Padre Lombardi al Convegno “Testimoni Digitali”: anche nella Rete si può cercare
e incontrare Dio
L’annuncio del Vangelo “non può non percorrere le vie della comunicazione di oggi”:
è quanto affermato, stamani, dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre
Federico Lombardi, al Convegno “Testimoni Digitali” della Cei. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Nel suo
intervento, padre Federico Lombardi ha messo l’accento sugli aspetti più significativi
della testimonianza cristiana nel nostro tempo, contraddistinto dalla comunicazione
digitale. Questo, ha affermato il direttore della Sala Stampa, è “anzitutto tempo
di verità, di trasparenza e di credibilità”. “Il segreto e la riservatezza, anche
nei loro aspetti positivi – ha detto – non sono valori coltivati nella cultura di
oggi. Bisogna essere in grado di non aver nulla da nascondere”. L’esperienza “che
stiamo vivendo, i prezzi che stiamo pagando – ha aggiunto – dicono che la nostra testimonianza
deve andare decisamente nella linea del rigore, della coerenza fra ciò che diciamo
e ciò che siamo, del rifiuto di ogni ipocrisia e doppiezza”. Padre Lombardi ha, quindi,
esortato i media a “portare la gioia della verità e della lealtà” ed “essere testimoni
credibili per ciò che diciamo e facciamo”. In ogni luogo, ha osservato ancora padre
Lombardi, “quindi anche in ogni luogo della Rete, se si stabiliscono relazioni profonde,
si può cercare ed incontrare Dio”.
Il Papa, ha ricordato
padre Lombardi, ha parlato del “Cortile dei Gentili”. Un invito “per la Chiesa ad
incontrare e dialogare sinceramente anche con gli uomini sinceri che non conoscono
il Cristo”. Questo, ha soggiunto, è anche “tempo di responsabilità per la comunità”.
Occorre, ha affermato, “che chi ama la Chiesa sia molto responsabile di fronte agli
altri e alla comunità, per conservare il giusto pluralismo delle fonti” all’interno
“di un tessuto di rapporti, di rispetto e carità, di attenzione al magistero e all’autorità
legittima della Chiesa”. “Non penso – ha detto padre Lombardi – che la rete e la comunicazione
digitale debbano essere temute da un preoccupato centralismo”, ma occorre “riflettere
e vivere in modo nuovo la esperienza di essere Chiesa ai tempi di Internet”. Questo,
ha conlcuso, “richiede da noi una grande passione per essere comunità” unita “non
dall’imposizione esterna, ma dalla fede e dall’amore”.