In India, partecipanti all'incontro della Catholic biblical federation auspicano una
cultura biblica per il sud dell'Asia
I cattolici dell’Asia del sud sono sempre più impegnati nel diffondere una "cultura
della Bibbia" in un'area dove sono presenti molteplici confessioni religiose. I partecipanti
al quinto incontro della Catholic biblical federation, svoltosi recentemente a Mumbai,
hanno proposto alcune linee-guida in preparazione del Sinodo dei vescovi sul tema
"La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa", in programma in Vaticano
dal 5 al 26 ottobre. I lavori, come ha sottolineato il coordinatore della Federazione,
padre Peter Abir, serviranno in vista della settima assemblea plenaria della Catholic
biblical federation, dal 24 giugno al 3 luglio a Dar es Salaam, in Tanzania. La regione
del sud asiatico della Federazione biblica cattolica comprende il Bangladesh, l'India,
il Nepal, il Pakistan e lo Sri Lanka. Nella dichiarazione conclusiva dell'incontro
– riferisce l'agenzia Uca News - si afferma che nell'Asia del sud “la cultura biblica
si farà strada mediante un processo di animazione e di formazione nel quale gli individui,
le famiglie e le comunità porranno la Parola di Dio al centro della propria vita".
La crescita economica della regione e il suo sviluppo scientifico e tecnologico contrastano
in modo stridente con la povertà di massa, il terrorismo e la violenza. Inoltre, nella
dichiarazione, si osserva che la globalizzazione ha generato maggiore occupazione
ma ha anche prodotto effetti negativi che "minacciano il tessuto stesso delle persone
e della società". Si è poi sottolineato che la Bibbia può svolgere un ruolo di trasformazione.
Tuttavia, la sua forza liberatrice si può sperimentare solo se vescovi, sacerdoti,
religiosi e laici hanno un rapporto personale e profondo con Dio. "È urgente ridare
la Bibbia alle persone" e incoraggiarle a leggerla, a relazionarla con la loro vita.
In Asia del sud i cristiani costituiscono meno del 2% della popolazione. I musulmani
prevalgono in Bangladesh e in Pakistan, mentre gli indù sono la maggioranza in India
e in Nepal. Lo Sri Lanka è invece un Paese essenzialmente buddista. In questa pluralità
di religioni e di culture, si legge nel documento finale, "dobbiamo adottare un approccio
basato sul dialogo nell'affrontare le questioni del conflitto, della violenza e dell'ingiustizia.
(A.L.)