2007-04-28 13:05:28

La natura non è un assoluto ma una ricchezza posta nelle mani responsabili dell'uomo: così il cardinale Martino a conclusione del Seminario sui cambiamenti climatici


“La natura non è un assoluto, ma una ricchezza posta nelle mani responsabili e prudenti dell’uomo”: è quanto ha affermato ieri, a conclusione del Seminario internazionale sul tema “Cambiamenti climatici e sviluppo”, il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il cardinale Renato Raffaele Martino. L’incontro ha riunito a Roma, a Palazzo San Calisto, 80 studiosi ed esperti provenienti da 20 Paesi dei cinque continenti. Il servizio di Tiziana Campisi: RealAudioMP3

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Ambientalisti, scienziati ed ambasciatori si sono confrontati sull’impatto economico, sociale ed energetico dei mutamenti climatici e sulle responsabilità che ne derivano a livello nazionale ed internazionale. A loro il cardinale Martino ha ricordato che “l’uomo ha una indiscussa superiorità sul creato e, in virtù del suo essere persona dotata di un’anima ... non può essere equiparato agli altri esseri viventi, né tanto meno considerato elemento di disturbo dell’equilibrio ecologico naturalistico”. Ma sulla natura, ha proseguito il porporato, l’uomo non ha un diritto assoluto, bensì “un mandato di conservazione e sviluppo in una logica di universale destinazione dei beni della terra che è uno dei principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa, principio che va soprattutto declinato con l’opzione preferenziale per i poveri e per lo sviluppo dei Paesi poveri”. Il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha criticato poi quelle “forme di idolatria della natura che perdono di vista l’uomo”. “La natura è per l’uomo e l’uomo è per Dio - ha sottolineato - anche nella considerazione delle problematiche connesse ai cambiamenti climatici si dovrà far tesoro della Dottrina sociale della Chiesa”. Il porporato ha spiegato che quest’ultima “non avalla né l’assolutizzazione della natura, né la sua riduzione a mero strumento”. “La Chiesa propone una visione realistica delle cose - ha precisato inoltre il cardinale Martino - essa ha fiducia nell’uomo e nella sua capacità sempre nuova di cercare soluzioni ai problemi che la storia gli pone. Capacità che gli permettono di confutare spesso le ricorrenti, infauste e improbabili previsioni catastrofiche”. Il porporato ha concluso il suo intervento ricordando quanto importante sia per l’uomo rapportarsi continuamente al suo Creatore: “Quando l’uomo vuole porsi al posto di Dio – ha detto – perde di vista anche se stesso e la sua responsabilità di governo della natura”.

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