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Sommario del 16/10/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Nel segno di Giovanni Paolo II, l’incontro del Papa con il presidente polacco Komorowski
  • Sinodo. Presentata la bozza del messaggio finale: appello alla pace e al dialogo interreligioso
  • L'arcivescovo latino di Baghdad: la comunione tra i cattolici del Medio Oriente, sfida del Sinodo
  • Il Papa nomina don Massimo Palombella nuovo direttore del Coro della Cappella Sistina
  • Altre udienze e nomine
  • Concerto in Vaticano in onore del Papa alla presenza dei Padri sinodali
  • Domani in Piazza San Pietro, il Papa canonizza sei Beati. Tra loro, Mary MacKillop, prima Santa australiana
  • La Santa Sede all'Onu: il mondo sradichi la piaga dei bambini-soldato e lotti contro la malaria
  • “Una festa per la vita”: l’editoriale di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Giornata dell'alimentazione. Msf: aiuti di bassa qualità dai Paesi ricchi ai bambini malnutriti
  • Settimana sociale dei cattolici italiani: in corso le assemblee tematiche
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Messaggio dei vescovi del Friuli per la visita del Papa ad Aquileia
  • Ban Ki-moon: solo se uniti contro la fame garantiremo cibo e nutrimento a tutti
  • Il vescovo di Locri: “Riappropriamoci della sacralità del ricordo dei Santi e dei morti”
  • I cattolici tedeschi: il clima teso non favorisce l’integrazione degli immigrati in Germania
  • La diocesi di Padova promuove un percorso spirituale per separati e divorziati
  • Messico: quasi 2 milioni di fedeli alla processione della Vergine di Zapopan
  • Colombia: incontro di religiosi indigeni, evangelizzatori nelle loro comunità
  • Guinea Bissau: le Suore Ospedaliere inaugurano una scuola materna alla periferia della capitale
  • Il messaggio di Napolitano per l'appuntamento mondiale “Giovani della Pace” del Sermig
  • A Rimini la 36.ma edizione delle Giornate internazionali di studio della Fondazione Pio Manzú
  • 24 Ore nel Mondo

  • Cina ed Ecuador. Esplosioni in miniera: almeno 20 i morti
  • Il Papa e la Santa Sede



    Nel segno di Giovanni Paolo II, l’incontro del Papa con il presidente polacco Komorowski

    ◊   Nel 32.mo anniversario dell’elezione di Karol Wojtyla alla Cattedra di Pietro, Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza, in Vaticano, il presidente della Polonia, Bronisław Komorowski, con la consorte e il seguito. L’incontro è avvenuto alla vigilia della canonizzazione del Beato polacco, Stanislao Kazimierczyk. Sempre stamani, il Papa ha ricevuto il cardinale arcivescovo di Cracovia, Stanisław Dziwisz, assieme al presidente dei vescovi polacchi mons. Józef Michalik, arcivescovo di Przemyśl dei Latini e l’arcivescovo di Varsavia, mons. Kazimierz Nycz. Sull’incontro del Papa con il presidente polacco, ci riferisce Alessandro Gisotti:

    Nell’incontro tra Benedetto XVI e il presidente polacco, informa una nota della Sala Stampa vaticana, “è stata innanzitutto ricordata la felice coincidenza della visita con il 32.mo anniversario” dell’elezione di Giovanni Paolo II. Ci si è, dunque, “soffermati sull’importanza del dialogo tra Chiesa e Stato, secondo le rispettive competenze, per la promozione del bene comune”. Inoltre, è “stata ribadita la reciproca volontà” di Polonia e Santa Sede di “continuare a cooperare in maniera efficace negli ambiti di comune interesse, ad esempio nell’educazione e nella promozione dei valori fondamentali della società, e si è sottolineata l’importanza di tutelare la vita umana in tutte le sue fasi”. Infine, conclude la nota, vi è stato “uno scambio di opinioni sull’attuale situazione in Europa”.

    Dopo il colloquio in forma privata, c’è stato il momento dello scambio dei doni: il presidente Komorowski ha regalato al Pontefice un facsimile di un manoscritto musicale di Fryderyk Chopin, di cui ricorrono quest'anno i 200 anni dalla nascita. Il Papa ha ricambiato con una medaglia del Pontificato. Prima dell’incontro con il Santo Padre, il presidente Komorowski ha partecipato stamani ad una Messa celebrata nelle Grotte vaticane, presso la Tomba di Giovanni Paolo II. La celebrazione è stata presieduta dal presidente della Conferenza episcopale polacca, mons. Michalik, mentre l'omelia della Messa è stata pronunciata dal cardinale di Cracovia, mons. Dziwisz, già segretario personale di Karol Wojtyla. Al termine della Messa, il capo dello Stato e la consorte si sono inginocchiati in preghiera dinanzi alla Tomba del Pontefice polacco e vi hanno deposto un mazzo di fiori bianchi e rossi, colori della Polonia.

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    Sinodo. Presentata la bozza del messaggio finale: appello alla pace e al dialogo interreligioso

    ◊   Un appello alla pace ed un invito al dialogo interreligioso: queste, in generale, le linee-guida della bozza del Messaggio finale, presentata stamani dal Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, in corso in Vaticano sul tema della “comunione e testimonianza”. Il documento, ancora provvisorio, è stato letto in Aula da mons. Cyrille Bustros, e da mons. William Shomali, rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione sinodale per il Messaggio. La bozza del documento verrà poi esaminata, riveduta e sottoposta al voto dell’Aula sinodale venerdì prossimo. Il servizio di Isabella Piro:

    È un lungo appello la bozza del Messaggio presentata dal Sinodo: un appello ai fedeli perché perseverino nelle difficoltà e si impegnino nella testimonianza dell’amore di Dio, un appello a proseguire la via del cammino ecumenico, un appello agli ebrei nel dialogo ed ai musulmani, nel lavorare insieme per garantire i diritti umani e la dignità della persona. La bozza del Messaggio lancia anche un richiamo ai politici del Medio Oriente perché si sforzino di favorire la sicurezza sociale, la stabilità politica, la fine della corsa agli armamenti. Anche la comunità internazionale viene chiamata in causa perché lavori per la giustizia e la pace nella regione mediorientale, perché si ponga fine alla guerra in Iraq e al conflitto israelo-palestinese, si promuova il rispetto della libertà di culto e di coscienza. E un pensiero va anche ai cristiani migranti, affinché portino nel mondo la loro fede e la loro cultura, guardando al futuro con fiducia e gioia. Infine, la bozza del Messaggio affida a Maria, Regina della pace, il cammino del Sinodo.

    Ieri pomeriggio, invece, l’Aula sinodale ha riflettuto sull’importanza di un’educazione basata sulla libertà. In una società composta da una pluralità di religioni, questo tipo di educazione, hanno detto i Padri sinodali, è una questione capitale per raggiungere una convivenza armoniosa. La formazione delle generazioni future sia centrata sul rispetto della fede e della coscienza perché solo così il dialogo sarà costruttivo ed efficace. Ribadita quindi l’importanza delle istituzioni culturali cattoliche, aperte anche a studenti di altre religioni, poiché la Chiesa è un garante della libertà. Le religioni possono vivere insieme nonostante le ferite, afferma il Sinodo, le chiese e le moschee si aprano davanti a tutti e siano uno spazio di riconciliazione e di perdono. Essenziale poi la questione delle vocazioni, che va esaminata con attenzione, guardando alla qualità più che alla quantità e senza scoraggiarsi, perché spesso la chiamata del Signore arriva più numerosa là dove i fedeli vivono le situazioni più dure, come nel caso del Seminario patriarcale caldeo di Baghdad.

    E proprio da un Paese tormentato come l’Iraq arrivano segnali incoraggianti: l’Aula sinodale sottolinea, infatti, come i caldei cattolici della Mesopotamia vivano pacificamente con i musulmani dell’area, in un contesto di rispetto e stima per le istituzioni e le opere ecclesiastiche, nonostante le situazioni politiche e l’emigrazione. Infine, qualche suggerimento: indire un Congresso generale panarabo dedicato alla formazione dei giovani, fondare centri specializzati nell’orientamento delle famiglie e vivere l’emigrazione come espansione missionaria.

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    L'arcivescovo latino di Baghdad: la comunione tra i cattolici del Medio Oriente, sfida del Sinodo

    ◊   L’Europa è debitrice del Medio Oriente: da lì infatti è arrivata la luce di Cristo oltre duemila anni fa. Ne hanno parlato in questi giorni i Padri sinodali denunciando nel contempo come molti cristiani oggi stiano abbandonando la Terra di Gesù e dei primi discepoli. Al fine di incoraggiare la presenza cristiana, è stato indicato come prioritario il rafforzamento della comunione ecclesiale tra le Chiese orientali cattoliche. Su questi temi si sofferma al microfono di Paolo Ondarza, mons. Jean Benjamin Sleiman, arcivescovo di Baghdad dei Latini:

    R. – La comunione è un problema difficile, perché in Medio Oriente le società, i gruppi hanno una mentalità molto lontana. La nostra vita è piena di cose che vanno nel senso contrario della comunione. Questo non vuol dire che non si possa essere amici: ci si incontra; ma quando si arriva alle cose essenziali c’è una specie di autodifesa. Quindi proporre oggi il problema della comunione, è profetico.

    D. – Ritiene che questo Sinodo stia dando risposte all’esigenza di una comunione tra i cattolici in Medio Oriente?

    R. – Certamente darà le risposte. Bisogna sperare che queste risposte vengano prese sul serio. Siamo tutti ridotti nel numero, siamo tutti esausti dai problemi; l’unità non risolverà tutti i nostri problemi con gli altri, ma almeno risolverà i problemi tra di noi.

    D. – Si potrebbe iniziare – è stato suggerito – dall’unificare le feste cristiane, in particolare il Natale e la Pasqua. Lei crede che questo potrebbe essere un primo passo raggiungibile?

    R. – Se veramente c’è armonia tra fede e ragione, è sicuramente raggiungibile. Perché alla fine, è un problema scientifico: misurare il tempo. Chi vuole il Calendario giuliano, chi vuole l’altro … Oggi magari possiamo fare un altro Calendario: sarà un segno importante, ma non risolverà tutto il resto!

    D. – I cristiani stanno abbandonando la Terra di Gesù, la Terra da cui è partito il Vangelo ed è arrivato fino all’Europa, fino al mondo occidentale. Ecco, oggi l’Europa che cosa può fare? Si è detto che ha un debito nei confronti del Medio Oriente…

    R. – L’Europa ha ereditato il cristianesimo, ma lo ha restituito. Spero che non lo perda, perché le radici cristiane dell’Europa sono talmente profonde, talmente presenti ovunque che solo i ciechi possono non volerle vedere. Comunque, l’Europa ha preso ma ha anche restituito. I grandi Santi del mondo … San Francesco d’Assisi, dove se ne può trovare uno simile? San Domenico, Santa Teresa di Gesù … Forse oggi bisogna incoraggiare i cristiani a rimanere. Incoraggiare vuol dire anche aiutare, ma forse anche condividere, andare a vivere sul posto.

    D. – Quindi lei crede che invece un’immigrazione europea in Medio Oriente potrebbe portare nuova freschezza…

    R. - Sì, sì, ma anche all’Europa. Vedo che alcuni europei, quando vengono in Medio Oriente, amano molto i Paesi. Per esempio, in Iraq, alcuni francesi ed anche alcuni italiani mi dicono questo Paese, più di quanto possa amarlo io.

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    Il Papa nomina don Massimo Palombella nuovo direttore del Coro della Cappella Sistina

    ◊   Benedetto XVI ha nominato maestro direttore della Cappella Musicale Pontificia, denominata "Cappella Sistina", il sacerdote salesiano Massimo Palombella, docente presso la Pontificia Università Salesiana, fondatore e direttore del Coro Interuniversitario di Roma. Don Palombella, che succede a mons. Giuseppe Liberto - alla guida della Sistina dal 1997 - è nato a Torino il 25 dicembre di 43 anni fa. Ordinato sacerdote per la Congregazione Salesiana il 7 settembre 1996, ha compiuto gli studi di filosofia e teologia, conseguendo il Dottorato di Ricerca in Teologia Dogmatica, e gli studi musicali con i maestri Luigi Molfino, Valentín Miserachs Grau, Gabriele Arrigo e Alessandro Ruo Rui, diplomandosi in Musica Corale e Composizione. Fondatore e maestro direttore del Coro Interuniversitario di Roma, lavora nella pastorale universitaria della diocesi di Roma dal 1995. E' docente alla Pontificia Università Salesiana in Urbe, presso la Facoltà di Teologia, di Escatologia e di Musica e Liturgia; ed al Conservatorio "Guido Cantelli" di Novara, nel biennio di specializzazione in Musica Sacra, di Composizione per la Liturgia, Polifonia Romana e Legislazione della Musica Sacra. Inoltre è stato docente di Linguaggi della Musica all'Università "La Sapienza" di Roma; al Conservatorio di Torino e al Pontificio Istituto di Musica Sacra in Urbe ha insegnato Liturgia. Dal 1998 dirige la Rivista di Musica per la Liturgia "Armonia di Voci", dell'Editrice Ldc. E' membro, in qualità di esperto, della Consulta dell'Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana. Dal 1995 è stato maestro di musica di tutti gli incontri del Papa con la Cultura Universitaria. Recentemente ha curato la veglia di chiusura dell'Anno Sacerdotale in Piazza San Pietro, in collaborazione con le Orchestre della Provincia e del Conservatorio di Bari. Con il Coro Interuniversitario di Roma ha al proprio attivo numerosi concerti in Italia e nel mondo ed un'ampia serie di registrazioni in Cd e Dvd.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

    Il Papa ha nominato vescovo di Minas (Uruguay) il rev. Jaime Rafael Fuentes, del clero della Prelatura personale dell’Opus Dei, finora docente nella Facoltà di Teologia dell’Uruguay Mons. Mariano Soler. Il rev. Jaime Rafael Fuentes è nato il 2 marzo 1945 a Montevideo. Ha compiuto gli studi primari e secondari nel Collegio-Liceo Santa Maria nella Capitale e nell’Instituto Uruguayo de Estudios Preparatorios. Successivamente si è recato in Spagna dove ha ottenuto il diploma di giornalista nell’Università di Navarra. Ha compiuto gli studi di Filosofia e Teologia nello "Studio Generale" dell’Opus Dei in Spagna e nel Collegio Romano della Santa Croce in Roma. Ha conseguito il Dottorato in Teologia nell’Università di Navarra. È stato ordinato sacerdote il 5 agosto 1973 e si è incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei. È stato membro di vari Organismi ecclesiali: della Commissione Dottrinale della Conferenza Episcopale dell’Uruguay, della Commissione Dottrinale dell’arcidiocesi di Montevideo, membro del Sinodo arcidiocesano di Montevideo, e membro della Società Uruguaiana de Teologia.

    Il Papa ha nominato membri della Congregazione per la Dottrina della Fede i cardinali: Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi; e inoltre mons. Angelo Amato, arcivescovo tit. di Sila, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e mons. Kurt Koch, arcivescovo-vescovo emerito di Basilea, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

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    Concerto in Vaticano in onore del Papa alla presenza dei Padri sinodali

    ◊   Un concerto in onore del Papa, e alla presenza dei Padri sinodali, viene offerto oggi alle 18.00 dal direttore d’Orchestra e compositore Enoch zu Guttenberg, nell’Aula Paolo VI in Vaticano. In programma, la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, diretta dallo stesso Guttenberg e interpretata dalla Comunità Corale di Neubeuern, dall’Orchestra KlangVerwaltung e dai solisti: Susanne Bernhard, soprano; Gerhild Romberger mezzosoprano; il tenore Reto Rosin, e Yorck Felix Speer, basso. La nostra emittente seguirà l’evento a partire dalle 17.50.

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    Domani in Piazza San Pietro, il Papa canonizza sei Beati. Tra loro, Mary MacKillop, prima Santa australiana

    ◊   Benedetto XVI celebrerà, domani mattina in Piazza San Pietro, la solenne Messa di canonizzazione di 6 Beati. Sono attesi 50 mila fedeli provenienti in particolare da Polonia, Canada, Spagna, Australia ed Italia. Saranno inoltre presenti delle delegazioni ufficiali dai Paesi dei nuovi Santi. Si tratta di figure straordinarie, vissute in tempi e luoghi diversi, ma uniti nel testimoniare con fede, speranza e carità il messaggio salvifico del Vangelo. La celebrazione della Messa sarà seguita in radiocronaca diretta dalla nostra emittente a partire dalle 9.50. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    (musica)

    “Credi in ciò che Dio sussurra al tuo cuore. Credi in Lui. Credi nel potere dello Spirito dell’amore”: si può riassumere in queste sue parole la vita e l’opera straordinaria di Mary MacKillop, la prima Santa australiana, fondatrice della Congregazione delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore. In una terra ancora aspra come l’Australia del XIX secolo, la futura Santa si impegnò in modo instancabile per i più poveri e in particolare per offrire educazione a tutti i bambini bisognosi. La giovane religiosa, che nel 1867 prese il nome di Maria della Croce, superò con fiducia e spirito di obbedienza, le malattie che l’affliggevano e le incomprensioni all’interno della Chiesa che arrivarono fino alla scomunica temporanea da parte del vescovo di Adelaide. Nel luglio del 2008, durante la Gmg di Sydney, Benedetto XVI ha riconosciuto che “il suo appello per la giustizia in favore di coloro che venivano trattati ingiustamente e il suo esempio di santità sono diventati una fonte di ispirazione per tutti gli australiani”.

    Figlio della Polonia, il Beato Stanislao Kazimierczyk, sacerdote dell'Ordine dei canonici regolari lateranensi, visse nel XV secolo a Cracovia. Umile, paziente e pieno di zelo, il nuovo Santo, molto amato da Giovanni Paolo II, fu un educatore di giovani religiosi. Apostolo dell'Eucaristia, nella sua vita si contraddistinse inoltre per l’attenzione verso i poveri e per la diligenza con la quale preparava le sue omelie, che gli procurarono una grande stima dei fedeli e frutti in abbondanza. Esempio di Santo della carità è il religioso canadese André Alfred Bessette, vissuto tra il XIX e XX secolo. Rimasto orfano di entrambe i genitori quando era ancora un bambino, fu accolto dalla Congregazione di Santa Croce. A Fratel Bessette venne affidato l'incarico di portiere del collegio di Nostra Signora delle Nevi, vicino Montreal. In questo umile servizio, il Beato Bessette seppe accogliere e consolare i poveri, gli afflitti, i malati. Un servizio di carità straordinario che raggiunse il cuore di una moltitudine di persone: al suo funerale, nonostante il freddo dell’inverno canadese, un milione di persone si recò a rendergli l’estremo saluto.

    Nello stesso periodo, in Spagna, visse la Beata Candida Maria di Gesù Cipitria y Barriola, che, nonostante fosse semi-analfabeta, umile e priva di risorse economiche, riuscì a fondare la Congregazione delle Figlie di Gesù, particolarmente impegnata nell’opera di formazione cristiana dei fanciulli. Una Congregazione presente oggi in 17 Paesi di quattro continenti. Figura di intensa spiritualità, ebbe sempre fiducia nel Signore. Amava ripetere: “Quanto maggiore è la mia miseria, tanto più spero nella misericordia di Dio”.“Donna profeta della nuova evangelizzazione” è l’appellativo con cui si distingue l’intuito vocazionale e carismatico della religiosa Giulia Salzano, figlia della Campania dell’Ottocento. Per la sua costante preoccupazione di far passare, attraverso l’insegnamento e la testimonianza, la dottrina e la vita di Cristo, fondò la Congregazione delle “Suore catechiste del Sacro Cuore”. Della nuova Santa, Benedetto XVI ha detto: “Lasciamoci catechizzare ancora una volta da colei che ha fatto della sua vita, una vita per la catechesi”.

    Marchigiana, vissuta nel XV secolo, è infine la Beata Battista Camilla da Varano, nella quale troviamo in splendida armonia misticismo e carità. Monaca clarissa, la nuova Santa scrisse nel corso degli anni diversi testi di letteratura mistica che per la loro levatura furono apprezzati anche da personalità come San Filippo Neri. Tante le prove che sopportò nella sua vita, in particolare l’aridità dell’anima che durò cinque anni, in cui sperimentò il silenzio di Dio. Accolse la sua morte, dopo 43 anni trascorsi nell’intimità claustrale, con l’ansia di uscire “dal carcere del corpo per essere con Cristo”.

    Sulle figure e l’eredità spirituale dei nuovi Santi si sofferma, ai nostri microfoni, l’arcivescovo Angelo Amato. Intervistato da Roberta Gisotti, il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, muove nella sua riflessione dal miracolo del Beato Stanislao Kazimierczyk, che guarì dalla cecità il conte Pietro Komorowski:

    R. - Anzitutto diciamo che la fama di santità di Stanislao Kazimierczyk si è conservata viva in Polonia, soprattutto a Cracovia, fino ad oggi. Come sacerdote fu un apostolo tutto dedito alla predicazione e al servizio dei poveri e degli infermi. Il suo miracolo, che ha dello strepitoso, è ben testimoniato e accuratamente descritto nella documentazione medica del tempo. I medici del tempo – ha affermato recentemente il Presidente della Commissione medica della nostra Congregazione – non solo erano bravi ma erano anche molto scrupolosi e annotavano minutamente tutto.

    D. - Cosa ci può dire degli altri?

    R. - Il Beato Andrea Bessette, morto a Montréal nel 1937, fu un religioso laico, molto devoto di San Giuseppe al quale fece erigere un santuario, che ebbe in custodia per tutta la sua vita. Animato da grande carità e da profondo spirito di preghiera, il nostro Beato visitava i malati e li confortava, esortandoli a nutrire una fiduciosa devozione al santo Patriarca.

    D. - Tra i nuovi Santi c’è anche un’Australiana, Maria della Croce MacKillop. Cosa ci può dire di lei?

    R. - Figlia di emigrati cattolici scozzesi, divenne insegnante di scuola. Preoccupata dell’educazione dei bambini poveri, a tale scopo fondò una congregazione religiosa. Le Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore di Gesù ebbero subito una grande diffusione in Australia e altrove ancora oggi sono presenti in trecentoquaranta opere. La figura di educatrice santa della MacKillop è vivissima in quel continente, soprattutto mediante l’opera delle sue numerose figlie spirituali.

    D. - Anche la Beata Candida Maria di Gesù è, come la MacKillop, una fondatrice...

    R. - Sì. Si tratta di una spagnola, fondatrice della Congregazione delle Figlie di Gesù per l’educazione dell’infanzia e della gioventù bisognosa. È anch’essa fondatrice l’italiana Giulia Salzano, nata a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, la quale fondò un istituto femminile, la Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore, il cui apostolato è la formazione delle giovani generazioni mediante la catechesi. Invece, l’altra italiana, la nobile Battista Varano, nata a Camerino nel 1458, è una clarissa, fondatrice di un monastero del quale fu badessa fino alla sua morte, avvenuta nel 1524. Oltre che una Santa monaca, la Varano fu una grande mistica, distinguendosi per la liricità e la profondità spirituale dei suoi scritti.

    D. - Cosa ci dice a conclusione?

    R. - La santità è sempre presente nella Chiesa, in ogni parte del mondo. Battezzati Santi continuano ad essere ancora oggi una buona notizia per la Chiesa e per la società civile, beneficate a piene mani non solo da loro esempio ma anche dalle loro imprese caritative.

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    La Santa Sede all'Onu: il mondo sradichi la piaga dei bambini-soldato e lotti contro la malaria

    ◊   Due interventi, uno sulla tutela dei bambini dai conflitti armati e l’altro sulla lotta internazionale alla malaria, hanno impegnato giovedì scorso l’osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite di New York, l’arcivescovo Francis Chullikatt. Sulle principali affermazioni del presule riferisce in questo servizio Alessandro De Carolis:

    Un milione di persone che ogni anno muoiono infettate dalla malaria, quasi tutte in Africa. Un quarto di milione di bambini costretti a sparare e uccidere, invece che “combattere” dietro a un pallone. Due quadri della miseria del mondo, che chiedono al mondo attenzione e aiuto. A entrambi mons. Chullikatt ha dedicato la sua analisi e testimoniato la preoccupazione e l’impegno della Santa Sede per ridimensionare l’impatto di entrambi le piaghe. Parlando dei minorenni coinvolti in conflitti armati, l’osservatore vaticano ha intanto richiamato tutti gli Stati che non lo hanno ancora fatto “a promuovere la tutela giuridica dei bambini e degli adolescenti”, ratificando o aderendo ai Protocolli opzionali della Convenzione sui diritti dell’infanzia, quelli che – approvati nel 2000 – riguardano oltre al coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, la vendita di minori, la prostituzione e la pornografia infantile. Minacciati con la reclusione e la morte, o con la rappresaglia contro le loro famiglie, questi giovani, ha detto il presule, subiscono gravi violazioni. Di fronte a ciò, ha insistito, “gli Stati devono facilitare il necessario dialogo con le parti competenti in modo che questi crimini scioccanti cessino per sempre". Un elogio del rappresentante pontificio è andato alla Comunità di Sant’Egidio e a Caritas Internationalis, due delle numerose organizzazioni cattoliche che si spendono per salvare i bambini dai conflitti armati, e parole di apprezzamento sono state rivolte anche alla rappresentante Onu in materia, Radhika Coomaraswamy. Incoraggiando poi quei bambini e quei giovani “la cui innocenza e la dignità umana – ha detto – sono state ferite dalla crudeltà del mondo degli adulti", mons. Chullikatt ha esortato tutte le parti in causa a lavorare insieme "per assicurare l'amore, la cura e l'assistenza" a coloro che sono stati maltrattati e a "promuovere un mondo di speranza, dove questi bambini – ha affermato – possano perseguire i loro sogni e le aspirazioni di un futuro libero da violenza e spargimenti di sangue".

