Testimoniare Cristo nella società al centro del Convegno dei vescovi Amici dei Focolari
“La presenza di Gesù da lui promessa quando “due o più” sono riuniti nel suo nome”
(Mt 18, 20), è stato il tema centrale del convegno internazionale promosso dal Movimento
dei Focolari, che si è concluso a Castel Gandolfo, a cui hanno partecipato 75 vescovi
di 40 nazioni. L’evento è stato incoraggiato anche dal Santo Padre, che nel saluto
rivolto ai vescovi al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro mercoledì
scorso, si è detto “lieto di questa opportunità che vi è offerta per confrontare esperienze
ecclesiali di diverse zone del mondo”. I momenti più importanti di questa settimana
di riflessioni, caratterizzata anzitutto dalla fraterna comunione fra i vescovi, sono
elencati nel comunicato finale diffuso alla stampa, che racconta, fra l’atro, dell’apertura
del convegno dedicata ad un’ampia analisi delle sfide con le quali i pastori oggi
si devono confrontare: “Assistiamo a un collasso della società occidentale
- ha detto cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga e coordinatore di questi
Convegni - con le tremende conseguenze che ne vengono per la vita di miliardi
di persone e che mettono da tempo in difficoltà anche il Popolo di Dio. Assistiamo
a quella che Giovanni Paolo II e altri hanno chiamato la “notte oscura epocale”.
“Che cosa ci può dare speranza in questa situazione?” si è poi domandato il
cardinale, esprimendo la convinzione che questo quadro globale “esige una concentrazione
sull’essenziale, che ci porterà alla presenza viva di Cristo in mezzo a due o più,
a cellule vive in sempre più punti: nelle comunità parrocchiali, nelle famiglie, nei
piccoli gruppi, nelle curie diocesane, nelle scuole, nei parlamenti”. Tutto questo
è una risposta alla crescente carenza di relazionalità, secondo la sociologa Vera
Araujo, che ha affrontato il fenomeno della globalizzazione. Carenza di relazionalità,
frutto di un individualismo esasperato che lascia spazio solo a relazioni superficiali,
casuali o virtuali. Da qui la necessità di trovare risposte adeguate e di saper reagire
in modo costruttivo alla crescente interdipendenza e molteplicità di religioni, razze,
lingue, culture. In questa direzione la testimonianza della cittadella internazionale
di Loppiano e del nascente Istituto Universitario “Sophia” (Firenze), cui i vescovi
hanno fatto visita. Un altro momento saliente del convegno è stata infine la presentazione
dell’esperienza di una cellula di vita cristiana in un contesto del tutto laico, vissuta
da un gruppo di 30 laici, medici, infermieri e amministratori di un policlinico universitario
romano, che hanno offerto ai vescovi un modello di relazioni capaci di incidere nell’ambiente
ordinario del lavoro. (M.G.)