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Sommario del 30/03/2017

Il Papa e la Santa Sede

Oggi in Primo Piano

Il Papa e la Santa Sede



Papa: la famiglia continua ad essere una buona notizia per il mondo

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La famiglia, fondata sull’unione tra un uomo e una donna e aperta alla vita in tutte le sue fasi, continua ad essere oggi una buona notizia per il mondo: è quanto scrive Papa Francesco nella Lettera per il nono Incontro Mondiale delle Famiglie, che si svolgerà dal 21 al 26 agosto 2018 a Dublino, in Irlanda, sul tema: “Il Vangelo della Famiglia: gioia per il mondo”. Nel documento, pubblicato oggi, il Papa chiede alle famiglie di approfondire i contenuti dell’Esortazione Apostolica post-sinodale Amoris laetitia. Il servizio di Sergio Centofanti

Papa Francesco parte da due domande: “Il Vangelo continua ad essere gioia per il mondo? E ancora: la famiglia continua ad essere buona notizia per il mondo di oggi?”.

“Io sono certo di sì” - afferma - e “questo ‘sì’ è saldamente fondato sul disegno di Dio. L’amore di Dio - spiega - è il suo ‘sì’ a tutta la creazione e al cuore di essa, che è l’uomo. È il ‘sì’ di Dio all'unione tra l’uomo e la donna, in apertura e servizio alla vita in tutte le sue fasi; è il ‘sì’ e l’impegno di Dio per un’umanità tanto spesso ferita, maltrattata e dominata dalla mancanza d’amore. La famiglia, pertanto - sottolinea il Papa - è il ‘sì’ del Dio Amore. Solo a partire dall’amore la famiglia può manifestare, diffondere e ri-generare l’amore di Dio nel mondo. Senza l’amore non si può vivere come figli di Dio, come coniugi, genitori e fratelli”.

Francesco invita le famiglie a chiedersi spesso se vivano “a partire dall’amore, per l’amore e nell’amore”. Questo - osserva – significa concretamente “darsi, perdonarsi, non spazientirsi, anticipare l’altro, rispettarsi. Come sarebbe migliore la vita familiare - afferma il Papa - se ogni giorno si vivessero le tre semplici parole ‘permesso’, ‘grazie’, ‘scusa’. Ogni giorno facciamo esperienza di fragilità e debolezza e per questo tutti noi, famiglie e pastori, abbiamo bisogno di una rinnovata umiltà che plasmi il desiderio di formarci, di educarci ed essere educati, di aiutare ed essere aiutati, di accompagnare, discernere e integrare tutti gli uomini di buona volontà”.

“Sogno una Chiesa in uscita - scrive il Papa - non autoreferenziale, una Chiesa che non passi distante dalle ferite dell’uomo, una Chiesa misericordiosa che annunci il cuore della rivelazione di Dio Amore che è la Misericordia. È questa stessa misericordia che ci fa nuovi nell'amore; e sappiamo quanto le famiglie cristiane siano luoghi di misericordia e testimoni di misericordia” e “l’Incontro di Dublino - conclude - potrà offrirne segni concreti”.

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Dublino 2018: Chiesa e famiglie in cammino nella misericordia

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Chiesa e famiglie sono in cammino nell’amore misericordioso di  Dio. E’ quanto ribadito alla presentazione, presso la Sala Stampa vaticana, della Lettera del Papa per l'Incontro Mondiale delle Famiglie di Dublino 2018. Presenti il card. Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino. Il servizio di Massimiliano Menichetti

Dublino 2018, che sarà preceduta da un’ampia catechesi sul ruolo e le sfide della famiglia, sarà un evento non fine a se stesso, ma proiettato nel presente e futuro di una Chiesa e famiglia che cammina. Così in sintesi il cardinale Farrell parlando con i giornalisti della Sala Stampa vaticana, del IX Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà ad agosto dell’anno prossimo in Irlanda:

“La Chiesa di Dublino è già al lavoro. Desidero sottolineare come la preparazione di questo grande evento sia importante in tutte le singole diocesi e nelle parrocchie, tanto quanto la celebrazione finale in Irlanda. È in questo modo, infatti, che l’evento può incidere davvero nella vita familiare, ecclesiale, culturale e sociale, mostrando visibilmente l’intensa comunione di tutto il popolo di Dio e di tutte le famiglie cristiane intorno al Papa”.

Accompagnare le famiglie "nella fase prematrimoniale e poi in tutto il percorso dopo il matrimonio - ha detto il porporato - è fondamentale”. Poi è entrato nei contenuti della Lettera del Papa per l’incontro internazionale:

“È facile vedere la reciproca compenetrazione tra Vangelo, famiglia e mondo di oggi: dal Vangelo la famiglia trae forza e gioia, dalla famiglia evangelizzata il mondo viene a sua volta raggiunto dalla buona notizia dell’amore misericordioso del Padre”.

Ha quindi sottolineato il ruolo della Chiesa che, come ribadisce il Papa, deve essere “in uscita, non autoreferenziale”, luogo di “misericordia”, vicino alle “ferite”: 

“La Chiesa sarà così e farà questo nella misura in cui le famiglie cristiane saranno “luoghi di misericordia e testimoni di misericordia”.

L’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, ha precisato che “esiste il pericolo che ogni persona cerchi di imporre una propria idea personale che non è veramente quella visione di rinnovamento autentico del Papa”:

“La famiglia è chiamata ad essere il luogo di incontro con quella misericordia divina che guarisce e libera. La famiglia è chiamata ad essere il luogo in cui gli sposi si amano non in modo vagamente romantico, ma dentro alle realtà e alle difficoltà quotidiane”.

