesi delle regione, ove un quinto dei più facoltosi detiene il 56,9% della risorse. I Paesi con meno diseguaglianze dell’area, ossia Nicaragua, Panama e Paraguay, presentano comunque disparità più gravi rispetto a qualsiasi Paese dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e dell’Europa orientale. Alle spalle del Brasile in quanto a ingiusta ripartizione del reddito, si trova il Messico, che precede nell’ordine Argentina e Venezuela. Lo studio conferma poi che se é vero che il fenomeno dell’urbanizzazione non ha contribuito a ridurre la miseria, che negli ultimi decenni é anzi aumentata, é altrettanto vero che la popolazione che vive nelle campagne e nei centri minori é mediamente più povera rispetto agli abitanti delle metropoli. Nel 1970 ci sono stati 41 milioni di poveri nelle città della regione, il 25% della popolazione di quel tempo, e nel 2007 sono stati registrati 127 milioni di poveri, il 29% della popolazione urbana. Si attesta infine che in Brasile si trova in condizioni di povertà ben il 50,1% delle popolazione che vive in campagna, presentando una situazione migliore di Colombia e Perù, ma lontana da Messico e Cile. (R.P.)

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    Il nunzio ad Haiti: la Conferenza dei Paesi donatori è un'occasione da non mancare

    ◊   “Non bisogna dimenticare Haiti proprio quando ha più bisogno di aiuto. E’ il momento di intensificare gli sforzi, non di ridurli”. E’ l’auspicio di mons. Bernadito Auza, nunzio apostolico della Santa Sede ad Haiti, in vista della Conferenza dei 28 Paesi donatori che si aprirà mercoledì prossimo a New York. Secondo stime di esperti e osservatori, la somma necessaria per la ricostruzione è di circa 11,5 miliardi di dollari. Per Haiti si tratta di un’occasione da non mancare: “La distruzione del terremoto - spiega il nunzio - è stata devastante e al Paese serviranno risorse senza precedenti per ricostruire ed uscire dalla povertà”. La situazione resta drammatica: “Il popolo è poverissimo ma la vita è molto cara”. Il presule sottolinea poi che mancano strade, acqua e in molte zone anche l’elettricità. Le colline franano a causa della “deforestazione e delle costruzioni selvagge”. Secondo mons. Bernadito Auza è difficile stabilire in questo momento se 11,5 miliardi di dollari siano realmente sufficienti. Il nunzio la scorsa settimana ha incontrato il presidente René Preval, che ha chiesto un nuovo intervento del Papa “per ricordare alla comunità internazionale il dovere di aiutare Haiti”. Il Paese – ha detto il capo di Stato del Paese caraibico - non deve dipendere dagli aiuti umanitari internazionali. In questa fase è invece necessario “incentivare la produzione locale e la ripresa del commercio”. Un altro ambito prioritario è quello dell’educazione. Per aiutare il Paese a ricostruire il proprio tessuto formativo, la Conferenza episcopale italiana ha donato due milioni di euro da destinare all’istruzione. L’obiettivo - rende noto il Sir - è di far studiare i bambini nelle scuole cattoliche e di formare nuovi insegnanti. (A.L.)

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    Cile: il 47% delle chiese danneggiate dal terremoto. Un milione di fedeli senza luogo di culto

    ◊   Il 47% delle chiese cattoliche del Cile è rimasto danneggiato dal terremoto e dallo tsunami del 27 febbraio scorso: lo afferma il Rapporto sui danni alle costruzioni religiose pubblicato dall'Ufficio statistico della Conferenza episcopale del Cile, sulla base di una prima diagnosi fatta dalle diocesi. Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides, le diocesi colpite sono state 12 sulle 27 che compongono la Chiesa in Cile. Dai dati catastali preliminari, riportati da queste giurisdizioni, sono stati registrati 545 locali religiosi danneggiati, di cui 440 sono chiese. Nelle nove regioni civili coinvolte, l'80% delle chiese ha riportato danni: ciò significa il 47% del totale delle chiese del Cile. I danni conseguenti al terremoto hanno caratteristiche diverse: il 19% delle chiese ha riportato gravi danni e crolli, per cui non resta che la demolizione completa; il 24% ha riportato gravi danni ma con la possibilità di recuperare la struttura; il 25% ha danni considerevoli, ma da recuperare; e il 32% ha subito pochi danni riparabili. Il numero dei luoghi di culto danneggiati implica che circa un milione di fedeli non può raccogliersi come comunità per vivere i momenti di preghiera. Parroci e operatori pastorali stanno facendo uno sforzo non indifferente per garantire la continuità dei servizi liturgici e del sostegno spirituale, pastorale e solidale, così necessario in tempi di dolore e di avversità come questo. (R.P.)

