Logo 50 Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 13/05/2017

Il Papa e la Santa Sede

Oggi in Primo Piano

Il Papa e la Santa Sede



Papa canonizza Francesco e Giacinta Marto: Maria ci dona speranza

◊  

“Non potevo non venire qui per venerare la Vergine Madre e affidarLe i suoi figli”. Con queste parole Papa Francesco ha sottolineato stamane l’importanza del suo pellegrinaggio a Fatima. Nel Santuario mariano portoghese il Pontefice ha celebrato, di fronte a più di mezzo milione di fedeli, il rito di Canonizzazione di Francesco e Giacinta Marto, due dei pastorelli veggenti, testimoni delle visioni mariane iniziate un secolo fa. Il servizio del nostro inviato, Fabio Colagrande

Sono le 10.27 minuti a Fatima quando il Papa, sull’altare di fronte alla Basilica di Nostra Signora del Rosario, pronuncia in portoghese la formula di Canonizzazione di Francesco e Giacinta Marto, i due pastorelli a cui apparve la Vergine in questo luogo, in quel ‘benedetto’ giorno di esattamente cento anni fa. Le centinaia di migliaia di pellegrini che riempiono l’enorme spianata del Santuario prorompono in un lungo applauso, in molti piangono di commozione.

Abbiamo una Madre in Cielo che ci dona speranza
Nell’omelia, il Papa ricorda la frase di Santa Giacinta alla madre, dopo la prima apparizione: “Oggi ho visto la Madonna!”. “Essi – spiega - avevano visto la Madre del cielo”. Una Madre venuta ad avvertirci dei rischi cui conduce una vita senza Dio. Come ha spiegato la terza veggente Lucia nelle sue memorie, i tre pastorelli si trovarono nella Luce di Dio che avvolge la Madonna. E Fatima - ricorda Francesco - è questo manto di Luce che ci copre, quando ci rifugiamo sotto la protezione della Vergine Madre per chiederLe di mostrarci Gesù. Per questo è il luogo della speranza:

“Carissimi pellegrini, abbiamo una Madre. (…) Quando Gesù è salito al cielo, ha portato accanto al Padre celeste l’umanità – la nostra umanità – che aveva assunto nel grembo della Vergine Madre, e mai più la lascerà. Come un’ancora, fissiamo la nostra speranza in quella umanità collocata nel Cielo alla destra del Padre. Questa speranza sia la leva della vita di tutti noi!”.

Testimoni di questo affidamento alla speranza cristiana – ricorda Francesco – sono proprio i due fratellini Marto diventati oggi Santi, coraggiosi e persistenti nella preghiera:

“Come esempi, abbiamo davanti agli occhi San Francesco Marto e Santa Giacinta, che la Vergine Maria ha introdotto nel mare immenso della Luce di Dio portandoli ad adorarLo”.

Non potevo non venire a Fatima
Francesco ricorda una visione di Santa Giacinta in cui appariva il Santo Padre in preghiera per gli affamati davanti al Cuore immacolato di Maria. E sottolinea così il legame fra le visioni di Fatima e la sua missione di Pontefice, pellegrino di speranza:

“Non potevo non venire qui per venerare la Vergine Madre e affidarLe i suoi figli e figlie. Sotto il suo manto non si perdono; dalle sue braccia verrà la speranza e la pace di cui hanno bisogno e che io supplico per tutti i miei fratelli nel Battesimo e in umanità, in particolare per i malati e i disabili, i detenuti e i disoccupati, i poveri e gli abbandonati”.

E siamo noi credenti a rappresentare la speranza per gli altri, aggiunge il Papa. Chiamandoci a questa vocazione il cielo mette in moto “una vera e propria mobilitazione generale contro questa indifferenza che ci raggela il cuore”. “Non vogliamo essere una speranza abortita!”, conclude Francesco. E “il volto giovane e bello della Chiesa” risplende quando questa “è missionaria, accogliente, libera, fedele, povera di mezzi e ricca di amore”.

Alla cerimonia era presente Lucas, il bimbo brasiliano la cui guarigione miracolosa ha permesso la Canonizzazione dei due piccoli veggenti. Ha portato i doni all'offertorio, accompagnato dai genitori e dalla sorella. Un bambino benedetto dall’amicizia di due Santi bambini, i primi non martiri della Chiesa cattolica. Un testimone diretto della speranza che nasce dalla fede in Cristo annunciata dalla Madonna a Fatima e ribadita oggi dal Papa.

inizio pagina

Il Papa ai malati: vivete la vita come un dono prezioso per la Chiesa

◊  

Al termine della Messa al Santuario di Fatima, Papa Francesco ha voluto indirizzare un saluto particolare a tutti i malati presenti. “Non vi vergognate di essere un prezioso tesoro della Chiesa”, ha detto loro. Contate sulla preghiera che da ogni parte si innalza per voi e con voi. Dio è Padre e non vi dimenticherà mai”. Adriana Masotti

Di fronte al Santissimo esposto sull’altare per l’Adorazione Eucaristica, alla conclusione della Messa, è ancora l’immagine del chicco di grano che muore per portare frutto, evocata nell'omelia, a fare da sfondo alle parole del Papa ai malati ai quali ripete: quando passiamo attraverso una croce, il Signore vi è già passato prima:

“Nella sua Passione, Egli ha preso su di sé tutte le nostre sofferenze. Gesù sa cosa significa il dolore, ci capisce, ci consola e ci dà la forza, come ha fatto a San Francesco Marto e Santa Giacinta, ai Santi di tutti i tempi e luoghi”.

Come la Chiesa era tutta in preghiera per l’Apostolo Pietro, quando era in prigione a Gerusalemme, prosegue il Papa, così la Chiesa continua a chiedere al Signore di consolare gli afflitti come voi ed Egli vi consola. Davanti ai nostri occhi abbiamo Gesù nascosto ma presente nell’Eucaristia, come abbiamo Gesù nascosto ma presente nelle ferite dei nostri fratelli e sorelle malati e sofferenti:

“Oggi la Vergine Maria ripete a tutti noi la domanda che fece, cento anni or sono, ai Pastorelli: 'Volete offrirvi a Dio?'. La risposta – 'Sì, lo vogliamo!' – ci dà la possibilità di capire e imitare la loro vita”.