Quindi ha evidenziato che parlare di famiglia significa anche sapere che possono esserci difficoltà ed in questo contesto la Chiesa deve essere “un luogo in cui le persone” non devono sentirsi “giudicate con durezza, ma possono fare esperienza del forte abbraccio del Signore che li può risollevare”.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, mons. Martin ha poi detto che più di mille bambini vivono a Dublino in camere d’albergo perché non hanno una casa. Ha ribadito l’impegno della Chiesa che sta lavorando per dare “alloggi degni”, parallelamente al sostegno alle famiglie che hanno bambini con disabilità. Sollecitato sugli scandali sessuali sui minori, ha condannato tali "abominevoli reati", sottolineando la massima trasparenza e che l’incontro mondiale di Dublino sarà un’opportunità per lavorare insieme su queste ferite:

"The church has to take up and never deny …
La Chiesa deve assumere e mai negare le responsabilità che ci sono state. Penso che gli incontri mondiali delle famiglie abbiano lo scopo di trovare e dare nuova fiducia in vista di una sana vita familiare, di insegnare ai genitori ad avere fiducia nel fatto che i loro figli possono trovare una casa sicura nella Chiesa: in questo ambito abbiamo fatto un lavoro enorme e oggi alcuni timori emersi a causa degli abusi sessuali sui minori possono essere superati per conquistare un ambiente più sano e trasparente”.

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Papa a Padri Somaschi: mai "clericali", sempre vicini agli ultimi

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Mettetevi “in uscita” e andate “verso l’umanità ferita e scartata”: così il Papa ai Padri Somaschi, ricevuti oggi in Vaticano, in occasione del Capitolo Generale della loro Congregazione, fondata da S. Girolamo Emiliani, patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata, laico di nobile famiglia veneziana, vissuto tra il ‘400 e il ‘500, coevo di Lutero. Il servizio di Roberta Gisotti

Seppe abbandonare ricchezze e agi per fare famiglia con gli orfani, S. Girolamo Emiliani, dando vita alla Compagnia dei Servi dei Poveri, oggi chiamati Padri Somaschi, presenti in tutto il mondo con un centinaio di centri pastorali, caritativi e formativi nei cinque continenti, ultimi quelli sorti dopo lo tsunami in India e Sri Lanka e nella Repubblica dominicana dopo il terremoto di Haiti. Il progetto del vostro fondatore – ha ricordato il Papa ai Padri Somaschi - era “riformare prima se stessi nella fedeltà al Vangelo, poi la comunità cristiana e la società civile”:

“Vi incoraggio a rimanere fedeli all’ispirazione originaria e a 'mettervi in uscita' per andare verso l’umanità ferita e scartata”.

In particolare, li ha esortati a guardare “con gli occhi di Cristo” gli ultimi, specie “la gioventù abbandonata”, gli orfani e i nuovi “mezzi orfani”, cosi li ha chiamati il Papa:

“Quei migranti, ragazzi, bambini che vengono da soli nelle nostre terre e hanno bisogno di trovare paternità e maternità. Vorrei sottolineare questo: sui barconi tanti vengono da soli e hanno bisogno di questo. Questo ed altro è compito vostro”.

Ad affiancare i religiosi, sacerdoti e non, è il laicato somasco. Avete “l’opportunità” di coinvolgerlo - ha sottolineato Francesco - “per un impegno più consistente nell’ambito sociale del carisma”: diritti umani, tutela dei minori nel lavoro, prevenzione di sfruttamento e tratta:

“Sono questioni che vanno affrontate con la forza liberante del Vangelo e, in pari tempo, con adeguati strumenti operativi e competenze professionali”.

Quindi l’invito del Papa ai Padri Somaschi ad "essere attenti alle diverse forme di marginalità nelle periferie geografiche ed esistenziali”, e di  trasformare “le strutture, dove ciò risulti utile”:

“Le strutture, in certi casi, danno falsa protezione e frenano il dinamismo della carità e del servizio al Regno di Dio”.

E, ancora due raccomandazioni: progredire nell’inculturazione, “condizione necessaria al radicarsi della Chiesa nel mondo”, e continuare attivamente nel lavoro di formazione di catechisti, animatori laici e clero:

“Uno dei pericoli più gravi, più forti della Chiesa oggi è il clericalismo; lavorate con i laici, che siano loro a portare avanti, che abbiano il coraggio di andare avanti, e voi sosteneteli e aiutateli come sacerdoti, come religiosi”.

Infine, l’auspicio a non trascurare il dialogo ecumenico, specie nella realtà dell’Africa e dell’Asia.

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Francesco: Dio piange per noi se ci allontaniamo dal suo amore

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Guardiamoci dall’inseguire fantasie e falsi idoli, solo Dio ci ama come un padre e ci attende sempre. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice, commentando la Prima Lettura tratta dal Libro dell’Esodo, ha messo l’accento sull’amore di Dio per il suo popolo, nonostante l’infedeltà di quest’ultimo. Anche oggi, ha detto il Papa, ci farà bene chiederci se ci allontaniamo dal Signore per rincorrere gli idoli e la mondanità. Il servizio di Alessandro Gisotti

Dio ha sognato il suo popolo, ma questo lo ha deluso. Papa Francesco ha preso spunto dal Libro dell’Esodo per soffermarsi sul “sogno e le delusioni di Dio”. Il popolo, ha detto, è “il sogno di Dio. Sognava perché amava”. Quel popolo però tradisce i sogni del Padre e così Dio “incomincia a sentire la delusione” e chiede a Mosé di scendere dal monte dove era salito per ricevere la Legge. Il popolo “non ha avuto la pazienza di aspettare Dio” per 40 giorni soltanto. Si sono fatti un vitello d’oro. Un dio “per divertirsi” e si sono “dimenticati di Dio che li ha salvati”.

Nel cuore dell’uomo c’è sempre la tentazione dell’infedeltà verso Dio
Il profeta Baruc, ha rammentato Francesco, “ha una frase che dipinge bene questo popolo: ‘Vi siete dimenticati di chi vi ha allevato’”:

“Dimenticare Dio che ci ha creato, che ci ha fatto crescere, che ci ha accompagnato nella vita: questa è la delusione di Dio. E tante volte nel Vangelo, Gesù nelle Parabole, parla di quell’uomo che fa una vigna e poi fallisce, perché gli operai vogliono prenderla per loro. Nel cuore dell’uomo, sempre c’è questa inquietudine! Non è soddisfatto di Dio, dell’amore fedele. Il cuore dell’uomo è sempre verso l’infedeltà. E questa è la tentazione”.

Dio è “deluso” dall’infedeltà del suo popolo che cerca gli idoli
Dio, dunque, “per mezzo di un profeta, rimprovera questo popolo” che “non ha costanza, non sa aspettare, si è pervertito”, si allontana dal vero Dio e cerca un altro dio:

“E c’è la delusione di Dio: l’infedeltà del popolo … E anche noi siamo popolo di Dio e conosciamo bene come è il nostro cuore e ogni giorno dobbiamo riprendere il cammino per non scivolare lentamente verso gli idoli, verso le fantasie, verso la mondanità, verso l’infedeltà. Credo che oggi ci farà bene pensare al Signore deluso: ‘Dimmi Signore, tu sei deluso di me?’. In qualcosa sì, sicuro. Ma pensare e fare questa domanda”.

A Quaresima chiediamoci se ci siamo allontanati da Dio
Dio, ha affermato il Papa, “ha un cuore tenero, un cuore di padre”. E ricorda anche quando Gesù pianse “su Gerusalemme”. Chiediamoci, ha detto ancora, se “Dio piange per me”, se “è deluso di me” e se io "mi sono allontanato dal Signore”. “Quanti idoli ho che non sono capace di togliermi da dosso – ha ammonito – che mi schiavizzano? Quell’idolatria che abbiamo dentro … E Dio piange per me”:

“Pensiamo oggi a questa delusione di Dio che ci ha fatto per l’amore e noi andiamo a cercare amore, benessere, passarla bene in altre parti e non l’amore di Lui. Ci allontaniamo da questo Dio che ci ha allevati. E questo è un pensiero di Quaresima. Ci farà bene. E questo, farlo tutti i giorni; un piccolo esame di coscienza: ‘Signore, tu che hai avuto tanti sogni su di me, io so che mi sono allontanato, ma dimmi dove, come, per tornare …’. E la sorpresa sarà che Lui sempre ci aspetta, come il padre del figliol prodigo, che lo vide venire da lontano, perché lo aspettava”.

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Altre udienze

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Per le altre udienze, consultare il Bollettino della Sala Stampa vaticana.

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Carpi. Liliana Cavani: nel Papa l'idea di fraternità di San Francesco

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C’è grande attesa per la visita del Papa domenica prossima a Carpi. Un territorio segnato dal terremoto del 2012, ma anche nella sua storia recente da personaggi che hanno testimoniato con la loro vita un profondo senso di umanità e di amore cristiano. Ce ne parla una carpigiana divenuta famosa, la regista Liliana Cavani, particolarmente legata, tra l’altro, alla figura di “Francesco”. Debora Donnini le ha chiesto come “legga” la visita del Papa nella sua cittadina natale: 

R. – Percepisco questo agire andando nelle periferie, non soltanto nelle grandi città, come un sentimento paterno, più universale, nel senso di allargare l’idea di famiglia, di dire: “siamo fratelli”. Questo rientra nella sua visione francescana, in qualche modo: pur essendo gesuita, però ha assunto veramente la visione del mondo di Francesco. Non è necessario quindi che stia in una grande città: i fratelli sono anche nei piccoli centri, magari appunto terremotati…

D. – Lei ha fatto tre film sulla figura di san Francesco. Questo Papa ha voluto chiamarsi proprio Francesco. Sono tanti gli echi della spiritualità del Poverello di Assisi presenti in questo Pontefice. Quale tratto la colpisce di più?

R. – Il vero particolare è proprio l’aver deciso di chiamarsi “Francesco” perché la parola Francesco è un manifesto: vuol dire cercare di capire il mondo così come lo capiva Francesco e quindi questa fratellanza tra gli uomini…

D. - Lei sottolinea questo aspetto della fratellanza. Il Papa spesso chiede alle persone di custodirsi gli uni gli altri, di custodire il creato. Custodire infatti è stata la parola chiave della Messa di inizio pontificato: secondo lei, dunque, in Francesco è centrale il custodire, la fratellanza?

R. – Sì, l’idea della fratellanza che unisce uomini e ogni opera del Creato è una cosa straordinaria. Quindi questo è lo stimolo per approfondirla, per diventarne un po’ coscienti, quantomeno aprire gli occhi e questo è importantissimo.

D. – Fra le persone conosciute e nate nella zona di Carpi, ci sono senz’altro anche don Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia, e sua sorella chiamata “Mamma Nina”…

R. – L’uno si è occupato dei bambini abbandonati alla comunità di Nomadelfia e l’altra ha fondato la “Casa della Divina provvidenza”, dove raccoglieva negli anni ’30 le bambine figlie di prostitute, bambine di famiglie numerose che non ce la facevano… Ed è abbastanza particolare “Mamma Nina” perché lei aveva sei figli, rimase vedova - una famiglia benestante - e chiese ai suoi parenti di occuparsi dei suoi figli perché vedeva troppo bambine maltenute e avviate a quella vita triste. All’inizio aiutata da alcuni amici, fece un’istituzione che è ancora viva a Carpi ed è famosa ed importante.

