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Sommario del 24/06/2012

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa all'Angelus: martedì porterò l'aiuto della Chiesa ai terremotati in Nord Italia. La riflessione su Giovanni Battista
  • Italia. Cerimonia di Beatificazione di don Mariano Arciero, "la biblioteca di Dio"
  • Greg Burke advisor per la comunicazione nella Segreteria di Stato
  • Oggi in Primo Piano

  • Grecia. Missione Ue rimandata. Atene chiede proroga di due anni su austerity
  • Guinea Bissau, le lenta strada verso la democrazia sotto il controllo della Cedeao
  • Tonnellate di aiuti alimentari inviati alla Corea del Nord dalla Comunità di Sant'Egidio
  • Bielorussia. Tre nuove chiese a Minsk. Mons. Kondrusiewicz: mattoni per avere pietre vive
  • Concluso il Simposio dell'Università: aiuto ai giovani per il loro futuro
  • Costa Concordia. Il parroco di Giglio Porto: noi, piccola isola dal grande cuore
  • Al Taormina FilmFest presentato il "Re Lear" di Michele Placido
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Nigeria, violenze anticristiane. Cardinale Bagnasco: l'Europa faccia di più
  • Crisi Siria-Turchia, convocate riunioni in sede Ue e Nato
  • Paraguay. Lugo: destituita la democrazia. Ma invita a proteste pacifiche
  • Sud Corea: messaggio dei vescovi per la Giornata dell'ambiente
  • Edimburgo: 40.mo incontro dei segretari generali degli episcopati europei
  • Togo: tutela dei bambini diversamente abili dalle tradizioni culturali che li emarginano
  • Benin: contributo della Cei al progetto Ispes a Cotonou
  • A Roma l’Osservatorio della Libertà Religiosa. Lo coordina il sociologo Introvigne
  • Fondazione Paolo VI. Alla "Settimana europea" si parla di Gerusalemme, religioni e Chiese
  • Congresso laici agostiniani. Padre Prevost: approfondire la vita nella Chiesa
  • Indonesia: premiato a Giacarta un frate cappuccino ambientalista
  • Aiuto alla Chiesa che Soffre: la sua Bibbia illustrata ha superato 50 milioni di copie
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa all'Angelus: martedì porterò l'aiuto della Chiesa ai terremotati in Nord Italia. La riflessione su Giovanni Battista

    ◊   Andrò fra i terremotati per portare la “solidarietà di tutta la Chiesa”. All’Angelus di questa mattina in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha ricordato la visita che dopodomani compirà nelle zone del Nord Italia, colpite lo scorso mese da una lunga e violenta serie di scosse sismiche. Il Papa ha anche ringraziato i fedeli italiani per il sostegno alle sue opere di carità e dedicato un pensiero spirituale alla nascita di Giovanni il Battista, che la Chiesa celebra oggi. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Chi sostiene la mano che sempre il Papa tende in segno di solidarietà verso chi ha bisogno, allevia le miserie di tanti in molte parti del mondo. È un fatto noto, che Benedetto XVI ha voluto nuovamente sottolineare nel giorno in cui la Chiesa italiana ha scelto di devolvere le collette delle Messe per le opere di carità del Papa. Una di esse, vedrà il Pontefice in prima linea tra due giorni:

    “Ringrazio tutte le comunità parrocchiali, le famiglie e i singoli fedeli per il loro sostegno costante e generoso, che va a vantaggio di tanti fratelli in difficoltà. A questo proposito, ricordo che dopodomani, a Dio piacendo, farò una breve visita nelle zone colpite dal recente terremoto nel Nord Italia. Vorrei che fosse segno della solidarietà di tutta la Chiesa, e perciò invito tutti ad accompagnarmi con la preghiera”.

    Se un gesto di solidarietà dettato dalla fede è segno di un bene possibile che migliora la vita, la giornata di oggi fa riflettere anche su un bene oltre le possibilità umane che la vita la salva. È ciò che si coglie nella storia di Giovanni il Battista, la cui vita è il segno – ha ripetuto il Papa – che “nulla è impossibile a Dio”. Precursore di Cristo nella missione, e anche nel sacrificio violento della vita, Giovanni “è l’unico santo – ha ricordato il Papa – di cui la liturgia festeggia la nascita, e lo fa perché essa è strettamente connessa al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio”:

    “I quattro Vangeli danno grande risalto alla figura di Giovanni il Battista, quale profeta che conclude l’Antico Testamento e inaugura il Nuovo, indicando in Gesù di Nazaret il Messia, il Consacrato del Signore. In effetti, sarà lo stesso Gesù a parlare di Giovanni in questi termini: (…) ‘In verità io vi dico: fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui’”.

    Anche la nascita del Battista avviene in un clima di solidarietà. Quella che Maria, in attesa di Gesù, porta sollecita alla madre di Giovanni. Un gesto, ha concluso Benedetto XVI, che il cristiano non deve dimenticare:

    “Cari amici, la Vergine Maria aiutò l’anziana parente Elisabetta a portare a termine la gravidanza di Giovanni. Ella aiuti tutti a seguire Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, che il Battista annunciò con grande umiltà e ardore profetico”.

    Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha salutato in cinque lingue le oltre 40 mila persone radunate in Piazza San Pietro. In particolare, al folto gruppo di volontari delle Pro Loco d’Italia – in festa per i 50 anni della loro Associazione – Benedetto XVI ha augurato “ogni bene” per il servizio offerto “al patrimonio culturale del Paese”.

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    Italia. Cerimonia di Beatificazione di don Mariano Arciero, "la biblioteca di Dio"

    ◊   La Chiesa attende la Beatificazione di don Mariano Arciero, sacerdote di Contursi, nel salernitano, scomparso nel 1788. In questa cittadina della provincia di Salerno, alle 17 di oggi, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, presiede la Messa in rappresentanza di Benedetto XVI. Il servizio di Benedetta Capelli:

    “La biblioteca di Dio”: è l’affascinante definizione con la quale era conosciuto don Mariano Arciero. Aveva infatti una profonda cultura teologica, era un grande conoscitore della Sacra Scrittura. “Uno zelante apostolo del Vangelo” come lo ricorda, al microfono di Roberto Piermarini, il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato:

    "Porgeva la parola di Dio ai piccoli, ai grandi, ai seminaristi, ai sacerdoti. Fu un apostolo itinerante del Vangelo, ammirato da tutti per la sua carità, la povertà, l’umiltà".

    Proveniva da una famiglia di contadini laboriosi, nella quale nacque il 26 febbraio 1707 e nella quale scoprì l’amore per Maria che da piccolo chiamava la “Mamma bella”. A 23 anni venne ordinato sacerdote e per vent’anni svolse il suo ministero nella diocesi calabrese di Cassano allo Jonio. Instancabile il suo pellegrinaggio di paese in paese per annunciare il Vangelo, una missione che gli valse la nomea di “Apostolo delle Calabrie”:
    "Migliorare il clero impegnato nella predicazione e nelle opere di ministero, incoraggiarlo alla fatica, renderlo consapevole dei suoi doveri, fu questa la missione di Don Mariano. Un parroco meditava di ritirarsi in convento. Saputolo, il nostro Beato gli disse: 'Tutti vogliamo ritirarci, ma le parti di Gesù Cristo chi le fa? Fatti una stanza nel cuore, e là ritirati. Ma continua nel tuo apostolato'. Soleva dire che, anche se il sacerdote avesse la santità dei santi monaci antichi, come Antonio, Simeone Stilita, Pacomio, ancora non basterebbe. Per esercitare degnamente l’ordine sacro il sacerdote deve avere una bontà supereccellente, per poter santificare i fedeli e portarli alla salvezza eterna".
    Questa passione per l’istruzione religiosa lo portò a scrivere la “Pratica della Dottrina Cristiana, in 12 istruzioni in dialoghi”, edita in cinque edizioni. Lasciata la Calabria, tornò a Napoli assumendo la guida spirituale del Seminario e della Congregazione dell’Assunta. Un lavoro tutto proteso alla formazione dei sacerdoti. A don Mariano – evidenzia il cardinale Angelo Amato – bisognerebbe guardare in vista del prossimo Sinodo della Nuova Evangelizzazione:

    "Fu un esperto evangelizzatore. Annunziava assiduamente la parola di Gesù con entusiasmo, suscitando conversione, speranza e gioia nei fedeli. Ciò è in consonanza con il prossimo sinodo dei vescovi, dedicato alla nuova evangelizzazione. Il Beato Mariano Arciero era assillato dalle parole dell'Apostolo Paolo: 'Guai a me se non predicassi il Vangelo'. La nuova evangelizzazione significa conoscenza del Vangelo e promozione di una cultura più profondamente radicata nella Parola di Gesù".

    Dopo la morte avvenuta in veneranda età, nel 1854 Papa Pio IX riconobbe l’eroicità delle sue virtù ma solo nel 1950 la fama di santità si propagò sempre di più a seguito dello spostamento delle sue spoglie da Napoli a Contursi. Quattro anni dopo, avvenne il miracolo della guarigione di Concetta Siani, riconosciuto tale solo nel 2011. “Per cominciare bene si prenda la bilancia non già del mondo ma quella di Dio”, amava ripetere don Mariano Arciero, luminoso esempio di vita nella fede.

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    Greg Burke advisor per la comunicazione nella Segreteria di Stato

    ◊   Greg Burke assumerà presto servizio nell’ambito della Segreteria di Stato come advisor per la comunicazione. Lo ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Questa nuova figura – spiega padre Lombardi – avrà la finalità di contribuire a integrare l’attenzione alle questioni della comunicazione nel lavoro della Segreteria di Stato e a curare il rapporto con il servizio della Sala Stampa e delle altre istituzioni comunicative della Santa Sede. Burke, 52 anni, è stato finora corrispondente per il network americano Fox News a Roma.

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    Oggi in Primo Piano



    Grecia. Missione Ue rimandata. Atene chiede proroga di due anni su austerity

    ◊   È slittata all’inizio di luglio a causa dei problemi di salute del premier greco, Samaras, e del ministro dell’Economia, Rapanos, la missione in Grecia degli ispettori della troika composta da Unione Europea, Banca centrale e Fondo monetario internazionale. Intanto, Atene ha chiesto una proroga di almeno due anni per l’applicazione del piano di austerità. Roberta Barbi:

    È stata rimandata a dopo il Consiglio europeo in programma a Bruxelles il 28 e il 29 giugno prossimi, la missione europea in Grecia. Le motivazioni risiedono nei problemi di salute che stanno affrontando rispettivamente il neopremier greco, Antonio Samaras, operato a un occhio nei giorni scorsi, e il ministro dell’Economia ellenico, Vassilis Rapanos, colto da malore venerdì scorso, il giorno in cui avrebbe dovuto giurare assieme agli altri membri del governo, e tuttora ricoverato in ospedale. A sostituirli a Bruxelles, giovedì e venerdì prossimi all’appuntamento forse più cruciale per il futuro della moneta unica, saranno il ministro degli Esteri, Avramopoulos, e il ministro dell’Economia uscente, Zanias. Intanto, Atene ha chiesto una proroga fino al 2016 per l’applicazione del piano di austerity richiesto dall’Europa e anche la limitazione dei licenziamenti per i dipendenti pubblici, che secondo un giornale locale negli ultimi due anni sarebbero aumentati di 70 mila unità, in violazione degli accordi di salvataggio. Immediata la reazione del portavoce del commissario, Olli Rehn, che ha sollecitato le misure del nuovo esecutivo per adempiere al programma concordato con i 16 partner dell’area euro e ha risposto che non si potranno discutere provvedimenti di questo tipo almeno finché non si avrà una chiara valutazione di quanto fatto dalla Grecia finora. Duro anche il presidente di turno dell’Ue, Van Rompuy che mette in guardia dal fare troppe concessioni ad Atene, ricordando che sarebbe un grande sforzo finanziario per i Paesi membri.

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    Guinea Bissau, le lenta strada verso la democrazia sotto il controllo della Cedeao

    ◊   La Guinea Bissau, a oltre due mesi dal colpo di Stato del 12 aprile, attraversa una delicata fase di passaggio. Nelle scorse settimane, le truppe angolane presenti nel Paese da oltre un anno, hanno lasciato il posto a una missione internazionale africana incaricata di garantire la transizione. Davide Maggiore ha raggiunto telefonicamente a Bissau Matteo Ghiglione, cooperante dell’ong Engim, dei Missionari del Murialdo, per tracciare un quadro della situazione:

    R. - La vita ha ripreso a scorrere nella sua normalità, con i suoi problemi quotidiani e le sue difficoltà, che sono molte. C’è un problema a livello di ministeri e uffici pubblici, perché tutto si è fermato per diverse settimane e ancora adesso le cose non stanno scorrendo normalmente. Il nuovo governo ha cambiato tutte le cariche pubbliche e questo sta creando dei problemi. La situazione politica e militare invece rimane, secondo me, ancora tesa. I problemi non sono affatto risolti, La gente, sì, può muoversi liberamente, ma non sono accettate le manifestazioni: ci sono stati alcuni casi di giovani che hanno tentato di radunarsi per contestare il golpe, i golpisti, ma i militari sono immediatamente intervenuti per bloccarli. Questo diritto è quindi tuttora sospeso.

    D. - Storicamente, l’esercito in Guinea Bissau ha un grande potere, ma in questo momento nel Paese sono presenti anche truppe di una missione internazionale della comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale. Quali sono le relazioni tra queste due forze?

    R. - Questi militari, che sono arrivati, non hanno grandi mezzi. Pare addirittura che alcuni siano stati messi in caserme intorno a Bissau, dove le condizioni strutturali sono veramente pessime. Per questo ci sono stati dei problemi, perché queste truppe della Cedeao sembra non stiano apprezzando particolarmente le risorse che hanno ed è ancora da capire bene il ruolo che stanno giocando. Quando si parla di militari della Giunea Bissau, è difficile definire una chiara linea, è difficile capire come i militari stiano muovendosi, anche perché al loro interno pare siano divisi.

    D. - Sotto varie forme, l’instabilità del Paese dura però da decenni. Quali sono, in una situazione simile, le priorità della popolazione?

    R. - Sicuramente, per la gente sono la scuola e l’aspetto sanitario. Ci sono delle iniziative di giovani che hanno iniziato a incontrarsi, a organizzare incontri di formazione fra loro per accompagnare questa fase e arrivare - da qui ad un anno - alle prossime elezioni. Per certi versi, quindi, la società civile si muove - sempre con difficoltà per mancanza del diritto di espressione - ma ci sono associazioni di giovani che si stanno organizzando.

    D. - Un miglioramento delle condizioni sanitarie e dell’alfabetizzazione può indirettamente influire in positivo sulla stabilità del Paese?