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    Colombia: la polizia indaga sulla morte sospetta di un sacerdote

    ◊   In Colombia è ancora giallo sulla morte di di don Román de Jesús Zapata, il sacerdote rinvenuto senza vita il 24 marzo nella canonica della sua parrocchia di Currulao, nel dipartimento nord-occidentale di Antioquia. “Stiamo indagando sulle cause dell'evento, soprattutto perché abbiamo verificato che dalla casa non manca nulla di valore, così da escludere una rapina. Il sacerdote non aveva ferite da arma da fuoco o da coltello” ha detto il capo della polizia della regione di Urabá, il colonnello Victor Gutiérrez Ortega. Secondo i familiari, citati dalla Misna, il sacerdote diocesano, 51 anni, non aveva ricevuto minacce di morte. Don Zapata era arrivato a Currulao nel marzo dello scorso anno dopo aver prestato servizio pastorale nella giurisdizione di Belén de Bajirá. La regione dell’Urabá, storica ‘roccaforte’ dei paramilitari di estrema destra, è da sempre tra le più violente del Paese. La morte del sacerdote è avvenuta il giorno dopo l’omicidio dell’assistente giudiziaria della Corte regionale, Gloria Emilse Pérez Guisao, uccisa a colpi di arma da fuoco nella località di Caucasia, da sicari non ancora identificati. Sabato scorso, ricorda l'agenzia Fides, , era stato assassinato nel centro della capitale Bogotá, durante una rapina, un salesiano coadiutore, Luis Enrique Pineda. In Colombia nel 2009 sono stati uccisi 6 sacerdoti. (M.G.)

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    I Paesi del Sahel rilanciano l’impegno nella lotta alla siccità

    ◊   “Controllare le risorse idriche per far diminuire la fame nel Sahel”, è il nome della coalizione mondiale sancita nel corso XV vertice del Comitato permanente dei Paesi contro la siccità nella fascia del Sahel (Cilss) che si è concluso giovedì scorso a N’Djamena, capitale del Ciad. La coalizione si impegnerà sulla base di un accordo con i Paesi donatori firmato anch’esso durante il vertice. Secondo quanto riferisce la Misna, i capi di Stato che hanno partecipato ai lavori, quelli di Ciad, Senegal, Mali e Mauritania, insieme con i rappresentanti di Niger e Gambia, hanno anche deciso di dare uno nuovo slancio politico al Cilss: i vertici saranno convocati ogni due anni, i ministri si incontreranno ogni sei mesi e le quote versate da ogni Paese membro aumenteranno dal 10 al 20% del bilancio del Cilss. E ancora, per rispondere alla sfida idrica e alimentare dei Paesi del Sahel, il Comitato rafforzerà la cooperazione con la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas). Capi di stato e di governo dei Paesi del Sahel sono invitati a partecipare attivamente alla neonata coalizione: entro il marzo 2011 dovranno approvare il piano strategico di partenariato tecnico e finanziario con i donatori. I partecipanti al vertice di N’Djamena si sono anche impegnati a proseguire la costruzione della cosiddetta ‘Muraglia verde’ che, da Gibuti al Senegal, prova a bloccare la desertificazione. Gli incontri nella capitale del Ciad si sono tenuti mentre sale l’allarme alimentare in tutto il Sahel, in particolare per il Niger, dovuto a raccolti di cereali insufficienti e alla penuria di mangimi per il bestiame. (M.G.)

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    Il Cardinale Antonelli: esercitare il diritto all’obiezione per aborto ed eutanasia

    ◊   Il “Si” alla vita passa per il diritto all’obiezione di coscienza contro eutanasia e aborto. È questo il cuore del messaggio lanciato dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, salutando ieri i partecipanti al seminario internazionale di studio con le Associazioni Pro-Vita, promosso a Roma dal dicastero vaticano. “In nome della libertà per tutti, del pluralismo culturale e della sussidiarietà sociale – ha spiegato il porporato citato dal Sir -, bisogna rivendicare fermamente, sia per le persone che per le istituzioni, il diritto all’obiezione di coscienza contro l’aborto e l’eutanasia, diritto non ancora riconosciuto in molti Paesi. Cercate di mettere sempre in primo piano il grande “Sì” alla vita umana in tutta la sua pienezza e solo in secondo piano i “No” che pure è necessario pronunciare”, ha detto ancora il cardinale Ennio Antonelli ai presenti e ha aggiunto: “Non dimenticate di inserire i delitti di aborto e di eutanasia nel più ampio contesto dei molteplici delitti contro tutti i diritti fondamentali dell’uomo”. “Contrastare in anticipo i comportamenti, le iniziative e le leggi eticamente riprovevoli”, l’altro suggerimento del cardinale, secondo il quale “occorre diffondere la conoscenza e la pratica dei metodi naturali di regolazione delle nascite, per prevenire la scelta della contraccezione”. Infine il cardinale Antonelli ha messo l’accento sulla non meno imperante necessita di “promuovere il sostegno alla maternità, in nome non solo del diritto alla vita, ma anche del diritto della donna a una effettiva libertà di scelta”. (M.G.)

