Il Papa all’Angelus riflette sul mistero dell’Annunciazione e rende omaggio all’astronomia
Le leggi della natura siano di stimolo per contemplare le opere del Signore. Benedetto
XVI all’Angelus spiega il ruolo dell’astronomia per scandire i tempi della preghiera
ed invita - a pochi giorni dal Natale – a prepararsi per accogliere il Redentore.
Il servizio di Roberta Gisotti:
Un’insolita
lezione di astronomia del Papa, che è partito nella sua riflessione dal tema dell’Annunciazione
- offerto dal Vangelo nella quarta domenica di Avvento - mistero cui ritorniamo ogni
giorno recitando l’Angelus, la preghiera che ci fa rivivivere “il momento decisivo
in cui Dio bussò al cuore di Maria e, ricevuto il suo sì incomincio a prendere carne
in lei e da lei”. A pochi giorni dal Natale il Papa ha quindi invitato “a fissare
lo guardo sul mistero ineffabile che Maria ha custodito per nove mesi nel suo grembo
verginale:” “Il mistero di Dio che si fa uomo. E’ questo
il primo cardine della redenzione. Il secondo è la morte e risurrezione di Gesù, e
questi due cardini inseparabili manifestano un unico disegno divino: salvare l’umanità
e la sua storia assumendole fino in fondo col farsi carico interamente di tutto il
male che le opprime”. Mistero di salvezza che “oltre a
quella storica, ha una dimensione cosmica”: “Cristo – ha sottolineato il Santo Padre
- è il sole di grazia che, con la sua luce, trasfigura ed accende l’universo in attesa”.
E la stessa Festa del Natale – ha spiegato il Papa – è legata al solstistizio d’inverno,
che segna l’allungarsi delle giornate nell’emisfero boreale, e questo a partire dalle
ore 12 del 21 dicembre. Benedetto XVI ha ricordato che Piazza
San Pietro è una meridiana, laddove il grande obelisco getta la sua ombra – la più
lunga dell’anno in questi tempi - lungo una linea che corre sul selciato, verso la
fontana sotto la sua finestra. Questo per rimarcare il ruolo dell’astronomia nello
scandire i tempi della preghiera, come l’Angelus recitato al mattino, a mezzogiorno
e a sera; per cui anticamente con la meridiana si conosceva il ‘mezzogiorno vero’
e si regolavano gli orologi. Il Papa ha così colto l’occasione
per segnalare l’Anno mondiale 2009 dell’Astronomia, indetto nel 4° centenario delle
prime osservazioni al telescopio di Galileo Galilei. Diversi furono - ha poi rammentato
- i pontefici cultori di questa scienza come “Silvestro II che la insegnò, Gregorio
XIII, cui dobbiamo il nostro calendario, e San Pio X che sapeva costruire orologi
solari”. “Se i cieli, secondo le belle parole del salmista,
“narrano la gloria di Dio”, anche le leggi della natura, che nel corso dei secoli
tanti uomini e donne di scienza ci hanno fatto capire sempre meglio, sono un grande
stimolo a contemplare con gratitudine le opere del Signore”. Tornando
al tema del Natale, impariamo - ha concluso Benedetto XVI - da Giuseppe e Maria il
segreto del raccoglimento per gustare la gioia di accogliere Gesù: “Prepariamoci
ad accogliere con fede il Redentore che viene a stare con noi, Parola d’amore di Dio
per l’umanità di ogni tempo”. Dopo la recita dell’Angelus,
nei saluti ai pellegrini di tutto il mondo, il Papa ha rivolto un indirizzo particolare
a 50 novelli sacerdoti dei Legionari di Cristo, ordinati ieri dal cardinale Angelo
Sodano nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, ed ancora all’associazione
palermitana “Quelli della Rosa Gialla”, che ha realizzato un’opera teatrale ispirata
alla vita di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 15 anni fa.