Logo 50 Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 01/11/2014

Il Papa e la Santa Sede

Oggi in Primo Piano

Nella Chiesa e nel mondo

Il Papa e la Santa Sede



Angelus: i santi, ultimi per il mondo ma primi per Dio. Appello per Gerusalemme

◊  

I santi sono persone semplici, ultimi per il mondo ma primi per Dio: è quando ha detto il Papa all’Angelus nella Festa di tutti i Santi. Nuovo appello per la Terra Santa. Decine di migliaia i pellegrini presenti in Piazza San Pietro in una splendida giornata di sole. Il servizio di Sergio Centofanti

“I primi due giorni del mese di Novembre – ha detto il Papa - costituiscono per tutti noi un momento intenso di fede, di preghiera e di riflessione sulle ‘cose ultime’ della vita”. Oggi diamo lode a Dio per la schiera innumerevole dei santi e delle sante di tutti i tempi:

“Uomini e donne comuni, semplici, a volte ‘ultimi’ per il mondo, ma ‘primi’ per Dio”.

La solennità odierna – ha sottolineato - ci aiuta così a considerare una verità fondamentale della fede cristiana: la comunione dei santi. Si tratta di una unione spirituale "che non viene spezzata dalla morte, ma prosegue nell’altra vita”:

“In effetti sussiste un legame indistruttibile tra noi viventi in questo mondo e quanti hanno varcato la soglia della morte. Noi quaggiù sulla terra, insieme a coloro che sono entrati nell’eternità, formiamo una sola e grande famiglia”.

In particolare nell’Eucaristia – ha proseguito Papa Francesco – “noi incontriamo Gesù vivo e la sua forza, e attraverso di Lui entriamo in comunione con i nostri fratelli nella fede: quelli che vivono con noi qui in terra e quelli che ci hanno preceduto nell’altra vita, la vita senza fine”:

“Questa realtà ci colma di gioia: è bello avere tanti fratelli nella fede che camminano al nostro fianco, ci sostengono con il loro aiuto e insieme a noi percorrono la stessa strada verso il cielo. Ed è consolante sapere che ci sono altri fratelli che hanno già raggiunto il cielo, ci attendono e pregano per noi, affinché insieme possiamo contemplare in eterno il volto glorioso e misericordioso del Padre”.

Dio ci chiama ad essere santi come Egli è Santo – ha aggiunto il Papa – e “per chi vuole seguire Gesù sulla via del Vangelo”, Maria “è la guida sicura", la "Madre premurosa ed attenta, a cui confidare ogni desiderio e difficoltà". Lei, infatti, nella grande assemblea dei Santi ha il primo posto.

Dopo l’Angelus, osservando che la liturgia odierna parla della gloria della Gerusalemme celeste ha rivolto il suo pensiero alla Terra Santa:

“Vi invito a pregare perché la Città Santa, cara a ebrei, cristiani e musulmani, che in questi giorni è stata testimone di diverse tensioni, possa essere sempre più segno e anticipo della pace che Dio desidera per tutta la famiglia umana”.

Papa Francesco ha poi ricordato che oggi a Vitoria, in Spagna, viene proclamato Beato il martire Pietro Asúa Mendía, sacerdote basco, “umile e austero”, che “predicò il Vangelo con la santità di vita, la catechesi e la dedizione verso i poveri e i bisognosi” nei tempi difficili della guerra civile spagnola:

“Arrestato, torturato e ucciso per aver manifestato la sua volontà a rimanere fedele al Signore e alla Chiesa, rappresenta per tutti noi un mirabile esempio di fortezza nella fede e di testimonianza della carità”.

Ha salutato, quindi, i partecipanti alla “Corsa dei Santi” e alla “Marcia dei Santi”, promosse rispettivamente dalla Fondazione Don Bosco nel mondo e dall’Associazione Famiglia Piccola Chiesa. “Mi compiaccio per queste iniziative – ha detto - che uniscono lo sport, la testimonianza cristiana e l'impegno umanitario”.  

Infine, il Papa ha ricordato che oggi pomeriggio si recherà al cimitero del Verano per celebrare la Santa Messa in suffragio dei defunti:

“Visitando il principale cimitero di Roma, mi unisco spiritualmente a quanti si recano in questi giorni presso le tombe dei loro morti nei cimiteri del mondo intero. A tutti auguro una buona festa dei Santi, nella gioia di far parte di questa grande famiglia dei Santi. Non dimenticate, per favore, di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

inizio pagina

Il saluto di Papa Francesco alla "Corsa dei santi"

◊  

In Piazza San Pietro erano presenti per l'Angelus anche i numerosi partecipanti alla “Corsa dei Santi” e alla “Marcia dei Santi”, promosse rispettivamente dalla Fondazione Don Bosco nel mondo e dall’Associazione Famiglia Piccola Chiesa. Il Papa li ha salutati, esprimendo il suo apprezzamento "per queste iniziative che uniscono lo sport, la testimonianza cristiana e l'impegno umanitario”. Marina Tomarro ha raccolto le voci di alcuni "corridori", chiedendo innanzitutto cosa significhi oggi essere santi: 

R. - Vuol dire provare anche noi, nella nostra realtà familiare, a portare un po’ di luce in mezzo agli altri. Noi cerchiamo di trovarla proprio all’interno della nostra famiglia e vogliamo cercare di capire come noi - da genitori, da papà, da mamma, da marito e moglie - possiamo portare un segno, un segno di santità nella nostra vita.