D. - Una delle figure centrali di Carpi è stato anche il beato Odoardo Focherini, padre di 7 figli, amministratore e giornalista de L’Avvenire d’Italia, ha pagato con la vita il suo impegno per aiutare gli ebrei, per farli fuggire si è procurato documenti falsi… Ne ha salvati più di 100 ma alla fine è stato catturato, portato nel campo di concentramento di Fossoli, vicino a Carpi, e poi è morto a Hersbruck in Germania. Lei conosceva la famiglia cosa può dirci di questa figura così importante?

R. – Io ero amica di una figlia, Annalena, e so tutto perché ho cenato da loro… Era un personaggio importante, che ha avuto la Medaglia dei giusti ed è esemplare, ha salvato praticamente tutti gli ebrei di Carpi.

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Mons. Gallagher: cristiani sempre più discriminati in Europa

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Mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, ha tenuto oggi all’Università Cattolica di Milano una relazione sul tema “La Santa Sede e la difesa del diritto alla libertà religiosa da Pio XI a Francesco”. Il suo intervento si è inserito nel convegno “Dalla Cristiada alle sfide dell’attualità. Il cammino della libertà religiosa” organizzato dall’Ateneo e dall’Universidad Panamericana.

Libertà religiosa sempre più compromessa nel mondo
Il presule ha osservato come “nell’ultimo periodo, su scala mondiale, senza eccezione per il continente europeo”, si sia testimoni “di come il rispetto per la libertà religiosa viene sovente compromesso, con un preoccupante peggioramento delle condizioni di tale libertà fondamentale, che in diversi casi ha raggiunto il grado di una persecuzione aperta, in cui sempre più spesso i cristiani sono le prime vittime, benché non le sole. Fattori determinanti di queste situazioni allarmanti sono certamente riconducibili al permanere di Stati autoritari e non democratici. A ciò si aggiunga la constatazione che anche in molti Paesi di antica tradizione democratica la dimensione religiosa tende ad essere vista con un certo sospetto, sia a causa delle problematiche inerenti al contesto multiculturale sia per l’affermarsi ideologico di una visione secolarista, secondo cui le religioni rappresenterebbero una forma di ‘sotto-cultura’, portatrici di un passato da superare”.

Merito del Cristianesimo separazione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio
E’ quanto mai necessario ricordare oggi – ha proseguito - che “è un merito storico e sofferto del Cristianesimo avere contribuito a creare, nella separazione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio, la possibilità di sviluppo di uno Stato laico, inteso non come uno Stato totalmente avulso dalla religione, o peggio ancora come uno Stato agnostico, ma come uno Stato che, consapevole del valore del riferimento religioso per i suoi cittadini, garantisce a ciascuno il diritto di vivere secondo la propria coscienza la dimensione religiosa”.

Anche in Europa cristiani discriminati
“Purtroppo, anche in Europa – ha rilevato mons. Gallagher - si nota una crescita inquietante di forme di intolleranza e di episodi di discriminazione nei confronti dei cristiani. A titolo informativo, solo nel biennio 2014-2015, l’Osservatorio per l’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa ha ricevuto circa 1.700 segnalazioni di casi di intolleranza e di discriminazione contro i cristiani nel vecchio continente . Si tratta di un fenomeno che sta attirando un’attenzione crescente anche in ambito internazionale”.

Si chiede libertà per tutti, ma si nega la libertà religiosa 
In proposito, ricorda che, già nel gennaio 2015, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha approvato una Risoluzione, dal titolo “Combattere l’intolleranza e la discriminazione in Europa, in particolare verso i Cristiani”, nella quale, tra le altre cose, “si invitano gli Stati membri a prendere adeguate misure per assicurare che ad ogni persona in Europa sia accordata la protezione effettiva della libertà di religione. Nell’attuale contesto, appare perciò intrinsecamente contraddittorio chiedere la libertà per tutti e, in nome di quella stessa libertà, negarla ad alcuni gruppi, specialmente a quelli religiosi. Deve, dunque, essere un dovere delle istituzioni contrastare ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento religioso e, in prospettiva positiva, promuovere e proteggere la libertà religiosa allo stesso modo e con tutti gli strumenti impiegati per la difesa di ogni altro diritto fondamentale”.

Grave crisi internazionale
“Il mondo – ha detto il presule - sta attraversando un momento di grave crisi internazionale, come non si era più visto dalla fine del secondo conflitto mondiale. Sfide epocali si affacciano all’orizzonte della nostra società, mentre i valori portanti dell’umanesimo cristiano sembrano affievoliti nella coscienza di molti. Il rischio più grave che corriamo di fronte a fenomeni di tale portata - ha concluso - è quello di chiuderci in noi stessi, di cedere a quella ‘globalizzazione dell’indifferenza’ tante volte denunciata da Papa Francesco”.

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L'Obolo di San Pietro apre i profili Twitter e Instagram

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L’Obolo di San Pietro diventa social e apre i profili Twitter e Instagram: lo annuncia in un comunicato la Segreteria di Stato. “L’obiettivo - si spiega - è quello di dialogare con chi vuole aiutare i più bisognosi e far conoscere le opere di carità realizzate grazie alla solidarietà dei fedeli di tutto il mondo, siano essi religiosi, laici, società, enti o fondazioni, e le strutture che coadiuvano da vicino il Papa nell’esercizio della Sua missione”.