    R. - Sì, io credo siano i due punti su cui lavorare e spendersi, anche a livello di cooperazione. Ci sono alcune iniziative che davvero meritano di essere accompagnate, soprattutto quelle che appoggiano le scuole, la formazione delle donne… In una forte instabilità politica, il lavoro diventa ancora più difficile e rischia solo di tradursi in aiuto e risoluzione dell’emergenza. La cooperazione deve saper superare questo per porsi in una logica di sviluppo.

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    Tonnellate di aiuti alimentari inviati alla Corea del Nord dalla Comunità di Sant'Egidio

    ◊   E’ appena tornato da un viaggio nella Repubblica Popolare Democratica di Corea, Mauro Garofalo, che si occupa di relazioni internazionali per la Comunità di Sant’Egidio. La sua visita è seguita di poco all’arrivo nel Paese asiatico di tonnellate di aiuti alimentari raccolti dalla Comunità e destinati a bambini e anziani. Un’iniziativa che Sant’Egidio intende ripetere per rispondere ai bisogni di una popolazione in difficoltà. Adriana Masotti ha chiesto a Garofalo di raccontare qualcosa di quanto visto in Corea del Nord, Paese generalmente chiuso a turisti e occidentali:

    R. - Posso dire senz’altro che è un Paese in grande difficoltà a causa di un raccolto non soddisfacente, negli anni recenti, e quindi c’è sicuramente un problema alimentare diffuso nel Paese. Questo lo abbiamo potuto constatare direttamente sul posto.

    D. – Come è nata l’idea di questo gesto di solidarietà nei confronti del popolo coreano?

    R. - L’idea è nata più di un anno fa, tramite contatti con la Repubblica Democratica Popolare di Corea qui in Italia, a Roma. C’è stato richiesto un aiuto e Sant’Egidio ha deciso di rispondere positivamente, a patto che, ovviamente, fosse possibile fare una verifica della distribuzione dei generi che abbiamo effettivamente spedito all’inizio dell’anno.

    D. - Come si è svolta la verifica? Avete potuto muovervi nel Paese?

    R. – Sì. Siamo usciti da Pyongyang per circa cento chilometri a sud e cento chilometri a nord. Siamo stati in un istituto per anziani che ne accoglieva circa 200, dove abbiamo fatto una prima distribuzione e verificato le effettive necessità del luogo. Abbiamo anche visitato un orfanotrofio a sud di Pyongyang con poco più di 100 bambini, e abbiamo verificato l’effettiva consegna del materiale spedito. Stiamo parlando di circa trenta tonnellate tra riso, zucchero, olio e fagioli: alimenti nutritivi fondamentali per combattere la malnutrizione, i quali - bisogna dire - sono stati anche raccolti grazie all’aiuto della Coldiretti. Effettivamente, tutti i patti sono stati rispettati: siamo andati lì e c’erano le cose che abbiamo spedito noi.

    D. - Quindi, questi aiuti erano stati raccolti in precedenza e già inviati tramite tir?

    R. - No, tramite nave. Da Genova fino al porto di Nampo, che è il porto più direttamente collegato con Pyongyang. Ci sono voluti quasi cinquanta giorni prima che arrivassero. E' stata una lunga preparazione.

    D. - Qual è stata l’accoglienza da parte delle persone?

    R. - A parte gli ovvi complimenti alla qualità del cibo italiano, è stata un’accoglienza molto buona, nel senso che il bisogno è grande e quindi qualsiasi aiuto e benvenuto. E ciò è positivo. Chiaramente, noi siamo andati lì come un’associazione cattolica, come Comunità di Sant’Egidio, e abbiamo ricevuto una buona accoglienza. Noi contiamo di tornare con altri aiuti, di aiutare soprattutto le fasce deboli della popolazione, quindi gli anziani e i bambini che sono quelli che più soffrono per la scarsità dei raccolti. È chiaramente un Paese in difficoltà anche a causa della situazione internazionale e dell’embargo che colpisce l’industria e anche l’approvvigionamento di petrolio. L’elettricità non c’è sempre, le macchine che circolano sono poche. L’ho verificato di persona. Questo va a discapito dell’agricoltura e di conseguenza a discapito della qualità della vita della popolazione. Non c’è niente di nuovo in questo. Quello che è nuovo, è che a noi è stato permesso senza problemi di poter gestire le distribuzione delle derrate, che speriamo di poter continuare. Ci hanno aiutato in molti e pensiamo che la prossima spedizione debba essere più grande e ancora più mirata, forse non limitandosi solamente al cibo, ma anche ad altro materiale utile come quello sanitario: ad esempio i disinfettanti, dei quali c’è grande scarsità. Ci accorderemo in questi giorni, sempre tramite l’ambasciata con il governo, e vediamo così di costruire una fiducia reciproca che poi andrà a vantaggio del popolo coreano.

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    Bielorussia. Tre nuove chiese a Minsk. Mons. Kondrusiewicz: mattoni per avere pietre vive

    ◊   “Servono le Chiese di mattoni, nelle quali far crescere le pietre vive del cuore”. Così l’arcivescovo metropolita di Minsk e Mogilev, monsignor Tadeusz Kondrusiewicz che ha da poco benedetto nella capitale della Bielorussia, il terreno sul quale sta sorgendo la nuova parrocchia dello “Spirito Santo”. Una Chiesa viva, in pieno sviluppo, quella della Minsk post-comunista che traccia solchi di testimonianza anche nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso. Massimiliano Menichetti:

    Dieci milioni di abitanti, il 15% dei quali cattolici distribuiti su quattro diocesi, sono i numeri della Bielorussia, Paese schiacciato da oltre 75 anni di comunismo, ma che negli ultimi decenni sta conoscendo una vera e propria rinascita della fede. La capitale Minsk ospita oltre due milioni di abitanti: poche le chiese cattoliche ma tanta è la voglia di costruire in nome di Cristo, nei mattoni e nei cuori. L’arcivescovo metropolita, mons. Tadeusz Kondrusiewicz:

    R. – Oggi ci sono quattro vecchie chiese nel centro della città, venti parrocchie, tre chiese sono in costruzione e abbiamo anche cinque cappelle. E’ in atto un processo dinamico: siamo molto grati a tutti coloro che aiutano, anche alle autorità civili che danno i permessi per costruire. Ultimamente, ho benedetto il treno che porta il materiale per la costruzione della chiesa dello Spirito Santo.

    D. – La Bielorussia, Minsk, hanno vissuto 75 anni di ateismo di Stato. Adesso il volto del Paese è molto diverso…

    R. – In questa terra, che è stata infettata non solo dalla Chernobyl fisica, ma anche dalla Chernobyl spirituale, oggi tutto sta cambiando. Soprattutto i giovani sono aperti a Dio, alla Chiesa… la Chiesa, veramente, respira. Venti anni fa, c’erano soltanto 60 sacerdoti bielorussi, oggi sono circa 300. Sabato scorso, ho ordinato quattro nuovi sacerdoti e due diaconi per le mie diocesi: anche questo è un segno della crescita della Chiesa, della crescita delle vocazioni. Tra poco celebreremo la grande festa della Madonna di Budslau e l’anno prossimo i 400 anni dell'istituzione di questo Santuario, al quale si recano tanti pellegrini ogni anno: circa 30 mila per questa festa che si celebra il primo sabato del mese di luglio.

    D. – Quali sono i problemi più grandi e come li affrontate?

    R. – La mancanza di chiese. Dobbiamo avere le chiese, perché nelle mura di queste chiese dobbiamo costruire una Chiesa viva, pietre vive che sono il cuore degli uomini. Si sente ancora la mancanza di catechisti ben preparati, ma abbiamo tre centri per la loro preparazione e questi sono in continua evoluzione. Grazie a Dio, i libri liturgici sono stati tradotti e stampati in bielorusso e questo è già un grande aiuto. Non tutti i documenti, però, sono stati tradotti: lavoriamo anche in questo campo. Forse uno dei problemi della formazione dei laici è che è rimasta la mentalità dei tempi sovietici. Si deve capire invece che non solo il sacerdote è responsabile della parrocchia e della chiesa, ma anche la gente stessa.