D. - In che modo si trasmette la santità anche al prossimo, magari anche a quelle persone che sono ancora un po’ lontane dalla fede?

R. - Mettendosi in moto, non rimanendo chiusi a casa ed avvicinandosi agli altri.

R. - Vuol dire fare una vita normale: senza fare niente di straordinario, ma vivere per l’amore di Gesù. Con l’esempio poi dei santi, che ci hanno preceduto, per noi è tutto più facile.

R. - Secondo me la santità si trasmette vivendo quello che siamo, come Dio ci ha fatto: quindi capaci di amare il prossimo come ci ama Lui. Se non si fa questo, se non si vive la bellezza dell’amore, si resta schiacciati dal peso di tutti i giorni.

D. - In che modo l’esempio dei santi ci può aiutare oggi?

R. - Loro non sono un modello da replicare, sono uomini e donne che hanno ascoltato il Signore e hanno trovato la strada per arrivare a Lui. Siamo tutti chiamati alla santità! Bisogna volerlo, non scoraggiarsi quando si cade e ricordarsi che siamo santi, perché Dio è santo e ci rende santi.

R. - Credo che per essere santi oggi e per trasmetterlo bisogna essere anzitutto se stessi ed essere poi felici nella semplicità. Quindi trasmettere nel quotidiano quei sentimenti positivi che popolano il tuo cuore. La ricchezza più bella è riuscire a condividerli con gli altri.

D. - Hai un santo di riferimento, un santo che ti protegge nei momenti difficili?

R. - Innanzitutto don Bosco, perché è con lui che ora sto crescendo. Però se devo pensare ad un santo che mi ha sempre guidato, penso a San Francesco e alla sua povertà e umiltà.

R. - I Santi Cosma e Damiano: io mi chiamo Cosimo e per questo ho questi santi come riferimento.

R. - Io ne ho due: uno è don Bosco, il santo dei giovani; e l’altro è san Giuseppe da Copertino che è il patrono degli studenti, visto che io sono una studentessa universitaria.

R. - San Francesco di Sales, perché è il santo della dolcezza. E ci vuole la dolcezza per riuscire ad attirare le persone e per vedere le opportunità nelle difficoltà.

inizio pagina

Francesco al Verano: esposte reliquie di Giovanni XXIII e Papa Wojtyla

◊  

Questo pomeriggio, alle 16.00, Papa Francesco presiederà, al Cimitero romano del Verano, la Messa nella Solennità di Tutti i Santi. Durante la celebrazione saranno esposte alla venerazione dei fedeli, vicino alla statua della Madonna, le reliquie degli ultimi due Papi canonizzati: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Concelebrano il cardinale vicario Agostino Vallini, e tra gli altri il vicegerente mons. Filippo Iannone e l’ausiliare per il settore centro mons. Matteo Zuppi. Particolari preghiere saranno rivolte per i cristiani perseguitati a causa della fede e ancora per i poveri, i sofferenti e gli smarriti di cuore. Al termine della liturgia, il Papa pronuncerà una preghiera di benedizione delle tombe.

inizio pagina

Tweet: quanto bene possiamo fare con buon esempio e quanto male con ipocrisia

◊  

Papa Francesco ha lanciato oggi un nuovo tweet dall’account @Pontifex in nove lingue: “Quanto bene possiamo fare con il buon esempio e quanto male con l’ipocrisia”.

inizio pagina

Nomina di vicario apostolico in Perù

◊  

Il Papa ha nominato vicario apostolico di San José del Amazonas, in Perù, mons. José Javier Travieso Martín, C.M.F., finora vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Trujillo, in Perù.

inizio pagina

Beatificazione di don Pedro Asúa Mendía, martire nella guerra civile spagnola

◊  

Viene beatificato questo primo novembre in Spagna, il sacerdote basco don Pedro Asúa Mendía, martire nella guerra civile spagnola. Al rito, celebrato nella co-cattedrale di Maria Immacolata a Vitoria, nei Paesi Baschi, partecipa, in rappresentanza del Santo Padre, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio di Roberta Barbi: 

Ci sono chiamate vocazionali che esigono di mettere i talenti che si posseggono al servizio della propria missione: accadde questo anche a Pedro Asúa Mendía, che dopo la laurea in architettura conseguita a Madrid, rispose al Signore prendendo i voti nel 1924. L’allora vescovo di Vitoria, Mateo Múgica, ne riconobbe immediatamente la bravura, come ricorda il cardinale Amato:

“Fu subito nominato architetto ufficiale della diocesi, con l’incarico di curare il restauro di molti immobili e di edificarne di nuovi. La sua opera principale fu il seminario di Vitoria, la cui costruzione ebbe un’eco anche al di fuori della Spagna”.

Dopo questo vennero la scuola di Getxo, la chiesa di Nostra Signora degli Angeli a Romo, la chiesa di San Cristoforo a Vitoria conosciuta come “la quinta parrocchia”. Don Asúa Mendía era un lavoratore instancabile che non trascurava i suoi compiti di pastorale giovanile: aiutava il parroco di Balmaseda nella catechesi con i giovani, organizzò un gruppo di Azione cattolica, dirigeva ritiri ed esercizi spirituali, oltre a dedicarsi ad assistere i poveri e gli ammalati. Fu un vero predicatore sociale e questo non passò inosservato. In Spagna erano anni di tensione tra nazionalisti e repubblicani, che sfociarono nella guerra civile che come sempre tutto trascina via con sé. Il cardinale Amato ci aiuta a inquadrare quel periodo storico:

“Nella prima metà del XX secolo, la Chiesa cattolica in Spagna fu oggetto di un feroce attacco, sia sul piano fisico sia sotto l’aspetto giuridico e amministrativo. La libertà di culto fu limitata e perfino soppressa; le chiese e i cimiteri vennero profanati e distrutti. Numerose furono le vittime del terrore rivoluzionario, che giunse al culmine nell’estate del 1936”.