    Sempre giovedì scorso, prima della plenaria della 65.ma sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dopo aver incoraggiato gli sforzi in corso per sradicare la povertà e promuovere la crescita e lo sviluppo sostenibile nei Paesi africani, l’osservatore vaticano ha espresso particolare gratitudine per la relazione sulla malaria e sui notevoli progressi conseguiti nel controllo della malattia nel corso dell'ultimo decennio. Tuttavia, ha osservato, è necessario incentivare l'assistenza alle donne in gravidanza, ai bambini non nati e ai giovani a rischio di contagio, nonché rendere accessibile il test diagnostico a coloro che sono affetti dal morbo, fornendolo “a prezzi accessibili, sicuri e, se necessario, anche gratuitamente”. Di fronte al novanta per cento del milione di decessi annuali a causa della malaria che si verificano in Africa, quasi un terzo di tutti i casi diagnosticati, “la nostra attenzione – ha asserito mons. Chullikatt – deve rimanere concentrata sul trattamento, sulla prevenzione e la ricerca”. Le risorse, ha concluso, devono continuare a essere assegnate alla ricerca per vaccini e medicine a che abbiano prezzi accessibili.

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    “Una festa per la vita”: l’editoriale di padre Lombardi

    ◊   Il mondo intero ha gioito in questi giorni per il salvataggio dei 33 minatori cileni, intrappolati per 70 giorni a 700 metri di profondità. Una storia straordinaria, che ci spinge a riflettere sul valore sacro della vita umana. Ecco la riflessione al riguardo del nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per “Octava Dies”, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Diversi giorni fa un giovane cileno alla fine di un'udienza aveva dato al Papa una bandiera del Cile che recava le firme autentiche dei 33 minatori. Il Papa l'ha tenuta esposta nel suo appartamento, ricordando ogni giorno nella preghiera quegli uomini fino al momento della loro liberazione, finalmente avvenuta. Si dice che oltre un miliardo di persone abbiano seguito appassionatamente le fasi della liberazione, dopo aver partecipato nei due mesi scorsi alle preoccupazioni e alle speranze dei minatori, delle loro famiglie, dei soccorritori e di tutto il Cile. La liberazione è quindi una grande festa. E' bello che in tutto il mondo ci si sappia interessare così intensamente all'impresa straordinaria compiuta per salvare alcune vite umane. Viene alla luce la consapevolezza del valore della vita, e la potenza dei media ha permesso all'umanità di partecipare allo sforzo in suo favore. Bene. Mentre ci rallegriamo per il nuovo orizzonte di vita dei 33, sullo sfondo rimane il nostro ricordo per gli innumerevoli minatori che nelle diverse parti del mondo hanno avuto o avranno un destino diverso in seguito a disgrazie e a condizioni insicure di lavoro. Rimane il pensiero per le tantissime vite umane che muoiono dimenticate o non apprezzate nel loro valore. L'impegno meraviglioso di intelligenza e di passione per salvare 33 vite non va moltiplicato per salvarne tantissime altre? I media non devono continuare a far partecipare il mondo all'impegno per la vita?

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il Padre rimosso: in prima pagina, un fondo di Claudio Risé su pulsioni e violenza.

    Nell'informazione vaticana, i lavori sinodali.

    Sulla canonizzazione di sei Beati, domani, intervista di Nicola Gori all'arcivescovo Angelo Amato e un articolo dell'arcivescovo di Sidney, cardinale George Pell, sulla prima Santa australiana, Mary MacKillop: una leader eccezionale.

    Disarmo, sicurezza e sviluppo dei popoli: nell'informazione internazionale, intervento della Santa Sede all'Onu.

    In cultura, una articolo di Antonio Paolucci dal titolo "Bronzino e la squisita contraddizione": in mostra a Palazzo Strozzi il raffinato connubio di simbolismo e realismo di Agnolo di Cosimo.

    Homer e Bart sono cattolici: Luca M. Possati sui Simpson e la religione.

    Il Papa non si compra: su "La Civiltà Cattolica" il tentativo ordinato da Cavour nel 1861.

    La medaglia ufficiale di Benedetto XVI, per il sesto anno di pontificato.

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    Oggi in Primo Piano



    Giornata dell'alimentazione. Msf: aiuti di bassa qualità dai Paesi ricchi ai bambini malnutriti

    ◊   Sono 925 milioni le persone che nel mondo vivono in uno stato cronico di fame e malnutrizione. Un dato inaccettabile, ha denunciato ieri il direttore generale della Fao Diouf. Un bilancio figlio di una solidarietà ancora carente, ha sottolineato il Papa sempre ieri nel suo messaggio per l’odierna Giornata mondiale dell’alimentazione. Ma c’è un dato che sconvolge ancor di più, rilevato da Medici senza Frontiere e Comunità di Sant’Egidio. Sono 195 milioni i bambini colpiti da malnutrizione, perché i maggiori donatori internazionali, tra i quali Stati Uniti, Canada, Giappone e Unione Europea, forniscono aiuti alimentari di bassa qualità. E’ urgente, dunque, riformare gli aiuti alimentare internazionali per combattere la malnutrizione. Francesca Sabatinelli ha intervistato Gianfranco De Maio, responsabile medico di Medici senza Frontiere-Italia:

    R. - La malnutrizione non è la fame. La malnutrizione è una malattia che deriva dal fatto che non c’è un apporto proteico necessario per costruire gli organi, per sviluppare il sistema nervoso e il sistema immunitario. I bambini, fino ai cinque anni, hanno bisogno di proteine di origine animale, ma purtroppo gli aiuti alimentari sono invece basati su farine - quindi cereali e cioè energia, ma non proteine - arricchite di vitamine e minerali, i quali però in assenza di proteine non funzionano.

    D. - Quindi queste miscele per i bambini entro i due anni di vita sono deleterie…

    R. - E’ come dare acqua e pane che riempiono sì lo stomaco, ma non permettono l’assorbimento, per esempio, di sostanze che sono necessarie allo sviluppo. I bambini fino a cinque anni di età, e in modo particolare fino a tre anni, hanno necessità di proteine di origine casearia e quindi derivate del latte.

    D. - Quali patologie si sviluppano?

    R. - L’essere più esposti alle malattie infettive, perché non sviluppandosi il sistema immunitario c’è una immunodeficienza e malattie semplici, come può essere il morbillo è il main-killer in Africa. Sappiamo anche che le malattie croniche non si curano soltanto con farmaci specifici, perché se non c’è una alimentazione adeguata non si guarisce.

    D. - La denuncia di Msf è proprio quella che i maggiori donatori internazionali forniscono aiuti alimentari di bassa qualità ai bambini malnutriti. Cosa c’è dietro: una cattiva intenzione o tanta ignoranza?

    R. - C’è ignoranza ed arretratezza culturale. Le grandi carestie del passato erano giustamente affrontate con i sacchi di farina, ma questo perché le proteine del latte sono deperibili e quindi come si facevano a conservare? Da dieci anni, però, utilizzando delle creme - del tipo di quelle che poi abbiamo tutti quanti in dispensa e che sono a base di sostanze come la cioccolata o il burro di arachidi - che contengono proteine del latte possono essere distribuite ovunque, anche nelle campagne dell’India, anche nel Sahel. I bambini con queste creme possono recuperare e fare una vita normale. E’ vero però che anche l’arretratezza culturale è vera fino a un certo punto, perché tutti i programmi di supporto - ad esempio quelli delle scuole materne - e i programmi alimentari sono basati su questa conoscenza. Quello che scandalizza allora è il doppio standard: perché i bambini europei, americani e giapponesi hanno un certo tipo di alimentazione, mentre questi stessi Paesi forniscono aiuti con una alimentazione che non è di qualità? Questo non è accettabile!

