2009-04-07 15:33:27

La solidarietà del mondo con i terremotati


Il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, è ritornato oggi all’Aquila per fare nuovamente il punto della situazione. Ha nuovamente invitato la popolazione a non rientrare nelle case, ha fornito i dati aggiornati sul bilancio delle vittime e parlato della distribuzione degli aiuti. Intanto, mentre la terra continua a tremare senza sosta - una scossa di magnitudo 4.7 Richter ha portato nuovo spavento e nuovi crolli anche stamattina - non rallenta la solidarietà in azione da ieri sui luoghi del sisma. Una solidarietà dai tanti volti, che parlano di dedizione e di generosità, quest’ultima non solo italiana. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

Cuore, caparbietà e determinazione sono le armi che in queste ore drammatiche animano l’esercito della solidarietà. Persone preparate alle emergenze e volontari arrivati da ogni parte d’Italia per soccorrere chi nel giro di pochi attimi ha perso tutto. In loro aiuto il governo ha stanziato ieri 30 milioni di euro ed ha raccolto l’invito dell’Unione Europea aderendo al Fondo di solidarietà per le catastrofi che interverrà per riattivare le infrastrutture, per distribuire alloggi provvisori e bonificare le aree sinistrate. Un appello all’Europa per “essere segno di speranza” è arrivato oggi dal cardinale Péter Erdö, presidente delle Conferenze Episcopali d’Europa. Intanto in Abruzzo, secondo i dati della Protezione Civile, sono oltre 7 mila i soccorritori, il cui sforzo è complicato da continue scosse di assestamento. Ma come reagisce la popolazione e come convive con la paura? La testimonianza di Tommaso Della Longa, portavoce del Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana:

 
R. – Ovviamente è una popolazione sotto shock e sotto un grandissimo stress per la tragedia che sta subendo. Il popolo aquilano e il popolo abruzzese è un popolo forte, che sta rispondendo.

 
D. – Quando sei arrivato in Abruzzo che cosa hai trovato? Qual è l’immagine che più ti ha colpito di questo terremoto?

 
R. – Io sono arrivato ieri con la Croce Rossa Italiana e la cosa che mi ha colpito è che sembra una città appena bombardata, in maniera molto pesante. E’ veramente impressionante. E’ una città dove ieri notte giravano solamente soccorritori e forze di polizia contro gli atti di sciacallaggio. E’ una città, quindi, sostanzialmente fantasma.

 
D. – C’è, però, molta solidarietà intorno alla popolazione, non è così?

 
R. – Sì, assolutamente, c’è una grandissima solidarietà. Come al solito, il popolo italiano ha risposto con il cuore a tutti gli appelli di solidarietà. Quello che però noi come Croce Rossa Italiana vogliamo dire è che non ci deve essere spazio per l’improvvisazione. Noi capiamo che tutti quanti vorrebbero mettersi in marcia, vorrebbero donare qualcosa e portare qualcosa qui, ma in questo momento bisogna aspettare e bisogna capire esattamente quali sono le necessità, perché in realtà gli interventi improvvisati, oltre a non essere utili, potrebbero diventare dannosi.

 
D. – Hai parlato della grande forza della popolazione aquilana. C’è un episodio che più di altri ti ha colpito a testimonianza di questo?

 
R. – Devo dire, almeno personalmente, da quando sono arrivato ieri sera, sono rimasto molto colpito dalla serietà delle persone e dall’orgoglio. Non si sono lasciati andare ad atti di disperazione, ma magari restavano a dormire vicino alle loro case con grande dignità. Forse, la loro dignità è la cosa che mi ha colpito più di tutto.
 
In campo sono scese anche le Misericordie, attive con 300 volontari provenienti da 7 regioni. La solidarietà ha dunque tanti volti, dietro ogni volontario e ogni operatore c’è una storia. Il racconto di Paolo Diani, direttore Ugem, l'ufficio gestione emergenze della Misericordia di Massa:

 
R. – Sono partito la mattina alle cinque e sono arrivato a mezzogiorno per il traffico. Abbiamo visto i soliti disastri del terremoto, quindi, le case diroccate e la gente all’addiaccio. In questo momento stiamo gestendo un campo di mille persone e gli stiamo montando le tende e gli stiamo dando da mangiare, oltre a fare supporto psicologico alla popolazione che, naturalmente, ha paura per il terremoto. Nella nottata stessa sono state avvertite due grosse scosse e una decina di scosse minori, la gente usciva subito dalle tende e noi eravamo lì pronti a rincuorarli per cercare di farli rientrare.