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    Domani a Bruxelles Marcia internazionale per la vita

    ◊   Un gruppo di studenti ha organizzato una Marcia internazionale "per la vita" domani a Bruxelles, in occasione dei 20 anni della depenalizzazione dell'aborto in Belgio (aprile 1990). Secondo un invito internazionale diffuso dagli organizzatori e ripreso dall'agenzia Zenit, oratori provenienti da vari Paesi europei prenderanno la parola in questo incontro, che inizierà alle 14.30 nella piazza Reale della capitale belga. "In un Paese in cui si effettuano oltre 18mila aborti all'anno, questa marcia vuole contribuire a spezzare la legge del silenzio sulla sofferenza e le conseguenze psicologiche che subiscono molte donne dopo aver vissuto un aborto, spesso contro la loro volontà e per pressioni economiche, sociali, familiari o mediche", hanno indicato gli organizzatori. Alla marcia sono invitati soprattutto i giovani, del Belgio e di vari Paesi d'Europa. Con la loro presenza in questa iniziativa, affermeranno "che le donne che affrontano una gravidanza non desiderata devono essere sostenute e aiutate a tenere i propri figli, anziché ricevere la proposta di abortire. Le donne meritano qualcosa di meglio dell'aborto", hanno segnalato, aggiungendo che "l'aborto non può essere considerato una soluzione accettabile in una società giusta". I giovani organizzatori dell'iniziativa vogliono "attirare l'attenzione dei responsabili politici sulla necessità di prendere misure concrete di accompagnamento che permettano alle donne di tenere il proprio figlio e di allevarlo in buone condizioni". La Marcia per la vita di domani sarà silenziosa, in segno di rispetto. Sarà proibita l'esibizione di qualsiasi simbolo di affiliazione politica. Una marcia simile si è svolta in piazza della Repubblica a Parigi il 17 gennaio scorso, un'altra avrà luogo il 29 maggio a Bordeaux, preceduta da una veglia di preghiera per la vita con i vescovi nella cattedrale. (R.P.)

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    Kenya: l'impegno delle Chiese cristiane per una Costituzione pro vita

    ◊   “La Chiesa cattolica crede con forza che la lotta contro l’aborto è la lotta per la famiglia” ha affermato il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi, durante un incontro ecumenico svoltosi mercoledì scorso nella capitale keniana. L’incontro, al quale hanno partecipato anche alcuni esponenti politici, aveva lo scopo di discutere il progetto della nuova Costituzione, la cui bozza presentata dalla Commissione parlamentare per la Revisione costituzionale ha suscitato una forte opposizione da parte della Chiesa perché contiene una clausola che sposta l’inizio della vita dal concepimento alla nascita. Il cardinale Njue, secondo quanto riporta l’agenzia cattolica Cisa, ha chiesto ai parlamentari di rivedere la norma sull’inizio della vita e di riconoscere che la vita inizia al momento del concepimento. Il rappresentante dell’Associazione dei Medici cattolici, il dottor Stephen Karanja, ha sottolineato che “siamo contro la morte dei nostri bambini. I medici sono guidati dal Giuramento di Ippocrate che impone loro di fare tutto il possibile per preservare la vita umana”. Il dottor Karanja ha aggiunto che l’aborto non fa parte delle cure mediche, che le pratiche abortive danneggiano fisicamente le donne e che “abbiamo il dovere di proteggere le madri del nostro Paese”. Il segretario generale dell’Alleanza Evangelica del Kenya, Wellington Mutiso, ha affermato che la “vita è sacra e inizia dal concepimento” ed ha sottolineato la dignità di essere umano del feto. Di fronte alle affermazioni dei leader delle fedi cristiane l’onorevole David Musila ha risposto che “le problematiche sollevate della Chiesa sono state più o meno messe da parte ma non tutto è perduto”. Il parlamentare ha promesso di sollecitare i suoi colleghi a raccogliere i voti necessari per modificare la clausola sull’inizio della vita, affinché la nazione keniana possa votare in un clima di unità e di concordia il referendum per l’approvazione della nuova Costituzione. Un altro punto della proposta di revisione costituzionale che ha suscitato l’opposizione della Chiesa cattolica e delle altre confessioni cristiane - riferisce l'agenzia Fides - riguarda il riconoscimento delle corti civili musulmane, le cosiddette “Kadhi courts”. I leader cristiani hanno respinto la creazione delle corti islamiche, proposte dalla bozza costituzionale, in quanto ritenuto uno stratagemma per “innalzare una religione al di sopra delle altre”. A loro volta i leader islamici hanno minacciato di mobilitare la comunità musulmana per respingere la nuova Costituzione se questa non prevede la creazione di queste corti. (R.P.)

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    Congo: iniziati i lavori di un laboratorio di analisi nella Citè Guanella

    ◊   Sono iniziati in questi giorni i lavori per la realizzazione di un laboratorio di analisi nella Citè Guanella di Plateaux de Bateke. La comunità agricola guanelliana, che dista circa 120 Km da Kinshasa, accoglie 20 giovani per percorsi di formazione e reinserimento, una scuola primaria per oltre 210 bambini, ed è punto di riferimento importante per i numerosi villaggi della zona. La struttura, unica nella zona, disporrà di corrente elettrica, grazie ai pannelli solari e al gruppo elettrogeno presenti nella Cité Guanella. “Siamo certi che rappresenterà una preziosissima opportunità per la popolazione, costretta per qualunque problema di salute a raggiungere Kinshasa senza poter contare tra l'altro su mezzi di trasporto adeguati", si legge in una nota di padre Guido Matarrese, superiore e responsabile della scuola. Il nuovo servizio sanitario, insieme a quello della scuola primaria, già attivo, costituisce una ulteriore risposta ai bisogni concreti di una popolazione di alcune migliaia di persone. Il personale sanitario - riferisce l'agenzia Fides - che curerà il servizio è costituito da tre infermieri (due uomini ed una donna) provenienti da Kinshasa che si alterneranno 10 giorni ciascuno, risiedendo presso la Cité Guanella. L’inaugurazione del laboratorio è prevista dopo le feste pasquali. (R.P.)

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    India: violenze e atti intimidatori contro la comunità cristiana

    ◊   In India, nuovi attacchi hanno colpito la comunità cristiana. A Faribadad una scuola cattolica è stata assalita da una ventina di sconosciuti. Nella città di Ghaziabad un pastore protestante e un suo collaboratore sono stati picchiati da esponenti di un movimento promotore dell’ideologia nazionalista dell’Hindutva. Per il Consiglio cristiano di tutta l’India – riferisce Avvenire - si tratta di episodi che ancora una volta hanno messo in luce “l’indifferenza delle autorità verso episodi che hanno come vittime esponenti della minoranza cristiana”. Al contrario – fa notare il Consiglio cristiano – i giudici stanno dimostrando un eccezionale zelo nel caso di padre Thomas Philip, sacerdote e rettore del seminario minore di Santa Teresa a Bhopal. Al presbitero, che viene ritenuto implicato nel suicidio di un giovane, è stata negata la libertà su cauzione. “In questo tempo di Quaresima - spiega l’arcivescovo di Bhopal, mons. Leo Cornelio - è visibile il Cristo crocifisso”. Il presule denuncia anche che gruppi della destra nazionalista tentano in ogni modo di screditare il buon lavoro della Chiesa. Intanto nello Stato dell’Orissa, teatro di drammatiche violenze anticristiane nel 2008, l’episcopato ha avviato il procedimento per riconoscere ufficialmente il martirio di chi è stato vittima di violenze compiute da fondamentalisti indù. (A.L.)

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    Sri Lanka: dopo 20 anni di guerra ristrutturata una delle più antiche chiese

    ◊   Il lungo percorso di pacificazione dello Sri Lanka passa anche per la ristrutturazione e la riapertura di una delle chiese più antiche del Paese. Nell’ottica del ritorno alla normalità ha infatti un significato importantissimo la prima Messa festiva dopo20 anni di guerra, celebrata sabato scorso alla chiesa della Presentazione del Signore, a Jaffna, con la partecipazione di oltre 2mila fedeli e molti soldati. La chiesa della Presentazione del Signore sorge su un santuario portoghese antico di oltre 300 anni, nel villaggio di Myliddy a Kotikaman, penisola di Jaffna. La vecchia chiesa fu danneggiata dagli olandesi, quando hanno invaso la zona. Per la guerra e per la minaccia del terrorismo nella zona, è rimasta abbandonata per gli ultimi 12 anni. Ora è stata restaurata e il 20 marzo c’è stata la prima Messa, celebrata da padre Justin B. Gnanapragasam, vicario generale della diocesi di Jaffna, insieme ad altri 5 religiosi. Numerosi anche i soldati presenti i quali hanno affermato che “circa 2mila fedeli hanno partecipato e pregato insieme, fino a mezzogiorno. La gente della zona ha dato loro da mangiare e da bere. Fedeli e sacerdoti hanno pregato per l’Esercito per l’aiuto che gli abbiamo dato”. Pochi mesi fa infatti - scrive l'agenzia Asianews - la Chiesa era diroccata, piena di arbusti e in rovina. Ma centinaia di militari della zona hanno aiutato i fedeli a restaurarla. Però la zona era ancora sottoposta a severi controlli e lo scorso febbraio mons. Thomas Savundaranayagam, vescovo di Jaffna, ha chiesto al presidente del Paese di togliere il regime marziale e consentire alla gente di tornare alla vita normale. Recuperata la chiesa, padre Gnanapragasam ha evidenziato che ora occorre rifondare il villaggio di Myliddy: “Al momento è una giungla. Ci sono crepe nei muri. Ma i residenti sono stati felici di celebrare la messa, insieme come una famiglia”. Nei giorni precedenti alla messa, è stato anche permesso loro di visitare il villaggio, durante la mattina. Sono soprattutto pescatori, che vorrebbero tornare alla vita normale. Anche gli indù ora pensano a recuperare un loro tempio nel vicino villaggio di Keerimalai. (M.G.)