Cari malati, esorta Francesco, vivete la vostra vita come un dono e non sentitevi soltanto destinatari di solidarietà, ma partecipi a pieno titolo della vita della Chiesa:

“La vostra presenza silenziosa ma più eloquente di molte parole, la vostra preghiera, l’offerta quotidiana delle vostre sofferenze in unione con quelle di Gesù crocifisso per la salvezza del mondo, l’accettazione paziente e persino gioiosa della vostra condizione sono una risorsa spirituale, un patrimonio per ogni comunità cristiana”.

Non vi vergognate, conclude il Papa, di essere un prezioso tesoro della Chiesa.

inizio pagina

Francesco a Fatima: con Maria diventare segno di misericordia

◊  

La Preghiera a Maria nella Cappellina delle Apparizioni e la successiva benedizione delle candele e recita del Rosario sono stati i due momenti forti di ieri, primo giorno della visita di Papa Francesco a Fatima. Ripercorriamo la giornata di ieri con il servizio di Debora Donnini

“Neste lugar onde há cem anos a todos mostraste os desígnios da misericórdia …
In questo luogo, da cui cent’anni or sono a tutti hai manifestato i disegni della misericordia di Dio, guardo la tua veste di luce e, come vescovo vestito di bianco, ricordo tutti coloro che, vestiti di candore battesimale, vogliono vivere in Dio e recitano i misteri di Cristo per ottenere la pace”.

Sono tanti i riferimenti al significato di Fatima fin dalle prime parole della Preghiera di Papa Francesco alla Madonna, nella cappellina che sorge dove la Vergine apparve ai pastorelli, 100 anni fa. Il Papa implora per il mondo “concordia fra tutti i popoli” e che si possa seguire l’esempio di Francesco e Giacinta: “abbatteremo tutti i muri - dice - e supereremo ogni frontiera, uscendo verso tutte le periferie, manifestando la giustizia e la pace di Dio”:

“Seremos, na alegria do Evangelho, a Igreja vestida de branco….
Saremo, nella gioia del Vangelo, la Chiesa vestita di bianco, del candore lavato nel sangue dell’Agnello versato anche oggi nelle guerre che distruggono il mondo in cui viviamo”.

Il Papa depone una “Rosa d’Oro”, dono esclusivo dei Sommi Pontefici in visita mariana, davanti a quella statua della Vergine di Fatima che, nella corona, conserva incastonata la pallottola estratta dal corpo di San Giovanni Paolo II dopo l’attentato del 13 maggio del 1981. Prima della preghiera, Francesco è stato in silenzio per 10 minuti di fronte alla Vergine, in un clima di grande raccoglimento. Nella Spianata della Cova da Iria, migliaia di persone si sono unite, nel silenzio, alla sua preghiera. Quindi il Papa si ritira per la cena e torna in serata per benedire quelle oltre 600 mila candele che rompono il buio della notte. Cuore della meditazione che rivolge alla folla, è la misericordia: bisogna anteporla al giudizio, ricorda. Il giudizio di Dio – spiega – sarà sempre fatto alla luce della sua misericordia. E Maria non è “una ‘santina’ alla quale si ricorre per ricevere favori a basso costo”. La Vergine, con la sua tenerezza, non è più misericordiosa del Signore, ma tramite del perdono di Dio:

"Possamos, com Maria, ser sinal e sacramento da misericórdia...
Possa ognuno di noi diventare, con Maria, segno e sacramento della misericordia di Dio che perdona sempre, perdona tutto".

Il Papa, quindi, invoca la benedizione di Dio su “diseredati e infelici” a cui è stato rubato il presente, su esclusi e abbandonati a cui viene negato il futuro.

Dopo la Recita del Rosario, Francesco lascia la Piazza mentre il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, celebra la Messa della Veglia che ha preceduto la Canonizzazione odierna. “Anche se persistono le guerre – sottolinea il porporato nell’omelia – perseveriamo nella preghiera che non è mai inutile”.

Francesco era arrivato all’aeroporto di Monte Real, in Portogallo, ieri, poco dopo le 17, ora di Roma. Ad accoglierlo il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa. Quindi il trasferimento a Fatima in elicottero. “Un viaggio un po’ speciale", aveva detto ai giornalisti sul volo che l’ha portato in Portogallo: “un incontro con il Signore e la Santa Madre di Dio”.

inizio pagina

P. Majewski: a Fatima colpisce raccoglimento dei fedeli con il Papa

◊  

Un pellegrinaggio alla Madonna di preghiera e speranza: questa la dimensione forte del viaggio di Francesco a Fatima, come sottolinea il direttore dei programmi della nostra emittente, padre Andrzej Majewski, al seguito del Papa, intervistato dal nostro inviato Fabio Colagrande

R. – La dimensione di preghiera durante questo pellegrinaggio di Papa Francesco - preferiamo chiamarlo così e non viaggio - di Papa Francesco è fondamentale. Arrivando qui una cosa che mi ha colpito immensamente è stato il silenzio delle 600 mila persone di fronte al Santuario: un silenzio assoluto. All’inizio la gente in modo spontaneo cercava di salutare il Papa, ma come hanno visto che ha iniziato a pregare tutti si sono calmati. C’era un grande silenzio; un silenzio di pregheria, di riflessione. Certamente è questa la caratteristica di tutto il viaggio.

D. - Di fronte alla statua della Madonna il Papa ha fatto anche un invito missionario per la giustizia, per la pace, per abbattere i muri, per andare verso le periferie …

R. - Sono le intenzioni che il Papa porta nel suo cuore e che ha portato anche qui. Si sa che la preghiera mariana, la devozione mariana, di Papa Francesco gioca un ruolo fondamentale nella sua spiritualità. Noi siamo solo osservatori, siamo testimoni della sua preghiera qui. Naturalmente i temi della guerra tornano, così come quelli delle frontiere. Basta pensare che prima di partire per Fatima, a Roma, ha incontrato sei donne che vivono in situazioni disagiate. Mons. Krajewski, l’Elemosiniere del Papa, le ha portate da lui. Tutte queste difficoltà, tutti i problemi del mondo, soprattutto dei profughi li ha portati qui a Fatima e pregherà per questo.

D. - Francesco è sembrato particolarmente emozionato di essere giunto a Fatima. È sembrato sereno, davvero contento di poter realizzare questo viaggio, questo pellegrinaggio ..

R. – Andare a Fatima era un desiderio che portava da tanto tempo nel cuore. Posso in un certo senso confermare questo, perché stavo vicino al Santo Padre quando ha salutato il vescovo di Fatima. Il Papa ha detto: “Ho mantenuto la parola!".

