2003-12-02 17:09:42

L'agenzia di stampacattolica polacca KAI festeggia i suoi dieci anni


VARSAVIA. = In un periodo in cui alla Polonia era imposto l’ateismo dell’ideologia marxista, “il messaggio di Cristo proclamato dalla Chiesa affermava la verità sulla dignità dell’uomo”.

E’ la riflessione offerta, ieri a Varsavia, dall’arcivescovo John P. Foley, presidente del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, intervenuto alla cerimonia per i dieci anni dell’agenzia di stampa polacca Kai.

Il presule ha ricordato che nel visitare la Polonia, negli anni della dominazione sovietica, era sempre colpito dalla “intensità” della fede dei polacchi, che sfidavano la repressione. Atteggiamento, ha sottolineato, che “conferiva alla Chiesa della Polonia una libertà maggiore rispetto ai Paesi confinanti”. Una delle prime vittime della dittatura, ha rilevato, è proprio la verità.

Ma, ha avvertito, la verità può anche essere vittima della libertà in un contesto di opinioni, partiti ed ideologie contrastanti. Nella “confusione di un’indefinita libertà”, ha affermato, il messaggio di Cristo trasmette “la verità sui diritti e le responsabilità dell’uomo”.

Se, dunque, la verità può essere vittima della libertà quanto dell’oppressione è allora ovvio che, compito della Chiesa, è quello di “offrire un servizio che fornisca notizie oggettive” e un’analisi “basata sulla dottrina sociale della Chiesa”. La credibilità di un tale servizio, ha detto ancora, dipende dalla sua oggettività e completezza; l’utilità dalla qualità dell’analisi offerta. Ecco, allora, l’importanza assunta da un’agenzia come la Kai, libera di dire la verità e al tempo stesso fedele alle radici cristiane della società polacca. (A.G.)







All the contents on this site are copyrighted ©.