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Sommario del 14/05/2017

Il Papa e la Santa Sede

Oggi in Primo Piano

Il Papa e la Santa Sede



Il Papa al Regina Caeli: preghiera e penitenza per mettere fine alle guerre

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Al Regina Caeli il Papa ricorda il suo pellegrinaggio a Fatima, conclusosi ieri sera. Francesco ha rimarcato che oggi “c’è tanto bisogno di preghiera e di penitenza” per mettere fine alle guerre, soprattutto in Medio Oriente, dove le minoranze “subiscono tragiche violenze e discriminazioni”. Oggi di prima mattina il Papa, come dopo ogni viaggio, è andato alla Basilica di Santa Maria Maggiore, portando in offerta un mazzo di rose bianche presso l’icona di Maria Salus Populi Romani. Lì è rimasto in preghiera per oltre venti minuti. Alessandro Guarasci: 

Il Papa mette in luce che la santità di Francesco e Giacinta “non è conseguenza delle apparizioni, ma della fedeltà e dell’ardore con cui essi hanno corrisposto al privilegio ricevuto di poter vedere la Vergine Maria”.

Avere cura dei bambini, pregare per la pace
Con la loro canonizzazione, il Papa ha "voluto proporre a tutta la Chiesa di avere cura dei bambini". A Fatima, la preghiera “scorre da cento anni come un fiume, per implorare la protezione materna di Maria sul mondo interno”. L’esempio di Francesco e Giacinta, che a quel tempo pregavano per la fine della Prima Guerra Mondiale, è valido tutt'ora:

"Anche oggi c’è tanto bisogno di preghiera e di penitenza per implorare la grazia della conversione, per implorare la fine di tante guerre che sono dappertutto nel mondo e che si allargano di più, come pure la fine degli assurdi conflitti grandi e famigliari, piccoli, e delle violenze che sfigurano il volto dell’umanità"

Tante persone e minoranze provate dalle guerre
Dunque, il Papa affida a Maria, Regina della pace, “la sorte delle popolazioni afflitte da guerre e conflitti, in particolare in Medio Oriente”. Infatti, sottolinea, il Santo Padre, “tante persone innocenti sono duramente provate, sia cristiane, sia musulmane, sia appartenenti a minoranze come gli yazidi, i quali subiscono tragiche violenze e discriminazioni”:

“Alla mia solidarietà si accompagna il ricordo nella preghiera, mentre ringrazio quanti si impegnano a sovvenire ai bisogni umanitari. Incoraggio le diverse comunità a percorrere la strada del dialogo e della riconciliazione amicizia sociale per costruire un futuro di rispetto, di sicurezza e di pace, lontano da ogni sorta di guerra".

Poi il Papa ricorda che ieri a Dublino è stato proclamato Beato il sacerdote gesuita John Sullivan, “ricercato come padre dei poveri e dei sofferenti”.

Attenzione alla vita e alla maternità
Ed ancora, un saluto particolare ai fedeli dell'iniziatica "Passeggini vuoti" arrivati in piazza San Pietro, oggi festa della mamma:

“Il futuro delle nostre società richiede da parte di tutti, specialmente delle istituzioni, un’attenzione concreta alla vita e alla maternità. E questo appello è particolarmente significativo oggi mentre si celebra, in tanti Paesi, la festa della mamma". 

Infine una proposta ai 25 mila fedeli oggi a San Pietro: "Rimaniamo alcuni istanti in silenzio, ognuno pregando per la propria mamma".

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Francesco ai giornalisti: Fatima speranza di pace per il mondo

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Sul volo di ritorno da Fatima, Papa Francesco ha avuto il tradizionale colloquio con i giornalisti al seguito. Al centro delle risposte del Pontefice gli argomenti strettamente legati a questo 19° viaggio apostolico, ma anche altri temi. Ci racconta tutto Giancarlo La Vella

Cordiale, sincero  e schietto il dialogo del Papa con i giornalisti che hanno seguito questo intenso e toccante viaggio in uno dei luoghi simbolo della cattolicità, dal quale promana una forte speranza di pace per  tutto il mondo.