Sfuggito più volte all’identificazione, sentiva che il cerchio si stava stringendo intorno a lui. Il 25 agosto 1936, don Pedro si rifugiò presso alcuni parenti, ma venne raggiunto e catturato quattro giorni dopo. Senza alcun processo né detenzione in carcere, fu portato in una località solitaria e immediatamente fucilato. Il suo corpo, gettato in fretta in una cava, fu ritrovato un mese dopo, ma identificato solo dopo due anni. Nel 1956 i suoi resti furono traslati nella cappella del seminario di Vitoria che aveva costruito, ma non poterono riposare in pace: durante la dittatura franchista che seguì il conflitto, la figura di Pedro fu strumentalizzata dal regime che lo indicò come un martire repubblicano, mentre il motivo della sua uccisione, avvenuta in odium fidei, risiedeva solo nell’abito che aveva scelto di indossare:

“L’unica ragione era il suo status di sacerdote. Le testimonianze concordano nel mettere in risalto la sua profonda serenità di fronte al martirio”.

Alla notizia, infatti, dell’uccisione di 51 missionari claretiani a Barbastro, che andarono incontro alla morte pregando e cantando, manifestò il desiderio di imitarli. Questi sono i martiri: coloro che accettano la volontà del Signore e sono pronti a sacrificare la propria vita per la fede, come conclude il porporato:

“La Chiesa celebra i martiri perché sono i testimoni più convincenti del Vangelo. Come vittime inermi del male, essi testimoniano che il perdono e l’amore vincono sempre sul male e sui malvagi. La Chiesa non dimentica questi suoi figli coraggiosi e invita tutti a non rinnovare mai più questi spettacoli disumani di uccisioni fraterne”.

inizio pagina

Legionari di Cristo: Santa Sede approva nuove Costituzioni

◊  

La Santa Sede ha approvato le nuove Costituzioni dei Legionari di Cristo: lo ha reso noto in una lettera padre Eduardo Robles-Gil, direttore generale della Congregazione. L’approvazione è stata firmata il 16 ottobre da mons. José Rodríguez Carballo e padre Sebastiano Paciolla, rispettivamente segretario e sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Con l’approvazione delle Costituzioni, ora in vigore, si realizza l’obiettivo principale del processo di rinnovamento iniziato nel 2010 su mandato di Benedetto XVI e proseguito da Papa Francesco attraverso un delegato pontificio, il card. Velasio De Paolis. Il testo è il risultato di un lavoro di consultazione e riflessione che è durato quasi tre anni e al quale tutti i Legionari hanno avuto l’opportunità di partecipare dando il proprio apporto ed è culminato con la celebrazione del Capitolo Generale Straordinario nel gennaio e febbraio del 2014.

Padre Robles-Gil afferma nella sua lettera: «Adesso, abbiamo in mano il testo delle nostre Costituzioni, che descrive, per ciascuno di noi, il modo proprio di vivere la vita religiosa nella Legione e così anche il cammino che ci guida alla santità e alla fecondità apostolica, al servizio della Chiesa e degli uomini».

Le nuove Costituzioni chiariscono il carisma: nella missione di formare apostoli i Legionari esercitano il loro ministero pastorale soprattutto nel campo della diffusione della fede, l'educazione, l'evangelizzazione della famiglia, della cultura e dei media, il lavoro giovanile, la formazione del clero e la promozione della giustizia, la carità e la solidarietà con i più bisognosi.

Inoltre, semplificano le norme che regolano la Congregazione riducendole da 872 a 235; garantiscono una modalità di esercizio dell'autorità che permette una maggiore partecipazione dei membri della Congregazione; prevedono una revisione della formazione dei Legionari, sottolineando la responsabilità personale di ciascuno nel discernimento vocazionale; si garantisce la distinzione tra foro interno ed esterno.

Per quanto riguarda la struttura di governo, si afferma che devono svolgersi opportune consultazioni prima della nomina dei superiori; le competenze sono decentrate e l'accento è posto sul ruolo dei consigli per aiutare i superiori nei processi decisionali e promuovere la responsabilità.

Riguardo alla libertà di coscienza, le Costituzioni prevedono che ci siano direttori e confessori che si distinguano dai superiori della Congregazione e ai quali il religioso può avvicinarsi liberamente.

La Legione di Cristo è fermamente impegnata a prevenire l'abuso di minori, a rispondere rapidamente e in modo responsabile a qualsiasi eventuale accusa, ponendo attenzione alle esigenze delle vittime e delle loro famiglie e cooperando con le autorità civili ed ecclesiastiche.

inizio pagina

Oggi in Primo Piano



Siria, curdi entrano a Kobane: uccisi oltre 100 jihadisti

◊  

Dopo giorni di attesa, ieri sera i rinforzi peshmerga curdo-iracheni sono entrati dal confine turco a Kobane, in Siria, per unirsi alla resistenza delle forze curde all'assedio dei jihadisti del sedicente Stato islamico. Negli ultimi tre giorni di combattimenti sono stati uccisi oltre 100 Jihadisti che, tuttavia, possono contare su un numero senza precedenti di combattenti stranieri. Il servizio di Marco Guerra: 