D. - San Giovanni Paolo II è considerato il Papa di Fatima; l’ha visitata tre volte. Papa Francesco è il quarto Papa a giungere qua, però sembra voler legare il suo pontificato a questo luogo mariano …

R. - Sì e vediamo anche a Roma come è devoto a Maria. Ogni viaggio comincia nella Basilica di Santa Maria Maggiore; ogni viaggio finisce lì per ringraziare la Madonna. Qui si a Fatima si fermerà con Lei per due giorni.

inizio pagina

Mons. Auza: da Fatima un messaggio di pace per il mondo di oggi

◊  

Preghiere per la pace nel mondo, per la Siria, per la penisola coreana, per la cessazione delle violenze in Sud Sudan, in Somalia, nello Yemen, nella Repubblica Centrafricana, nella Repubblica Democratica del Congo, in Ucraina e in altri luoghi scossi da conflitti. A chiedere di rivolgerle alla Beata Vergine Maria, alla vigilia del pellegrinaggio di Papa Francesco a Fatima, è stato ieri mons. Bernardito Auza, nunzio apostolico e Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, durante il suo intervento a New York, incentrato sul centenario delle apparizioni. Preghiamo anche - ha detto il presule - per la fine del terrorismo, della persecuzione religiosa, etnica e raziale, delle repressioni totalitarie, dei cartelli della droga e del crimine organizzato, del traffico di persone, di altre forme di schiavitù moderna e di diverse insurrezioni che hanno generato violenza e odio.

Maria ambasciatrice di pace
La “missione permanente” di Maria come ambasciatrice di pace - ha aggiunto mons. Auza - è particolarmente importante oggi, in un mondo segnato da oltre 50 conflitti da inquadrare in un contesto che Papa Francesco ha definito “terza guerra mondiale a pezzi”. Per i credenti non cristiani, per i cristiani che hanno difficoltà con la devozione mariana cattolica e ortodossa e anche per quei cattolici che sono scettici sulle apparizioni miracolose - ha affermato inoltre il nunzio apostolico - quello che è successo a Fatima può sembrare una superstizione di persone in buona fede ma ingenue. Nella teologia cattolica ciò che è accaduto in Portogallo rientrano nei casi di “rivelazione privata”.
 
I tre pastorelli testimoni altamente credibili
Quando la Chiesa riconosce una rivelazione privata - ha osservato il presule - i cattolici non sono chiamati a credere nel modo in cui credono nei contenuti della Bibbia. Piuttosto sono eventi accettati come credibili con quella che potremmo definire fede, prudenza. Per la Chiesa - ha aggiunto - Lucia, Francisco e Giacinta sono testimoni altamente credibili. Non si riscontrano inoltre elementi contrari a quelle che la Chiesa considera verità della fede o della ragione. Lo scopo di queste rivelazioni private - ha detto mons. Auza - è quello “di aiutare le persone a comprendere e vivere meglio gli insegnamenti di Gesù” in un particolare momento della storia.
 
La conversione è una precondizione per la pace
Dagli eventi di Fatima si possono ricavare un piano di pace e lezioni universali per tutti i popoli. La prima urgenza - ha sottolineato il nunzio apostolico - riguarda la necessità di una vera conversione per costruire pace, fraternità e solidarietà. Papa Francesco - ha ricordato il presule - ha esortato la comunità internazionale alla conversione universale, alla conversione dall'idolatria del denaro che può condurre nazioni intere a trascurare i poveri. Senza questa conversione – ha affermato mons. Auza – “la pace rimarrà solo un'illusione”. “La conversione - ha aggiunto - è una precondizione per la pace”.

La pace inizia nel cuore
La seconda lezione universale è legata al fatto che la pace inizia nel cuore. Imitare il cuore di Maria è la via per la pace. Un simile cuore, come ha scritto Benedetto XVI, “è più forte delle armi” ed è capace di cambiare la storia. Ma se il cuore non ha pace - ha osservato mons. Auza - sarà molto difficile essere un peacemaker, un costruttore e un custode della pace.
 
La preghiera è strumento di pace
La terza lezione universale riguarda la preghiera. La preghiera è uno strumento di pace e può cambiare il mondo. Maria ha chiesto di pregare perché la preghiera – ha affermato l'Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite – è uno strumento indispensabile per promuovere la pace.
 
Tutti siano coinvolti negli sforzi per la pace
La quarta ed ultima lezione che si ricava dagli eventi di Fatima - ha concluso il presule - riguarda la necessità di coinvolgere tutti negli sforzi di pacificazione. Per affidare il suo messaggio Maria non si rivolge a capi di Stato, a diplomatici o a leader religiosi ma a tre semplici bambini. Maria ci dice che tutti hanno un ruolo, anche quelli che il mondo ritiene insignificanti, incapace o troppo giovani. (Amedeo Lomonaco)
 

inizio pagina

E' Beato il gesuita irlandese Sullivan: scelse povertà e obbedienza

◊  

Si è svolta stamani nella chiesa di San Francesco Saverio di Dublino la cerimonia di Beatificazione del gesuita irlandese John Sullivan, vissuto tra il 1861 e il 1933. A presiedere il rito, in rappresentanza del Papa, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Convertitosi dall’anglicanesimo, padre Sullivan fu esempio di vita virtuosa dedicata alla povertà e all’obbedienza, invitando tutti alla conversione al bene, come spiega il porporato nell’intervista di Giada Aquilino

R. - Padre John Sullivan fu rigoroso nell'osservanza della povertà. I testimoni al processo ripetono spesso che padre Sullivan era “un povero tra i poveri”, “la personificazione dello spirito di povertà”. Pur appartenendo a una famiglia ricca, una volta diventato religioso, era incurante delle comodità e si accontentava del puro necessario. Un testimone descrive il mobilio francescano della sua camera: aveva per arredamento una rigida sedia di legno, una brocca rotta, un inginocchiatoio, alcuni libri, un'acquasantiera, il suo inseparabile Crocifisso, un tavolinetto e il letto con poche coperte, anche quando il tempo era più freddo. In questo padre Sullivan imitava il suo fondatore. Negli Esercizi Spirituali, Sant'Ignazio di Loyola scrive: “Per imitare e rassomigliare più effettivamente a Cristo Nostro Signore desidero e scelgo la povertà con Cristo povero, piuttosto che la ricchezza; le ingiurie con Cristo, che ne è ricolmo, piuttosto che gli onori; e preferisco essere stimato stupido e pazzo per Cristo, che per primo fu ritenuto tale, anziché saggio e prudente in questo mondo”.