Dopo aver lanciato, lo scorso novembre, il nuovo sito internet www.obolodisanpietro.va, dal primo marzo, sono attivi anche i profili Twitter e Instagram. Su Twitter, l'Obolo di San Pietro è presente con tre distinti profili in lingua italiana, inglese e spagnola, mentre su Instagram il profilo è unico.

Sulle due piattaforme vengono quotidianamente condivisi i messaggi del Pontefice pubblicati sul sito ufficiale dell’Obolo, insieme a immagini, pensieri e approfondimenti sulle opere di carità avviate dalla Santa Sede attraverso questa storica iniziativa di Carità cristiana. Come si legge in uno dei tweet pubblicati per inaugurare l’apertura del profilo “La misericordia è muoversi assieme, è andare incontro ai bisogni e alle necessità dei bisognosi”. È con questo spirito che l'Obolo di San Pietro è impegnato a sostenere piccoli e grandi progetti in tutto il mondo, come la creazione di un ospedale pediatrico a Bangui in Centrafrica, la colletta voluta dal Papa per alleviare il dolore del popolo ucraino e il supporto in favore della prima università cattolica in terra giordana.

Nati per volontà della Santa Sede e come frutto di una stretta collaborazione fra la Segreteria di Stato, la Segreteria per la Comunicazione e il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, i tre profili Twitter “Obolo di San Pietro: @obolus_it”; “Obolo de San Pedro: @obolus_es”; “Peter's Pence: @obolus_en” e di Instagram “Obolus: obolus_va” sono pronti a ricevere come follower i cattolici di tutto il mondo ispirati da un comune cammino di misericordia: #movingMercy.

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Oggi in Primo Piano



Brexit. May: transizione morbida. Preoccupati i vescovi inglesi

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Il giorno dopo l’avvio dei negoziati per la Brexit, il premier britannico Theresa May parla di transizione morbida e stabile. I vescovi inglesi sono preoccupati per l’uscita dall’Unione Europea. Il servizio di Giancarlo La Vella

La Brexit è una via di non ritorno per Downing Street e, nonostante vi sia la promessa di una nuova partnership con l’Europa, Londra e Bruxelles non si lasciano bene. Per il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, i britannici rimpiangeranno la scelta di lasciare l’Unione. Sullo sfondo l’afflato secessionista della Scozia e forse anche quello dell’Irlanda del Nord. Due anni e forse più di negoziati sicuramente sistemeranno i rapporti reciproci, ma la Chiesa guarda con preoccupazione al futuro dell’Europa. “Divisi non si va da nessuna parte”, afferma il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei e dei vescovi europei, per il quale “oggi c’è bisogno di più Europa, non di meno Europa”. Gli fa eco il card. Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e vice-presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE). “Abbiamo ancora un posto in Europa e vogliamo essere buoni vicini dei Paesi che ne fanno parte”, ha detto, parlando del futuro britannico. “La Chiesa cattolica, con tutte le sue realtà locali, da sempre dialoganti tra loro e con le altre religioni, può dare testimonianza che nessuna Nazione può vivere isolata”. I diritti dei tre milioni di europei che vivono nel Regno Unito è uno dei temi che sta a cuore a Liam Allmark, portavoce della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles. “E’ importante – ha detto – rassicurarli sul loro futuro, garantendo che i loro diritti, come cittadini britannici, verranno salvaguardati”. Anche il mondo accademico esprime perplessità sulla Brexit. Sentiamo il parere di Francesco Gui, docente di Storia Moderna all’Università La Sapienza di Roma:

R. – Sicuramente è un evento che non possiamo che giudicare molto negativo, anche per i suoi effetti psicologici. È comunque un andare indietro rispetto a un processo che sembrava consolidato, malgrado tutte le critiche che si potessero fare all'organizzazione europea. Ora il processo non è più revocabile. Direi che si sono presi una responsabilità veramente notevole.

D. - Alcuni commentano che poi di fatto la Gran Bretagna realmente è sempre stata soltanto alla finestra dell’Europa, per esempio non accettando di entrare nella moneta unica …

R. - Per certi aspetti bisogna anche un po’ capire i britannici. Prima di tutto, l’assetto istituzionale dell’Unione Europea non è ancora di per sé adeguato per un’adeguata rappresentatività della situazione, per cui spesso bisogna accettare conclusioni che magari non rispondono esattamente alla volontà generale del Paese. Seconda cosa, il Regno Unito ha una tradizione politica consolidata e metterla in crisi con certi obblighi capisco che poteva essere un problema. Diciamo che la Gran Bretagna stava dentro e portava all’Europa il bene dei suoi assetti istituzionali, ma nello stesso tempo si teneva un po’ in disparte, una sorta de “la réserve de la  république”. Penso che avessero anche le loro buone ragioni. Ma è l’uscir fuori in modo totale che mi sembra veramente qualcosa di negativo. E poi la cultura del federalismo ce l’hanno insegnata loro; così come la cultura dell’integrazione. Lo stesso Winston Churchill è considerato tra i padri dell’Europa. Finita la Seconda Guerra Mondiale, addirittura parlò di Stati Uniti d’Europa. Insomma, anche loro devono ammettere di essere parecchio contradditori, ma se ne sono resi conto, perché sono molto divisi: fra quelli più preparati a questa sfida e quelli che reagiscono invece emotivamente.