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    Filippine:120 donne povere delle baraccopoli di Davao ritrovano dignità e lavoro

    ◊   Nelle baraccopoli di Davao City, a Mindanao, 120 donne hanno ritrovato la loro dignità fabbricando con stracci: cuscini, tende e raccoglitori per foto. E questo grazie a un gruppo di suore domenicane e volontari cattolici dell’Associazione per la consapevolezza e difesa della donna (Asawa). Scopo dell’organizzazione è quello di tutelare donne e bambini dalle violenze familiari, rendendole autosufficienti. Alice Dolera, una delle 120 donne, racconta all'agenzia AsiaNews che “diventare membro dell’Asawa mi ha dato un senso dignità e mi ha reso diversa davanti agli occhi della mia famiglia”. Alice è madre di 6 figli e per anni la sua famiglia ha vissuto solo con lo stipendio del marito, di professione tassista. Per la sua condizione di disoccupata la donna è stata per anni maltrattata dal coniuge e anche dai figli più grandi. “Prima di iniziare il mio lavoro – continua – l’unico stipendio di mio marito era tutto ciò che avevamo per vivere”. Vendendo i suoi prodotti, la donna guadagna ora circa 6 euro al giorno, e insieme allo stipendio del coniuge riesce a mandare i propri figli a scuola. “Nelle Filippine donne e uomini hanno uguali diritti - afferma suor Annabella del Castillo, domenicana e direttrice dell’Asawa – ma questo non accade per le famiglie povere, dove le donne subiscono atroci violenze da parte degli uomini”. La religiosa dirige l’organizzazione dal 2005 e in questi anni insieme a tre consorelle e 12 volontari ha sviluppato corsi di formazione al lavoro, programmi di sostegno psicologico e spirituale, che consentono alle donne, spesso poco più che ragazze, di essere autosufficienti e contribuire al sostegno della loro famiglia. L’Asawa, oltre a insegnare a queste donne un lavoro le aiuta nella vendita dei prodotti, a gestire le spese familiari e a prendersi cura dei figli più piccoli. Suor Annabella, afferma: “Con il nostro apostolato vogliamo aiutare una piccola parte delle donne povere e sfortunate della nostra società attraverso lo sviluppo della loro persona e delle comunità”. La religiosa aggiunge che “grazie al programma esse fanno esperienza della compassione e dell’amore di Dio e attraverso la fede nel Signore riusciranno a superare le difficoltà future”. (R.P.)

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    Quaresima: gesti di solidarietà dei cattolici di Qing Shan, in Mongolia

    ◊   Applicare la carità, realizzare il comandamento del Signore e vivere la solidarietà reciproca: queste sono le raccomandazione dei sacerdoti della parrocchia di Qing Shan della diocesi di Bao Tou, in Mongolia, rivolte ai fedeli per la Quaresima. Il parroco e il suo vicario, insieme ai seminaristi, stanno accompagnando intensamente il cammino quaresimale dei loro fedeli con la condivisione spirituale e compiendo gesti di carità concreta, come la visita ai malati dell’ospedale, agli anziani della Casa degli anziani e a quelli che vivono soli, portando oltre al calore della loro presenza e solidarietà, anche i sacramenti, copie della Sacra Scrittura e libri religiosi da leggere. Secondo le informazioni raccolte dall’agenzia Fides, queste visite hanno conquistato anche i paramedici dell’ospedale, che si sono detti disposti a ricambiare la visita andando a trovare il parroco e i fedeli cattolici nella loro chiesa perché, secondo loro, “sono l’unica comunità religiosa ad occuparsi dell’anima dei pazienti, dopo trent’anni dell’apertura dell’ospedale”. Allo stesso tempo i sacerdoti hanno detto ai fedeli che “questi gesti di carità non devono limitarsi soltanto alla Quaresima, ma proseguire lungo tutta la vita della nostra esistenza cristiana”.La diocesi di Bao Tou ha ricevuto il Vangelo già durante la dinastia Yuan (1271 - 1368) e la comunità cristiana ha avuto un grande sviluppo nel XIX secolo grazie soprattutto all’impegno dei Missionari di Scheut (Cicm). Oggi la diocesi conta oltre 30.000 fedeli con decine di sacerdoti e religiose della Congregazione diocesana delle Serve del Cuore Immacolato di Maria, 13 parrocchie e 5 stazione missionarie. (R.P.)

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    Spagna: migliaia di pellegrini alla marcia quaresimale al Santuario basco di Aranzazu

    ◊   Seguendo una tradizione iniziata nell’anno 2.000 dalla diocesi di San Sebastián, ha avuto luogo oggi, vigilia della Domenica delle Palme, una marcia a piedi di otto chilometri al santuario della Madonna di Aranzazu, nei Paesi Baschi. Questa mattina circa 5mila pellegrini hanno iniziato la marcia dalla città di Oñate. Lungo il percorso, 165 altoparlanti hanno assicurato la copertura totale della marcia con la lettura di testi sacri e poetici, e l’interpretazione di canti religiosi popolari. In questo modo, le due ore e mezza di marcia sono diventate un tempo di partecipazione spirituale dei pellegrini con la preghiera, il canto e anche con momenti di silenzio per la riflessione. Come negli anni precedenti, sono stati i religiosi francescani del Santuario gli animatori di questa celebrazione. Verso mezzogiorno, una volta che i pellegrini sono arrivati al santuario, è iniziata una breve paraliturgia con la lettura del vangelo, canti religiosi e l’omelia del nuovo vescovo di San Sebastián mons. Jose Ignacio Munilla. Nel suo intervento, il presule ha commentato la parabola evangelica del seminatore. Riferendosi in particolare alle diverse risposte alla parola del seminatore, ha individuato tre reazioni: l’indifferenza, l’incostanza, e una doppia condotta che cerca di conciliare la vita cristiana e quella mondana. Tuttavia mons. Munilla ha messo in risalto anche la buona risposta da parte di tanti credenti che, superando le accennate tre tentazioni, identificano la loro vita con la Parola divina. Infine, facendo riferimento al tema proposto per la marcia, “La Parola come vita e impegno”, mons. Munilla ha invitato i fedeli a prendere la Bibbia non tanto come un libro ma come la Parola divina che si rivolge ad ognuno di noi chiedendo la sua applicazione nella nostra vita personale. Al termine del suo intervento mons. Munilla ha aggiunto che la marcia di quest’anno ha reso evidente l’unità dei diocesani e la loro comunione, riferendosi probabilmente ad alcune polemiche che hanno accompagnato la sua nomina come vescovo di San Sebastián. (Per la Radio Vaticana, Ignacio Arregui)

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    Il cardinale Cordes: essere prete sia missione non funzione

    ◊   “Perché sacerdote? Risposte attuali con Benedetto XVI”, è il titolo del libro del cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio consiglio Cor Unum, che si pone lo scopo di rispondere a molte domande sul senso della missione sacerdotale nel XXI secolo. Nel volume – presentato giovedì nel cuore dell’anno sacerdotale – il cardinale Cordes affronta il tema in un continuo dialogo ideale con Benedetto XVI . Ogni riflessione è infatti preceduta da una “sentenza” tratta dal pensiero del Papa. Secondo quanto riferisce Avvenire, si tratta di un percorso compiuto nel perimetro di riferimento del Vaticano II. Il cardinale Cordes muove da due punti fermi: l’identità del presbitero deve essere anteposta al suo scopo. E i presbiteri sono insostituibili. Da qui bisogna ribaltare la visione utilitaristica del prete che si è fatta strada negli ultimi anni. Il rischio è l’affidamento ai laici di funzioni peculiari del sacerdote. Per questi motivi la Chiesa deve riportare nelle coscenze il perché dei ministeri ordinati. “Le ragioni del presbiterato – conclude Cordes – devono essere ricondotte alla fede. Solo la santità salverà la Chiesa, il funzionalismo uccide l’identità del sacerdote”. (M.G.)

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    Torino: tutto pronto al villaggio tendopoli dei pellegrini in visita alla Sindone

    ◊   Almeno 200 posti tenda, 24 container adibiti per i servi di accoglienza e un teatro all’aperto per celebrazioni e concerti. Sono questi gli spazi che compongono il villaggio-tendopoli di Torino che dal 10 aprile accoglierà centinaia di giovani pellegrini alla Sindone. La struttura, che sorge sul terreno attorno al complesso del Seminario minore, sarà inaugurata oggi pomeriggio dall’arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto. Il programma prevede il ritrovo alle 16.30 in viale Thovez, dove l’arcivescovo benedirà i nuovi spazi. Alle 18 il cardinale consegnerà il “mandato” ai giovani che si sono resi disponibili per l’accoglienza dei coetanei nel villaggio durante il tempo dell’Ostensione (10 aprile-23 maggio) e ai 270 cantori del grande coro “Hope” che animeranno l’incontro del Papa con i giovani nel pomeriggio del 2 maggio. “Sarà una giornata speciale – spiega al Sir don Maurizio De Angeli, direttore del’Ufficio diocesano giovani – perché segnerà la fine della prima parte dei lavori che dall’inizio dell’anno stanno interessando il complesso del Seminario minore, per renderlo sempre più un luogo di aggregazione, formazione e crescita spirituale dei giovani”. (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Storico accordo sul disarmo tra Russia e Usa

    ◊   L’accordo per il disarmo tra Russia e Usa è una pietra miliare: così l’Onu mentre a Mosca e Washington si discute delle implicazioni sullo scudo-antimissile americano. Il servizio di Fausta Speranza:

     
    Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, l'accordo, raggiunto ieri, tra Mosca e Washington per ridurre le testate atomiche è “un'importante pietra miliare” “verso il disarmo ed un mondo senza armi atomiche”. Il presidente americano, Barack Obama, e il presidente russo, Dmitri Medvedev, firmeranno il Trattato l'8 aprile a Praga. Pochi giorni dopo, il 12, si aprirà a Washington un summit sul tema della non proliferazione nucleare che vedrà i leader di oltre 40 Nazioni riuniti nella capitale Usa. L’accordo bilaterale di ieri è il più importante in due decenni, ma all’indomani dell’annuncio se ne discute nei rispettivi Paesi offrendo interpretazioni quasi opposte sui riflessi che il trattato avrà sui controversi programmi di scudo anti-missile degli Usa. Secondo l'amministrazione Obama, non si limita in alcun modo il raggio di azione degli Stati Uniti in materia di scudo antimissile. Secondo Mosca, esiste un collegamento "legalmente vincolante" tra le due cose. I due Paesi hanno allegato al trattato due distinte dichiarazioni dove vengono ribadite le rispettive posizioni in materia di scudo antimissile: Mosca si riserva il diritto di ritirarsi dal nuovo trattato se lo scudo antimissile americano viene sviluppato in un modo che minaccia la sicurezza della Russia. Washington ribadisce che il programma non intende danneggiare la sicurezza della Russia o cambiare l'equilibrio strategico tra i due Paesi. Resta il fatto che sia Obama che Medvedev devono ottenere la ratifica dei rispettivi parlamenti prima che il Trattato possa entrare in vigore.

     
    Coree
    Sono 46 i marinai dispersi per l'affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan, dovuto a un'esplosione avvenuta ieri alle ore 21:45 locali. Il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak, ha invitato a valutare tutte le possibili opzioni all'origine dell'affondamento della corvetta Cheonan, sollecitando ogni sforzo per la messa in salvo dei 46 dei 104 uomini d'equipaggio ancora dispersi. L’inchiesta deve procedere veloce ed essere approfondita”, ha detto Lee durante i lavori del comitato di Sicurezza voluto d’emergenza in mattinata, sottolineando la cautela sul coinvolgimento della Corea del Nord, rilanciata con forza dai media di Seul poco dopo l'affondamento e poi ridimensionata da fonti ufficiali della presidenza. Col passare del tempo, le speranze di trovare in vita i dispersi si assottigliano e il disastro si profila come uno dei più gravi della storia postbellica di Seul. Dalle ricostruzioni finora fatte, un'esplosione all'altezza dell'elica avrebbe creato un grande squarcio nello scafo, facendo colare a picco la nave con - e questa è la tragica ipotesi - molti uomini rimasti intrappolati al suo interno. Da verificare la natura dell'esplosione: se interna, dovuta ad esempio al carburante, o esterna, come siluro o missili, o addirittura legata ad altri fattori. Dall'analisi delle immagini radar al momento dell'incidente, nessuna attività militare nordcoreana, navi incluse, è stata registrata. Un'ipotesi confermata anche dal Dipartimento di Stato americano. I soccorritori della Corea del Sud continuano le ricerche, mentre solo una parte dello scafo emerge dalle acque profonde dai 10 ai 20 metri. Per il recupero della Cheonan potrebbero essere necessari dai 15 ai 20 giorni.
     
    Nucleare iraniano, Mosca tra soluzione politico-diplomatica e possibili sanzioni
    In un messaggio ai partecipanti alla Conferenza della Lega Araba (che si tiene oggi a Sirte, in Libia) il leader del Cremlino, Medvedev, ha dichiarato che la Russia vorrebbe risolvere il problema del nucleare iraniano in modo politico-diplomatico, ma che le sanzioni, pur non essendo la soluzione ottimale, non possono essere escluse. “Crediamo che la soluzione del problema nucleare iraniano dovrebbe essere perseguita esclusivamente con metodi politico-diplomatici nello stretto rispetto della carta dell'Onu”, ha detto il presidente russo. “Siamo convinti - ha proseguito - che la via dell'uso delle sanzioni non sia ottimale. Nello stesso tempo, non si può escludere lo sviluppo della situazione secondo questo scenario. Si deve capire chiaramente, tuttavia, che le sanzioni devono essere ben ponderate e non devono colpire la popolazione iraniana”.

    Iraq, Allawi ha iniziato i primi colloqui per il nuovo esecutivo
    L’ex premier sciita, Iyad Allawi, e la sua lista "laica e trasversale" hanno vinto le elezioni parlamentari irachene del 7 marzo, staccando di due seggi - 91 a 89 - il premier uscente, Nuri al Maliki. Ma al Maliki non riconosce la sconfitta, parla di risultati ancora non definitivi e valuta l’ipotesi di presentare ricorso dopo aver denunciato brogli. Ancora prima dell’annuncio dei risultati, ieri, due attentati hanno provocato oltre 50 vittime. Eugenio Bonanata ha chiesto a Ornella Sangiovanni, del sito "Osservatorio Iraq" quali scenari si aprano sulla strada verso il nuovo esecutivo di Baghdad:

    R. – Ancora prima della formazione del nuovo esecutivo, bisogna capire se la coalizione del premier Nouri al-Maliki, che ha perso, accetterà i risultati come legittimi. Bisognerà capire se effettivamente li impugnerà, se ci saranno delle reazioni della piazza. Diciamo che la situazione attuale dell’Iraq è tutt’altro che stabile. L’esito di questo voto, sia pure molto significativo, può aprire degli scenari difficilmente governabili, tanto più rischiosi quanto più adesso si apre la fase del progressivo ritiro delle unità da combattimento dell’esercito statunitense, che dovrebbero essere fuori dal Paese, per decisione di Barack Obama, entro la fine di agosto.