D. – Nel suo carattere, spicca l’obbedienza…

R. - Alla rigida povertà egli univa una perfetta obbedienza. Dimostrava grande rispetto per i superiori ed eseguiva spontaneamente e fedelmente il loro minimo ordine. Ripeteva spesso: “Mi domando che cosa direbbe o farebbe ora il padre provinciale”. La sua obbedienza era pronta, assoluta e incondizionata, anche quando la decisione finale differiva dalla sua. Era un religioso modello. Un testimone afferma: “Aveva un grande amore per la Compagnia e per le sue Regole: a noi Novizi - durante gli Esercizi Spirituali - metteva in risalto l'importanza dell'esatta osservanza delle Regole”.

D. - Quali altri aspetti qualificano la sua santità?

R. - Lo spirito di povertà e di obbedienza gli facilitarono l'esercizio dell'umiltà. Quando entrò in noviziato, padre Sullivan era già un uomo maturo, con alle spalle una brillante carriera di avvocato e di studioso. I suoi compagni di noviziato, per la maggior parte ragazzi tra i 17 e i 20 anni, rimanevano impressionati dalla completa assenza di qualsiasi sentimento di superiorità nei loro confronti e dalla semplicità con cui accettava anche le più umili incombenze della casa. Non faceva nulla per mettersi in mostra, anzi spesso manifestava la sua inadeguatezza agli uffici che riceveva. Accettava le critiche e le sgarbatezze altrui. Era consapevole di non essere un grande oratore. Non aveva una pronuncia chiara e tendeva a parlare in fretta. Ciononostante tutti gli riconoscevano la sincerità e la convinzione delle sue esortazioni alla virtù.

inizio pagina

Le nomine di Papa Francesco

◊  

Per le nomine di Papa Francesco, consultare il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede.

inizio pagina

Oggi in Primo Piano



Cyberattacco: sale a 99 il numero dei Paesi colpiti dagli hacker

◊  

E’ salito a 99 il numero dei Paesi colpito dall’attacco hacker che ha bloccato migliaia di computer in tutto il mondo. Il virus informatico, un “Ransomware” che blocca il sistema operativo fino al pagamento di un riscatto in denaro, ha colpito aziende, istituzioni e ospedali. Tra gli Stati più colpiti Russia e Gran Bretagna per un totale di oltre 75 mila violazioni. Il servizio di Michele Raviart

Circa venticinque ospedali nel Regno Unito si sono trovati con i dati dei pazienti oscurati e hanno dovuto rimandare visite e operazioni. Centinaia di aziende colpite fra cui il colosso delle comunicazioni spagnolo Telefonica e l’azienda automobilistica francese Renault. In Russia ad essere bloccati sono stati mille computer del ministero degli Interni e alcune banche. Per l’Europol si tratta di un attacco hacker senza precedenti, che è costato alle vittime dai 300 ai 600 dollari per poter riavere a disposizione i dati dei loro pc. Il virus, nascosto negli allegati delle e-mail e diffuso attraverso la condivisione di documenti e dati, ha sfruttato delle vulnerabilità nel sistema Windows, scoperte alcune settimane fa dalla sicurezza americana e divulgate su Internet a disposizione di tutti. Microsoft aveva riparato la falla, ma non tutti i computer avevano scaricato l’aggiornamento, mentre i computer con sistemi operativi più vecchi e non più supportati, specialmente in India e Ucraina, sono rimasti vulnerabili.  Dietro l’attacco un’organizzazione criminale che ha sfruttato alcuni comportamenti superficiali degli utenti, come spiega il professor Roberto Baldoni, presidente del Centro ricerche di cyberintelligence alla Sapienza.

R. – Fondamentalmente, non erano stati allineati i sistemi operativi con le patch di sicurezza lasciate, in questo caso da Microsoft. Chiaramente, se non ci si allinea con le patch di sicurezza, si rimane completamente esposti: è come se uno avesse una casa, parte per le vacanze e lascia la porta completamente aperta. C’è anche da dire che molte organizzazioni sono state duramente colpite anche perché avevano sistemi operativi ormai non più messi in sicurezza da colui che crea il sistema operativo, come nel caso di Microsoft XP.

D. – Sembrerebbe che a far partire il contagio sia stata la semplice apertura di un allegato all’e-mail. E’ ancora efficace questo metodo? Cosa bisogna fare per difendersi?

R. – Sì. E' chiaro che c’è una preparazione, c’è un elemento culturale fortissimo in questo, e quindi la preparazione nell’usare anche queste nuove tecnologie che, se da una parte ci rendono il mondo particolarmente semplice, nascondono però una complessità intrinseca che in qualche modo va capita e vanno seguite delle regole basilari di cyber-igiene. Esattamente come facciamo nella nostra vita reale.

D. – Chi c’è dietro a questo attacco?

R. – Chi c’è dietro? Bè, sicuramente in questo caso dietro ci sono dei cyber-criminali: organizzazioni distribuite nel mondo e che non fanno chiaramente riferimento a una nazione, ma che hanno l’unico obiettivo di fare denaro attraverso metodi estorsivi. Quindi, in qualche modo è stata data loro un’arma in più per poter rendere ancora più forte il loro sistema di attacco. Prima era diretto su alcune persone o alcune entità, quindi comunque poi con un danno limitato; invece, in questo momento permette – una volta che si è entrati dentro a un’organizzazione – di passare il virus e quindi di contaminare tutti quegli host dentro a quell’organizzazione che non sono stati aggiornati appositamente.

D. – E’ possibile, secondo lei, rintracciare queste organizzazioni? E se sì, come sono perseguibili?

R. – Da una parte, i cyber-criminali ragionano in modo globalizzato, cioè non esiste un cattivo che sta dentro una stanza e va a lanciare un attacco di questo tipo; esistono tante persone dislocate in diverse nazioni che contribuiscono a questo tipo di attacco, e dove ognuna ha il suo ritorno. Quindi, per combattere queste organizzazioni bisogna ragionare in modo globale. Ovviamente, però, non siamo ancora pronti per ragionare in modo globale: a volte ci sono delle operazioni che vengono fatte dalla polizia postale in collaborazione con tante altre organizzazioni similari di tipo internazionale, ma purtroppo sono poche – anche per la complessità tecnica che questo comporta – rispetto al numero di attacchi e di gruppi di cyber-criminali che ci sono.