    D. - Quali sono le situazioni che più preoccupano?

    R. - Le zone storicamente più a rischio sono rappresentate dall’Asia meridionale e quindi l’India, il Bangladesh, il Pakistan e l’Afghanistan e - come sempre - l’Africa sub-sahariana. Noi siamo da sei anni particolarmente impegnati nel Niger, perché costituisce un caso-chiave, dove la malnutrizione è diffusissima e soprattutto nelle zone più fertili del Paese. Questo è il vero dramma, perché noi vediamo le spighe di miglio belle alte e i bambini malnutriti. Ai capi di governo occidentali non chiediamo soldi in più, ma chiediamo che quello che doverosamente deve essere investito per la lotta alla malnutrizione, sia investito in maniera sensata e non facendo passare degli accordi commerciali sottobanco per cui, comunque, questa sovrapproduzione in alcuni Paesi di cereali viene poi spesa distribuendoli un po’ ai poveri del mondo. Questo è una carità che non guarisce!

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    Settimana sociale dei cattolici italiani: in corso le assemblee tematiche

    ◊   Mentre Reggio Calabria attende lunedì l’arrivo di un’ottantina di militari che inizieranno ad occuparsi della sorveglianza degli obiettivi sensibili a partire dalla sede della Procura della Repubblica della città, proseguono con le assemblee tematiche i lavori della 46.ma Settimana sociale dei cattolici italiani che si concluderà domani pomeriggio nel teatro comunale del capoluogo calabrese. Da Reggio Calabria, il servizio del nostro inviato Luca Collodi:

    Lavoro, impresa, mobilità sociale, riforme istituzionali, ma anche la presenza dei cattolici nelle Istituzioni italiane, sono temi al centro di una serie di assemblee tematiche in corso a Villa San Giovanni. Per il prof. Michele Tiraboschi, docente di Diritto del Lavoro all’Università di Modena e Reggio Emilia, il dibattito pubblico sui temi del lavoro provoca vere e proprie lacerazioni nel tessuto della rappresentanza politica e sindacale. “Lacerazioni che faticano a comporsi ma che, non di rado, sembrano oggi aumentare un accresciuto disagio sociale e la progressiva perdita di autorevolezza e credibilità delle forze politiche e delle istituzioni”. Tiraboschi individua nel completamento della riforma del lavoro richiesta dal mercato la possibilità di far emergere il lavoro nero che occupa milioni di lavoratori in Italia. Ma, ammonisce, non si può dare solo flessibilità, utile all’ingresso nel mondo del lavoro, senza strumenti di garanzia per i lavoratori. Nei 5 tavoli tematici in corso a Villa San Giovanni, le associazioni parlano al ritmo di tre minuti l’una. Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, rilancia la famiglia come punto di partenza per nuove politiche del lavoro e del fisco. E’ il tema del quoziente familiare richiesto a gran voce dal mondo cattolico ma che non trova concrete vie parlamentari che vadano oltre generiche promesse politiche. Famiglia, che nella crisi economica attuale, rappresenta la più importante risorsa sociale, che ha limitato i danni per l’Italia, funzionando come ammortizzatore sociale per il Paese. Dal pomeriggio torna l’assemblea plenaria al teatro comunale di Reggio e domani le conclusioni. Ma tra i delegati, oltre un migliaio provenienti dalle diocesi italiane, si nota la scarsità di notizie sulla stampa quotidiana italiana del dibattito in corso alla Settimana sociale. Un dibattito che tende la mano in modo positivo alla costruzione del bene comune per il futuro della nazione.

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 29.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Gesù, per spiegare la necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai, racconta la parabola del giudice disonesto interpellato da una vedova che chiede giustizia. Il giudice, pur non temendo Dio, accontenta la vedova per non essere più importunato. Gesù conclude:

    “E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    Oggi nella parabola c’è di scena un magistrato arrogante che si crede libero di fare come gli pare e di fronte a lui sta una povera vedova, che ha solo il coraggio della disperazione. Un braccio di ferro reciproco fra il giudice spavaldo e l’emblema della debolezza: eppure alla fine la donna con la sua insistenza, certa del suo diritto, lo costringe a piegarsi e a pronunciare la sentenza giusta. Certo, è un po’ imbarazzante sentire che Dio è paragonato a questo giudice cinico. Ma il vero senso della parabola è tutt’altro: è la perseveranza, la costanza e la fedeltà nella preghiera. Frutto di una fiducia certa nella bontà di Dio: perché anche se all’apparenza il cielo è chiuso e nessuno viene in soccorso, Dio non mancherà di soccorrere al momento che lui giudica opportuno. La sua paternità non è arroganza, ma benevolenza e vicinanza. Ma non confondiamo esaudimento con risposta automatica ad ogni nostra richiesta. Perché spesso le nostre richieste sono anche infantili e meschine. La fede non si deve confondere con la pretesa di grazie e miracoli a cascata. Fede e preghiera si fondano su un rapporto fiducioso con Colui che sappiamo che ci ama.

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    Chiesa e Società



    Messaggio dei vescovi del Friuli per la visita del Papa ad Aquileia

    ◊   La visita pastorale che il 7 e l’8 maggio 2011 Benedetto XVI compirà a Venezia e ad Aquileia “costituirà motivo di incoraggiamento e di conforto per tutte le Chiese del Nordest che si stanno già preparando ad un convenire sinodale nel 2012 per narrare la fatica e la gioia dell’annuncio cristiano in queste nostre terre, già raggiunte dall’evangelizzazione della Chiesa aquileiense”. È quanto scrivono i vescovi Dino De Antoni, Andrea Bruno Mazzocato, Giampaolo Crepaldi e Ovidio Poletto, titolari delle diocesi di Gorizia, Udine, Trieste e Concordia-Pordenone, in un messaggio alle rispettive comunità, a pochi giorni dall’annuncio della visita del Pontefice e mentre è iniziato il percorso di preparazione al secondo convegno di Aquileia, in programma nel 2012. Nel rammentare che la patriarcale basilica di Aquileia è “memoriale ed icona dell’evangelizzazione dei nostri popoli” – rileva il Sir - i presuli affermano: “Come vescovi delle quattro diocesi del Friuli Venezia Giulia vorremmo che l’incontro con Benedetto XVI ad Aquileia” costituisse “la felice occasione per confermare il nostro serio impegno di annuncio di Gesù Cristo e del Suo Vangelo di salvezza agli uomini e alle donne che vivono immersi in un clima culturale e sociale che rende incerto e faticoso il loro cammino” per il “progressivo venir meno delle fede e della speranza cristiane”. Un annuncio tanto più importante giacché, secondo i presuli, gli uomini e le donne di oggi sono spesso “pericolosamente privi di quei punti di riferimento che hanno permesso alle generazioni passate di scrivere pagine gloriose di impegno e dedizione missionari e di promozione civile”. “Ciascuna delle nostre Chiese – si legge ancora nel documento - sente impellente il richiamo ad essere” loro accanto “per offrire il gioioso messaggio di speranza del Vangelo cristiano della salvezza e della liberazione”. Di qui l’invito ai sacerdoti “a preparare le loro comunità con una rinnovata scoperta della fede cristiana, ricordando le nostre origini cristiane che si sono sviluppate nella fondazione del Patriarcato attraverso i due canali Aquileia-Venezia, portando il cristianesimo fino al Danubio”. Ad Aquileia per l’incontro con il Papa sono stati invitati tutti i rappresentanti delle diocesi del Nord-Est, di Slovenia, Croazia ed Austria nate da quella celebre Chiesa madre “per rendere visibili – concludono i vescovi del Friuli - i vincoli fraterni che ad essi ci legano”.

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    Ban Ki-moon: solo se uniti contro la fame garantiremo cibo e nutrimento a tutti

    ◊   “Per molti, oggi non è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. E’ un altro Giornata Senza Cibo”: è quanto scrive il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon nel suo messaggio per l’odierna giornata dedicata a non dimenticare che “nonostante il numero di chi rischia di morire di fame sia diminuito rispetto alla cifra record di oltre un miliardo dello scorso anno, ci sono ancora 925 milioni di persone affamate al mondo. Ci viene continuamente ricordato – afferma Ban - che i sistemi di produzione e distribuzione alimentare non funzionano in modi che garantiscano cibo ai membri più vulnerabili della nostre società. Il traguardo sulla fame fissato nel primo degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio – dimezzare il numero di chi soffre la fame entro il 2015 – è fondamentale per raggiungere tutti gli altri obiettivi. Quando le persone hanno fame, non riescono a spezzare le catene paralizzanti della povertà, e sono più vulnerabili a malattie infettive. Quando i bambini hanno fame, non crescono, non imparano e non si sviluppano. Solo quest’anno – prosegue il messaggio - milioni di persone sono state trascinate in uno stato di indigenza e fame a causa del terremoto ad Haiti, della siccità nel Sahel e delle alluvioni in Pakistan. La crisi alimentare e finanziaria continua a penalizzare i più vulnerabili al mondo. I prezzi del cibo rimangono instabili e hanno raggiunto il punto più alto degli ultimi due anni. Il tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione di quest’anno, ‘Uniti Contro la Fame’ – osserva Ban - rispecchia uno sviluppo benvenuto: un numero crescente di governi, organizzazioni intergovernative, gruppi regionali e sub regionali, aziende e gruppi civili stanno creando delle collaborazioni e dando attuazione a soluzioni congiunte. Sempre di più il loro approccio è globale, focalizzandosi su forniture di cibo più stabili, su un migliore accesso al cibo e su un’alimentazione migliore a livello familiare. Coprono l’intera gamma della sicurezza alimentare, dall’allevamento delle piccole aziende agricole all’alimentazione di bambini in età scolare, aiutando così a salvare vite nelle emergenze attraverso l’assistenza alimentare. Negli ultimi mesi – rileva il segretario generale dell’Onu - si è prestata più attenzione alla nutrizione e alla fornitura di cibo ai giusti destinatari quando necessario. Ciò richiede che l’agricoltura, i sistemi di sicurezza e sanitari si sensibilizzino ai problemi alimentari, e intervengano per migliorare la nutrizione dei bambini dal concepimento fino ai due anni d’età”. Ban Ki-moon conclude il suo messaggio invitando “tutti a impegnarsi per un approccio globale, e a farlo collaborando, in modo da poter costruire ulteriormente sulla base dei progressi fatti per eliminare la fame nel mondo. Uniamoci contro la fame e garantiamo cibo e nutrimento per tutti”.

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    Il vescovo di Locri: “Riappropriamoci della sacralità del ricordo dei Santi e dei morti”

    ◊   “Non siamo contro la festa e il divertimento; entrambi, però, non possono essere ricercati distruggendo le nostre tradizioni più sacre e calpestando la nostra cultura. Non può essere presentata la morte, istillando orrore e paura”: é quanto afferma mons. Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo di Locri-Gerace, nella nota pastorale – ripresa dal Sir - dal titolo “Riappropriamoci della sacralità del ricordo dei Santi e dei morti”, che sarà letta domenica in tutte le parrocchie della diocesi. “Va sempre più crescendo anche in mezzo a noi – scrive il vescovo – la celebrazione della festa di Halloween che non appartiene alla nostra cultura, ma è importata recentemente da altre culture per dare nuove occasioni di festa e di divertimento”, negli stessi giorni in cui “noi celebriamo il ricordo dei Santi e dei morti, che invece appartiene alla nostra tradizione e cultura”. “Nessuno di noi pensa ai propri defunti – aggiunge – nei termini in cui i promotori di questa festa descrivono la morte. Ci piace sentirli vicino a noi con amore e dedizione, così come si sono manifestati in vita. Non possiamo istillare nei piccoli la paura dei nostri cari passati ad altra vita, ma il ricordo piacevole del loro amore per la famiglia”, aggiunge. Da qui l’invito a “non seguire le mode, ma ad essere gelosi delle nostre tradizioni” e a visitare i cimiteri “con devozione, sapendo che siamo sempre uniti ai nostri morti nel mistero della comunione dei Santi”.

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    I cattolici tedeschi: il clima teso non favorisce l’integrazione degli immigrati in Germania

    ◊   L'attuale dibattito sull'immigrazione e sull'Islam in Germania ha raggiunto toni d’allarme e ciò impedisce il processo di integrazione. Lo denuncia Alois Glück, presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (Zdk), in un'intervista all'agenzia di stampa cattolica tedesca Kna e ripresa dal Sir. “Chi agisce solo in base all’umore – ha detto Glück -, non fa che aiutare i populisti”. “Gli immigrati e i musulmani che sono già integrati o vogliono farlo vengono messi sullo stesso piano e criticati. Nessun riconoscimento per ciò che fanno. E nella popolazione si diffondono immagini e idee negative, come se ogni musulmano fosse un problema e fosse sospetto. Il grande compito dell'integrazione viene gravato pesantemente da una discussione così indifferenziata”. Circa l'attività della Chiesa al riguardo, Glück ha sottolineato che "le Chiese svolgono un importante lavoro d'integrazione concreta tramite i propri servizi sociali”. “Ciò che conta – ha aggiunto - è affrontare apertamente e sinceramente problemi e diversità di vedute” e che "i rappresentanti dell’Islam in Germania devono misurarsi maggiormente con ciò che devono cambiare e su come creare la fiducia".

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    La diocesi di Padova promuove un percorso spirituale per separati e divorziati

    ◊   Un itinerario spirituale destinato a persone separate e divorziate. È quello proposto dalla diocesi di Padova con un percorso articolato in 5 incontri che seguono il tema dell’anno pastorale. Da cinque anni – osserva il Sir - l’Ufficio per la famiglia promuove l’iniziativa che, in questa edizione, prenderà il via domenica 17 ottobre con una mezza giornata di incontro, scambio e riflessione che si svolgerà a Casa Sacro Cuore di Torreglia. L’idea, spiegano gli organizzatori, è nata “in risposta alle numerose sollecitazioni di preti interpellati da un numero crescente di persone in situazioni di separazione, divorzio, nuova unione, a cui – a volte – risultava impegnativo o faticoso dare risposte pastorali adeguate alla sofferenza e alla complessità vissuta”. Durante gli incontri, che si terranno con cadenza bimestrale, il confronto si aprirà con un riflessione su un brano del Vangelo; inoltre, con l’ausilio di esperti si dibatteranno alcune tematiche particolari inerenti all’argomento: la nullità del matrimonio, l’educazione dei figli, gli aspetti psicologici e legali.

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    Messico: quasi 2 milioni di fedeli alla processione della Vergine di Zapopan

    ◊   Circa 2 milioni di fedeli si sono raccolti per le vie principali di Guadalajara per partecipare alla Processione della Vergine di Zapopan, la seconda processione religiosa più grande del Messico. Dall’arcivescovado di Guadalajara è pervenuta all’Agenzia Fides una lunga descrizione dell’evento religioso. Per quattro mesi l'immagine religiosa della Madonna ha visitato le principali chiese della zona metropolitana di Guadalajara ed è tornata il 12 ottobre nella sua basilica accompagnata da un grandioso corteo (in spagnolo “Romeria”) che ogni anno richiama i cattolici di tutto il Paese, coincidendo con la commemorazione della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo. Per gli otto chilometri del suo percorso, “la Generale” come è chiamata la Madonna di Zapopan, è stata accompagnata da 23 mila danzatori con vestiti preispanici (vestito tradizionale indigeno con copricapo di piume indiane), che hanno evocato, al ritmo di danze indigene e canti, le prime processioni del secolo XVIII. Migliaia di fedeli di tutte le età hanno fatto il percorso a piedi nudi, per riaffermare il loro fervore religioso e per ringraziare la Vergine di Zapopan per le grazie ricevute. La celebrazione, che ha circa 250 anni di storia, ha avuto inizio lunedì pomeriggio, 11 ottobre, con la Santa Messa e una festa pubblica nella Cattedrale di Guadalajara, situata nel centro storico, e si è conclusa nel cortile della Basilica di Zapopan con la Santa Messa celebrata dal cardinale Juan Sandoval Iñiguez, arcivescovo di Guadalajara. Nell’omelia il cardinale ha insistito sul tema della famiglia: “La Chiesa lo ha ripetuto durante duemila anni di storia, uomo, donna e matrimonio, così dovrebbe essere. Che rimanga chiaro per i credenti, in modo che le voci che circolano non possano penetrare nel nostro cuore” ha detto il cardinale. Come ogni anno, migliaia di persone hanno trascorso la notte nelle strade intorno alla Cattedrale Metropolitana e nei parchi pubblici e nelle piazze percorse dalla processione, per avere il posto migliore ed essere più vicine al passaggio della venerata immagine.