“Que Fatima tiene un mensaje de paz, ciertamente...
Certamente Fatima porta con se un messaggio di pace, rivolto all’umanità – ha detto il Papa – attraverso tre grandi comunicatori, che avevano meno di 13 anni. E la canonizzazione di Giacinta e Francesco è stata per me una grande felicità, una speranza di pace per tutti”

E, all’insegna del messaggio di pace che viene da Fatima, una delle prime domande ha riguardato l’imminente incontro che il Papa avrà con il neopresidente americano, Donald Trump, che ha annunciato muri, tolleranza zero per i migranti irregolari e la revisione degli impegni per la salvaguardia dell’ambiente:

“Io dirò cosa penso, lui dirà quello che pensa, ma io mai, mai ho voluto fare un giudizio senza sentire la persona. Sempre ci sono porte che non stanno chiuse. Cercare le porte che almeno sono un po’ aperte, e entrare e parlare sulle cose comuni e andare avanti. Passo passo. La pace è artigianale: si fa ogni giorno”.

La pace si conquista attraverso il dialogo e il rispetto altrui. E a proposito di dialogo, il punto – questo il tema di un’altra domanda al Papa – su quello con la Fraternità San Pio X:

“Io scarterei ogni forma di trionfalismo, ma ci sono rapporti fraterni. Con mons. Fellay ho un buon rapporto: ho parlato con lui parecchie volte. A me non piace affrettare le cose. Camminare, camminare, camminare: e poi si vedrà. Per me non è un problema di vincitori o di sconfitti, no. E un problema di fratelli che devono camminare insieme, cercando la formula di fare passi avanti”.

Dialogo positivo anche con le Chiese evangeliche. Sono stati fatti grandi passi in avanti. E’ significativo per l’ecumenismo – ha detto Francesco – camminare insieme con la preghiera, con il martirio e con le opere di carità e di misericordia, annunziare la carità di Gesù Cristo, annunziare che è il Signore, l’unico Salvatore, e che la grazia viene soltanto da Lui

Poi la rievocazione dei momenti più intensi e toccanti della visita alla Madonna di Fatima, proprio nel giorno – ha ricordato una giornalista – in cui, 25 anni fa, Jorge Mario Bergoglio, venne nominato vescovo ausiliario di Buenos Aires:

“Le donne sanno tutto, eh? Non ho pensato alla coincidenza; soltanto ieri, mentre pregavo davanti alla Madonna. E ho parlato con la Madonna un po’ di questo, Le ho chiesto perdono per tutti i miei sbagli, ma ieri me ne sono accorto”.

Poi la vicenda delle ong coinvolte nello scandalo per presunte collusioni con gli scafisti che trasportano i migranti in Mediterraneo. Il Papa sottolinea di aver seguito la vicenda, ma di voler attendere notizie più precise, prima di esprimere un parere.

E ancora, particolare attenzione è stata riservata dal Papa a una domanda sulle presunte apparizioni mariane a Medjugorie, un luogo che suscita il fervore religioso di tanti fedeli, per le quali Papa Benedetto XVI ha nominato un’apposita commissione presieduta dal card. Ruini. Sulla questione, per la quale ha nominato un suo incaricato, Francesco esprime la sua posizione:

“Io personalmente preferisco la Madonna madre, nostra madre, e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora: questa non è la mamma di Gesù. Poi c’è l’aspetto spirituale e pastorale, gente che va lì e si converte, gente che incontra Dio, che cambia vita … Ma  questo fatto spirituale-pastorale non si può negare”.

Poi ancora il delicato tema degli abusi sui minori e le recenti dimissioni dalla commissione vaticana, istituita ad hoc, della signora Mary Collins;

“Io ho parlato con lei. Ma lei continua a lavorare nella formazione con i sacerdoti su questo punto. E’ una brava donna, che vuole lavorare. Ma, ha fatto questa accusa, e un po’ di ragione ha. Perché? Perché ci sono tanti casi in ritardo. C’è poca gente, c’è bisogno di più gente capace di questo. Così come stanno le cose, stiamo andando avanti. Marie Collins in quel punto aveva ragione: ma noi, anche, eravamo sulla strada. Ma ci sono duemila casi ammucchiati”.

Infine, una domanda su fede e secolarismo, un problema che tocca molti Paesi a maggioranza cristiana, con scelte politiche discutibili:

“Claro que me preocupa…
E’ una questione che mi preoccupa. Ci sono Paesi molto cattolici, ma anticlericali. Per questo – sottolinea Francesco – dico ai sacerdoti di fuggire il clericalismo". E’ il clericalismo che allontana la gente. Il clericalismo è una piaga nella Chiesa”.

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Mons. Milito: Fatima ci dice che per la pace bisogna sempre pregare

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Da Fatima arriva un messaggio carico di amore e di speranza nel futuro. Sul senso di questo messaggio, Fabio Colagrande ha sentito il vescovo di Oppido-Mamertina Palmi, Mons. Francesco Milito, presente alla Canonizzazione con un gruppo della sua diocesi: 

R.  – Che per la pace bisogna sempre pregare, che i peccatori esistono e offendono la bontà e l’amore di Dio, ma soprattutto ricordare che il mondo nel quale noi crediamo non è un mondo in cui un tempo Gesù Cristo si è rivelato e che poi ha abbandonato. Lo segue e lo segue in modo materno, con la tenerezza di Dio, attraverso la Madonna. Non è per niente che viene spesso inviata la Madonna -  chiaramente quando la Chiesa accetta le apparizioni - per dare ai tempi e ai luoghi un messaggio specifico.

D. - Cosa l’ha colpita delle parole che ha pronunciato Papa Francesco qui a Fatima?

R. – Colpisce il fatto che forse oggi è una delle giornate più intense che i Papi abbiano vissuto in questi 100 anni. Questo dice che effettivamente Fatima resta attuale. Il fatto poi che ci sia stata oggi la canonizzazione dei due pastorelli è un messaggio grandissimo. In un tempo in cui i giovani, le famiglie, sembrano alcune disorientate o addirittura inesistenti, chi conosce l’amore di Lucia e sa cosa ha scritto Lucia, si può rendere conto che si può essere famiglie anche umili anche non necessariamente ricche ma piene dell’amore di Dio e produrre esperienze famigliari bellissime … Non per niente sono convinto che la Madonna sceglie sempre famiglie che hanno una grande fede e figli di queste famiglie. Fatima è una grande realtà, io dico sempre che è un po’ la teologia del XX e del XXI secolo: Fatima ha una teologia della storia, ci aiuta a comprendere i tempi che cambiano a leggere la luce di Dio, che chiede penitenza ma lo fa per amore.

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Card. Vallini: Maria ci dà coraggio e forza nella nostra vita

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Riscoprire la presenza di Maria nella vita come modello e come sostegno nelle proprie scelte.  E’ stato questo l’augurio che il cardinale Agostino Vallini, vicario della Diocesi di Roma ha fatto ai giovani presenti nella Veglia mariana che si è svolta ieri sera nella capitale, nella basilica di Santa Maria Maggiore. La celebrazione è stata organizzata dalla Pastorale Universitaria diocesana in collaborazione con la Pastorale Giovanile e con quella Vocazionale, in occasione del 100° anniversario della apparizioni di Nostra Signora di Fatima. Il servizio di Marina Tomarro: 

Da Roma a Fatima fino a Buenos Aires, passando per Czestochowa, e Nazareth. E’ stato l’itinerario mariano che i giovani hanno idealmente percorso nella Recita del santo Rosario in collegamento da Roma con i quattro Santuari Mariani. E la figura di Maria attraverso la recita dei misteri gloriosi li ha accompagnati in questo viaggio in quei luoghi dove lei si è fatta presente. Ascoltiamo il commento del cardinale Agostino Vallini, vicario della diocesi di Roma, che ha presieduto alla celebrazione:

R. - Si chiude una grande giornata di fede e di devozione a Maria, mamma nostra, madre del mondo intero. Da Fatima abbiamo sentito tutto il cuore apostolico di Papa Francesco. Questa sera, in questo nostro santuario di Roma e del mondo, Santa Maria Maggiore, dove è venerata Maria, Salus populi romani, dove ritorna sempre il Santo Padre, abbiamo elevato alla Madonna la nostra lode e la nostra richiesta di intercessione, meditando i misteri della gloria, cioè invocando da lei la forza per non distogliere mai lo sguardo dal nostro destino, quello che illumina la vita, quello che dà la forza coraggio e gioia. Dunque siamo lieti e grati per questo giorno di grazia che il Signore ci ha concesso.