D. – Qualora un utente si dovesse trovare di fronte a un “ransomware” (un tipo di malware) e quindi a una richiesta di denaro per sbloccare il proprio computer, come dovrebbe comportarsi?

R. – Sicuramente dovrebbe denunciare questo tipo di problematica. E’ chiaro che i dati ci dicono che molti invece scelgono la via del pagamento, anche perché la somma viene appositamente studiata dai cyber-criminali in maniera tale che la possibilità di avere i dati immediatamente pagando una cifra che non è astronomica, gioca un ruolo importante. C’è, però, un problema che dev’essere ben chiaro a chi paga: una volta che il computer è stato penetrato, non c’è alcuna certezza che non venga penetrato altre volte; non è detto che il cyber-criminale, una volta che vi restituisca i file, non lasci alcune “backdoor” nel computer che gli permetteranno poi di ri-accedere al computer stesso.

inizio pagina

Elezioni locali in Nepal a vent'anni dall'ultima consultazione

◊  

Domenica di elezioni amministrative in Nepal, a distanza di vent’anni dall’ultima tornata elettorale locale. Si tratta di un passaggio importante nella difficile transizione del Paese, chiamato ad esprimersi in tempi diversi: il Sud infatti si pronuncerà tra due mesi. La Chiesa locale, nei giorni scorsi, ha fatto appello per un voto libero e indipendente. Ce ne parla Benedetta Capelli: 

Sono due le fasi previste per le elezioni locali convocate dal governo nepalese a fine febbraio. La prima è in calendario domenica 14 maggio nella zona Nord del Paese e dopo due mesi sarà la parte Sud a recarsi al voto. Quattordici milioni gli elettori chiamati alle urne a vent’anni dall’ultima consultazione in Nepal, dopo un lungo periodo di instabilità dovuto all’insurrezione maoista conclusasi nel 2006 e l’abolizione della monarchia due anni dopo. A piegare il Paese, nel 2015, due devastanti terremoti costati la vita a oltre novemila persone, il governo da allora è stato al centro di polemiche e critiche per gli innegabili ritardi nella ricostruzione. Per alcune settimane, si è pensato che il voto fosse a rischio per la mozione di impeachment avanzata contro la presidente della Corte suprema da parte del Partito del Congresso nepalese e del Centro maoista (Cnp), ma anche per i contrasti fra i partiti del governo e quelli che sostengono le minoranze madhesi e tharu. La Chiesa cattolica nepalese ha fatto appello per un voto libero e democratico mentre quattro partiti cristiani - come riferisce Asianews - hanno deciso di formare una coalizione comune. La testimonianza di Suor Maria Luisa Caldi della comunità delle Piccole Apostole di Gesù, raggiunta telefonicamente nel distretto di Sunsari:

R. –  Le elezioni amministrative saranno solo tra un paio di mesi, quindi adesso qui il clima è ancora tranquillo, nessuno parla di elezioni... non ci sono particolari manifestazioni o meeting per far conoscere quelle che sono le aspettative dei futuri candidati. Qui da noi adesso non c’è niente. Invece a Kathmandu e a Pokhara, nella zona a nord del Paese, la zona collinare e montuosa, le elezioni amministrative saranno il 14 maggio. Noi siamo presenti in Nepal dal 2004, viviamo nel Sunsari nella parte orientale del Paese, nella zona che viene anche detta del Terai, la piana del Nepal. Viviamo in mezzo alla gente e facciamo il lavoro della gente, qui tutti sono contadini e anche noi lavoriamo come contadine nel nostro orto e nelle nostre risaie. Facciamo alcuni lavori con le donne, lavori di artigianato. Abbiamo una collaborazione con una fondazione di Cittadella, a Padova, che si occupa di seguire scuole: sono tre scuole costruite da questi nostri amici e noi ogni tanto ce ne occupiamo. Così, con una vita semplice, a contatto con la gente, cerchiamo di essere testimoni del Vangelo in mezzo a queste persone che ancora non lo conoscono perché la maggior parte dei nostri vicini di casa sono indù. Loro ci hanno insegnato tanto, ci hanno insegnato l’accoglienza, la disponibilità nei confronti di chi è diverso, ci hanno aperto le porte di casa loro, ci hanno dato un’immagine del Nepal molto accogliente, un’immagine di amicizia nei nostri confronti. Noi abbiamo cercato di essere loro amici e di trasmettere attraverso i gesti quotidiani la nostra vicinanza e in questa maniera tentiamo di far passare il messaggio del Vangelo: Dio è padre di tutti.

D. – La zona nella quale vivete è stata interessata dai cambiamenti vissuti negli ultimi anni in Nepal, cambiamenti politici…

R. – I cambiamenti si sono sentiti, le minoranze maoiste che erano presenti anche con atteggiamenti magari di prepotenza adesso non si sentono più. Queste cose le abbiamo vissute soprattutto agli inizi, tra il 2004 e il 2007, quando poi c’è stata l’approvazione della nuova Costituzione dell’assemblea costituente. All’inizio c’era un po’ di paura, adesso il clima è tranquillo.

inizio pagina

Germania: voto cruciale nel Nordreno-Westfalia

◊  

Prova decisiva in vista delle elezioni federali del 24 settembre, questa domenica in Germania: si vota infatti nel land del Nordreno-Westfalia, con oltre 13 milioni di persone chiamate alle urne. I sondaggi danno in lieve vantaggio la Cdu di Angela Merkel, col 31% contro il 30 dei socialdemocratici di Martin Schulz. Praticamente un testa a testa, ancora da giocare: secondo gli analisti, dopo le due sconfitte subite nel Saarland, a fine marzo, e nello Schleswig-Holstein, domenica scorsa, per l’Spd perdere il land di Duesseldorf sarebbe gravissimo. Un voto cruciale, dunque, di cui parla Marco Paolino, docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi della Tuscia ed esperto di dinamiche tedesche, intervistato da Giada Aquilino

R. - Il land del Nordrhein-Westfalen è il più importante della Germania, quello più ricco dal punto di vista economico ma anche quello più popoloso, con le città più importanti e, insieme con la Baviera, è il motore economico e industriale della Germania. Il voto è importante perché è l’ultima consultazione prima delle elezioni generali che ci saranno il 24 settembre. Quindi è un appuntamento per capire quali siano i movimenti presenti all’interno dell’opinione pubblica tedesca e dunque quali direzioni prenderanno i consensi elettorali.