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Trump: dazi sui prodotti Ue. Anche la Vespa nel mirino Usa

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La Vespa, l'acqua minerale Perrier, i formaggi francesi e altro ancora sarebbero gli eventuali bersagli del protezionismo di Donald Trump. I dazi, in ritorsione di un contenzioso tra Ue e Usa sull’importazione di carne americana, potrebbero raggiungere il 100% del valore dei prodotti, il che ha già provocato in borsa un -3% per la Piaggio che però non mostra preoccupazione: il mercato americano complessivo corrisponderebbe a meno del 5% del fatturato. Francesca Sabatinelli

La storia non è di oggi, ma risale addirittura agli ultimi anni del XX secolo. Il contenzioso tra Ue e Usa riguardava l’importazione in Europa di carne trattata con ormoni. Nel 2009 la presunta svolta: l’Unione aveva accettato di aprire il mercato a carne non trattata. Un accordo poi non mantenuto, né secondo Washington, ma neanche secondo l’Organizzazione mondiale del commercio. E oggi si torna alla eventualità di tariffe commerciali al 100% sulle importazioni negli Stati Uniti di alcuni prodotti europei. Carlo Altomonte, docente di Politiche economiche all’Università Bocconi di Milano:

R.  – Questa non è un’operazione unilaterale di Trump che decide di mettere dei dazi all’importazione dei prodotti dall’Unione Europea. E’ il risultato di un contenzioso aperto tra Stati Uniti e Unione Europea. E’ stato raggiunto un compromesso in sede di Organizzazione mondiale del commercio (Wto ndr) in cui l’Unione Europea doveva selettivamente aprire il mercato alla carne americana, ovviamente informando i consumatori con l’etichettatura che di carne americana trattavasi. Secondo gli Stati Uniti questo compromesso non viene rispettato dall’Unione Europea e, quindi, loro hanno tutte le ragioni, se così fosse, di imporre i cosiddetti dazi compensativi che sono legali per norma Wto. Siccome gli Stati Uniti, per imporre questi dazi compensativi, devono creare un danno pari al danno che noi creiamo impedendo agli Stati Uniti di esportare la loro carne, loro decidono di prendere come obiettivo dei loro dazi una serie di prodotti che non colpiscono un solo Paese ma un numero ampio di Paesi tra cui i principali importatori, cioè Italia, Francia, Germania ...

D. – Questo però avrebbe delle ricadute che, immagino, l’Unione Europea abbia messo nei suoi calcoli in questo braccio di ferro per via della carne…

R. – Assolutamente. Si tratterà di vedere in sede di Consiglio (europeo ndr) i produttori storici di carne - Irlanda, Francia, Italia - verso quelli che la importano, quali saranno le loro ragioni, dove tirare la riga e trovare un compromesso, evidentemente. Quindi questa è una mossa che gli Stati Uniti fanno per sbloccare una trattativa che si è incagliata. Se l’Unione Europea troverà un accordo che consenta di portare avanti il compromesso con l’amministrazione americana, questi dazi non avranno ragione di essere; se l’Unione Europea vorrà continuare a proteggere, secondo il Wto in maniera non completamente legale, la propria industria della carne, altre industrie ne faranno le spese. E a questo punto poi bisognerà vedere all’interno dei singoli Paesi dove tirare la riga tra i costi e benefici di questo. Perciò è importante l’Organizzazione mondiale del commercio, perché all’interno ci sono regole che tutti rispettano e rispetto alle quali poi si evitano le guerre commerciali e si trova un giusto compromesso.

D.  – Quanto peserebbe questo protezionismo statunitense sui conti dell’Italia?

R.  - Peserebbe in maniera importante, perché gli Stati Uniti sono il nostro principale mercato di sbocco di tutta la nostra catena del valore, nel senso che anche se noi esportiamo in Germania e in Francia poi, alla fine, esportiamo roba che finisce negli Stati Uniti, che in assoluto sono il nostro terzo mercato di esportazione, ma in realtà il primo come destinazione finale. L’industria alimentare è molto importante per l’Italia stessa, quindi, sicuramente, stiamo parlando di almeno 5 miliardi di euro di esportazioni. L’idea di queste sanzioni è proprio quella di dire che alla fine conviene a tutti trovare un corretto compromesso partendo dal fatto che l’Unione Europea in questo caso ha torto nel bloccare le importazioni di carne con gli ormoni, non si può bloccarla a prescindere. Ci sono regole sulla etichettatura, c’è il principio di precauzione: se si dimostra che un prodotto fa male alla salute non si importa; se si dimostra che non fa male non c’è ragione di bloccare le importazioni.

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Pakistan. Nuovo tentativo di conversione di cristiani all'islam

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Leader religiosi e attivisti cristiani chiedono provvedimenti contro un procuratore che ha confessato di aver spinto prigionieri cristiani ad abbandonare la loro fede per abbracciare l’islam. A scatenare la reazione, afferma AsiaNews, è la notizia pubblicata dai media pakistani, in cui si riporta che il pubblico ministero Syed Anees Shah ha condotto 42 prigionieri cristiani davanti una corte antiterrorismo in Lahore, nella provincia del Punjab, affermando di poter “garantire il loro rilascio” se si fossero convertiti all’islam. Shah, contattato da un quotidiano inglese, ha prima respinto ogni accusa per poi confessare di aver offerto loro una scelta. I cristiani, tutti provenienti dal quartiere Youhanabad di Lahore, sono stati arrestati per aver linciato due musulmani sospettati di terrorismo qualche minuto dopo l’attacco di due attentatori talebani contro due chiese, il 15 marzo 2015.

Conversioni forzate, migliaia ogni anno
Le conversioni forzate sono un tema molto caldo nel Paese. Organizzazioni per i diritti umani pakistane affermano che ogni anno circa mille donne cristiane e indù sono costrette a convertirsi e a sposare uomini musulmani. Secondo l’ultimo “rapporto sulle minoranze religiose in Pakistan” della Commissione nazionale giustizia e pace della Conferenza episcopale pakistana, cinque cristiani si sono convertiti all’islam nel 2014. Fra questi, tre adolescenti cristiane che erano state rapite e costrette al matrimonio.