E la Vergine Maria per questi ragazzi è la madre buona che li guida e li conduce dal figlio Gesù. I loro commenti:

R. - Per me  Maria è una madre celeste: è qualcuno che mi ha salvato.

R. - Quello che c’è di più tenero della figura di Maria  ma anche di più forte e di più importante, è il suo “sì”: la semplicità di accogliere il Signore che paradossalmente è quello che è più difficile per tutti da fare. Quindi è un’insegnante in questo.

R. - E’ una mamma celeste premurosa, accogliente, che si prende cura di me e che vuole portarmi da suo Figlio, farmi conoscere suo Figlio Gesù.

D. - Per te cosa vuol dire il “fiat” di Maria?

R. – Maria ci guida perché è una mamma che ci prende per mano e ci porta da Gesù. Quindi vuol dire proprio: “Prendimi per mano e seguimi. Dì anche tu il tuo sì e andiamo insieme da Gesù”.

E la Veglia ha voluto essere anche un cammino di preparazione per le prossime giornate mondiali della gioventù che avranno come tema proprio la figura di Maria: ascoltiamo il commento del vescovo Lorenzo Leuzzi, delegato per la pastorale universitaria diocesana:  

R. - La veglia mariana è stata un’occasione per i giovani per proseguire nel cammino iniziato con la  scorsa Giornata mondiale della gioventù. Una grande occasione per riscoprire la presenza di Maria nella vita del credente come modello ma anche come sostegno, e incoraggiamento per i giovani nel loro impegno ad essere discepoli. Papa Francesco aveva più volte rivolto ai ragazzi l’invito a essere discepoli missionari. Ricordo la Giornata mondiale a Cracovia. Credo che, a partire da quell’invito del Papa a Cracovia ad essere protagonisti della storia, i giovani hanno potuto impegnarsi in una maggiore riflessione a fare scelte che siano davvero adeguate e significative non solo per la propria esistenza ma anche per il servizio che saranno chiamati a svolgere nella società e nella Chiesa.

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Oggi in Primo Piano



Corea del Nord lancia nuovo missile. Gli Usa chiedono sanzioni

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La Corea del Nord torna a sfidare la comunità internazionale con un nuovo test missilistico. Il razzo lanciato alle ore 6.30 locali ha percorso una distanza di almeno 700 chilometri, per circa 30 minuti, prima di cadere nel mar del Giappone. Una protesta formale è stata avanzata al governo nipponico mentre Trump ha chiesto nuove sanzioni contro Pyongjang; Russia e Cina chiedono una soluzione diplomatica. Il Servizio di Marco Guerra

L’ennesimo test balistico effettuato dalla Corea del Nord, arriva all’indomani delle aperture di Pyongjang su una possibile trattativa con gli Stati Uniti a “determinate condizioni”. Il lancio del missile rappresenta quindi un nuovo colpo di scena che scuote anche le diverse posizioni tenute della comunità internazionale che cerca di far uscire il governo della nordcoreano dal suo isolazionismo. "Questa nuova sfida chiama tutte le nazioni ad applicare sanzioni molto più forti contro la Corea del Nord", si legge in una nota della Casa Bianca. Ferma anche la risposta del Giappone, che esprime una protesta formale e parla di violazione delle risoluzioni Onu. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha poi tenuto un colloquio telefonico col neopresidente sudcoreano Moon Jae-in. "Tutte le parti devono dar prova di moderazione” ha detto invece Ministero degli Esteri cinese in un comunicato. Una soluzione politica è stata inoltre auspicata da Xi Jinping e il suo omologo russo Putin, i quali hanno anche espresso “preoccupazione per l’escalation" durante un colloquio a Pechino a margine "Belt and Road Forum", consesso euroasiatico per la cooperazione. Anche L’Unione Europea è intervenuta con una nota in cui definisce il test missilistico una "minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale".