A bordo di decine di camion e jeep, e scortati da veicoli blindati, circa 150  miliziani peshmerga inviati di rinforzo dal Kurdistan iracheno hanno raggiunto la città di Kobane, assediata da 40 giorni dai miliziani dell'autoproclamato Stato islamico. Nel frattempo gli aerei della coalizione internazionale hanno lanciato vari attacchi contro le posizioni jihadiste nel sud e nell'est dell'enclave curda in Siria. Secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, negli ultimi tre giorni di combattimenti più di 100 miliziani dell’Is hanno perso la vita. Ma la controffensiva della coalizione internazionale, che ha eseguito oltre 600 raid, non ha scoraggiato i combattenti stranieri che continuano ad affluire nelle file dello Stato Islamico. Un rapporto delle Nazioni Unite, anticipato dal quotidiano britannico Guardian, parla di un numero senza precedenti di stranieri che si sono uniti alla Jihad. Circa 15mila 'foreign fighters' partiti alla volta della Siria e dell'Iraq e provenienti da 80 Paesi, anche da quelli che in passato non avevano mai “offerto” manovalanza al terrorismo internazionale come Maldive, Cile e Norvegia. “Dal 2010 a oggi sono partiti più combattenti di quanti non ne siano partiti nel ventennio 1990-2010. E stanno aumentando”, è scritto nel rapporto dell’Onu. Infine si registra che il Pentagono sta mettendo a punto un piano che prevede il dispiegamento di consiglieri militari Usa nella provincia irachena di Anbar, oggi sotto il controllo dell'Is, per assistere le forze di sicurezza locali. Consiglieri militari Usa sono già impegnati in zone vicino Baghdad, Erbil e nel nord del Paese.

inizio pagina

Card. Sepe: denatalità Meridione, necessaria nuova progettualità

◊  

I dati dell’ultimo Rapporto Svimez sulla denatalità nel sud Italia non lasciano spazio a dubbi: nel 2013 il numero dei decessi ha superato di gran lunga le nascite, fatto che non accadeva dal lontano 1861. “Una situazione allarmante per il nostro povero Mezzogiorno flagellato anche dalla forte emigrazione di giovani” commenta il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che alla politica e alla società civile chiede di intervenire in modo concreto, prima che sia troppo tardi.  Ascoltiamo il porporato al microfono di Federico Piana: 

R. - Sì, è veramente un dato drammatico quello che ci presenta lo Svimez, perché si accompagna poi a quelli dell’emigrazione, con 116 mila cittadini. Il futuro si presenta quanto mai negativo, pauroso, perché si stima che nei prossimi 50 anni il Sud perderà più di 4 milioni di abitanti. E’ come se stessimo attraversando un deserto: è un processo di desertificazione nella vita dell’uomo, che porta un impoverimento totale delle risorse umane in un territorio che è molto esteso e che dovrebbe costituire invece una grande opportunità da valorizzare e da sfruttare nel migliore dei modi.

D. - Eminenza, secondo lei, quali sono le cause di tutto questo nel Sud?

R. - Credo che non sia una causa unica: è un intrecciarsi di cause, che sono - secondo me - di ordine sociale, prima che di ordine morale. Lo sappiamo, nei nostri territori meridionali sono stati sempre radicati il senso della sacralità della vita, il valore della famiglia…

D. - Quanto realmente il crollo della natalità nel Sud può essere attribuito alla crisi e alle difficoltà economiche piuttosto che ad un indurimento del cuore, all’egoismo individuale e alla mancanza di voglia di mettersi in gioco delle nuove generazioni…

R. - La denatalità è frutto di quella crisi antropologica, di quella nuova cultura che accompagna in qualche modo le giovani coppie e non sempre invece si accompagna ad un rifiuto dei valori morali fondamentali. In questa ottica certamente ha un peso, un peso notevole e alle volte anche determinante, quel senso di egoismo che si insinua nella mente, nel cuore di molti di questi giovani. Io credo anche che un fattore determinante certamente sia dato anche dalla crisi economica.

D. - Si può individuare un rapporto causa-effetto tra la crisi matrimoniale e la denatalità al Sud?

R. - Non si può negare e non si può escludere. Se pensiamo, per esempio, alle famiglie separate, al divorzio: queste persone cercano di non mettere al mondo altri figli, specialmente se hanno già qualche altro figlio. Ma comunque non può essere questa - la crisi matrimoniale - la principale causa della denatalità, anche perché sappiamo che il numero delle separazioni, così come il numero di coloro che chiedono l’annullamento del matrimonio, ad oggi è ancora molto contenuto.

D. - Cosa debbono fare, secondo lei, la politica, la società civile e la Chiesa per tentare di invertire questa tendenza?

R. - Bisogna prendere coscienza di questa grave crisi che stiamo attraversando. Ci sarebbe bisogno, secondo me, di una maggiore ma anche migliore progettualità: bisognerebbe cioè agire con maggiore determinazione, con più responsabilità, con più concretezza; fare investimenti, creare nuovi capitoli e nuove intraprese, incentivi veri e agevolazioni anche fiscali per le nuove attività, per la nuova occupazione; ma anche un migliore e più realistico uso, per esempio, dei fondi europei che sono legati alla programmazione di questi prossimi anni. Se ci si mette con serietà ad affrontare il problema, certamente ci potrà essere una svolta in questa crisi. Quindi non dobbiamo guardare con pessimismo alla possibilità di avere una inversione di tendenza.

inizio pagina

Neelie Kroes: tecnologia e cultura per rilanciare lavoro in Europa

◊  

Innovazioni tecnologiche e cultura: possono essere la formula per creare in Europa posti di lavoro. Lo afferma la commissaria europea per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, che, quasi a conclusione del suo mandato, è stata a Roma in questi giorni per l’inaugurazione della nuova illuminazione della Cappella Sistina. Un impegno che la Commissione Europea, tra gli altri, ha sostenuto. Di ricerca e patrimonio culturale ha parlato con Fausta Speranza: 

R. - Absolutely! It is not only talking about creating jobs ...
Assolutamente! Non si tratta solamente di creare posti lavoro e di stimolare il gusto del godimento della cultura, ma si tratta anche di collegare i secoli passati di una grande nazione per tutte le persone interessate - e sono molte – a questo progetto; si tratta anche di un sistema energetico efficiente che costa il sessanta percento in meno in termini energetici - e questo va a favore del clima e della tutela dell’ambiente ed è per questo molto importante.  Ma, ovviamente, la questione principale è rendere la cultura più visibile, nel vero senso della parola, e quindi dà doppia soddisfazione.

D. - Quanto è importante per l’Europa, in particolare in questa fase storica di crisi economica, puntare sull’innovazione tecnologica?

R. – It is - especially talking about innovation research and implementation...
Soprattutto per quanto riguarda l’innovazione, la ricerca e l’implementazione dei risultati della ricerca stessa è molto, molto importante. Significa restituire all’Europa una posizione guida. Poi c’è anche “Europeana”, una biblioteca digitale: ci piacerebbe essere coinvolti nella digitalizzazione delle opere dei Musei Vaticani, per poter consentire al maggior numero possibile di persone di usufruire anche in questo modo della cultura contenuta nei Musei Vaticani e in quelli romani.

D. - Lavorare per la Cappella Sistina ha significato mettere insieme innovazione tecnologica e cultura, ma non solo: la Cappella Sistina è patrimonio mondiale di spiritualità oltre che di arte ...

R. – Very important, not only for the religion itself, but also for ...
È molto importante non solo per la religione in quanto tale, ma per la cultura in generale; sono così tanti gli artisti che sono stati ispirati dalla religione ... Considerando le opere d’arte raccolte nella Cappella Sistina e nella stessa città di Roma, questo progetto consente ad un maggior numero di persone di poterle ammirare, e questo è bello! Per me, questo progetto di illuminazione significa da un lato consentire a molte persone di poter ammirare sul posto ogni singolo dettaglio, dall’altro che poi possiamo trasportare tutto questo nella biblioteca digitale “Europeana”. Quindi cultura e tecnologia sono fortemente complementari. È un’accoppiata vincente, anche per quanto riguarda la crescita economica. La combinazione cultura–tecnologia è un grande stimolo: più lavoro e maggiore crescita economica. Tutto questo conferma il fondamento della nostra cultura europea.

inizio pagina

Giornata Santificazione Universale: tutti siamo chiamati ad essere santi

◊  

Si celebra oggi, festa di Tutti i Santi, la “Giornata della Santificazione Universale” promossa dal Movimento Pro Sanctitate fondato nel 1947 dal Servo di Dio, Guglielmo Giaquinta. Ma cosa significa santificazione universale? Federico Piana lo ha chiesto a Roberta Fioravanti, del Movimento Pro Sanctitate: 

R. - Santificazione universale vuol dire semplicemente - e sottolineo “semplicemente” - che tutti siamo chiamati alla santità: tutti gli uomini e tutte le donne sono pensati da Dio per essere suoi figli e per realizzare pienamente questo progetto di amore che il Padre pensa e riserva a ciascuno di noi. Ci piace ricordare - e forse è anche nostro dovere ricordarlo - che la Giornata della Santificazione Universale, che ormai è una Giornata mondiale del calendario liturgico e quindi è celebrata dalla Chiesa in tutto il mondo, è stata proprio ideata e promossa fin dal 1957 dal Servo di Dio Guglielmo Giaquinta: questa data, il 1957, ci fa subito pensare che siamo prima del Concilio Vaticano II e quindi prima che la vocazione universale alla santità fosse proclamata ufficialmente dalla Chiesa. Come dicevo, tutti siamo chiamati alla santità e questo “tutti” è una parola molto forte, un po’ ci inchioda, nel senso che ci richiama alla responsabilità di non escludere nessuno. Io penso che oggi questo messaggio veramente ci apra il cuore, perché ciascuno nella propria storia può ritrovare questa presenza e questo orizzonte che Dio ci propone, che sicuramente ci apre il cuore anche nei momenti più difficili. Ciascuno di noi oggi può dire: “Anche io sono chiamato e quindi posso diventare santo”.

D. - E’ compatibile diventare santi in un mondo spesso dominato dal male?

R. - Certo. E’ compatibile nella misura in cui non pensiamo di fare questo percorso da soli, perché sarebbe una follia pensare di diventare santi con le proprie forze. Noi ci incamminiamo in questa prospettiva perché ci fidiamo di Dio, ci fidiamo cioè di Colui che ci chiama. Allora questo cammino con Lui, fare la nostra storia di uomini e di donne insieme a Dio, rende possibile realizzare questa vocazione, che non deve essere fatta di cose straordinarie: Giovanni Paolo II, anzi oggi chiamiamolo col suo titolo, San Giovanni Paolo II, questo ce lo ha detto chiaramente quando ha parlato della santità come della misura alta della vita cristiana ordinaria. Quindi anche in questo aggettivo ritroviamo l’universalità della chiamata alla santità.