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    Colombia: incontro di religiosi indigeni, evangelizzatori nelle loro comunità

    ◊   La Conferenza Episcopale della Colombia ha promosso un Incontro nazionale di sacerdoti e religiosi indigeni che si terrà dal 18 al 20 ottobre a Bogotà, e radunerà sacerdoti, religiosi, religiose e laici indigeni della Colombia. L'incontro si svolgerà presso la sede della Conferenza Episcopale ed è organizzato dal Centro di Animazione Missionaria e dai gruppi etnici della Conferenza Episcopale della Colombia. Secondo il comunicato pervenuto all’Agenzia Fides, l'obiettivo è offrire a sacerdoti, religiosi, seminaristi e laici, leader indigeni del Paese, la possibilità di considerarsi come agenti evangelizzatori indigeni, e di coordinare il lavoro pastorale per le comunità partendo dalla spiritualità indigena. Si stima che la popolazione indigena della Colombia sia di circa 1.300.000 persone, divise in 32 comunità etniche. Nei diversi Paesi dell’America Latina vengono organizzati questo tipo di incontri grazie ai suggerimenti provenienti dall’esperienza missionaria, che troviamo anche nei documenti pontifici di vecchia data, come la Lettera Apostolica Maximum Illud (del novembre 1919) di Benedetto XV, in cui si legge: “chi presiede alla Missione deve rivolgere le sue principali premure alla buona formazione del clero indigeno, sul quale specialmente sono riposte le migliori speranze delle nuove cristianità. Infatti il sacerdote indigeno, avendo comuni con i suoi connazionali l’origine, l’indole, la mentalità e le aspirazioni, è meravigliosamente adatto a instillare nei loro cuori la Fede, perché più di ogni altro conosce le vie della persuasione. Perciò accade spesso che egli giunga con tutta facilità dove non può arrivare il missionario straniero”.

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    Guinea Bissau: le Suore Ospedaliere inaugurano una scuola materna alla periferia della capitale

    ◊   Le Suore Francescane Ospedaliere dell'Immacolata Concezione hanno aperto l’11 ottobre una nuova scuola materna alla periferia di Bissau, nel quartiere Antula. Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides dalla Curia di Bissau, la struttura è stata costruita da zero e può ospitare 95 bambini, realizzando così il carisma delle suore, che risiedono ad Antula dal 1981. La scuola materna di Antula accoglie i bambini di varie confessioni religiose. In conformità con le norme del Ministero della Pubblica Istruzione seguirà gli orientamenti e le norme pedagogiche indicate, e non mancherà di prestare attenzione alla religione e di promuovere i valori nelle nuove generazioni. Le Suore Francescane Ospedaliere dell'Immacolata Concezione sono arrivate in Guinea Bissau nel 1933, svolgendo la loro missione in un collegio femminile. Dal 1942 a Bissau, fondarono un collegio a Bor, che in seguito venne confiscato dallo Stato negli anni seguenti l'indipendenza. Tuttavia non si è mai fermato il lavoro delle suore con i poveri nella periferia della capitale. Per suor Lionidia Fernandes Bras, in Guinea da 45 anni, i tempi sono cambiati, ma l'uomo ha sempre delle necessità: “dobbiamo sempre guardare avanti, essendo una presenza nella comunità”. La suora ha anche sottolineato che l'azione dell'evangelizzazione implica sempre la promozione umana.

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    Il messaggio di Napolitano per l'appuntamento mondiale “Giovani della Pace” del Sermig

    ◊   Vivo apprezzamento per l’iniziativa “volta a stimolare nei giovani una più ampia consapevolezza delle importanti sfide che li attendono, indirizzandone le energie migliori verso l’obiettivo di costruire un avvenire fondato sulla pace, la giustizia e il dialogo tra i popoli e le culture” è stato espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai partecipanti del 3° appuntamento mondiale “Giovani della Pace”, in programma questo pomeriggio in piazza San Carlo a Torino per iniziativa del Sermig. All’appuntamento mondiale - riferisce il Sir - hanno inviato messaggi anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, a nome del Governo; i presidenti del Senato e della Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, e il ministro della Gioventù Giorgia Meloni. Oggi in piazza San Carlo gli adulti e i rappresentanti del mondo della cultura, della politica, dell’economia ascolteranno i giovani, il loro disagio, la loro speranza. E poi, il gesto più profondo: gli impegni che insieme assumeranno pubblicamente, il sì ad un nuovo stile di vita, fatto di sobrietà, spirito di servizio, vicinanza agli ultimi, responsabilità e fedeltà. All’appuntamento partecipano migliaia di giovani da tutta l’Italia e da diversi Paesi del mondo.

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    A Rimini la 36.ma edizione delle Giornate internazionali di studio della Fondazione Pio Manzú

    ◊   Ha avuto inizio ieri a Rimini la 36.ma edizione delle Giornate internazionali di studio della Fondazione Pio Manzú. “Challenge 21. L'umanità tra bisogni ed incertezze. Ritrovare la ragione, condividere valori, esprimere futuro” è il titolo delle giornate di riflessione per l'anno 2010. Sono sei i temi che il centro Pio Manzù ha individuato tra le grandi sfide per l'avvenire dell'umanità nel XXI secolo: le crisi ambientali e ed i mutamenti climatici, lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali, le disuguaglianze economiche Nord/Sud del pianeta, la povertà assoluta e la fame che attanagliano un miliardo di persone, le migrazioni internazionali, l'attuale sistema capitalistico e la finanza senza regole creatrice di nuove instabilità ed insicurezze sociali. La crisi economica globale ha, inoltre, rilanciato con assoluta urgenza per tutta la comunità internazionale la necessità di risposte nuove e concrete che tutelino definitivamente la dignità della persona. In questo presente privo di senso – è stato detto - occorre discutere sulla necessità di stabilire rapidamente nuove regole e nuovi principi etici di governance mondiale. La giornata di studio odierna dedica inoltre un workshop alla situazione femminile nel pianeta alle violenze ed alla negazione dei più elementari diritti umani. Numerosi i relatori tra cui Shirin Ebadì, premio Nobel per la Pace 2003, Jean-Claude Trichet, presidente della Banca Centrale Europea. La questione generale rimane tuttavia sempre la medesima: quali nuove soluzioni intraprendere per far rispettare e promuovere i valori umani.(A cura di Antonio Torrenzano)

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    24 Ore nel Mondo



    Cina ed Ecuador. Esplosioni in miniera: almeno 20 i morti

    ◊   Mentre il Cile continua a gioire per il salvataggio dei 33 minatori, alcuni dei quali, già dimessi dall’ospedale, stanno tornando finalmente a casa, in Cina e in Ecuador si teme per la sorte di altri lavoratori intrappolati nel cuore della terra, rispettivamente in una miniera di carbone e in un giacimento d’oro. I dettagli nel servizio di Roberta Barbi:

    Un bilancio già drammatico e per nulla definitivo, quello del crollo avvenuto oggi in una miniera di carbone nella Cina centrale, a Yuzhou, nella regione di Henan, dove 20 minatori sono morti e altri 17 risultano intrappolati in seguito a una fuga di gas. Nella regione del Guangxi, inoltre, due manager sono deceduti per asfissia in una miniera di rame a 800 metri di profondità mentre effettuavano un’ispezione. Purtroppo, sono solo gli ultimi incidenti, in ordine cronologico, occorsi a minatori cinesi: a causa delle scarse misure di sicurezza e dei ritmi di lavoro serrati in un Paese che dipende per il 70 per cento dal carbone, migliaia di uomini, ogni anno, perdono la vita in crolli improvvisi, esplosioni o inondazioni. L’anno scorso, le vittime sono state 2600, mentre quest’anno, secondo la stampa locale, sono già 1600 le miniere illegali chiuse dalle autorità. Solo due giorni fa, inoltre, altri nove operai erano rimasti imprigionati nel sottosuolo a 186 metri nella miniera Xingwang, nella contea di Qianshan, ma grazie a una maxioperazione di soccorso durata 24 ore sono stati tratti tutti in salvo. In Ecuador, intanto, si teme per la sorte di quattro minatori intrappolati a 150 metri sotto terra in seguito a un crollo, nel giacimento aurifero di Portovelo, nel sud del Paese, al confine con il Perù. I soccorritori hanno inviato ossigeno perché il sistema di ventilazione e i pozzi d’acqua sarebbero fuori uso, ma finora dai minatori non è giunto alcun segno di vita.