Il tentativo con Asia Bibi
Secondo l’avvocato cristiano Nadeem Anthony, la stessa proposta di conversione all’islam è stata fatta ad Asia Bibi, la mamma cristiana da sette anni in carcere e a rischio di esecuzione capitale perché accusata di blasfemia contro il profeta Maometto. Ricordando il loro incontro nella prigione distrettuale di Sheikhupura nel 2010, Anthony cita le sue parole: “La mia fede è viva e non mi convertirò mai”.

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Messico. Chiesto alto riscatto per sacerdote rapito

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E’ stato chiesto un alto riscatto per la liberazione di padre Oscar Lopez Navarro, il sacerdote quarantenne rapito martedì scorso ad Altamira nello stato di Tamaulipas in Messico. La notizia del sequestro, avvenuto di fronte al convento dei “Missionari di Cristo Mediatore”, ordine a cui il sacerdote appartiene, nella colonia La Herradura di Tampico, è stata data il 29 marzo dal vescovo locale, mons. José Luis Dibildox Martinez.

Crescente clima di insicurezza nello Stato di Tamaulipas
I rapitori – stando a quanto riferito dal presule – si sono messi in contatto con i confratelli di padre Lopez Navarro per trattare il suo rilascio. Negli ultimi tempi il crescente clima di insicurezza a Tamaulipas, ritenuta la roccaforte de Los Zetas, violento  cartello di  narcos,  ha investito anche la Chiesa. “La criminalità è in aumento – ha dichiarato mons. Dibildox all’agenzia Fides - e molte persone hanno dovuto lasciare la città per trasferirsi in altri luoghi. Fino ad oggi avevano rispettato la Chiesa, ma come si vede, nemmeno i sacerdoti sono più rispettati, proprio loro che stanno dando la vita per il bene, per le persone”.

Quattro giorni fa l’uccisione di padre Carrillo Altamirano
Solo a quattro giorni fa infatti risale la notizia dell’uccisione, in una aggressione per probabile motivo di furto, di padre Felipe Carrillo Altamirano, appartenente alla Prelatura di Nayar, nel Nayarit.  Nonostante l’80% della popolazione si professi cattolica, secondo recenti statistiche il Messico risulta essere il Paese più pericoloso per i sacerdoti. Questi ultimi, spesso unico punto di riferimento fidato per la popolazione specialmente nelle aree rurali, sono ritenuti dai narcotrafficanti un intralcio alla loro attività criminale.

Aggressioni ai danni di sacerdoti, attivisti e giornalisti
Negli ultimi tempi nel Paese si sono registrate anche aggressioni ai danni di attivisti per i diritti umani e giornalisti. Nel solo mese di marzo se ne sono contate cinque ai  danni di operatori della comunicazione, tre dei quali sono rimasti uccisi. L’escalation è da alcuni analisti attribuita ad un mutamento degli equilibri criminali dopo che Joaquín El Chapo Guzmán, capo del cartello dei Sinaloa è stato estradato e la mafia di Jalisco Nueva Generación ha preso piede. (A cura di Paolo Ondarza)      

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Torino. Chiesa alla sindaca: no taglio fondi a scuole paritarie

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Il Comune di Torino non discrimini le scuole paritarie. È quanto chiedono l’arcivescovo della città, Cesare Nosiglia, e 14 parroci in una lettera inviata alla sindaca, Chiara Appendino. Le nostre scuole sono un modello di integrazione, scrivono, il Comune eviti di sottrarre risorse a un comparto che produce risparmio e non aggravio per la finanza pubblica. Il servizio di Alessandro De Carolis

Un taglio netto del 25% che, come già accaduto, produce una discriminazione. La decurtazione è quella decisa dal Comune di Torino nei confronti delle scuole paritarie cattoliche ed ebraiche della città, alle quali la sindaca Appendino vuole diminuire l’erogazione dei contributi comunali di un quarto rispetto all’attuale. La discriminazione è quella che stigmatizzano l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, e 14 parroci nella lettera congiunta inviata alla sindaca.

Scuole paritarie, un risparmio
“Siamo rimasti molto sorpresi e amareggiati per una decisione della sua amministrazione che – scrivono – aggrava la già precaria condizione di vita delle nostre scuole, penalizzate da provvedimenti ingiusti e discriminatori”. Nella lettera si ricorda l’esplicita promessa della sindaca “che il welfare e le scuole non sarebbero stati oggetto di tagli rispetto alle risorse stanziate gli scorsi anni” e allo stesso tempo si ribadisce i 57 istituti interessati dal taglio delle risorse “garantiscono un servizio pubblico” – perché tale è per legge la scuola paritaria – a “oltre 5.500 mila alunni e relative famiglie, con 500 tra docenti e personale, e coprono diritti e fabbisogni che il Comune non riuscirebbe ad offrire ai suoi cittadini”. Di fatto, “un bambino in una scuola paritaria – si sottolinea nella lettera – costa un terzo rispetto alla spesa complessiva per chi frequenta la scuola comunale o statale: le scuole paritarie non sono un peso economico per il Comune ma un risparmio”.

Non sottrarre risorse
Mons. Nosiglia e i parroci invitano la sindaca Appendino a visitare le tante scuole paritarie che svolgono, soprattutto “nelle periferie della città”, un servizio prezioso per tanti bambini in disagio sociale perché poveri o immigrati, o perché affetti da disabilità ed è dunque “contraddittorio”, osservano, che a fronte di tale servizio proprio “il Comune sottragga risorse a una realtà come la scuola, che esige il massimo impegno da parte delle istituzioni e della società”. La conclusione della lettera è un invito a non sottrarre fondi vitali e a non procedere “a eventuali e ulteriori aggravi facendo pagare alle scuole paritarie la tassa per la raccolta dei rifiuti, discriminandole ancora di più rispetto a quelle comunali e statali”.