    D. – Nel Paese ci sono anche protestanti, soprattutto ortodossi. Quali sono i vostri rapporti?

    R. – Ottimi. Ci sono programmi pastorali comuni nel campo della carità. Insieme organizziamo diverse celebrazioni, soprattutto conferenze e questo piace molto a tutti, perché la gente vuole vedere le nostre Chiese insieme. Le nostre sono Chiese sorelle e come diceva il Beato Giovanni Paolo II, l’Europa deve respirare con due polmoni: quello del cristianesimo occidentale e quello del cristianesimo orientale. L’atmosfera ecumenica e interreligiosa è molto, molto buona.

    D. – In questo contesto, la popolazione come vive?

    R. – La gente è semplice, molto aperta al prossimo, proviamo a vivere come una famiglia.

    Tra le parrocchie in costruzione c'è quella dello Spirito Santo a Chizhovka, fuori dal centro storico della capitale. A contribuire concretamente al progetto l’Associazione italiana "Luci sull’Est" che già nel 2010 ha aiutato l’edificazione della cattedrale di Karaganda, in Kazakistan. Il presidente di "Luci sull’Est", Silvio Dalla Valle:

    "L’iniziativa è nata circa 3-4 anni fa, quando l‘arcivescovo di Minsk ci ha detto che voleva avviare la costruzione di una nuova chiesa. Questo è un fatto importante perché la parrocchia nasce in un quartiere dove non c’è nessuna chiesa: la popolazione, per andare a Messa, deve arrivare in centro città. Quindi, abbiamo subito compreso l’importanza di questa iniziativa e convocato il direttivo, scrivendo una lettera ai nostri sostenitori e chiedendo di collaborare. La costruzione è iniziata un mese fa e si pensa di poterla inaugurare il 13 maggio del prossimo anno. Dopo più di 75 anni di un ateismo di Stato, di un ateismo forzato, questo è un grande segnale di forza, di una Chiesa viva che rinasce".

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    Concluso il Simposio dell'Università: aiuto ai giovani per il loro futuro

    ◊   “Restituiamo ai giovani universitari il tempo della giovinezza: è quello il momento della formazione dei valori”. Con questo messaggio di speranza rivolto alle istituzioni e alle università, si è concluso ieri a Roma il IX Simposio internazionale dei docenti universitari, promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria. Ma in che modo l’Università può aiutare i giovani a costruire un futuro dignitoso, nonostante la situazione attuale? Marina Tomarro lo ha chiesto a Marina Brogi, docente alla Sapienza, università di Roma, e tra i relatori dell’incontro.

    R. – La situazione economica attuale è molto complessa. Ci sono errori del passato che vanno corretti e sicuramente parte di quegli errori verranno pagati dalle generazioni future… Però, da questo punto di vista io credo sia importante focalizzare quello che uno può fare in ogni singolo momento. E’ importante avere una progettualità a medio e lungo termine, senza che questo sia però una fonte di ansia nell’oggi. Noi possiamo agire nell’oggi per costruire un futuro migliore, ma il futuro non può essere qualcosa che ci freni così tanto da renderci fermi, oggi, per la paura.

    D. – All’incontro si sono alternate anche le testimonianze di alcuni imprenditori, che hanno spiegato come sia possibile andare oltre la crisi e avere un’azienda in crescita. Michele Cinaglia, presidente del Gruppo Ingegneria Informatica S.p.A.:

    R. – Si può fare un’impresa – e la nostra ne è la dimostrazione vivente – che non vive di espedienti, ma paga gli stipendi, paga le tasse … Si può fare una cosa importante.

    D. – Lei che cosa risponde quando un giovane universitario viene da lei per chiederle uno stage, per chiederle un’opportunità?

    R. – Noi rispondiamo assumendo persone. Assumiamo centinaia di persone all’anno: gli stage non ci piacciono. Recentemente ho assunto uno specialista che prossimamente andrà in Cina...

    L’incontro è stato concluso da mons. Lorenzo Leuzzi, responsabile della pastorale universitaria:

    “Il Simposio ha segnato una tappa importante del cammino di impegno dei docenti universitari, nel senso che è emersa la chiara consapevolezza che, se vogliamo davvero riportare i giovani al centro dell’attenzione, è necessario recuperare la vera vocazione dell’università, e dunque bisogna superare l’idea che ci si iscrive all’università unicamente per il posto di lavoro. Certamente, la preoccupazione del lavoro è fondamentale, ma ciò che è importante è che i giovani nella vita universitaria ricevano un’istruzione che li aiuti ad essere protagonisti, cioè ad avere quella capacità di entrare nelle dinamiche che man mano la società offrirà loro”.

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    Costa Concordia. Il parroco di Giglio Porto: noi, piccola isola dal grande cuore

    ◊   A oltre cinque mesi dalla tragedia della Costa Concordia, procedono i lavori di recupero della nave: nei giorni scorsi si è insediato l’Osservatorio di monitoraggio delle operazioni per supervisionare la messa in sicurezza che sarà completata entro agosto. Ma come sta vivendo la popolazione dell’isola del Giglio il ritorno alla normalità all’inizio della nuova stagione turistica? Ce lo racconta don Lorenzo Pasquotti, il parroco della chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano a Giglio Porto, dove giovedì scorso si è tenuto un concerto di ringraziamento agli abitanti per la loro solidarietà durante l’emergenza, diretto da Uto Ughi. L’intervista è di Roberta Barbi:

    D’estate decine di barche ormeggiano nelle sue acque color smeraldo e la sera frotte di turisti passeggiano per i suoi vicoletti. D’inverno l’Isola del Giglio ha un’altra faccia, quella delle circa 700 persone che vivono stabilmente qui e che si dedicano al mare, alla navigazione come alla pesca. È la comunità di don Lorenzo Pasquotti, il parroco di Giglio Porto:

    “La parrocchia rimane comunque un punto di riferimento, perché poi la vita della comunità, indipendentemente da quello che è successo a metà gennaio, comunque procede. Adesso dovrebbe cominciare la stagione turistica e un po’ si risente di questo incidente, perché a detta degli operatori la frequenza è forse anche meno della metà”.

    Quello appena trascorso è stato un inverno diverso, che ha portato decine di giornalisti, parenti e semplici curiosi sull’isola normalmente avvolta nella bruma e in cui la vita nella stagione fredda è scandita dai sonnolenti ritmi della natura. La sera del 13 gennaio scorso, la nave Costa Concordia ha tragicamente urtato lo scoglio delle Scole e si è adagiata su un fianco proprio di fronte al porto. Un’esperienza che ha cambiato la vita degli isolani:

    “Sicuramente, il contraccolpo c’è stato, perché ancora adesso questa nave è di fronte alla piccola spiaggia, dove i bambini normalmente negli anni passati facevano il bagno. Era l’unica spiaggia con la sabbia e adesso lì davanti c’è la nave. Questo è inevitabilmente un colpo che rimane e che ti provoca fortemente”.

    La reazione della popolazione è stata quella del popolo di Dio, chiamato alla carità e alla solidarietà verso i fratelli nel bisogno. Gli abitanti di Giglio Porto, come quelli di Giglio Castello sono scesi in strada, quella notte, hanno portato aiuto come potevano, hanno aperto le loro case. Il loro comportamento esemplare è valso anche alcuni riconoscimenti: il primo giugno scorso la popolazione ha ricevuto il Gonfalone d’argento del Consiglio regionale della Toscana. Anche don Lorenzo ha spalancato le porte della sua parrocchia e a breve metterà in rete un sito Internet con le lettere di ringraziamento ricevute. Il sacerdote spiega così il grande spirito di collaborazione che ha animato i suoi parrocchiani nei giorni dell’emergenza:

    “La dimensione della fede non è disgiunta dalla dimensione della vita, qualcosa che riguarda solamente l’interno e la vita spirituale, ma si traduce poi anche in una vita di attenzione verso quello che succede intorno a noi. La gente si è resa conto che quando c’è stato bisogno è stata capace di far fronte con il poco ad un bisogno che era sproporzionatamente maggiore. Questo ha dato coraggio. Volendo si può. Volendo, anche con il poco, si può. Mi piace pensare che l’uomo metta il suo e il Signore metta il resto”.

    Lentamente, la vita della popolazione è tornata alla normalità, che è quella di una comunità molto coesa e fortemente attaccata alla tradizione. C’è stata la processione per il Corpus Domini, poi la festa di San Lorenzo, il patrono della parrocchia, con il Palio marinaro: le corse con le barche dei tre rioni del porto, e la festa delle Contrade con le grigliate. Anche d’estate è previsto un appuntamento importante:

    “Ci sarà la festa dell’Assunta. Sotto al mare, dove la nave ha urtato, c’è un bassorilievo della Madonna e i sommozzatori andranno e porteranno una corona di fiori come tutti gli anni, per proteggere coloro che vanno per mare e per ricordare quelli che nel mare sono morti”.

    La gente del Giglio affolla le feste che fanno parte della sua identità. Non è raro vedere tra la folla anche i giovani, che per proseguire gli studi dopo la terza media devono trasferirsi sul continente, ma appena possono tornano sulla loro amata isola:

    "I giovani vengono. Poi, in queste ricorrenze, siccome sono cresciuti fino alla terza media nel territorio del Giglio e hanno bevuto la linfa del Giglio, sono rimasti attaccati a queste tradizioni. C’è una continuità. Non sempre tutto il bene è evidente. C’è tutto un sommerso che non appare, di cui nessuno parla, ma che invece esiste e agisce".

    Don Lorenzo si fa per un attimo portavoce della sue gente, ne interpreta gli auspici e questo è l’augurio che fa alla sua isola:

    "Che ritorni ad essere il Giglio di sempre, frequentato dai turisti. Io non ho visto, però, come qualcuno dice, questa morbosità nel venire a vedere la nave, a vedere la disgrazia. La gente passa, vede, ma... Che ritorni a essere quell’isola splendida dal punto di vista paesaggistico che è".

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    Al Taormina FilmFest presentato il "Re Lear" di Michele Placido

    ◊   Si è inaugurato ieri il Taormina FilmFest: la famiglia Castellitto ha raccontato come il cinema è condivisione e coesione per l’intera famiglia, Michele Placido ha annunciato i suoi progetti artistici tra cinema e teatro. Nel Teatro Greco, con un incontenibile e contestato ritardo e qualche polemica, si è dato il via alle proiezioni con “Ribelle – The Brave”, il nuovo gioiello animato della Disney sulle avventure di una fiera ragazzina nella Scozia del medioevo. Il servizio è di Luca Pellegrini:

    Troppi gli ospiti e troppi i premi, troppe le parole e forse troppa mondanità. Non che il cinema attiri anche questo genere di “rappresentazioni” sociali, ma i neo-responsabili della importante kermesse siciliana – Tiziana Rocca e Mario Sesti – per paura del vuoto e della mancanza di esposizione, hanno fatto troppo, nella affollata serata inaugurale, affastellando glamour, interviste, solidarietà e cultura, rappresentate queste ultime dalla significativa consegna dell’Humanitarian Award a Padre Rick Frechette, missionario americano che da vent’anni è attivo nel campo della carità sulla tormentata isola di Haiti, e alla regista libanese Nadine Labaki per il suo impegno nel dialogo tra le culture. Nel pomeriggio, in una situazione più rilassata e meno tesa, Michele Placido, ha incontrato il pubblico per presentare i suoi prossimi impegni cinematografici e soprattutto la nuova messinscena di “Re Lear” di Shakespeare, di cui sarà regista e interprete e che debutterà al Teatro Romano di Verona il primo agosto. Un padre ottantenne, un monarca accecato dal potere, un percorso tragico e attuale. Abbiamo chiesto all’attore che cosa l’affascina maggiormente di questo personaggio.

    R. – La redenzione di Lear. Lear parte come uomo politico, come uomo di potere che, in un eccesso di potere, pensa di poter essere padre-padrone di queste tre figlie. Ma una delle tre figlie, Cordelia, una sorta di ribelle – mi fa pensare alle grandi eroine anche a livello mistico, io la vedo un po’ come una Giovanna d’Arco, dico all’attrice che la interpreta – è l’unica che ha il coraggio di opporsi a questo padre monarca, di metterlo in crisi. Sarà la rovina del padre, ma anche la sua redenzione: questo è il fascino di re Lear. Il percorso che lui farà, cacciato dai castelli dalle altre due figlie, dalle "cattive" Goneril e Regan, lo porteranno a trovarsi in compagnia solo di povera gente, dei derelitti, di accattoni e di pazzi e seguirà un percorso esistenziale che da monarca lo farà diventare, finalmente, uomo. E morirà felice e contento.

    D. – Lei sottolinea che quello di Lear è un autentico cammino di espiazione cristiana...

    R. – Ci sono molti critici che parlano di questo testo come anche di un testo che sicuramente ha una fonte di ispirazione nella Bibbia: la pazienza del personaggio di Gloucester fa pensare a Giobbe, ma anche il percorso stesso di Lear fa pensare ai grandi personaggi biblici che perdono la grazia di Dio e poi la riacquistano attraverso questo grande percorso. Qualcuno, per esempio, ha accostato Lear a Salomone: Salomone vecchio, che ha avuto un momento nel suo passaggio – noi conosciamo il Salomone giovane – ma anche il Salomone che, nella maturità, ha un momento di smarrimento nei confronti di Dio. La stessa cosa accade un po’ a Lear, che ha uno smarrimento etico. Non lo nomina mai, con la parola, Dio, ma lo nomina "giudice supremo". E poi, questo finale straziante in cui lui crede di essere stato condannato alla ruota di fuoco – all’inferno – per i mali che ha fatto, e vede nella redenzione di Cordelia la salvezza del paradiso. Proprio nell’ultima frase – “guardatela, guardatela!” – vede ascendere al cielo Cordelia. E’ chiaro che Shakespeare, come personaggio, come artista, come scrittore laico da un punto di vista critico della sua società contemporanea, ne parli in termini non strettamente cristiani. Ma lo è.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Nigeria, violenze anticristiane. Cardinale Bagnasco: l'Europa faccia di più

    ◊   “Fatti gravissimi che dovrebbero essere maggiormente stigmatizzati dalla comunità internazionale e in particolare dall’Europa” che non lo fanno abbastanza. Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Genova, ha commentato oggi con i giornalisti il perpetrarsi delle persecuzioni anticristiane in Nigeria, a margine della celebrazione del Patrono della città, San Giovanni, officiata dal cardinale Domenico Calcagno. Il cardinale Bagnasco ha ricordato l’appello rivolto dal Santo Padre in favore della pace e della riconciliazione in Nigeria, ma anche in tutti quei Paesi in cui viene negata la libertà religiosa. Ha scelto di parlare di crisi e di austerità e moderazione, due insegnamenti che ci vengono da San Giovanni e che sono richiesti anche a noi oggi in quest’epoca difficile, invece, il cardinale Calcagno, presidente dell’Apsa, l'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, che ha celebrato la Messa in cattedrale nel capoluogo ligure. Il porporato ha esortato l’assemblea a riconsiderare il proprio modo di vivere e di rapportarsi ai beni materiali, invitando a stemperare superbia e orgoglio, e ha concluso raccomandandosi di non spendere più di quello che si ha, rivolgendosi anche allo Stato e al governo. (R.B.)