D. - Il land è stato governato dall’Spd, ora c’è la piena sfida con i cristiani democratici: di che scontro politico si tratta?

R. - Il Nordrhein-Westfalen ha una lunghissima tradizione di governi socialdemocratici: soltanto una volta c’è stato un governo a guida democristiana. Quindi è una roccaforte del partito socialdemocratico e in generale delle forze di sinistra. Il fatto che i sondaggi diano il partito socialdemocratico in consistente calo significa con buona probabilità non solo che non avrà la maggioranza relativa all’interno del Parlamento regionale, ma sarà molto difficile che possa essere alla guida di una coalizione con il partito dei Verdi ed eventualmente anche con il partito della Linke. Mentre invece è molto più probabile che ci sia un governo a guida cristiano-democratica. Questo avrà delle conseguenze notevoli, innanzitutto sul partito socialdemocratico perché una sconfitta anche se di misura nel land Nordrhein-Westfalen avrà delle grosse ripercussioni per la candidatura di Martin Schultz alla cancelleria federale.

D. - Schultz proprio in Nordrhein-Westfalen fu sindaco…

R. - Sì, Schultz sta cercando di fermare il declino a cui andava incontro il partito socialdemocratico: ha arrestato l’emorragia elettorale, ma non ha invertito il trend che dava il partito socialdemocratico in grossa difficoltà negli ultimi anni.

D. - Una vittoria della Cdu cosa comporterebbe per la Merkel? Un quarto mandato?

R. - La Merkel è stata molto accorta, dicendo che una vittoria della Cdu nel Nordrhein-Westfalen non significherebbe assolutamente nulla. In realtà, una vittoria della Cdu in un land che è una roccaforte del partito socialdemocratico, con una Cdu che è in crescita, significherebbe che da ora a settembre, se la situazione economica andrà in una certa direzione, una Cdu che riesce ogni settimana a rosicchiare qualcosa nel consenso potrebbe assicurare ad Angela Merkel non solo una vittoria, ma addirittura una crescita in termini di seggi all’interno del Parlamento.

D. - Il cosiddetto voto di protesta che si è visto in altri Paesi d’Europa potrebbe avvenire anche in queste elezioni?

R. - Veniamo da un fine settimana, quello scorso con le elezioni in Francia, con una grossissima presenza del Front National, che è un partito originariamente antisistema, di estrema destra, con accentuate caratterizzazioni di tipo xenofobo e razzista. In Germania c’è una forza che è ancora più estremista rispetto al Front National di Marine Le Pen che è quella dell’Afd, cioè quella dell’Allianz für Deutschland. Si tratta di un partito che intercetta il voto di protesta, il voto populista ma anche un voto di estrema destra dichiaratamente erede del nazionalsocialismo e di tematiche che erano care al movimento nazionalsocialista: eppure non sta crescendo molto nei consensi elettorali perché vediamo che nel Nordrhein-Westfalen l’Allianz für Deutschland sta lentamente arretrando in ogni sondaggio.

inizio pagina

Celam: chiesta intercessione di mons. Romero per impegno vescovi

◊  

"Da 75 anni i Vescovi centroamericani si incontrano per analizzare le situazioni sociali, economiche e politiche, e soprattutto per condividere gli aspetti del loro ministero. Insieme abbiamo affrontato i nostri problemi. E' un punto di forza che siamo sempre uniti”. Lo ha affermato mons. Jorge Solórzano, vescovo di Granada, segretario generale della Conferenza episcopale del Nicaragua, durante la conferenza stampa conclusiva della XXXVI Assemblea dell’Episcopato Latinoamericano (Celam), svoltasi dal 9 al 12 maggio a El Salvador. Il presule - riferisce l’agenzia Fides - ha poi spiegato che durante i lavori si è più volte ricordata la figura di mons. Oscar Arnulfo Romero, brutalmente ucciso il 24 marzo del 1980. "Il nostro Beato - ha detto mons. Solórzano - faceva parte del Celam; abbiamo chiesto a mons. Romero la sua intercessione per continuare a lavorare con i nostri popoli centroamericani".

Durante i lavori assembleari due significativi momenti di comunione
Tracciando una sintesi dei lavori dell’Assemblea, mons. Juan Espinoza, vescovo ausiliare di Morelia, in Messico, segretario generale del Celam, ha evidenziato che i primi giorni sono stati dedicati all’analisi, alla discussione e all’approvazione delle relazioni sul lavoro svolto in questi due anni dai sette dipartimenti pastorali dell’organismo. Quindi ha sottolineato due momenti significativi di comunione con il popolo di Dio. Il primo si è svolto nella parrocchia dell’Immacolata Concezione e quindi nella Cattedrale, per una giornata speciale. Il secondo è stato l’incontro con i vescovi provenienti da Canada e Stati Uniti per commemorare il 20.mo anniversario del Sinodo.

inizio pagina

Domani al Colosseo migliaia di passeggini vuoti contro la denatalità

◊  

“Il calo demografico sta facendo scomparire l’Italia, ma sembra che a nessuno importi”. Lo denuncia Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, realtà che per domani, 14 maggio, in occasione della XXIII Giornata internazionale della famiglia, ha organizzato un flash mob davanti al Colosseo a Roma. Migliaia di persone, provenienti da tutta Italia, posizioneranno, a partire dalle 9.30, passeggini vuoti nei pressi dell’Arco di Costantino, per mostrare la "tristezza di un mondo senza bambini". Massimiliano Menichetti ha intervistato lo stesso Gianluigi De Palo

R. – Il Forum delle Associazioni Familiari ogni anno organizza un evento, solitamente un convegno, in occasione della Giornata internazionale della famiglia. Quest’anno abbiamo deciso di optare non per un convegno a porte chiuse, ma a porte aperte cercando di far ragionare l’opinione pubblica, il Paese tutto su un fatto molto concreto: il tema della denatalità. Questo non è uno dei tanti temi, ma è il tema che ci contraddistinguerà, che terrà banco per i prossimi 20 anni nel nostro Paese. Considerando che tra poco meno di 50 anni, secondo l’Istat, avremo circa sette milioni di italiani in meno.

