2009-09-20 14:46:20

Il cardinale Vlk: la visita del Papa in Cechia è una grazia per tutto il Paese


Si è svolta ieri a Brno, nella Repubblica Ceca, una conferenza sul magistero di Benedetto XVI, in preparazione al viaggio apostolico che il Papa compirà in questo Paese dal 26 al 28 settembre prossimi. In tutta la Cechia è un fervore di iniziative in attesa di questo evento. Il Pontefice visiterà Praga, Stará Boleslav e Brno, in occasione della festa di San Venceslao, Patrono della nazione. Il viaggio avviene a 20 anni dalla caduta del comunismo. Cosa è cambiato in questi anni per la Chiesa? Ascoltiamo il cardinale arcivescovo di Praga, Miloslav Vlk, in questa intervista rilasciata alla Tv cattolica slovacca Tele Lux:RealAudioMP3

R. – Dopo la caduta del comunismo si è aperto uno spazio di libertà molto grande per la pastorale e le altre attività della Chiesa. Invece, a 20 anni dalla caduta del comunismo, non si è risolta ancora la questione della restituzione dei beni della Chiesa: i politici non vogliono risolvere queste questioni e così siamo sempre dipendenti dallo Stato per i salari dei sacerdoti. Noi vogliamo essere veramente liberi, anche in quest’ambito. Noi dialoghiamo con lo Stato ma i vari governi che si sono susseguiti in questi anni non sono stati disponibili ad affrontare questo problema. A vent’anni dalla caduta del comunismo tutto ciò non è stato ancora risolto.

 
D. – Che dire della partecipazione del laicato alla vita della Chiesa?

 
R. – Durante il comunismo, durato 40 anni, tutta l’attività della Chiesa era controllata: solo i sacerdoti avevano il permesso di svolgere attività ecclesiali. I laici, invece, non potevano collaborare con i sacerdoti nelle attività apostoliche e pastorali: era vietato. Quindi, dopo la caduta del comunismo, si rendeva necessario ravvivare la partecipazione dei laici all’attività pastorale della Chiesa. Questo era un grande compito: far ripartire la collaborazione tra laici e sacerdoti. E pian piano si è andati avanti su questa strada.

 
D. – Quali sono, da una parte, i problemi più grandi della Chiesa e, dall’altra, le gioie più grandi, le speranze?

 
R. – Tra i nostri problemi più grandi c’è l’urgenza di una testimonianza più incisiva del Vangelo: dobbiamo portare questa testimonianza cristiana nella società che ci circonda. Credo che questo si dovrebbe realizzare in modo più veloce ma la situazione in cui siamo non è quella ideale. Tuttavia, questa società secolarizzata ha bisogno della testimonianza della vita cristiana. Innanzitutto, perciò, si deve vivere il Vangelo, farne esperienza personale e poi testimoniare. Questo, purtroppo, non si è ancora realizzato del tutto e questa è una nostra carenza ma anche la nostra prospettiva. Per quanto riguarda le gioie, invece, posso dire che ci sono, soprattutto grazie alle conversioni. Ci sono tanti catecumeni: due volte all’anno abbiamo il rito dell’accoglienza dei catecumeni nella Cattedrale e l’ultima volta, prima delle vacanze, ce n’erano 150. E’ un numero davvero notevole e questo è sicuramente fonte di gioia.

 
D. – Quali sono allora le aspettative per la visita del Santo Padre?

 
R. – Siamo un piccolo popolo, un piccolo Stato nel cuore dell’Europa, e per noi è una grazia, una vera benedizione la visita del Santo Padre. Ci aspettiamo da questa sua visita un rafforzamento nella fede.







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