D. - Un santo dei nostri tempi diceva: “O troviamo Dio nelle cose di ogni giorno o non lo troveremo mai!”. Noi pensiamo tante volte che i santi siano persone straordinarie, ma non è così …

R. - Certo! E questa sua sottolineatura mi permette di aggiungere che non dobbiamo pensare che la santità ci allontani dal mondo o ci disumanizzi: anzi, attraverso il cammino di santità noi realizziamo pienamente la nostra umanità. Se negassimo questo sarebbe addirittura negare l’Incarnazione di Cristo! E’ stato Lui a scegliere la nostra strada e quindi, attraverso questa strada, torniamo al Padre. Questa cosa è molto importante, perché ci fa recuperare veramente la grandezza delle piccole cose, dei piccoli gesti, delle piccole parole quotidiane.

inizio pagina

Un libro di “Catholic Voices” per difendere la fede senza alzare la voce

◊  

Esce in questi giorni, edito dalla Lindau, il volume “Come difendere la fede, senza alzare la voce”. Il libro rappresenta una “guida” per aiutare i cattolici ad affrontare con ragionevolezza e senza vittimismi i temi più delicati per la Chiesa dall’aborto alla contraccezione, dall’omosessualità all'eutanasia. Nato in Inghilterra dalla penna del giornalista e scrittore Austen Ivereigh, il volume è stato tradotto e aggiornato in Italia da Martina Pastorelli, esperta di comunicazione e cofondatrice di “Catholic Voices Italia”. Alessandro Gisotti l’ha intervistata: 

R. – L’idea nasce da una constatazione: accade sempre più spesso che i cattolici siano chiamati in causa per la loro fede su temi cosiddetti sensibili - omosessualità, eutanasia, procreazione assistita, etc. – e che, si tratti di una cena fra amici, piuttosto che un dibattito pubblico, o durante la pausa caffè al bar, il credente del gruppo, inevitabilmente, sia chiamato a giustificare la posizione della Chiesa. Ecco, in queste circostanze, saper argomentare in maniera convincente, chiara, pacata e umana, è essenziale. Fra l’altro, Papa Francesco dimostra ogni giorno quanto il linguaggio e il modo con cui ci si pone facciano la differenza. E questo libro punta proprio ad equipaggiare i cattolici, vuole aiutarli a spiegare nel modo più efficace i valori in cui crediamo e l’impegno autentico della Chiesa per il bene comune, con l’obiettivo di riuscire a dialogare con tutti, credenti e non, su temi che toccano l’intera società.

D. – Ecco, una cosa che colpisce è il metodo che viene proposto in questo libro, il reframing, ovvero il reinquadramento: di che cosa si tratta?

R. – Sì, il libro applica a nove temi di grande attualità un metodo, appunto, chiamato reframing che parte dal presupposto che dietro ogni critica alla Chiesa, per quanto ostile, si celi un’intenzione positiva. E insegna a partire proprio da questo valore - che quasi sempre, seppure inconsciamente, è un valore cristiano - per invitare a riflettere sulla posta in gioco. E’ un metodo che permette di uscire dalla logica del conflitto, a mettere da parte aggressività e vittimismi, e a fare appello alla ragione, al buon senso alla logica, alla legge naturale, perché si tratta - e questo è molto importante - di entrare in un rapporto prima di tutto umano con l’altro. E questo come ci insegna Papa Francesco funziona sempre.

D. – Il discorso dell’empatia che per l’appunto Francesco ha anche toccato nell’intervento ai vescovi dell’Asia nel suo viaggio in Corea…

R. – Certo. Questo tipo di approccio ci aiuta a stare meno sulla difensiva, ci rende più umani. Quello che deriva è, come diceva lei, empatia, che è il presupposto di ogni dialogo e che consente l’avvio di un rapporto tra persone che hanno vedute diverse.

D. – Questo libro è frutto ed è legato anche ad un’iniziativa più ampia, se vogliamo, “Catholic voices”, una realtà nata nel Regno Unito e che adesso approda però anche in Italia…

R. -  “Catholic voices” ha avuto subito un gran successo. E’ partita nel 2010 in Inghilterra, adesso è presente in molte parti del mondo e approda in Italia. Parte con questo libro, si articola in corsi di media training, per quanti intervengono nel dibattito pubblico e poi con questo libro appena uscito raggiunge un pubblico più vasto e si mette al servizio dei media da un lato e della Chiesa dall’altro per formare, appunto, i cattolici. Perché si tratta di aiutare ogni cattolico a diventare, come ci esortò già Benedetto XVI, un bravo comunicatore della propria fede. E come ha detto Papa Francesco, noi dobbiamo andare incontro agli altri, dialogare con tutti, anche con chi non la pensa come noi senza paura e senza rinunciare alla nostra appartenenza.

inizio pagina

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica

◊  

Questa domenica, due novembre, giorno della commemorazione di tutti i fedeli defunti, la Liturgia presenta il Vangelo in cui Gesù afferma:

“Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti: 