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Giornata dell'8xmille alla Chiesa, informare sul bene fatto

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Una Giornata dedicata a far conoscere il bene fatto e quello ancora da fare.  E’ l’obiettivo della XXVIII Giornata Nazionale di sensibilizzazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica, promossa dal Servizio della CEI per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa, celebrata oggi in tutte le diocesi italiane. Quest’anno ci sarà un duplice obiettivo: da una parte informare i contribuenti sulla destinazione dei fondi, dall’altra avere la possibilità di sostenere un progetto parrocchiale. Sull’importanza di questa giornata ascoltiamo Matteo Calabresi, Responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa al microfono di Marina Tomarro: 

R. – Il sostegno economico alla Chiesa non è una scelta automatica, ma una scelta che deve essere rinnovata ogni anno seguendo un criterio di libertà di indipendenza da parte dello Stato. Quindi ogni anno durante la dichiarazione fiscale i contribuenti italiani hanno la possibilità di confermare la fiducia alla Chiesa cattolica firmando, appunto, l’apposito modello. Questo è un rinnovare la fiducia che ogni anno i cittadini hanno nei confronti della Chiesa.

D. - Con questo sostegno quali obiettivi sono stati raggiunti e quali sono invece gli obiettivi futuri?

R. - La Cei è impegnata in un’operazione di trasparenza, uno dei valori fondamentali del suo avvenire, per il sostegno economico alla Chiesa. E lo porta avanti con una serie di strumenti: con i rendiconti diocesani, con il rendiconto che viene pubblicato sul sito www.sovvenire.it oppure www.8xmille.it; e lo fa anche tramite una mappa navigabile che si trova appunto sul sito www.8xmille.it. In questa mappa navigabile ci sono oltre 11mila interventi che possono essere approfonditi dai navigatori internet, i quali possono scoprire come sono stati utilizzati i fondi 8xmille. I fondi 8xmille devono essere utilizzati secondo le tre destinazioni obbligatore precisate dalla legge: sostentamento del clero in primis, le esigenze di culto e pastorali della popolazione e la carità sia in Italia sia nei Paesi in via di sviluppo. Quindi la Cei è obbligata a usare i fondi 8xmille secondo queste tre destinazioni.

D. - Le parrocchie in tutto questo che ruolo hanno?

R. - Le parrocchie sono il primo punto di contatto con le persone più bisognose sul territorio e quindi attraverso di loro, le persone entrano in contatto con le Caritas parrocchiali. I fondi 8xmille vanno alle diocesi che sono ovviamente le più titolate a conoscere il proprio territorio per capire dove meglio indirizzare i fondi 8xmille, a seconda delle esigenze dei più deboli e delle esigenze locali.

D. - Quest’anno avete lanciato anche il concorso “Tutti per tutti”. Di cosa si tratta?

R. - Il concorso “Tutti per tutti” è rivolto alle parrocchie alle quali chiediamo di ideare un progetto che aiuti lo sviluppo delle comunità parrocchiali. Quindi una volta che la parrocchia ha individuato questo bisogno, può creare un progetto di utilità sociale che deve essere ovviamente un progetto particolareggiato, sostenibile e corredato da un project plan, quindi che si sviluppi in maniera precisa dal punto di vista economico e corredato da documenti abbastanza tecnici. Le parrocchie in concorso contribuiscono ai dieci premi messi a disposizione che vanno dai mille ai 15mila euro. Chiaramente, vincono i progetti migliori. Per fare un esempio: la parrocchia che ha vinto l’anno scorso è una parrocchia di Roma che ha pensato di istituire dei corsi di formazione tecnico-professionale per giovani che hanno smesso di studiare o che hanno smesso anche di cercare lavoro perché non ne trovano. Questi giovani hanno già iniziato questo percorso di formazione in materie come elettricista, muratore, idraulico, quindi lavori molto concreti, che daranno loro la possibilità di unirsi in cooperativa e quindi finalmente di trovare un lavoro e avere qualche introito.