D. – Chi parteciperà a questa iniziativa?

R. – Parteciperanno famiglie e persone di buona volontà … Ho invitato anche i giovani a partecipare perché anche per loro il tema della denatalità, il tema del creare una famiglia è serio e reale: in molti ormai emigrano per realizzare i loro sogni familiari e lavorativi. Parteciperanno i forum da tutta Italia, parteciperanno le associazioni che compongono i forum … ci saranno tante persone che porteranno il loro passeggino per dire: “Non vi dimenticate di noi”. Chi fa un figlio, oggi, è un eroe: noi dobbiamo trasformare gli eroi di oggi, perché mettono su famiglia, in persone che semplicemente vivono la loro vita. Questo è quello che chiedono le famiglie.

D. – Tanti passeggini vuoti in un’immagine: perché avete scelto questa modalità?

R. – Noi vogliamo fare una fotografia, un’immagine che possa fare il giro del mondo e possa dire a tutte le persone che la vedranno che l’Italia ha un problema. Il Paese deve prendere atto di questo problema reale e concreto, l’Italia molto probabilmente, se continua di questo passo, non avrà più non solo la previdenza,  ma neanche il welfare così come l’abbiamo immaginato, né la sanità gratuita. Perché se non c’è un ricambio generazionale, se i figli non vengono considerati un bene comune ma vengono considerati un peso, un Paese non ha futuro. I Paesi emergenti nel mondo hanno un “più” per quanto riguarda la natalità. Noi non solo abbiamo un “meno”, ma abbiamo un “meno” da tantissimo tempo.

D. – Ma non ci sono già sostegni, nei confronti della famiglia?

R. – Non ci sono sostegni, oggi, nei confronti della famiglia. Tutte le iniziative spesso mostrano l’inadeguatezza di un ragionamento ampio, fatto a 360 gradi. Un “bonus” non risolve i problemi della denatalità. Le famiglie chiedono fiducia e un investimento serio, come la revisione fiscale, perché oggi come oggi mettere al mondo un figlio è una delle prime cause di povertà. Non solo: chi si sposa rischia di avere meno diritti di chi, invece, si separa fittiziamente. Bisogna porre al centro del dibattito pubblico una serie di temi che stiamo procrastinando da troppo tempo. Il Forum vuole mettere al centro dell’agenda politica, e non solo il tema della natalità, dei figli e degli aiuti alla famiglia. La famiglia, l’abbiamo detto e lo ripetiamo: non è un problema, la famiglia è la soluzione del problema. Prima ce ne rendiamo conto, prima ce ne facciamo carico, prima politicamente troviamo delle soluzioni e molto probabilmente prima usciremo anche da questa crisi economica che pare non avere un senso, perché tutti i sacrifici che si stanno affrontando, se tra un po’ non ci saranno più figli, per chi li stiamo facendo?

inizio pagina

Polonia: a Cracovia le celebrazioni per San Stanislao

◊  

“Con l’intercessione del Santo patrono della Polonia chiederemo il rispetto dell’ordine di Dio nella vita familiare, sociale e politica e ringrazieremo per i doni ricevuti e in particolare per la Gmg e l’atto solenne di riconoscimento di Gesù Cristo come nostro re e sovrano”. E’ quanto ha affermato l’arcivescovo di Cracovia, mons. Marek Jedraszewski, preannunciando le celebrazioni in onore di San Stanislao vescovo e martire, previste per domenica 14 maggio.

San Stanislao, difensore dell’ordine morale
Alla processione e alla liturgia presso la storica chiesa intitolata a Stanislao a Cracovia prenderà parte, in rappresentanza di Papa Francesco, il nunzio apostolico mons. Salvatore Pennacchio insieme con numerosi membri dell’episcopato. Mons. Jedraszewski, nell’invito alla cerimonia, ha sottolineato il ruolo di Stanislao come difensore dell’ordine morale. Riferendosi all’insegnamento di Giovanni Paolo II, il presule ha ribadito la necessità di “riconoscere l’universale autorità della legge morale come legge di Dio”.

Il martirio di San Stanislao
Stanislao - ricorda l’agenzia Sir - fu vescovo di Cracovia negli anni 1072-1079 e venne condannato a morte per tradimento dal re polacco Boleslao II l’ardito. Il martirio del Santo provocò la rivolta nella popolazione, che spinse il re all’esilio. Stanislao venne canonizzato il 17 settembre 1253 e proprio a quella data risale la tradizione della processione che ogni anno attraversa la città la domenica successiva al ricordo liturgico del Santo, celebrato l’8 di maggio.

inizio pagina

Albania: appello delle comunità religiose alle forze politiche

◊  

Un appello “alla classe politica e a tutti coloro che hanno responsabilità istituzionale, per il bene dell’Albania”. A lanciarlo sono, in una dichiarazione congiunta ripresa dall’agenzia Fides, la comunità musulmana, la Chiesa ortodossa autocefala, la Chiesa cattolica, la comunità Bektashi e la Fraternità evangelica. Nel testo, tali comunità affermano di sentire “una grande responsabilità spirituale e morale verso i credenti delle nostre comunità, così pure per l’intera società albanese”. Nel documento si sottolinea che “serve un dialogo sincero a tutti i livelli”. “Avete responsabilità dinanzi al popolo e il bene del popolo sia il vostro maggior obiettivo”.

Abbassare i toni del confronto politico, regnino legge e diritto
In vista delle elezioni del 18 giugno, si invita poi “ad abbassare i toni del confronto politico, avendo rispetto per la verità e per gli avversari, anche per evitare ogni violenta degenerazione politica”. Si chiede di “garantire una campagna elettorale e un processo elettorale trasparente e nel quale i cittadini siano coinvolti”. In modo particolare - concludono le comunità religiose - “rinnoviamo l’appello a ogni elettore perché non cada nel triste fenomeno della compravendita del voto. Come anche facciamo appello a tutte le formazioni politiche affinché contrastino tale fenomeno”. Si esorta infine a “creare le condizioni affinché la legge e il diritto regnino nella vita sociale dell’Albania e degli albanesi”.

inizio pagina

Mongolia: la Chiesa celebra 25 anni di missione

◊  

Tappa storica per la Chiesa in Mongolia e per la Prefettura apostolica di Ulaanbaatar. Si celebra infatti un doppio anniversario. Il primo è il 25.mo delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica di Mongolia. Il secondo è il 25.mo della presenza della Chiesa cattolica nel Paese. A ricordare questa duplice, importante ricorrenza è il vescovo Wenceslao S. Padilla, prefetto apostolico e uno dei pionieri della missione cattolica in Mongolia. “Con oltre 1.300 mongoli battezzati e un sacerdote nativo  - sottolinea il missionario africano Prosper Mbumba - c'è ragione di gioire qui”.