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Cina, incontro interreligioso cattolici-buddisti

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Un monaco buddista cinese condivide la sua esperienza di pellegrino in India e la sua grande devozione personale per Santa Teresa di Calcutta e distribuisce ai giovani cattolici cinesi la medaglia della Santa, benedetta nel giorno della sua Canonizzazione in Piazza San Pietro: è successo – riferisce la Fides – durante l’incontro interreligioso nella parrocchia del Sacro Cuore della diocesi di Zheng Zhou, nella provincia di He Nan. L’iniziativa fa parte del cammino quaresimale della parrocchia, contraddistinto dal dialogo interreligioso nell’Anno parrocchiale della spiritualità.

Ammirati da Madre Teresa
La sera del 25 marzo il gruppo giovanile della parrocchia ha ospitato il monaco Kuan Yan e i suoi discepoli per uno “scambio spirituale, un incontro del cuore, il consolidamento dell’amicizia, perché i giovani possano migliorarsi e crescere spiritualmente” come ha spiegato il parroco, don Liu Jiang Dong. Con grande emozione, il monaco ha descritto il suo pellegrinaggio in India e “l’ammirazione per la Santa che ha dedicato tutto ai poveri”. La parrocchia del Sacro Cuore è una comunità molto attiva, con iniziative per i giovani (formazione spirituale e professionale), il catechismo, l’evangelizzazione, il servizio sociale (visita medica gratuita), le opere caritative (per gli anziani, i disabili, i malati).

Un anno di spiritualità
Il 2017 è stato indetto “Anno della Spiritualità” invitando tutti ad “aprire il cuore alla Chiesa” e la seconda domenica di Quaresima è stata dedicata in particolare ai giovani. Come ha sottolineato il parroco, “vogliamo vivere in concreto una vita comunitaria armoniosa, eliminando tutti gli ostacoli. Insieme vogliamo metterci al servizio della comunità, della Chiesa e della società”.

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Autismo, "Tommy e gli altri" il film per prendere coscienza

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In Italia le persone autistiche sono tra le 350 mila e le 500 mila. Il fatto che non ci siano numeri certi significa che finora di questa patologia si è parlato poco o nulla. Questa mattina, in Senato, è stato presentato il film di Gianluca Nicoletti “Tommy e gli altri”, in vista della giornata sull’autismo del 2 aprile. Alessandro Guarasci: 

Tommy e suo padre, il giornalista Gianluca Nicoletti, ci raccontano l’autismo dal di dentro. Il film sarà in onda il 1° aprile su Skyarte e su Skycinema, e il 2 aprile in chiaro su Tv8. Un documento che narra storie di isolamento ma anche la voglia di spezzare queste catene. Gianluca Nicoletti:

“Quale sarà il destino di Tommy quando sarà solo? Non lo salverà nemmeno il fatto di essere oggi davanti alle telecamere e di essere alla Camera. Sarà considerato per quello che è veramente: un valore di mercato, una retta per chi si occuperà di lui e si occuperà dell’istituto e del ricovero dove Tommy sarà affidato. Per lui sarà la fine della vita. Farò di tutto, soprattutto per dare la forza agli altri genitori di non vergognarsi dei propri figli. In questo giro che ho fatto per l’Italia ho visto molte situazioni che mi hanno fatto veramente tenerezza e dispiacere. Figli grandi, ragazzi come Tommy, belli, vitali, con voglia di vivere, chiusi dentro casa perché c’è una sorta di stigma sociale: avere un figlio con problemi neurologici viene considerata ancora una vergogna”.

Le famiglie dove c’è una persona autistica chiedono maggiore aiuto, anche perché ai 18 anni finiscono gran parte dei sostegni pubblici. Qualche passo in avanti è stato fatto con la legge sul “Dopo di Noi”. Il presidente del Senato, Pietro Grasso:

"Dobbiamo spingere, far pressione perché ci siano questi decreti attuativi. Adesso c’è la possibilità di inserirsi nei livelli di assistenza sanitaria essenziale; questi sono dei grossi passi avanti che abbiamo fatto. Le istituzioni continueranno a seguire questo percorso. Parliamone, parliamone tanto, cerchiamo di comprendere anche il problema di padri e figli di famiglie che sanno che un domani non avranno più l’appoggio famigliare. Dobbiamo pensare a questo, affinché le istituzioni continuino a dare questo appoggio".

Problemi vissuti anche dal sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, padre di una bimba autistica:

“Quando ho scoperto di essere papà di una bambina autistica stavo molto riservato, era una mia condizione di intimità, una mia condizione che quasi non volevo trasmettere, che mi vergognavo un po’ a trasmettere. Gianluca e Tommy sono state le due persone che mi hanno dato la forza di venir fuori. Gianluca è stata una delle prime persone che ha parlato di autismo con assoluta libertà”.

Si possono sviluppare tanti progetti anche a livello locale per favorire l’integrazione. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi:

“Stiamo portando avanti un progetto, anche grazie alla collaborazione della Direzione nazionale antimafia, di recupero di un immobile confiscato alla mafia. Lo destineremo proprio ad attività che in qualche modo siano di formazione, ma anche culturali e di socializzazione per ragazzi affetti da autismo e per le loro famiglie. Dall’altra parte lanceremo un bando per start-up, quindi per nuove attività, che coinvolgano anche persone autistiche nella propria attività”

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Sito Radio Vaticana

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LXI no. 89

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Serena Marini.