Il Papa all'Angelus: ascoltare e seguire Gesù sulla via della Croce per entrare nella
vita eterna. Accorato appello per il Libano
“Per entrare nella vita eterna bisogna ascoltare Gesù, seguirlo sulla via della croce,
portando nel cuore come Lui la speranza della risurrezione”. E’ quanto ha detto stamani,
durante l’Angelus in Piazza San Pietro, Benedetto XVI che ieri ha concluso in Vaticano
con la Curia Romana la settimana di esercizi spirituali per il Tempo di Quaresima.
Migliaia i fedeli giunti da tutto il mondo per la preghiera mariana, in una giornata
molto fredda ma piena di sole. Il Papa ha lanciato anche un appello per la riconciliazione
in Libano che da quasi tre mesi non riesce ad eleggere il proprio capo di Stato. Il
servizio di Sergio Centofanti:
Il Papa
mette in relazione il Vangelo delle tentazioni di Gesù, proposto dalla prima Domenica
di Quaresima, con quello odierno della Trasfigurazione sul monte. Episodi che “anticipano
il mistero pasquale”:
“La lotta di Gesù col tentatore
prelude al grande duello finale della Passione, mentre la luce del suo Corpo trasfigurato
anticipa la gloria della Risurrezione. Da una parte vediamo Gesù pienamente uomo,
che condivide con noi persino la tentazione; dall’altra lo contempliamo Figlio di
Dio, che divinizza la nostra umanità. In tal modo, potremmo dire che queste due domeniche
fungono da pilastri su cui poggia tutto l’edificio della Quaresima fino alla Pasqua,
ed anzi l’intera struttura della vita cristiana, che consiste essenzialmente nel dinamismo
pasquale: dalla morte alla vita”.
“La montagna
– il Tabor come il Sinai – sottolinea il Papa - è il luogo della vicinanza con Dio.
E’ lo spazio elevato, rispetto all’esistenza quotidiana, dove respirare l’aria pura
della creazione”:
“La Trasfigurazione è un avvenimento
di preghiera: pregando Gesù si immerge in Dio, si unisce intimamente a Lui, aderisce
con la propria volontà umana alla volontà di amore del Padre, e così la luce lo invade
e appare visibilmente la verità del suo essere: Egli è Dio, Luce da Luce”.
La
veste candida e sfolgorante di Gesù richiama la rinascita nel Battesimo, anticipo
dell’esistenza celeste:
“Qui è il punto cruciale:
la trasfigurazione è anticipo della risurrezione, ma questa presuppone la morte. Gesù
manifesta agli Apostoli la sua gloria, perché abbiano la forza di affrontare lo scandalo
della croce, e comprendano che occorre passare attraverso molte tribolazioni per giungere
al Regno di Dio”.
Il Papa si sofferma quindi
sulla voce del Padre, che risuona dall’alto, proclamando Gesù suo Figlio prediletto,
aggiungendo: “Ascoltatelo”:
“Per entrare nella
vita eterna bisogna ascoltare Gesù, seguirlo sulla via della croce, portando nel cuore
come Lui la speranza della risurrezione. ‘Spe salvi’, salvati nella speranza. Oggi
possiamo dire: ‘Trasfigurati nella speranza’”.
Dopo
l’Angelus Benedetto XVI ha espresso la sua preoccupazione per “le persistenti manifestazioni
di tensione in Libano” che da quasi tre mesi non riesce a darsi un capo dello Stato.
“Gli sforzi per comporre la crisi e il sostegno offerto da numerosi esponenti di rilievo
della Comunità internazionale – ha sottolineato il Papa - anche se non hanno ancora
raggiunto un risultato, dimostrano l’intenzione di individuare un presidente che sia
tale per tutti i libanesi e porre così le basi per superare le divisioni esistenti”:
“Purtroppo,
non mancano anche i motivi di preoccupazione, soprattutto a causa di una inconsueta
violenza verbale o di quanti addirittura pongono la loro fiducia nella forza delle
armi e nella eliminazione fisica degli avversari. Assieme al Patriarca maronita e
a tutti i Vescovi libanesi, vi chiedo di unirvi alla mia supplica a Nostra Signora
del Libano, perché incoraggi i cittadini di quella cara Nazione, ed in particolare
i politici, a lavorare con tenacia in favore della riconciliazione, di un dialogo
veramente sincero, della pacifica convivenza e del bene di una Patria profondamente
sentita come comune”.
Il Papa, poi, nei saluti
nelle varie lingue, ha esortato a vivere questa Quaresima in profondo raccoglimento
spirituale, facendo digiuno, in particolare da immagini e rumori, e dando spazio all'elemosina
e alla carità verso chi è nel bisogno. Infine, salutando i pellegrini italiani, ha
rivolto “un pensiero speciale … ai familiari delle persone scomparse il 4 gennaio
scorso in Venezuela” assicurando la sua preghiera.