La comunità cattolica in Mongolia
La comunità cattolica - ricorda l’agenzia Fides - conta centinaia di catecumeni provenienti da 6 parrocchie e 3 stazioni missionarie che saranno erette a rango di parrocchie proprio durante il 2017, anno della celebrazione del “Giubileo d’argento”. Attualmente sono oltre 50 i missionari e i religiosi di 14 Paesi del mondo - aggiunge p. Mbumba - che “offrono la propria vita in Mongolia, fedeli alla propria vocazione di coltivare la relazione profonda con Dio e di donarsi per il prossimo”.

Diverse attività nell’anno giubilare
Per rendere significativo questo anno giubilare, la Chiesa locale ha organizzato diverse attività. Tra queste, un seminario su temi di Teologia della missione, svoltosi dall'8 al 12 maggio, organizzato in collaborazione con la Pontificia unione missionaria. Il corso si ha affrontato vari temi, tra cui: spiritualità per la missione nell'Asia contemporanea, storia di Gesù come fondamento della missione e dialogo interreligioso nella missione evangelizzatrice della Chiesa.

inizio pagina

Mons. Andreatta: a Roma la Giornata del Pellegrino nel segno di Fatima

◊  

Si celebra oggi a Roma la XIII Giornata Nazionale del Pellegrino, promossa dall’Opera Romana Pellegrinaggi in concomitanza con la presenza di Papa Francesco a Fatima, in occasione del Centenario delle Apparizioni. Nel corso della serata, alle 21, la recita del Rosario guidata dal cardinale Vicario di Roma Agostino Vallini nella Basilica di San Giovanni, in collegamento televisivo con i Santuari mariani di Fatima, Buenos Aires, Czestochowa e Nazareth. La celebrazione è promossa dall’Ufficio Pastorale Universitario del Vicariato  guidato da mons. Lorenzo Leuzzi. Ascoltiamo mons. Liberio Andreatta, vice presidente e Amministratore Delegato dell’Opera Roma Pellegrinaggi al microfono di Luca Collodi

R. – Alle ore 21.00 nella Basilica di Santa Maria Maggiore ci sarà la recita del Santo Rosario, animata dai giovani in collegamento con cinque Santuari mariani del mondo: Nazareth, Fatima, CzÄ™stochowa, Buenos Aires e Roma. La Messa sarà presieduta poi dal cardinale Vallini e poi una grande veglia. Alle 24.00 partiremo da Piazza di Porta Capena e faremo - sempre con la Statua della Madonna di Fatima al seguito - un pellegrinaggio notturno al Santuario del Divino Amore che si concluderà qui, la domenica mattina seguente alle 5, con la celebrazione della Santa Messa presieduta da mons. Leuzzi, ausiliare di Roma.

D. - Lei, mons. Andreatta, nella sua vita pastorale più volte come sacerdote ha incontrato suor Lucia proprio a Fatima …

R. - Ho avuto la gioia, la fortuna e il privilegio di fare molti pellegrinaggi – e continuo a farli – a Fatima insieme ai nostri pellegrini. Soprattutto negli anni ’70 e ’80 ho avuto modo di incontrare più volte la veggente ancora in vita, Lucia, con la quale ci siamo scambiati confidenze e alla quale ho fatto molte domande. È stata un’esperienza straordinaria perché ancora, nonostante la sua età avanzata, manteneva e conservava una giovinezza, un candore di bambina e parlava delle apparizioni e del suo rapporto con la Madonna come se oggi parlasse una bambina o parlasse a quel tempo in cui ha vissuto questa grande esperienza. Ci chiedeva di pregare molto, di pregare per il Papa costantemente: "Pregate per il Papa, pregate per la Chiesa, pregate per i sacerdoti, pregate per la pace!" Il suo primo pensiero era sempre il Papa, la Chiesa e i sacerdoti, perché se la Chiesa è una Chiesa Santa, avremo anche la pace. Lei aveva nel cuore questa grande forza, cioè che la preghiera può cambiare il corso della storia, che la preghiera può renderci Santi e che la preghiera può farci evitare quell’inferno che lei da bambina raccontava aveva avuto modo di vedere. La Madonna ha fatto vedere ai tre bambini delle immagini spaventose da cui sono rimasti terrorizzati. Per cui: “Pregate per non fare cadere le persone nell’inferno, pregate per la conversione, pregate perché il cuore di Maria trionfi di fronte a tutto ciò che nel mondo vi è di peccato e di distruzione”.

inizio pagina

Commento di don Sanfilippo al Vangelo della V Domenica di Pasqua

◊  

Nella quinta Domenica di Pasqua, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù dice ai suoi discepoli:

«Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di Don Gianvito Sanfilippo, presbitero della diocesi di Roma: 

“Non sia turbato il vostro cuore…vado a prepararvi un posto…perché dove sono io siate anche voi. Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Ecco un ottimo antidoto all’ansia e alla paura: una voce sicura ci dice che siamo creati per vivere in eterno con il Signore! Egli si dà pure la briga di preparare ogni cosa; non solo ci accompagna, ma è Egli stesso la Via lungo la quale non dobbiamo temere alcun male. Egli è la meta ambita, il Paradiso che ci attende. L’antico avversario continua ad inoculare nella società correnti di pensiero per indurre a credere che la vita sia solo qui sulla terra e che la morte concluda ogni cosa, per cui, qui, bisogna pensare, soprattutto, a se stessi. A volte, invece, ci spinge a ritenere che la vita sia tutta dall’altra parte, dopo la morte, così l’esistenza terrena diviene solo una valle di lacrime, dove soffrire per acquisire “meriti e punteggio” per ciò che verrà dopo, una sorta di lunga sopportazione “rassegnata” ed individualista, decisamente “poco appetibile” per chiunque. La Parola e la Liturgia del tempo pasquale, nella Chiesa, ci annunciano un evento diverso: già fin d’ora siamo risorti con Cristo e con lo Spirito e la Forza del Risorto possiamo affrontare, con fiducia, ogni prova e difficoltà necessarie alla nostra salvezza, per testimoniare nella nostra carne che Cristo ha vinto la morte veramente!

inizio pagina
Sito Radio Vaticana

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LXI no. 133

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Serena Marini.