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Il Papa saluta i "passeggini vuoti" contro la denatalità

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"Il futuro delle nostre società richiede da parte di tutti, specialmente delle istituzioni, un’attenzione concreta alla vita e alla maternità". Così il Papa, dopo il Regina Coeli, ha salutato l’iniziativa "passeggini vuoti" al Colosseo. Il flash mob organizzato dal Forum delle Famiglie, è tornato a denunciare il calo della natalità ed ha chiesto alla politica di affrontare un problema che – dice il presidente De Palo – sembra non interessare a nessuno. Massimiliano Menichetti

Una distesa di passeggini vuoti, provenienti da tutta Italia, hanno invaso il Colosseo, davanti l’Arco di Costantino, per ribadire la bellezza della famiglia, ma anche per sottolineare che il calo della natalità se non affrontato seriamente dalla politica farà sparire l’Italia in breve tempo, e sono state proprio le mamme, che nel giorno della loro festa, hanno letto i dati dell’Istat sulla denatalità:

 “Nel 1964 i nati erano un milione, nel 2016 sono stati 475 mila. Nascono quasi 600 mila bambini in meno. Ogni anno ci sono 100 mila morti più che nascite.”

Il presidente del Forum delle Associazioni Familiari, Gianluigi De Palo, che ha organizzato l’evento, ha ribadito “la centralità della famiglia come motore del Paese” ed ha “invocato la coesione delle forze politiche per l’approvazione di provvedimenti di lungo periodo, che sappiano vedere la famiglia come il volano economico e sociale del Paese”.

Tante le famiglie venute da tutta Italia con passeggini e cartelli con scritto: “Vorrei un figlio ma non posso”:

R. - Abbiamo tre bambini e ogni giorno ci accorgiamo di quanto siamo abbandonati. Vogliamo dimostrare che la famiglia è il punto centrale di questo Stato, che si regge esclusivamente sulla famiglia. La famiglia oggi è l’ammortizzatore sociale più grande: tiene ragazzi oltre i 30 anni a casa, accudisce gli anziani, è la banca senza interessi più grande perché sono mamma e papà che aiutano i figli... E’ l’agenzia di servizi più organizzata. Serve che la scuola sia strutturata in modo tale che le famiglie possano continuare ad andare al lavoro, serve che i contratti delle mamme siano adeguati… C’è il bonus di 800 euro, 500 euro… ma finisce in tre mesi!

D.  – Perché sei venuto qui?

R. - Penso che il nostro futuro è legato alla nascita di nuove vite. Aspetto il quarto figlio, la situazione economica è abbastanza catastrofica e quindi spero che lo Stato si renda conto che senza figli non c’è futuro e che abbiamo bisogno di aiuto. Ma non un aiuto così, “spot”, ma un aiuto strutturato.

R. - Siamo venuti perché crediamo che il futuro del nostro Paese sono i bambini. Viva la vita! Siamo qui perché vorremmo che la famiglia abbia dei riconoscimenti importanti e sia aiutata ad essere famiglia, ad essere quello che è.

R. - Siamo qui perché crediamo che la famiglia sia il ritratto della Trinità. Anche per chi non crede, comunque, la sapienza umana ci insegna che la completezza dell’amore che c’è nel matrimonio non c’è altrove. Chi ha una famiglia al giorno d’oggi ha troppe difficoltà: difficoltà nella scuola, difficoltà a pagare le rette delle mense, gli studi, a trovare dei luoghi adatti…

R. -  Ho lavorato tutta la notte ma ho voluto essere qui stamattina. Crediamo ci sia bisogno del fattore famiglia e riconoscere il ruolo della famiglia a livello sociale e l’importanza dal punto di vista economico come motore dell’economia del Paese e anche più attenzione, più riconoscimento, perché sentiamo che anche la dignità della famiglia è calpestata.

R. - Perché è importante manifestare la presenza e far sentire la voce di tutte le famiglie che hanno bisogno di un sostegno, che hanno bisogno di essere aiutate e c’è bisogno di far comprendere quanto la famiglia in Italia sia importante. Basta monoporzioni per single e, sì, spazio alle famiglie numerose.

Due le fotografie diventate virali sui social, per questo flash mob della famiglia #iostoconipasseggini: quella del silenzio assordante dei passeggini vuoti e quella delle famiglie tra i bambini e carrozzine per sottolineare che la vita dona speranza e futuro. 