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    Crisi Siria-Turchia, convocate riunioni in sede Ue e Nato

    ◊   Sale la tensione tra Siria e Turchia dopo l’abbattimento di un F-4 turco da parte dell’artiglieria siriana che avrebbe violato lo spazio aereo di Damasco; ipotesi negata da Ankara. La Turchia, ha annunciato la tv turca, ha chiesto alla Nato la convocazione di una riunione, in base all’articolo 4 del Trattato Atlantico che prevede consultazioni in caso di minacce all’integrità territoriale o alla sicurezza di un membro dell’Alleanza. Intanto, il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha dichiarato che al momento in cui è stato colpito, l’aereo Phantom si trovava a 13 miglia circa dalla costa siriana, cioè nello spazio aereo internazionale: era solo, disarmato e non svolgeva alcuna missione segreta né stava celando la propria identità. Mezzi della Marina turca e siriana sono in continuo contatto alla ricerca in mare dei due piloti dispersi e hanno individuato i resti del velivolo a circa 1300 metri di profondità. Degli sviluppi della vicenda parleranno domani a Lussemburgo i ministri degli Esteri dell’Ue, mentre martedì a Bruxelles toccherà agli ambasciatori della Nato, dopo che la Turchia ha inviato oggi una nota diplomatica ufficiale alla Siria. Nel frattempo, il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha commentato il fatto dicendo che “Damasco si è spinta oltre il limite dell’accettabile” e ha assicurato l’appoggio di Londra al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per un eventuale azione energica contro la Siria. Infine, il presidente delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri turco, ha auspicato una soluzione pacifica alla crisi tra i due Paesi, esprimendo la propria preoccupazione e il proprio sostegno, ed elogiando la moderazione finora dimostrata da Ankara. (R.B.)

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    Paraguay. Lugo: destituita la democrazia. Ma invita a proteste pacifiche

    ◊   “Non è stato destituito Lugo, bensì la democrazia”. Con queste parole l’ex presidente del Paraguay, Fernando Lugo, nella sua prima apparizione pubblica dal voto che lo ha destituito, ha commentato quando accadutogli, affermando comunque di accettare il verdetto del Senato – che è nelle mani dell’opposizione – pur reputandolo ingiusto, per non far scaturire violenze e chiedendo di protestare solo in maniera pacifica. Con questo appello alla democrazia, l’ex vescovo cattolico si è rivolto ai circa 500 manifestanti riuniti ad Asuncion. La destituzione di Lugo sarebbe motivata da un “cattivo adempimento delle sue funzioni” in riferimento alla mancata gestione degli scontri di metà giugno in un’area rurale del Paese, in cui sono morte 17 persone. “Non c’è stato nessun golpe”, si difende l’attuale presidente in carica, il liberale Federico Franco, che ammette la difficoltà della situazione. Intanto, continuano le reazioni da parte degli Stati vicini: l’Argentina ha ritirato il proprio ambasciatore dal Paraguay, considerando illegittimo il procedimento contro Lugo, mentre il Brasile – principale partner commerciale del Paese – e l'Uruguay hanno richiamato i loro per consultazioni. Infine, anche l’Unione Europea ha lanciato un appello affinché venga rispettata “la volontà democratica dei paraguayani”. (R.B.)

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    Sud Corea: messaggio dei vescovi per la Giornata dell'ambiente

    ◊   Tutta la comunità cattolica "deve assumersi la responsabilità della cura dell'ambiente, un dono di Dio che va trattato come tale. Dobbiamo impegnarci per costruire una nuova società che sia 'verde', per rendere il Signore orgoglioso di noi". Lo scrive mons. Mattia Ri Iong-hoon, presidente della Commissione episcopale Giustizia e Pace e vescovo di Suwon, nel messaggio annuale per la Giornata dell'ambiente. Il messaggio - riferisce l'agenzia AsiaNews - si intitola "Siamo cooperatori di Dio, che coltivano e si prendono cura del Suo giardino". Nel testo si legge: "La distruzione ecologica avviene ancora oggi in ogni angolo del mondo. E questo porta alla totale abrogazione della relazione di cooperazione fra Dio e l'uomo. È arrivato il tempo che la comunità ecclesiastica prenda l'iniziativa e costruisca una 'civilizzazione verde'. Il tema della salvaguardia dell'ambiente è molto caro alla Chiesa sudcoreana. Il Paese ha enormi risorse ecologiche e buona parte della popolazione vive a contatto con la natura soprattutto nel Sud, dove l'industria ittica rappresenta la fonte maggiore di lavoro. Per preservare l'ecologia nazionale, i cattolici sono impegnati in campagne di sensibilizzazione e di protesta contro progetti che mirano a sconvolgere gli equilibri naturali. Secondo mons. Ri "tutti i membri della Chiesa si devono impegnare per costruire una civiltà verde, un sistema sociale che sia al servizio di tutte le creature. Il mondo attuale sarà cambiato in modo che Dio 'possa vedere quanto sia buono' (Ge 1,10). Abbiamo la responsabilità di prenderci cura di questo dono divino e dobbiamo unire i nostri sforzi. Dobbiamo essere la speranza per l'ecologia della Terra". (R.P.)

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    Edimburgo: 40.mo incontro dei segretari generali degli episcopati europei

    ◊   La nuova evangelizzazione è al centro del 40° incontro dei segretari generali delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) in programma ad Edimburgo, in Scozia, dal 29 giugno al 2 luglio. Durante l’incontro, che quest’anno si svolgerà nel centro Dynamic Earth, i segretari generali rifletteranno sulla testimonianza della fede nel mondo della politica, della cultura, nella legge e nell’opinione pubblica. Gli altri temi in agenda - riferisce l'agenzia Sir - prevedono discussioni sui sistemi di finanziamento della Chiesa, l’ecumenismo in Europa e la traduzione dei testi liturgici della Chiesa cattolica. Ad aprire i lavori sarà il cardinale Keith Patrick O’Brien, arcivescovo di St. Andrews ed Edimburgo, presidente della Conferenza episcopale scozzese. L’anno scorso, a Vilnius, i segretari generali avevano riflettuto su alcuni aspetti specifici della nuova evangelizzazione quali: il rapporto tra cultura e qualità della fede; la vita spirituale e l’appartenenza ecclesiale; le strutture e i carismi della Chiesa. Quest’anno, si legge nella nota della Ccee, a pochi mesi dall’apertura del Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione “la questione della testimonianza pubblica della fede nella società europea sarà affrontata attorno ai temi della politica, della cultura, delle leggi e dell’opinione pubblica”. La riflessione sarà articolata su tre livelli: quello nazionale sarà affidato a John Haldane, direttore del Centro di etica, filosofia e attualità dell’Università di St. Andrews (Scozia); quello europeo sarà trattato da mons. Piotr Marzurkiewicz, segretario generale della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea) e da mons. Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo; infine mons. Ronnie Jenkins, segretario generale della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, presenterà la situazione americana. Nei giorni successivi, i segretari si concentreranno sui temi del finanziamento della Chiesa in Europa, dell’ecumenismo e della traduzione di alcuni testi liturgici della Chiesa cattolica. I risultati di un’indagine condotta presso le Conferenze episcopali sui vari sistemi di finanziamento delle Chiese in Europa saranno presentati da Erwin Tanner, segretario generale della Conferenza episcopale svizzera. La situazione ecumenica in Scozia e in Europa sarà affidata invece a fr. Stephen Smyth, segretario generale dell’Acts (Action of churches together in Scotland) e al canonico della Chiesa episcopale di Scozia, Bob Fyffe, segretario generale del Ctbi (Churches together in Britain and Ireland). Infine, il tema della traduzione del messale e del lezionario sarà affrontato da mons. Bruce Harbert, già direttore esecutivo del Comitato internazionale sull’inglese nella liturgia (Icel). (R.P.)

