2009-04-25 11:02:13

I vescovi del Venezuela denunciano la grave "crisi della democrazia" in atto nel Paese


“Riconosciamo che in questi anni sono stati attuati sforzi reali per realizzare l’integrazione dei settori più emarginati della società, ma al tempo stesso si sono moltiplicate le azioni che generano o aggravano l'esclusione di altri settori, mentre si riducono o si negano spazi di partecipazione e cittadinanza”. Così si sono espressi ieri i vescovi del Venezuela nel messaggio conclusivo della 39.ma Assemblea straordinaria plenaria, chiusasi lo scorso 23 aprile con un documento in 15 punti dal titolo “Convivenza democratica”. Parlando delle “inquietudini del momento presente”, i presuli venezuelani scrivono: “Ci preoccupa che diversi protagonisti della vita sociale stiano ignorando la volontà popolare emersa dalle elezioni generali del novembre 2008 e stiano quindi bloccando o ostacolando l'azione delle autorità elette legittimamente e democraticamente dal popolo. In questo modo, si avvilisce l'esistenza di una società plurale e si dà origine a dubbi sulla validità ed efficacia del voto nei comizi elettorali”. Spiegando il motivo per cui la Chiesa del Venezuela ritiene suo dovere non tacere mai, i vescovi osservano che i loro riferimenti continui alla situazione sociale e politica del Paese rispondono al “diritto e al dovere di cercare il bene dell'intera società venezuelana al cui interno esistono molte voci che richiamano l’attenzione sulla gravità del momento attuale” e al tempo stesso “denunciano problemi che minacciano la nostra convivenza democratica”. “In particolare - rilevano - negli ultimi tempi si sono radicalizzate ancora di più le posizioni, mentre i detentori del potere politico prendono decisioni al margine del dettato costituzionale, se non addirittura contro di esso (...), conseguenza, questa, della radicalizzazione del processo rivoluzionario”. Ricordando che la Chiesa e i cattolici lavorano per “costruire la pace (...) in favore del rispetto reciproco, del superamento di scandalose disuguaglianze scandalose e della mancanza di opportunità (...) in favore della possibilità di esercitare responsabilmente la libertà senza timori e minacce”, i vescovi sottolineano: “Non è possibile raggiungere intese né avere la pace in una nazione in cui il governo pretende di imporre con la forza il suo progetto di nazione a tutta la popolazione, soprattutto se si considera che tale pretesa fu respinta per via elettorale con il referendum del 2 dicembre 2007”. D'altra parte, il documento dell'Episcopato elenca numerose situazioni specifiche a conferma di quanto detto. Al riguardo si ricorda la “crescente arbitrarietà nell'amministrazione della giustizia (...) i frequenti conflitti nel mondo del lavoro, che rivelano una crisi economica e sociale acuta, aggravata dalla crisi internazionale (...) la precarietà occupazionale (...) la disoccupazione, l'assistenzialismo (...) il diritto all'informazione veritiera corroso da una escalation di interventi ufficiali (...) l'identificazione tra partito-governo-stato”. Secondo i vescovi, questa pericolosa identificazione, “produce una crisi del sistema democratico”. “La democrazia - scrivono infatti - presuppone la separazione dei poteri, la pluralità di pensiero e l’uguaglianza di condizioni”. Sentendo il dovere si accompagnare il popolo e i fedeli, secondo la loro missione, l’espiscopato conclude questo accorato documento con un insieme di proposte, tra cui “l'esigenza di razionalità nel momento in cui si cercano delle soluzioni” e la necessità di esercitare una “collaborazione critica (...) orientata dal bene comune”. In quest'ambito, ricordano che non è il momento per sottrarsi alle proprie responsabilità e esortano tutti a “cercare e proporre sentieri per l'intesa e il consenso per migliorare, correggere e crescere, generando speranza”. “E' indispensabile che ciascuno riconosca l'esistenza di coloro che non pensano come noi, che hanno un pensiero diverso”. Infine, i vescovi, che invocano la protezione della Madonna del Coromoto, auspicano “una restaurazione e un rinforzamento dello Stato di diritto” e ribadiscono il loro impegno in “difesa dei diritti umani, in favore della lotta contro la povertà, in difesa della vita e della dignità della persona umana”. “Il dialogo e il superamento della sfiducia tra le diverse correnti di pensiero - conclude la Conferenza dei vescovi del Venezuela - favoriscono la costruzione di politiche adeguate”. (A cura di Luis Badilla)







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