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Festeggiare le mamme, dono per la famiglia e la Chiesa

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Oggi, 14 maggio, festa della mamma. Una ricorrenza che in tutto il mondo si celebra con eventi, manifestazioni e kermesse culturali ma anche un’occasione per ribadire la necessità di diritti e tutele ancora mancanti. “Una società senza madri sarebbe una società disumana” – ha detto il Papa – nell’udienza del 7 gennaio 2015. Cecilia Seppia 

Fiori, regali, dolci, biglietti e poesie: la festa della mamma, che tradizionalmente cade la seconda domenica di maggio, mette in moto com’è inevitabile la macchina del business, del consumismo, si moltiplicano eventi, iniziative, si riempiono le strade di folle che manifestano sotto la stessa bandiera, ma prima ancora muove il cuore di ogni figlio, che a sua madre deve la vita, l’esistenza, la formazione umana e spirituale. E se la voce dei politici e delle istituzioni sale in questa occasione, quella di Papa Francesco resta costante, come il suo affetto per mamma Regina, donna forte e virtuosa, per la nonna Rosa, madre due volte come tutte le nonne, a cui Bergoglio deve la scoperta della fede cristiana.

“Una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale. Le madri trasmettono spesso anche il senso più profondo della pratica religiosa…Senza le madri, non solo non ci sarebbero nuovi fedeli, ma la fede perderebbe buona parte del suo calore semplice e profondo. E la Chiesa è madre, con tutto questo, è nostra madre! Noi non siamo orfani, abbiamo una madre!”

Una festa che affonda le sue radici nelle culture politeiste. Nell’Antica Grecia, con Rea, madre di tutti gli Dei, o Cibele, simbolo per i romani della Natura e della fecondità, e che ha avuto le sue evoluzioni attraverso il tempo e le mode, ma è con il Sì alla salvezza della Vergine Maria, che il Mother’s Day assume una forma e un senso diversi. Con lei si celebra la vita e il sacrificio, il silenzio e l’ascolto fecondo, la docilità che ha cambiato la storia. Eppure…

“Eppure accade che anche nella comunità cristiana la madre non sia sempre tenuta nel giusto conto, che sia poco ascoltata. Eppure al centro della vita della Chiesa c’è la Madre di Gesù. Forse le madri, pronte a tanti sacrifici per i propri figli, e non di rado anche per quelli altrui, dovrebbero trovare più ascolto. Bisognerebbe comprendere di più la loro lotta quotidiana per essere efficienti al lavoro e attente e affettuose in famiglia; bisognerebbe capire meglio a che cosa esse aspirano per esprimere i frutti migliori e autentici della loro emancipazione”.

Madri sole, madri lavoratrici, madri migranti: tutte secondo il Papa, sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico, con il dono costante di sé. Loro si dividono, lottano quotidianamente ma odiano la guerra. Esempi rari di bellezza e testimonianza, le mamme vanno festeggiate, onorate, ringraziate, sostenute dalla società. Mai approfittarne, mai ignorarle, mai relegarle ad un ruolo marginale:

“Carissime mamme, grazie, grazie per ciò che siete nella famiglia e per ciò che date alla Chiesa e al mondo. E a te, amata Chiesa, grazie, grazie per essere madre. E a te, Maria, madre di Dio, grazie per farci vedere Gesù. E grazie a tutte le mamme qui presenti: le salutiamo con un applauso!” 

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Macron insediato all’Eliseo, “Innovazione al centro della mia azione”

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 "La Francia è forte soltanto se prospera" ha detto Emmanuel Macron nel suo primo discorso da presidente, pronunciato dopo il passaggio di consegne avvenuto all’Eliseo con il capo di Stato uscente Francois Hollande. "Insieme - ha detto - daremo l'esempio di un popolo che sa affermare i suoi valori e principi, quelli della democrazia e della Repubblica”. Il neopresidente ha poi reso omaggio, nominandoli, ai suoi sette predecessori, da Charles de Gaulle a Francois Hollande. "Il lavoro sarà liberato - ha proseguito - le imprese saranno sostenute, la creazione e l'innovazione saranno al centro della mia azione".