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    Togo: tutela dei bambini diversamente abili dalle tradizioni culturali che li emarginano

    ◊   Paura, vergogna e radicate tradizioni culturali, continuano ad emarginare i bambini disabili in Togo, come in buona parte del continente, che vengono spesso ridicolizzati, rinchiusi, nascosti e trascurati, tagliandoli fuori dalla vita normale e aggravando la loro situazione. I familiari stessi si prendono gioco di loro. In Togo, secondo Christian Blind Mission (Cbm), organizzazione internazionale di assistenza ai disabili, su una popolazione di sei milioni di abitanti circa 378 mila bambini sono disabili. Nei villaggi più piccoli queste situazioni vengono ingigantite dalle reazioni dei vicini di casa che costringono i portatori di handicap a rimanere rinchiusi al buio per non essere visti, presi in giro e insultati per le loro deformità. In occasione della recente celebrazione della Giornata del Bambino Africano - riferisce l'agenzia Fides - è stato lanciato un monito a non trascurare i bambini disabili, non discriminarli né usare violenza contro di loro. Infatti, in Africa, i diversamente abili continuano ad essere esclusi dal resto dei bambini. Solo una piccola parte frequenta la scuola e pochi di loro ricevono l’istruzione di cui hanno bisogno. Cambiare le radicate tradizioni culturali del Paese è molto difficile, ma le famiglie i cui bimbi sono stati aiutati sanno bene che non devono escluderli dalla vita quotidiana. Solo quando la mentalità sarà cambiata le cose potranno migliorare anche per queste vittime innocenti. Nel 2011 il Governo togolese ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, ed è consapevole delle ulteriori difficoltà che i diversamente abili devono affrontare, tuttavia deve ancora fissare provvedimenti seri per aiutarli e contrastare le credenze popolari. In Africa tra il 5 e il 10% dei bambini sono diversamente abili, principalmente per cause genetiche e complicazioni durante il parto, per malattie come poliomielite, morbillo, meningite e malaria cerebrale, come pure per l’alimentazione precaria e la scarsa assistenza sanitaria. (R.P.)

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    Benin: contributo della Cei al progetto Ispes a Cotonou

    ◊   La Conferenza episcopale italiana co-finanzierà la costruzione della nuova sede dell’Istituto superiore di formazione per educatori specializzati a Cotonou, in Benin, nell’Africa Occidentale. Questo progetto “Isfes” del Gruppo Missionario “Un pozzo per la vita” Merano (Gmm) - riferisce l'agenzia Sir - è stato approvato dal Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, l’organismo istituito dalla Cei per valutare gli interventi da sostenere nei Paesi in via di sviluppo, che costituisce una delle finalità per cui è utilizzata la quota dell’8 per mille attribuita alla Chiesa Cattolica. Il Gmm precisa che a Cotonou sono già iniziati i lavori di costruzione dell’edificio di tre piani che costituirà la nuova sede dell’Isfes, nella quale l’istituto, riconosciuto dal Ministero dell’Insegnamento Superiore del Benin potrà sviluppare e potenziare la propria attività. Tuttavia, la nuova sede dell’Isfes non è il solo progetto nell’ambito dell’istruzione sostenuto quest’anno dal Gmm, che sempre considera l’educazione una condizione necessaria per lo sviluppo. (R.P.)

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    A Roma l’Osservatorio della Libertà Religiosa. Lo coordina il sociologo Introvigne

    ◊   Dopo Stati Uniti, Canada e altri Paesi anche l’Italia si dota di un Osservatorio della Libertà Religiosa, con lo scopo di monitorare e contrastare le violazioni della libertà religiosa nel mondo, a cominciare dalle aree “a rischio” dove le minoranze sono perseguitate. L’iniziativa è stata promossa dal Ministero degli Esteri e da Roma Capitale e sarà presentata la mattina del 28 giugno a Roma all’Associazione della Stampa Estera con un intervento dell’arcivescovo di Baltimora, William Lori, sui fondamenti della libertà religiosa e le minacce che oggi patisce anche in Occidente. Il protocollo istitutivo dell’Osservatorio prevede la nomina da parte del Ministro degli Esteri e del sindaco di Roma di quattro membri e di un coordinatore. I quattro membri sono due diplomatici con una lunga esperienza di diritti umani, Diego Brasioli e Roberto Vellano, e due esponenti di organizzazioni non governative, Attilio Tamburrini, da anni principale redattore dei periodici rapporti sulla libertà religiosa dell’Aiuto alla Chiesa che Soffre, e Roberto Fontolan. Come coordinatore il ministro degli Esteri Giulio Terzi e il sindaco di Roma Gianni Alemanno hanno scelto il sociologo torinese Massimo Introvigne, citando la sua esperienza del 2011 all’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), dove è stato Rappresentante per la lotta al razzismo e alla discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni. “Proprio la mia esperienza all’Osce – spiega Introvigne – ha confermato il ruolo leader dell’Italia nel promuovere coalizioni che intervengono, talora pubblicamente e talora discretamente, quando la libertà religiosa è minacciata. L’Italia, per esempio, ha dato un grande contributo nell’impedire che Asia Bibi, la madre di famiglia pakistana cristiana condannata a morte per una pretestuosa accusa di blasfemia, sia giustiziata. L’Osservatorio darà sistematicità a questa azione come voce dei perseguitati religiosi che non hanno voce, a partire dai cristiani che ogni domenica in Nigeria rischiano la vita semplicemente andando a Messa”. (T.C.)

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    Fondazione Paolo VI. Alla "Settimana europea" si parla di Gerusalemme, religioni e Chiese

    ◊   La “formazione di una sensibilità culturale aperta al dialogo tra realtà antropologiche e religiose diverse, per vivere consapevolmente nella complessità di un mondo globalizzato”. Questo l’obiettivo della XXXIV Settimana europea promossa dal 3 al 7 settembre a Villa Cagnola - Gazzada (Varese) dalla Fondazione Ambrosiana Paolo VI in collaborazione con l’Università cattolica, con il patronato della Regione Lombardia e il patrocinio della Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus. Tema dell’incontro “Una città tra terra e cielo: Gerusalemme, le religioni, le Chiese”. La Settimana “quest’anno propone - si legge in una nota ripresa dall'agenzia Sir - il terzo incontro dedicato alla storia religiosa dell’universo ‘euro-mediterraneo’ con una serie di approfondimenti dedicati alla straordinaria vicenda di Gerusalemme: Città Santa, patria comune per tutti i cristiani e cuore del mondo”. Ma l’appuntamento “presenta anche una significativa valenza ecclesiale, sottolineata dalla presenza di mons. Fouad Twal, patriarca Latino di Gerusalemme, che conclude i lavori, e di mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, ausiliare di Gerusalemme e vicario patriarcale latino per Israele. La Settimana è riconosciuta come corso d’aggiornamento per i docenti di ogni ordine e grado e gli insegnanti di religione cattolica. Iscrizioni entro il 25 agosto. (R.P.)

