I vescovi del Brasile: la corruzione minaccia la democrazia
I membri del Consiglio Permanente della Conferenza dei vescovi del Brasile, riuniti
a Brasilia, hanno condannato ancora una volta la corruzione nella politica ed hanno
chiesto maggiore impegno etico. In particolare i presuli hanno espresso la loro indignazione
a seguito delle ripetute accuse di corruzione a danno dei Poteri costituiti, considerando
che questa “costituisce una grande minaccia al sistema democratico”. Per i vescovi
– sottolinea l’agenzia Fides - “la corruzione implica le disuguaglianze sociali, la
miseria, la fame e la povertà”. “Raramente si hanno notizie sulla restituzione delle
risorse e dei beni pubblici usurpati”. Inoltre, “compromette il funzionamento dello
Stato, delude e fa diminuire la partecipazione politica del Paese, porta al disprezzo,
alla perplessità, alla stanchezza ed al discredito generalizzato”. Secondo il Consiglio
Permanente della Conferenza episcopale, la pratica “comprovata” della corruzione si
è convertita in una abitudine che si è radicata con l’inizio degli investimenti. Diverse
istanze della società civile si sono espresse già in varie occasioni in favore di
una riforma per guarire i mali della corruzione che compromettono la vita pubblica.
A questo proposito, la Chiesa vuole contribuire a questa campagna mostrando le esigenze
etiche del Vangelo. I vescovi ricordano infine che “la politica è un servizio al bene
comune, nella costruzione di una società giusta, fraterna e solidale” ed “i politici
devono essere persone dotate di virtù sociali, come competenza, trasparenza e spirito
di servizio”. Per questo, i firmatari convocano tutti affinché attraverso il Disegno
di Legge di iniziativa popolare sulla vita dei candidati e di riforma politica, si
possano garantire elezioni etiche nel 2010, “fortificando la partecipazione e garantendo
la credibilità nei processi democratici”. (A.L.)