Il Papa in Austria: affido il Paese e il mondo alla Vergine Maria
L’Austria affidata a Cristo e alla Vergine, nel solco di un pellegrinaggio che da
oggi porterà il Papa nel cuore della fede cristiana e della devozione a Maria. Con
questi sentimenti, Benedetto XVI ha iniziato nella tarda mattinata di oggi, a Vienna,
il suo settimo viaggio apostolico internazionale. Un viaggio che, a più riprese, il
Papa ha detto di considerare un pellegrinaggio, simboleggiato dall’antico Santuario
di Mariazell, nel cuore dell’Austria, che Benedetto XVI visiterà domani per celebrarne
il giubileo della fondazione, avvenuta otto secoli e mezzo fa. Riviviamo allora queste
prime ore della visita papale, nella cronaca del nostro inviato a Vienna, Alessandro
De Carolis:
L’Austria
vuole essere “una seconda patria” per il Papa, in questi giorni di visita apostolica.
E il Papa ha detto di “sentirsi un po’ a casa’”. Nei discorsi di saluto che hanno
inaugurato stamattina, all’aeroporto di Vienna, il settimo viaggio apostolico del
Pontefice, il presidente austriaco ha idealmente spalancato le porte della nazione
a Benedetto XVI, che ha subito accolto con calore questo gesto di grande cordialità,
confermando il suo legame tra la sua origine bavarese e la cultura e le tradizioni
di un Paese ben conosciuto:
Mit grosser Freude
betrete ich... "Con grande gioia metto oggi piede, per la prima volta
dopo l’inizio del mio Pontificato, in terra d’Austria, in un Paese che mi è familiare
a causa della vicinanza geografica al luogo della mia nascita, e non soltanto per
questo”.
Questo “spazio culturale nel centro dell’Europa
– ha osservato Benedetto XVI riferendosi all’Austria - supera frontiere e congiunge
impulsi e forze di varie parti del continente. La cultura di questo Paese è essenzialmente
permeata dal messaggio di Gesù Cristo e dall’azione che la Chiesa ha svolto nel suo
nome.
La pioggia, che da giorni sta bagnando ininterrottamente
Vienna, ha condizionato il cerimoniale di accoglienza, inizialmente previsto all’aperto
ma poi allestito in un hangar dell’aeroporto. Dopo aver ricevuto gli onori del picchetto
militare, il Papa ha svolto il suo primo discorso: il suo è stato un intervento, per
così dire, programmatico. La parola-chiave è stata indubbiamente “pellegrinaggio”,
quello che il Papa compirà domani al Santuario mariano di Mariazell, per celebrarne
solennemente gli 850 anni di fondazione:
Mariazell
steht nicht … "Mariazell rappresenta non solo una storia di 850 anni,
ma in base all’esperienza della storia – e soprattutto in virtù del rimando materno
della Statua miracolosa a Cristo – indica anche la strada verso il futuro. In questa
prospettiva vorrei oggi, insieme con le Autorità politiche di questo Paese e con i
rappresentanti delle Organizzazioni internazionali, gettare ancora uno sguardo sul
nostro presente e sul nostro futuro”.
Ma pellegrinaggio
- tradizione che, ha constatato “con gioia” Benedetto XVI, sta suscitando un “crescente
interesse” - “non significa soltanto cammino verso un Santuario. Essenziale è anche
il cammino di ritorno verso la quotidianità”. E qui, il Papa ha anticipato la Messa
che celebrerà a Vienna domenica prossima, nello “Stephansdom”, il Duomo di Santo Stefano,
e l’incontro che avrà nel pomeriggio con il mondo del volontariato nella famosa “Konzerthaus”
viennese:
Wer auf den Nächsten “schaut” … "Chi
‘guarda’ al prossimo - lo vede e gli fa del bene - guarda a Cristo e Lo serve. Guidati
ed incoraggiati da Maria vogliamo aguzzare il nostro sguardo cristiano in vista delle
sfide da affrontare nello spirito del Vangelo e, pieni di gratitudine e di speranza,
da un passato ricco di grazia ci incamminiamo verso un futuro colmo di promesse”.
(Canto
bambini)
Dal saluto ricevuto dal gruppo di scolari
che all’aeroporto lo hanno omaggiato con un canto composto per l’occasione, Benedetto
XVI è poi passato all’abbraccio della folla stipata sotto la pioggia nella centralissima
piazza “Am Hof”. Giunto in papamobile tra lo sventolio di moltissimi fazzoletti gialli,
Benedetto XVI si è poi affacciato alla loggia della Chiesa barocca dei Nove cori angelici,
nello stesso luogo dove Pio VI benedisse la folla nel 1782. La loggia affaccia su
un altro monumento caro ai viennesi: la colonna “Mariensäule”, dominata da una grande
statua della Vergine. Il pellegrinaggio in terra d’Austria è iniziato spiritualmente
qui. Davanti a tutti i vescovi del Paese, il Papa ha ricevuto il saluto del cardinale
arcivescovo della città, Christoph Schonborn, e ha dato inizio alla veglia di preghiera
- che unisce idealmente tutti i cattolici austriaci - benedicendo delle rose, presentategli
da alcuni fedeli e depositati più tardi davanti al Santissimo Sacramento della Chiesa
di Am Hof, dove il Papa si è brevemente raccolto in preghiera. Ma poco prima, guardando
alla statua della “Mariesäule”, voluta 360 anni fa dall’imperatore Ferdinando II,
il Papa aveva offerto una prima riflessione di sapore prettamente mariano, quasi un
anticipo del pellegrinaggio di domani a Mariazell:
In
ihrer Mütterlichkeit nimmit Maria … "Nel suo sentimento materno Maria
accoglie anche oggi sotto la sua protezione persone di tutte le lingue e culture,
per condurle insieme, in una multiforme unità, verso Cristo. A Lei possiamo rivolgerci
nelle nostre preoccupazioni e necessità. Da Lei, però, dobbiamo anche imparare ad
accoglierci a vicenda con lo stesso amore con cui Ella accoglie tutti noi: ciascuno
nella sua singolarità, voluto come tale e amato da Dio”.
La
Madre di Dio come porta di consolazione, dunque: invocandola sempre e affidandole
le preoccupazioni della vita, ha soggiunto Benedetto XVI, “Lei ci aiuterà ad aprire
le nostre piccole speranze sempre verso la grande, vera speranza che dà senso alla
nostra vita e può colmarci di una gioia profonda ed indistruttibile”.
Al
termine della cerimonia nella Mariensaule, la mattinata del Papa si è conclusa con
un momento di grande intensità. Il Papa ha raggiunto la “Judenplatz” è si è fermato
in raccoglimento davanti al Memoriale della Shoah, che ricorda i 65 mila ebrei austriaci
sterminati dal nazismo. (Da Vienna, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana)