Sri Lanka: la Chiesa chiede protezione e assistenza per gli sfollati
Il conflitto in Sri Lanka è entrato in una fase in cui l’esercito regolare sta mettendo
in campo il massimo sforzo bellico per piegare la resistenza dei ribelli del Liberation
Tiger of Tamil Eelam (Ltte). Nel nord dello Sri Lanka i combattimenti sono violentissimi
e la popolazione civile sta soffrendo i disagi della guerra e dello sfollamento. Nei
giorni scorsi le truppe di Colombo hanno occupato la cittadina di Kilinochchi, quartier
generale e “capitale politica” dei separatisti delle Tigri Tamil, assestando ai guerriglieri
uno dei più duri colpi da anni a questa parte. La Chiesa cattolica ha sempre chiesto
moderazione nel conflitto, tutela dei civili e assistenza agli sfollati. In occasione
del Natale i vescovi cristiani dello Sri Lanka, di tutte le confessioni, avevano chiesto
una tregua, ma il loro appello non è stato accolto dalle parti. Le Chiese cristiane
invitavano governo e Ltte di lavorare in coordinamento con la Croce rossa internazionale
per creare una zona franca, libera dagli scontri, in cui i civili potessero trovare
riparo dalle violenze. Mons. Thomas Savundaranayagam, vescovo di Jaffna, ha lanciato
un appello per gli oltre 200mila civili che nella sua diocesi sono stati costretti
a lasciare le loro case e vivono da “rifugiati interni” in aree più lontane dal conflitto:
“Sono molto preoccupato. I civili si trovano nel bel mezzo del fuoco incrociato. Lasciano
case e villaggi e non sanno cosa fare e dove andare. Urgono aiuti umanitari e assistenza
medica. Ai convogli umanitari non è consentito giungere in queste zone. Possa il Signore
- ha detto il presule - proteggere le famiglie da questa guerra”. (R.P.)