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    Congresso laici agostiniani. Padre Prevost: approfondire la vita nella Chiesa

    ◊   L'Ordine di Sant'Agostino organizza a Roma, dal 11 al 17 luglio, il Convegno dei Laici agostiniani, evento mondiale che si celebra ogni sei anni e che è giunto alla terza edizione. Il tema del Convegno è “In cammino con Sant'Agostino: essere il Corpo di Cristo per il mondo di oggi”. In un comunicato, il priore generale dell'Ordine di Sant'Agostino, padre Robert F. Prevost sottolinea che “da ogni parte del mondo i laici agostiniani vengono a Roma per condividere le differenti esperienze maturate su cosa significa vivere in comunione, vivere la fraternità nella famiglia agostiniana cercando la presenza di Dio nel mondo e vivere il messaggio del Vangelo nello stile di sant'Agostino”. Padre Prevost aggiunge: “Quest'anno abbiamo invitato i rappresentanti dei vari gruppi della famiglia agostiniana per riflettere insieme sulla partecipazione della famiglia agostiniana alla vita della Chiesa, nella costruzione del Corpo di Cristo. Dialogheremo insieme e approfondiremo il senso della nostra partecipazione nell'unica Chiesa, nell'unica grande famiglia di Dio sempre a partire dalla nostra spiritualità, dal nostro impegno a promuovere comunione vivendo in comunità, condividendo la vita”. Nel Congresso, si legge nel comunicato, verranno offerti elementi di approfondimento della spiritualità laicale nella sua dimensione agostiniana sempre con uno sguardo rivolto al mondo di oggi e alla necessità di collaborare insieme al servizio del Vangelo. Il Congresso permetterà di compiere ulteriori passi in direzione della crescita delle Fraternità laicali agostiniane (Fas) pienamente inserite nell'Ordine con una proposta sempre più chiara ed un servizio vissuto insieme con i frati e le suore della Famiglia Agostiniana. (A.G.)

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    Indonesia: premiato a Giacarta un frate cappuccino ambientalista

    ◊   Al frate cappuccino fra Samuel Onton Sidin, è stato conferito il premio Kalpataru, massimo riconoscimento che l’Indonesia attribuisce in materia di conservazione dell’ambiente e tutela della natura. Attraverso la “Sunshine Home” - Rumah Pelangi, in lingua locale - egli ha promosso programmi di rimboschimento e recupero, concentrati in particolare nel distretto di Kabu Raya, provincia di West Kalimantan, dove ha avviato la semina di piante ad alto fusto e ringiovanito l’area con iniziative “a tutto verde”. Fra Sidin ha ricevuto l’onorificenza il 4 giugno scorso, dopo anni di oscuro lavoro, nel Palazzo presidenziale a Jakarta dalle mani del capo di Stato Susilo Bambang Yudhoyono. Il giorno non è stato scelto a caso, visto che il 5 giugno ricorreva la Giornata mondiale dell’ambiente. Il Kalpataru Award è il riconoscimento indonesiano più prestigioso perché “sponsorizzato” da governo e istituzioni, volto a onorare veri e propri “eroi” nella lotta a tutela della natura. All’interno della Sunshine Home Fra Sidin ha creato anche un “centro di preghiera” usato dai cattolici della zona nel giorno di riposo. Il nome della dimora è ispirato a personaggi biblici, e al suo interno vengono promosse iniziative di tutela del patrimonio ambientale, favorendo, nello stesso tempo, la fede cristiana e la spiritualità particolare dell’Ordine dei Francescano. Fra le altre iniziative promosse da fra Sidin in tema di ambiente, vi è il progetto avviato nel 2000 di rimboschimento di un’area di oltre 90 ettari sulle montagne di Benuah, meglio noto ai locali col nome di Monte Tunggal. La zona era stata devastata da un incendio doloso ma il cappuccino è intervenuto con il piano “a tutto verde”, mettendo a dimora alberi locali molto rari e a rischio estinzione, fra i quali ha riservato uno spazio per dar da mangiare ai volatili. (A cura di padre Egidio Picucci)

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    Aiuto alla Chiesa che Soffre: la sua Bibbia illustrata ha superato 50 milioni di copie

    ◊   «Ho sempre considerato un privilegio poter aprire agli altri la via per la fede». Così Maria Zurowsky, responsabile internazionale del dipartimento per l’Apostolato familiare di Aiuto alla Chiesa che Soffre, festeggia la pubblicazione della copia numero 50 milioni di «Dio Parla ai suoi figli». In soli trentatré anni la piccola Bibbia illustrata è divenuta uno dei progetti più importanti della Fondazione pontificia raggiungendo tantissimi bambini in oltre 140 Paesi. «Ancora oggi riceviamo moltissime testimonianze commoventi ed incoraggianti da tutto il mondo: dalla Repubblica Democratica del Congo al Brasile, all’Ucraina, al Perù». E lì dove i cristiani sono stati o sono tuttora perseguitati, come in Pakistan, Iraq e Cina, la Kinderbibel rappresenta un segno di speranza e fornisce a numerosi missionari un fondamentale supporto alla catechesi dei più piccoli. Il fondatore di Acs, padre Werenfried van Straaten, desiderava «portare la Parola di Dio a tutti i bimbi del mondo, anche a quelli tanto poveri da non potersi permettere nemmeno un libro». Il volumetto ha fatto di più, offrendo ai bambini - e a volte perfino ai loro genitori – la possibilità d’imparare a leggere. La Bibbia del Fanciullo è spesso il solo libro posseduto dalle famiglie e l’unico testo nella lingua madre di diversi gruppi etnici. Nel 2012 il ricco numero di traduzioni è giunto a quota 172, con la stampa di 4 nuove edizioni: in ch'ol, per una piccola popolazione dello stato del Chiapas in Messico; in Sesotho, uno degli undici idiomi ufficiali del Sudafrica e dei due del Lesotho; e in due lingue keniote: il Kikuyu e il Pokot. Entro la fine dell’anno si prevede di arrivare ad una tiratura di 500mila copie. Era il 1979 quando la prima Bibbia del Fanciullo è stata donata da padre Werenfried ai vescovi dell’America Latina, durante la loro Terza Assemblea generale a Puebla, in Messico. «I bambini – diceva il monaco premostratense - hanno bisogno di qualcosa come la Kinderbibel, così che l’immagine di Gesù possa vivere nei loro cuori». Il libro contiene una selezione di testi delle Sacre Scritture adattati dalla teologa tedesca Eleonor Beck per renderne il linguaggio più accessibile. Le letture sono poi accompagnate dai disegni della religiosa spagnola Miren Sorne che, nei molti anni di lavoro in Perù, ha scoperto quanto le figure possano facilitare la comprensione del testo biblico. Visto il successo delle illustrazioni, da alcuni anni Acs le stampa anche in formato poster: «una Bibbia speciale – spiega Maria Zurowsky – per la catechesi dei più piccini». E da quest’anno altre due novità: un volume con pagine e immagini più grandi, per chi ha difficoltà di lettura, ed un puzzle raffigurante il «Discorso della Montagna». (T.C.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 176

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Barbara Innocenti.