La commemorazione di tutti i fedeli defunti, il due di novembre, si è andata formando verso l’anno mille. Si ispira alla Festa di tutti i Santi, molto più antica, che attorno al sec. VIII viene posta al primo di Novembre. Il Catechismo ci aiuta a cogliere il senso della festa odierna. Essa ci fa volgere innanzitutto gli occhi al Cielo: “Noi crediamo che la moltitudine delle anime, che sono riunite attorno a Gesù e a Maria in Paradiso, forma la Chiesa del cielo, dove esse nella beatitudine eterna vedono Dio così com'è e dove sono anche associate, in diversi gradi, con i santi angeli al governo divino esercitato da Cristo glorioso, intercedendo per noi e aiutando la nostra debolezza con la loro fraterna sollecitudine” [Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 29] (CCC 1053). A questa perfezione di Dio e del Cielo possiamo giungere anche attraverso un’ultima purificazione: “Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma imperfettamente purificati, benché sicuri della loro salvezza eterna, vengono sottoposti, dopo la morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia di Dio” (CCC 1054). “In virtù della ‘comunione dei santi’, la Chiesa raccomanda i defunti alla misericordia di Dio e per loro offre suffragi, in particolare il santo Sacrificio eucaristico” (CCC 1055). La preghiera per i defunti, la preghiera per noi quando saremo defunti, ci garantisce la consolazione della parola del Signore Gesù, mandato tra noi perché crediamo in Lui ed abbiamo la vita eterna, gustiamo la risurrezione.

inizio pagina

Nella Chiesa e nel mondo



Nigeria, studentesse rapite da Boko Haram costrette a sposarsi

◊  

Uno dei leader del movimento islamista Boko Haram, Abubakar Shekau, ha negato  l'esistenza di un accordo con il governo nigeriano e ha riferito che le oltre 200 studentesse rapite in Nigeria dal gruppo sei mesi fa sono state date in moglie ai loro sequestratori.  L’esponente di Boko Haram ha poi aggiunto che le studentesse, per la stragrande maggioranza di fede cristiana, sono state convertite all'Islam e “hanno già imparato due capitoli” del Corano. Il video contenente queste affermazioni smentisce il governo nigeriano che, due settimane fa, aveva sostenuto di aver siglato con il gruppo integralista un accordo per il cessate il fuoco e che gli islamisti erano pronti a rilasciare la ragazze, per la cui liberazione si è mobilitato il mondo intero. Nel filmato viene inoltre annunciato che il gruppo tiene in ostaggio anche un cittadino tedesco, rapito a luglio nello Stato di Adamawa, nel nord-est della Nigeria.

Intanto quasi ogni giorno sul terreno si segnalano attacchi dei terroristi islamici: ieri a Gombe, 10 persone sono morte per lo scoppio di un’autobomba e la settimana scorsa milizie integraliste hanno preso il controllo della cittadina di Mubi, facendo diverse razzie e devastazioni. Mentre nella città di Biù gruppi di autodifesa civili hanno ucciso 41 membri di Boko Haram.

inizio pagina

Burkina Faso: il colonnello Zida al potere

◊  

Nuovo colpo di mano in Burkina Faso. Il tenente colonnello Issaac Zida, comandante della guardia presidenziale, ha assunto la guida provvisoria del Paese, sostituendo il dimissionario capo di Stato, Blaise Compaoré. L’annuncio è arrivato nella notte a seguito di scontri armati nella zona del palazzo presidenziale di Ouagadougou.

Sembra dunque esserci stata una resa di conti tra le due fazioni formatesi all'interno delle forze armate, visto che poche ore prima era stato il capo di Stato maggiore dell'esercito Honoré Traoré a dichiarare che assumeva la guida della transizione per traghettare il Paese verso le elezioni. Il colonnello Isaac Zida ha infatti definito “sorpassate” le dichiarazioni di ieri di Traoré, il quale  è considerato troppo vicino all’ex presidente Compaoré dai  manifestanti che avevano preteso le sue dimissioni dopo 27 anni passati al potere. In un discorso televisivo, Zida ha assicurato la “continuità dello Stato” e una “transizione democratica tranquilla”.

inizio pagina

In carica nuova Commissione Ue. Juncker: “Rimboccarsi le maniche”

◊  

Entra oggi ufficialmente in carica la nuova Commissione europea presieduta da Jean-Claude Juncker. Il nuovo esecutivo di Bruxelles, che conta 27 commissari, avrà come prima sfida il rilancio dell’economia e l’emergenza occupazione. “E' ora di rimboccarsi le maniche - ha detto Juncker in un comunicato diffuso allo scoccare della mezzanotte - e iniziare a lavorare. Da oggi io e la mia squadra ci impegneremo per dare all'Europa il nuovo inizio che abbiamo promesso”. Nella prima settimana di lavori, il commissario per la Crescita, il Lavoro e gli Investimenti, il finlandese Jyrki Katainen, e il responsabile per gli Affari economici, il francese Pierro Moscovici, presenteranno le previsioni economiche d'autunno.

L’appuntamento servirà a verificare la condizione delle economie e delle finanze pubbliche dei Paesi membri, con l'aggiornamento dei dati sul deficit e sul debito. I nuovi dati saranno inoltre utilizzati dalla nuova Commissione per valutare le bozze di bilancio 2015 presentate dai Paesi dell'area euro, che la scorsa settimana hanno superato il primo esame. Ma l’attenzione e le speranze di tutti i Paesi membri sono rivolte al piano da 300 miliardi di investimenti che sarà presentato entro Natale. La Commissione lavorerà su nuove iniziative per aiutare le imprese a raccogliere fondi per gli investimenti, non solo attraverso il canale bancario ma ricorrendo al mercato dei capitali.

inizio pagina

Usa: a Baltimora la prossima Plenaria dei vescovi

◊  

Si terrà dal 10 al 13 novembre a Baltimora la prossima sessione autunnale della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb). Ad aprire l’Assemblea, la Messa celebrata nel pomeriggio del 10 novembre nella Basilica dell’Assunzione della Beata Vergine Maria per il 225.mo anniversario dell’erezione dell’arcidiocesi, la prima negli Stati Uniti. Introdurranno i lavori il  presidente mons. Jospeh E. Kurtz, eletto un anno fa, e il nunzio apostolico negli Stati Uniti, mons. Carlo Maria Viganò.