    Manifestazioni in Cina e Giappone per la sovranità delle isole Senkaku
    Rischia di riaccendersi la querelle diplomatica tra Cina e Giappone sulla sovranità delle Isole Senkaku. Nella notte, proteste anticinesi si sono verificate a Tokyo, dove in diecimila sono scesi in piazza per aderire a una manifestazione organizzata dai nazionalisti di Ganbare Nippon per dimostrare l’appoggio al Premio Nobel per la pace, Liu Xiaobo. Contemporaneamente, in Cina circa duemila studenti hanno manifestato per rivendicare la sovranità di Pechino sull’arcipelago in tre diverse città.

    Iran: accusati di spionaggio i due escursionisti americani detenuti a Teheran
    Saranno processati per spionaggio i due cittadini americani detenuti dal luglio scorso, in Iran. Ad annunciarlo, secondo il quotidiano iraniano Iran Daily, il ministro dell'Intelligence, Heydar Moslehi. I due erano stati arrestati per aver sconfinato in Iran durante un'escursione in montagna nel Kurdistan iracheno, insieme con una ragazza, rilasciata il mese scorso per motivi di salute e dietro il pagamento di una cauzione.

    Usa: rischia la pena di morte il soldato che uccise civili afghani per “divertimento”
    Sarà giudicato dalla Corte marziale degli Stati Uniti Jeremy Morlock, il soldato americano accusato di aver ucciso tre civili afghani per “divertimento” tra il gennaio e il maggio 2010, nel tentativo di coprire un’indagine sul consumo di hashish tra militari. Morlock sarà giudicato per otto capi d’accusa, tra cui l'omicidio premeditato, violenza, cospirazione, uso di droghe e rischia la pena di morte. Negli Usa, intanto, crolla l’appoggio dei cittadini alla missione in Afghanistan: secondo un sondaggio della Cnn solo il 37 per cento degli americani sarebbe ancora a favore dell’operazione.

    Reduce pubblica video shock sulle violenze dei soldati americani in Iraq
    Un reduce americano ha pubblicato su internet tre video shock che proverebbero le violenze dei militari americani su detenuti iracheni, successivi al caso di Abu Grahib. Nelle immagini si vedono prigionieri iracheni, bendati e legati, mentre vengono seviziati e umiliati senza motivo. Nel frattempo, il Pentagono ha pubblicato una stima delle vittime in Iraq, che ammonterebbero a oltre 77 mila, senza specificare se nel computo sono compresi gli insorti e i terroristi. La stima è in netto contrasto con quella diffusa dal Ministero per i diritti umani di Baghdad che parla, invece, di un numero compreso tra gli 85 e i 100 mila.

    Medio Oriente: riaperto il dossier Shalit
    Dopo un periodo di stasi durato circa un anno, è stato riaperto il dossier sul soldato israeliano, Ghilad Shalit, dal 2006 nelle mani di Hamas a Gaza. A dirlo all’Ansa è stato il viceministro degli Esteri nel governo di fatto di Hamas nella Striscia di Gaza, Ahmed Yusef. Israele, secondo indiscrezioni, pare sia disposto di liberare un migliaio di detenuti palestinesi.

    In Somalia scontro tra clan rischia di far precipitare la situazione
    Sarà Mohamed Abdullah, personaggio di spicco della diplomazia somala ma assente dal Paese dal 1991, il nuovo primo ministro somalo, nominato dal presidente, Shaik Sharif. La decisione, però, scontenta il clan tribale “Ahlu al Sunna wa al Jamaa”, principale sostenitore della politica di Sharif contro l’avanzata degli insurrezionisti islamici e ciò rischia di far precipitare nuovamente la Somalia in uno stato di caos. Intanto, le Nazione Unite hanno lanciato l’allarme sulla situazione dei profughi della capitale Mogadiscio: più di 500 mila persone si sarebbero rifugiate alle porte della città, creando un insediamento che cresce al ritmo di mille persone a settimana, una sorta di gigantesca tendopoli priva di accesso ai servizi di base.

    Crisi economica: lunedì la riunione del Fmi, in Europa oggi giornata di scioperi
    Convocata per lunedì prossimo a Shangai la riunione del Fondo Monetario internazionale, su iniziativa di Pechino. Il vertice avviene nel mezzo delle polemiche legate alla cosiddetta guerra delle monete, con la sottovalutazione dello yuan che favorisce le esportazioni cinesi. Intanto, sul versante europeo, sono molti i Paesi in mobilitazione contro la crisi. Ce ne parla Salvatore Sabatino:

    È uno stato d’agitazione senza precedenti, quello che sta paralizzando la Francia, in protesta contro la riforma delle pensioni varata dal governo Sarkozy. Una situazione che si ripercuote sull’intero Paese e che va anche oltre i confini francesi. Perché lo sciopero indetto in 10 delle 12 raffinerie transalpine sta avendo conseguenze sul traffico aereo nazionale e internazionale. È proprio di questa mattina, infatti, la notizia che l’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, il più importante dell’intero Paese, avrebbe solo 48 ore di autonomia. Entro lunedì sera, potrebbero finire le scorte di carburante destinate agli aerei in partenza o in transito. È il quinto giorno consecutivo di proteste contro la riforma anche nel settore dell’istruzione, e anche oggi decine di scuole sono rimaste del tutto o in parte chiuse. Un gruppo di studenti ha manifestato ieri davanti agli uffici del premier, Francois Fillon, mentre in tutta la Francia sono esplose violenze nel corso delle manifestazioni dei liceali: 150 sono stati fermati dalla polizia. Sabato piuttosto tranquillo, invece in Grecia, dopo una settimana decisamente difficile, con un’ondata di astensioni dal lavoro che ha letteralmente paralizzato il Paese ellenico, in protesta contro il piano di tagli del governo, che cerca in tutti i modi di appianare i buchi della più grande crisi economica che abbia mai investito la Grecia. Tensione alta anche in Italia. Epicentro delle proteste, oggi pomeriggio, sarà Roma, dove stanno confluendo gli operai metalmeccanici della Fiom. Il Ministero degli interni già nei giorni scorsi aveva lanciato un allarme per una possibile infiltrazione di gruppi violenti. Ad affiancare le tute blu ci sarà anche il mondo della scuola, che per protestare contro i tagli previsti dall’esecutivo Berlusconi ha puntato su uno slogan eloquente: ”Noi non moriremo precari”.

    Belgio, attesa per domani la proposta dei separatisti fiamminghi
    Domani, il leader separatista fiammingo, Bart de Weder, del movimento N-Va, presenterà una proposta di compromesso sulla riforma dello Stato ai sette partiti impegnati da metà giugno scorso in un negoziato per formare il nuovo governo in Belgio. Per la risposta delle forze politiche bisognerà aspettare, invece, fino a lunedì prossimo. La proposta è considerata l'ultima opportunità per uscire dall'impasse di una crisi che dura ormai da tre anni. Il negoziato tra fiamminghi e francofoni si è arenato sulla riforma dello Stato federale, in particolare sulla gestione e lo status della capitale Bruxelles.

    Russia: alluvioni nel sud, nove morti
    Sono nove fino ad ora i morti accertati nella regione di Krasnodar, nella Russia meridionale, dove si sta verificando un’ondata di piogge eccezionali. Sette sono i villaggi colpiti e 300 le persone evacuate dalle autorità che hanno proclamato lo stato d’emergenza nell’area.

    Italia: sequestro di beni per tre milioni di euro a boss mafioso “nullatenente”
    Per lo Stato era nullatenente, tanto che riceveva un sussidio di disoccupazione pari a 700 euro mensili, Giovanni Trapani, 54 anni, il boss della famiglia palermitana Ficarazzi arrestato nell’agosto scorso. Oggi, i Carabinieri hanno sequestrato conti correnti, beni mobili e immobili per un valore complessivo di tre milioni di euro riconducibili a lui e all’impresa edile di sua proprietà, dalla quale aveva fatto in modo di risultare licenziato per ottenere il sussidio.

    Cinque anni fa moriva Francesco Fortugno, ucciso dalla ’ndrangheta
    È stato ricordato questa mattina, in occasione del quinto anniversario della sua morte, Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri da due uomini della ’ndrangheta mentre usciva da un seggio delle primarie indette dall’Unione. Alla cerimonia erano presenti, per le istituzioni, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che hanno deposto una corona di fiori a Palazzo del Rio. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Barbi e Marco Onali)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 289

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