La via della santità cristiana nell’esempio di Madre Teresa al centro della prima
predica d’avvento del padre Raniero Cantalamessa stamani in Vaticano
Si è tenuta, stamani, nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico, la
prima predica d'Avvento alla presenza del Santo Padre e della Famiglia Pontificia.
Tema
delle meditazioni proposte dal predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa:
“Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione”. Riflessioni sulla santità
cristiana alla luce dell'esperienza di Madre Teresa di Calcutta”. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
C’è una sola grandezza al mondo: la santità. Padre
Raniero Cantalamessa ha sottolineato come la vita di Madre Teresa dimostri che la
santità sia un compito da assolvere, “un dovere semplice”. La sua vicenda, ha proseguito,
indica che non è mai troppo tardi per farsi santi. Ha così ricordato, il viaggio in
treno da Calcutta aDarjeelingin cui, all’età di 36 anni,la Beata ricevette l’ispirazione.Momento
straordinario, che ricorda la chiamata di Abramo:
“Nella vita di Madre Teresa
si rinnova in questo momento in maniera impressionante l’esperienza di Abramo, al
quale un giorno Dio disse: ‘Vattene dal tuo Paese, dalla tua Patria, dalla casa di
tuo padre, verso il Paese che io ti indicherò’”. Madre Teresa si chiede perché
la scelta divina cada proprio su di lei,ma Dio sa distinguere “quando le obiezioni
dei suoi chiamati nascono da resistenze al suo volere” e quando, invece, “nascono
da paura di ingannarsi e di non essere all’altezza del compito”. Alla fine, come Maria,
pronuncia il suo pieno fiat. Un sì pronunciato con gioia, che Madre Teresa non si
stancava di ripetere alle sue figlie, missionarie della carità.
“E’ chiaro
qual è quell’atto fondamentale, quella prima pietra su cui poggia la santità di Madre
Teresa e di ogni santità cristiana: è la risposta ad una chiamata. E’ l’obbedienza
ad un’ispirazione divina, vagliata e riconosciuta come tale”. La vicenda di Madre
Teresa, ha aggiunto, “ci ricorda una cosa essenziale per la nostra santificazione:
l’importanza di obbedire alle ispirazioni divine”. Dal suo esempio, ha aggiunto, capiamo
che “la santità non è opera dell’uomo”, giacché non basta “avere un programma di perfezione
ben chiaro davanti per poi realizzarlo progressivamente”.
“Non c’è un modello
di perfezione identico per tutti; Dio non fa i santi in serie, Dio non ama la clonazione.
Ogni santo è un’invenzione inedita dello Spirito”. Ecco allora l’importanza della
comprensione delle ispirazioni, “discernere quelle che vengono da Dio, dallo Spirito
di Dio, e quelle che vengono invece dallo spirito del mondo, dalle passioni della
carne”. Una scelta non sempre facile, che tuttavia trova risposta nel nostro cuore:
“Se
l’ispirazione è accolta, il cuore trova subito pace profonda. Dio ricompensa ogni
piccola vittoria in questo campo facendo sentire all’anima la sua approvazione, che
è la gioia più pura che esista al mondo”. “Se accogliere le ispirazioni è importante
per ogni cristiano – ha concluso - è vitale per chi ha compiti di governo nella Chiesa”.
Solo così “si permette allo Spirito di Cristo di guidare lui stesso la sua Chiesa,
attraverso i rappresentanti umani”.