La proposta britannica di comprare ovuli per la fecondazione artificiale. Jospehine
Quintavalle: no al traffico di tessuto umano
In Gran Bretagna, la presidentessa della Commissione governativa che si occupa di
bioetica, Lisa Jardine, ha proposto di fronteggiare il calo delle donazioni di ovuli
e seme per la fecondazione artificiale acquistando i gameti. Ma questo che cosa significherebbe?
Valentina Fizzotti lo ha chiesto a Josephine Quintavalle, esponente
de movimento prolife britannico e fondatrice dell’organizzazione cristiana Core, che
si occupa di etica riproduttiva:
R. - Il nuovo
capo dell’autorità inglese che coordina tutto quello che riguarda la fecondazione
artificiale, ha proposto che si dovrebbe pagare per aumentare il numero dei donatori.
Si tratta di instaurare una specie di commercio di tessuto umano, ma l’Inghilterra
dovrebbe seguire le linee del parlamento europeo, dove c’è stata una direttiva fortemente
contraria a qualsiasi tipo di traffico in tessuto umano.
D.
- Che cosa succederà se dovesse essere modificata la legge?
R.
- Si andranno a cercare i donatori offrendo loro molto denaro, perché in questo momento
ci sono difficoltà finanziarie, come in tutta Europa, e questo potrebbe risultare
in ragazze giovani, specialmente, che si offrono di vendere i loro ovociti.
D.
- E quali sarebbero le conseguenze?
R. - Per la donna,
sono gravissime. Donare ovociti non è una cosa facile e non è senza pericolo, e non
si può mai sapere in precedenza chi potrebbe soffrire e chi no. Quindi, quando si
va a chiedere ad una qualsiasi ragazza di donare i suoi ovociti, non si sa cosa le
potrebbe succedere. E’ una cosa serissima, è un intervento medico invasivo che comporta
pericoli reali. E’ assolutamente contro qualunque etica indurre giovani a vendere
i loro ovociti. Ma c’è da sottolieneare anche questo grande principio sulla dignità
del corpo umano, che cioè non si inizia un traffico in tessuto umano.
D.
- Ma come è regolata per legge la bioetica in Inghilterra?
R.
- Noi abbiamo 80 pagine di legge che dovrebbero controllare questo ambito della bioetica,
ma in realtà si può fare qualsiasi cosa. Con le nostre leggi, tutto è consentito.
Si andrebbe a proporre ad una donna di vendere parti del proprio corpo: mi fa veramente
inquietare il concetto di una nota femminista che propone una cosa del genere. Noi
dobbiamo tutelare le giovani affinché non cadano in questa trappola, perché in taluni
tragici casi possono rischiare la morte, ma anche di perdere la fertilità.