     
    D. – Al di là dell’esito del voto, al-Maliki ha, comunque, un importante sostegno a livello politico e sociale nel Paese...

     
    R. – Il premier uscente, Nouri al-Maliki, aveva comunque alle sue dipendenze una gran parte dei servizi di sicurezza, le forze armate e tutta una serie di clientele anche politiche. Ci sono stati dieci governatori delle province meridionali che si erano schierati a favore della sua richiesta di riconteggio dei voti, arrivando addirittura a delle velate minacce di secessione delle province del sud. Insomma, non è il caso di esagerare i rischi, però sicuramente in una situazione come quella irachena i problemi ci sono e non sono solo quelli di natura politica.

     
    Thailandia, migliaia di soldati abbandonano otto accampamenti militari
    Le cosiddette “camicie rosse” thailandesi hanno circondato la Government House di Bangkok, ordinando ai soldati di guardia di ritirarsi e tornare nelle caserme, altrimenti vi faranno irruzione. Si tratta di migliaia di manifestanti, la maggioranza dei quali sogna un ritorno di Thaksin, in autoesilio dopo essere stato deposto da un golpe nel 2006. La sede del governo è vuota perchè dall'inizio della protesta, 15 giorni fa, il premier, Abhisit Vejjajiva, ha la sua dede di lavoro in una caserma alla periferia della capitale. In ogni caso, la decisione di porre la sede sotto assedio giunge dopo la vittoria riportata oggi dai sostenitori dell'ex premier Shinawatra, che in mattinata hanno circondato otto accampamenti dei militari, costringendoli alla ritirata. Abhisit è salito al potere nel dicembre 2008 grazie a un ribaltone parlamentare.

    Domani in Italia milioni di elettori al voto 13 regioni
    In Italia, è vigilia elettorale per tredici regioni. Ieri, si è chiusa una campagna elettorale ravvivata soprattutto dalle polemiche sull’esclusione della lista del Pdl a Roma e sulle regole dell’informazione politica televisiva. Preoccupazione per una possibile ondata di astensionismo. Le sfide più importanti e delicate nel Lazio e in Piemonte. Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Può essere considerata un’occasione persa la campagna elettorale appena conclusa. Circa 41 milioni di italiani sono chiamati a votare per eleggere 13 presidenti di regione e anche 4 presidenti di provincia e 463 sindaci. Ma il confronto su temi concreti legati al territorio è stato offuscato dai soliti scontri che caratterizzano la vita politica nazionale, in particolare su giustizia e informazione. E anche le coalizioni sono nate più spesso come laboratori per le prossime elezioni politiche che come risposte ad esigenze specifiche delle singole regioni. Si vota, ricordiamo, in Piemonte, Lombardia, Veneto Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Il premier, Silvio Berlusconi, parla di nuova scelta di campo, ma sottolinea che qualunque sarà il risultato il suo governo finirà la legislatura portando avanti le riforme. Sull’altro fronte, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, afferma che in caso di successo del centrosinistra dovrà cambiare l’agenda delle priorità del governo. Ma in base a quali criteri lunedì prossimo a scrutini ultimati una coalizione potrà dire di aver vinto? Il punto di riferimento è il voto del 2005, che ha assegnato 11 regioni al centrosinistra e due - Lombardia e Veneto - al centrodestra. I leader nazionali mostrano prudenza e tengono bassa l’asticella. Per Berlusconi, vince chi governerà la maggioranza degli italiani. Bersani, da parte sua, punta a mantenere almeno sette regioni. Vuol dire che la situazione è di sostanziale incertezza. Ma dall’impegno profuso dai leader la chiave del voto sembra essere soprattutto il risultato del Lazio. Dove si affrontano due donne. Renata Polverini, leader sindacalista candidata del centrodestra, ed Emma Bonino, leader radicale candidata del centrosinistra. La Polverini ha sottoscritto il manifesto del Forum delle associazioni familiari, che impegna i candidati a sostenere politiche familiari nei Consigli e nei Governi regionali. La Bonino parla invece di interventi a favore della famiglia anagrafica e annuncia l’intenzione di riservarsi la delega sul settore sanità. Proprio a livello regionale, ricordiamo, sono ad esempio partite sperimentazioni sull’aborto chimico. In questo contesto, l’appello formulato nei giorni scorsi dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, che ha ricordato i valori non negoziabili, che fondano ogni altro valore sociale forte e sono principi cardine nelle scelte elettorali: dignità della persona, tutela della vita in tutte le sue fasi, famiglia fondata sul matrimonio, libertà religiosa ed educativa.

     
    Domani torna l'ora legale
    Alle ore 2.00 di domenica notte, 28 marzo, entrerà in vigore l'ora estiva europea, con conseguente spostamento in avanti di un’ora delle lancette degli orologi. L'ora legale resterà in vigore fino alla notte tra il 30 e il 31 ottobre. Non vi saranno cambiamenti di rilievo per il nostro Radiogiornale, che andrà in onda alle stesse ore.(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 86

     E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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