I francesi "hanno eletto la speranza e lo spirito di conquista", ha detto ancora Macron, sostenendo che “il mondo e l'Europa hanno oggi bisogno più che mai di una Francia forte e sicura del proprio destino, che diffonda la voce della liberà e che sappia inventare il futuro". Il presidente francese ha poi passato in rassegna le truppe schierate nei giardini dell'Eliseo, come vuole il protocollo dell'insediamento e, successivamente, si è recato all'Arco di Trionfo, per l'omaggio tradizionale alla tomba del milite ignoto.

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Iraq: assedio alle ultime roccaforti Is di Mosul ovest

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Le Forze irachene appoggiate dagli  Stati Uniti hanno lanciato una nuova offensiva sulle sacche di resistenza dello Stato Islamico asserragliate nei quartieri ovest e nella città vecchia di Mosul. Dopo sette mesi di aspri combattimenti nel tessuto urbano, si prevede un’ultima opposizione da parte dei miliziani integralisti nelle strette vie della parte storica della città. Il generale di brigata Yahya Rasoul detto che la zona controllata dal Califfato corrisponde a circa il 9 per cento di Mosul ovest. “È una zona molto piccola - ha detto . se Dio vuole, questa è la fase finale ".

Un altro generale, Qasim Nazzal, ha affermato alla televisione di stato che i "combattenti Daesh sono in rotta e in ritirata su più fronti". In notevole inferiorità numerica i jihadisti conducono attacchi suicidi, attentati con autobomba e utilizzano cecchini tenendo in ostaggio migliaia di civili intrappolati nelle zone da loro controllate. Secondo il governo, da venerdì , ogni giorno, circa 10mila persone fuggono dalla città.

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Terremoto Centro Italia. Premiati volontari Misericordie

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 Sono stati 2592 le Sorelle ed i Fratelli delle Misericordie italiane coinvolti nell’emergenza terremoto in centro Italia. Un vero e proprio esercito di volontari impiegati nelle varie aree e regioni colpite da questa terribile catastrofe sostenendo, soccorrendo ed aiutando le popolazioni.

Ad Assisi la premiazione di 287 Misericordie
287 le Misericordie che hanno messo a disposizione i loro volontari: questa mattina ad Assisi sono state premiate dalla Confederazione Nazionale-Area Emergenze. Gli interventi hanno riguardato le 4 regioni coinvolte e in particolare la gestione di strutture cruciali come il Campo di Sant’Angelo di Amatrice, che, durante la prima ondata del sisma ha ospitato nelle tende 600 persone, erogando in media 1.100 pasti al giorno. In questa prima fase del terremoto i volontari sono stati presenti anche nei campi di Musicchio e Cornillo gestiti dalla Regione Toscana. 

A Cascia distribuiti 100mila pasti in 3 mesi
3 i mesi, a partire dal 30 ottobre, in cui i Confratelli e le Consorelle hanno svolto il loro servizio nella mensa della cittadina umbra di Cascia dove sono stati distribuiti ben 100.000 pasti con punte di 2000 al giorno. Ad aiutare i volontari delle Misericordie c’erano anche i cuochi delle contrade di Siena.

400 mezzi di soccorso impiegati
Le Misericordie hanno anche messo in campo ben 400 mezzi tra cui ambulanze e, nel periodo dell’emergenza maltempo, anche turbine e spazzaneve. Una novità importante introdotta in questa emergenza è stato il PASS, il modulo socio assistenziale delle Misericordie che ha lo scopo di ripristinare i servizi sanitari di base. Una struttura composta da 5 moduli-container dove si può trovare il medico di base, assistenza sociosanitaria, pediatrica e psicologica. Sistemato in questa emergenza al km 129 della via Salaria tra Amatrice e Accumoli ha chiuso i battenti pochi giorni fa erogando ben 9000 prestazioni. Chiuso da poco anche il deposito di Grottammare dove erano raccolti generi alimentari e materiali forniti dalle Misericordie italiane e distribuiti a tutte le zone colpite dal sisma. Per avere un idea dell’entità dei materiali stoccati basti pensare che è stato depositato nella cittadina marchigiana il contenuto di 12 autotreni di materiale. (a cura di Paolo Ondarza)

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Sito Radio Vaticana

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LXI no. 134

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Serena Marini.