Bolivia: appello alla giustizia e alla pace del cardinale Terrazas
"Di fronte ai dolorosi eventi che si sono registrati nel nostro Paese non lasciamoci
sedurre dalle tenebre. È ora di guardare alla luce di Cristo; a quella luce che ci
darà la capacità di cercare il bene, senza la necessità di moltiplicare il male".
Così l'arcivescovo di Santa Cruz e presidente della Conferenza episcopale boliviana,
cardinale Julio Terrazas, ieri, nell’omelia per la festa liturgica dell'Esaltazione
della Croce. Parole giunte quando sul fronte della crisi interna e di quella regionale
nei rapporti con gli Stati Uniti si aprivano due spiragli: da un lato il vice Presidente
della Repubblica Alvaro Garcìa confermava l'apertura al dialogo con alcuni dei governatori
delle regioni che si oppongono al governo di Evo Morales e, dall’altro, da Santiago
del Cile si confermava che alla riunione odierna dell'UNASUR, Unione delle nazioni
del Sudamerica, saranno presenti tutti i governanti e ciò darà all’incontro una visione
più complessiva della crisi e favorirà probabilmente l'abbassamento delle tensioni.
"Oggi più che mai, ha detto il cardinale Terrazas, dobbiamo ribadire la nostra fiducia
nella parola del Signore perché è una parola di vita e luce, contro la morte le tenebre.
Lasciarsi penetrare dalla luce del Signore ci aiuterà a produrre opere di luce e così
illuminare la nostra realtà con contenuti, speranze e prospettive diverse e così,
insieme, nella pace e nella convivenza creativa trovare le soluzioni necessarie. Chi
pensa di non avere bisogno di Dio sbaglia poiché chi rifiuta la luce del Vangelo sta
rifiutando la luce della libertà, della pace, della giustizia, del progresso vero
e autentico. Quando si rifiuta questa luce si creano spazi che poi vengono riempiti
dalla tenebre, dall'oscurità dell'odio, dalle vendette, dalla violenza e ciò rende
le nostre vite un inferno di dolori e lutti". Citando l'ultimo documento dell'episcopato
il porporato ha poi sottolineato: “Noi Vescovi della Bolivia, come Pastori che vivono
le problematiche del Paese e sono vicini al popolo, lanciamo il nostro grido di allarme
di fronte alla spirale di violenza che si va estendendo ogni giorno di più in diverse
regioni del Paese e che minaccia di trascinare tutta la nazione boliviana in situazioni
irreparabili”. Solo alcuni giorni prima i vescovi boliviani chiedevano la cessazione
delle violenze e, rivolti ai leader politici e sociali, si appellavano per una soluzione
pacifica della crisi in atto. (L.B.)