Il cardinale Lajolo guida il pellegrinaggio paolino del Governatorato
“Oggi abbiamo lasciato il nostro abituale luogo di vita e di lavoro presso la Tomba
dell’Apostolo Pietro per venire qui, pellegrini al sepolcro dell’Apostolo Paolo, in
quest’anno in cui si ricorda il bimillenario della sua nascita”: così il cardinale
Giovanni Lajolo, guida del pellegrinaggio del personale del Governatorato dello Stato
della Città del Vaticano, di cui è presidente, e delle loro famiglie, ha ricordato
i due Santi Apostoli, “colonne e fondatori della Chiesa di Roma”, all’ingresso della
Porta Paolina della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura. La processione, al
canto delle Litanie dei Santi, si è sciolta attorno all’Altare della Confessione per
la solenne Liturgia Eucaristica che il cardinale ha presieduto, tracciando nell’omelia
un affascinante profilo della personalità di Paolo, “carattere impetuoso e dai tenerissimi
affetti, battagliero ed accorto diplomatico, dalle visioni estatiche e dalle irrefrenabili
attività”. Dopo aver evocato l’Inno paolino alla Carità - “canto di esultanza in
applicazione della parola stessa di Gesù” e del quale ha pure esaltato la “bellezza
poetica” - il cardinale Lajolo ha sviluppato un’esegesi su tre aspetti della figura
di Paolo, l’apostolo, il servo e il prigioniero, e l’ha conclusa scandendo il passo
“di una trascendentale semplicità” della sua Lettera in cui ricorda che “Nessuno di
noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso….Cristo è il Signore dei morti
e dei vivi”. La Messa – fra i suoi concelebranti il vescovo Renato Boccardo, segretario
generale del Governatorato – è stata accompagnata da una corale tedesca ospite di
Roma, il KonzertChor SüdHessen di Wiesbaden, diretta dal maestro Andrew Wippert;
al termine il cardinale ha salutato i suoi componenti riuniti sotto la volta dell’Abside
della Basilica; e così pure quelli della banda del Corpo della Gendarmeria vaticana,
diretta dal maestro Giuseppe D’Amico, che schierata nel transetto, ha eseguito un
inno sacro, continuando il concerto che aveva eseguito prima nel Portico. La cerimonia
ha avuto, come appendice, il saluto dell’arciprete della Basilica, cardinale Andrea
Cordero Lanza di Montezemolo, al presidente del Governatorato (“alla cui autorità,
ha detto, siamo sottoposti”) e alla grande famiglia del Governatorato alla quale,
ha sottolineato, “siamo tutti uniti da un vincolo importante, di essere al servizio
del Papa e della Santa Sede”, sottolineato dalla consegna al cardinale Lajolo della
medaglia d’oro commemorativa dell’Anno Paolino. E questi nel ringraziare ha ricordato
come l’arciprete abbia “rinfrescato, ringiovanito il volto della Basilica” e lo ha
ringraziato per aver “promosso nuove attività, contribuendo in modo assai efficace
al buon svolgimento dell’Anno Paolino”. Infine il cardinale Lajolo ha ricordato la
pubblicazione, da parte della Libreria Editrice Vaticana, del libro che raccoglie
le catechesi del Santo Padre sull’Apostolo Paolo, e la celebrazione odierna della
festa liturgica di Sant’Antonio di Padova, ricordando “antichi legami” dei quali ha
dato personale testimonianza, tra la Basilica di Padova e quella di San Paolo fuori
le Mura. In mattinata questa ha accolto un altro significativo, e foltissimo, pellegrinaggio,
quello della Chiesa suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto, guidato dal cardinale che
ne ha il titolo, Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi,
che era accompagnato dal vescovo ordinario Lino Fumagalli. ( A cura di Graziano
Motta)