 
D. – Cosa l’ha più colpita di questo terremoto? Immagino che lei sia un esperto di emergenze…

 
R. – Tutte le volte che si parte, si parte con la volontà di aiutare. Poi ci troviamo ogni volta di fronte a un’esperienza diversa, anche in questo caso però si tratta di persone anziane e di bambini. Tutte le persone ringraziano perché a loro sembra che nessuno li debba aiutare. Quindi, l’aspetto ancora una volta di sentirsi chiamare gli “angeli del soccorso”, gli “angeli del terremoto”. Certo, vedendo le nostre croci sulle insegne, vedendo il nostro modo di operare, la gente domanda: come fate ad avere tanta carità, tanta pazienza? In loro c’è lo scoraggiamento di aver perso tutto perché quando uno ha lavorato una vita, si è costruito una casa e arriva a una certa età e vede sparire tutto in un attimo, in venti secondi di una scossa di terremoto, c’è sicuramente la disperazione. Alla fine l’amore della misericordia vera è quello più grande e la misericordia dell’uomo viene fuori nel bisogno e la gente la riscopre.

Immediato l’aiuto offerto dalle zone vicine all’Abruzzo. Al microfono di Antonella Palermo, Antonio Boncompagni, assessore della Giunta comunale per l’ambiente e la Protezione Civile di Rieti, il comune nel Lazio più vicino all’Aquila che ha subito diversi danni:

 
R. – La macchina della solidarietà è scattata immediatamente già da ieri mattina. C’è stata una prima risposta raccogliendo i beni di prima necessità, quindi parlo della risorsa acqua, delle coperte, delle tende, dei generatori di elettricità. E c’è stato un grosso supporto del tessuto associativo, soprattutto quello della protezione civile, che è partito direttamente con dei gruppi specifici verso l’Aquilano, è c’è stata una risposta massiva. Oggi continua con una raccolta che però dev’essere ancora ottimizzata, nel senso che siamo in attesa, da parte degli organi di governo e della protezione civile abruzzese, di sapere cosa effettivamente necessita proprio perché questa solidarietà poi si traduca in cose obiettivamente di supporto alla vivibilità in quei luoghi. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

 
All’Abruzzo sta giungendo l’abbraccio di quanti stanno promuovendo in queste ore raccolte di fondi: dalla Caritas che ha stanziato 100 mila euro, altrettanto ha fatto l’Unicef per garantire le esigenze primarie dei bambini. Un gesto significativo nella corsa alla solidarietà arriva da uno dei Paesi più poveri d’Europa: l’Albania che ha destinato alle famiglie delle vittime 50 mila euro. Disponibilità ad aiutare è arrivata dalle comunità ebraiche e musulmane. La Casa Bianca ha offerto il suo aiuto, la Nato è pronta a intervenire in caso di richiesta e anche l’Iran si è detto disponibile a ricambiare l’assistenza offerta nel 2003 quando il terremoto che colpì Ban provocò oltre 30 mila morti. Infine ai superstiti e ai soccorritori del terremoto stanno giungendo le preghiere dei cattolici cinesi della zona sinistrata del Si Chuan, colpita dal sisma il 12 maggio 2008. Un modo per ripagare l’affetto dimostrato dagli italiani in occasione del terremoto. Tra gli organismi che stanno lavorando alacremente sul campo per alleviare le sofferenze delle popolazioni terremotate c’è anche la Caritas italiana. Ma con una ben precisa peculiarità, che nasce dalla sua ispirazione cristiana: quella di assistere non solo i bisogni del corpo, ma anche quelli dell’anima. Un aspetto di cui parla il direttore di Caritas Italia, mons. Vittorio Nozza, al microfono di Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

R. – Per noi è centrale, è estremamente importante la presenza di figure diverse: dal sacerdote, al volontario, alla religiosa, all’operatore pastorale, all’animatore Caritas, proprio perché si va a considerare, diremmo, non solo il bisogno puramente fisico, materiale di alimentazione, oppure di collocazione positiva da un punto di vista di alloggio, ma si va a considerare un po’ tutta la persona nella sua globalità, nelle sue esigenze. Quindi, l’ascolto, la relazione, il consiglio, la presenza, la prossimità sono estremamente importanti, ed in pratica già da tutta Italia ci stanno segnalando disponibilità in questo senso. Si tratta soltanto di lasciar passare alcuni giorni in cui Protezione civile e altre forze possano minimamente creare un po’ di ordine, dopo di che è il momento di entrare in campo come forze del volontariato, come operatori, come Chiese, come Caritas, perché c’è molto, molto bisogno di presenze capaci di ridare un minimo di serenità e soprattutto di ricostruire pian piano le relazioni.







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