Numerosi i punti all’ordine del giorno che riguardano la vita della Chiesa degli Stati Uniti nei vari ambiti: liturgia, famiglia, libertà religiosa, vita consacrata, educazione, pastorale sociale, impegno della Chiesa degli Stati Uniti per il Medio Oriente e per l’Africa.

In particolare, il segretario generale mons. Peter Sartain farà il punto sull’attuazione del piano strategico quadriennale dell’episcopato, intitolato “La nuova evangelizzazione: Fede, culto e testimonianza”. Importanti saranno poi le relazioni sulle attività svolte nel corso dell’anno dal sotto-comitato per la promozione e la difesa del matrimonio e dalla Commissione ad hoc per la libertà religiosa, presiedute rispettivamente da mons. Salvatore Cordileone e mons. William Lori.

L’Assemblea ascolterà, inoltre, un resoconto sul recente pellegrinaggio di preghiera in Terra Santa di una delegazione della Usccb e una relazione sull’impegno della Chiesa americana per l’Africa. All’ordine del giorno anche il rapporto del presidente della Commissione del Comitato episcopale per l’educazione cattolica e del Comitato per la diversità culturale nella Chiesa sulle scuole cattoliche nelle comunità svantaggiate.

Nel corso dei lavori saranno esaminate due proposte di aggiornamento delle “Linee guida per la celebrazione dei Sacramenti con persone disabili” e delle “Direttive etiche e religiose per gli operatori sanitari cattolici”. Si parlerà poi delle iniziative in programma della Usccb per la celebrazione dell’Anno della Vita Consacrata indetto da Papa Francesco dal prossimo 29 novembre, prima Domenica di Avvento, al 2 febbraio 2016, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb). Infine, l’Assemblea procederà all’elezione di alcune cariche direttive nella Usccb e all’approvazione del bilancio di previsione 2015. (A cura di Lisa Zengarini)

inizio pagina

Vescovi europei a Verdun in ricordo della Prima Guerra Mondiale

◊  

Per ricordare i 100 anni dallo scoppio della I Guerra Mondiale, una delegazione di vescovi, membri della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (Comece), si recherà l’11 novembre all’ossario di Douaumont, monumento commemorativo della battaglia di Verdun nel 1916. Per rendere omaggio a coloro che persero la vita sui campi di battaglia della guerra, una breve cerimonia presieduta dal card. Reinhard Marx si svolgerà al cimitero dei soldati, con la recita di cinque preghiere e la lettura di cinque poesie.

Un altro breve momento di preghiera - riporta l'agenzia Sir - si svolgerà nella cappella dell’ossario e sarà presieduta dall’arcivescovo lussemburghese Jean-Claude Hollerich, in rappresentanza dei vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee). I vescovi si trasferiranno quindi nella cattedrale di Verdun, dove sarà mons. Jean-Paul Gusching, vescovo di Verdun a presiedere i vespri e il card. Reinhard Marx terrà l’omelia.

Nella serata i vescovi rientreranno a Bruxelles, dove l’indomani, 12 novembre, cominceranno i due giorni di lavoro dell’Assemblea plenaria d’autunno della Comece. (R.P.)

inizio pagina

Atene: incontro responsabili mass-media dei vescovi europei

◊  

Quale impatto ha la comunicazione digitale sul pensare e il vivere la fede? Può l’incontro virtuale essere comunicazione e occasione di incontro autentico? La comunicazione istituzionale della Chiesa sa farsi annuncio di Cristo? E come si traduce la testimonianza cristiana nell’universo digitale? Sono alcune delle domande che i vescovi responsabili per la comunicazione sociale delle Conferenze episcopali in Europa, accompagnati da loro esperti, affronteranno ad Atene alla luce del Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2014 di Papa Francesco.

L’incontro promosso dalla Commissione Ccee delle Comunicazioni Sociali, guidata da Mons. José Ignacio Munilla Aguirre, vescovo di San Sebastian (Spagna), vedrà la partecipazione del Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Mons. Claudio Celli.

Ad Atene, i 30 partecipanti saranno aiutati nella loro riflessione da esperti nell’ambito delle comunicazioni sociali quali: il padre Antonio Spadaro, direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”; il prof. Arturo Merayo Perez, docente presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Murcia (Spagna) e il padre Roderick Vonhögen, fondatore del Star Quest Production Network e Trideo TV (Olanda).

L’incontro prevede tra l’altro una presentazione delle attività nell’ambito delle comunicazioni sociali dell’Ufficio Stampa della Conferenza episcopale greca da parte del suo direttore, Sebastianos Roussos.

Mercoledì 5 novembre, i partecipanti si recheranno a Corinto. Durante il viaggio, l’esarca apostolico per i cattolici di rito bizantino in Grecia, mons. Dimitrios Salachas, terrà una riflessione su La comunicazione di San Paolo, dall’Areopago a Corinto.

Nel corso dell’incontro interverranno il neo arcivescovo di Atene, mons. Sebastianos Rossolatos e il nunzio apostolico in Grecia, mons. Edward Joseph Adams. (R.P.)
 

inizio pagina

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVIII no. 305

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.