2010-06-05 16:00:29

Appello dei vescovi del Friuli alle famiglie: sostenete le vocazioni sacerdotali


“‘Seguitemi, vi farò pescatori di uomini’ (Mt 4,19). Come accompagnare i chiamati al presbiterato diocesano”. È il titolo della lettera pastorale scritta dai vescovi del Friuli Venezia Giulia, a conclusione dell’Anno Sacerdotale, e rivolta alle famiglie “per raccomandare e sostenere l’interesse e l’impegno verso la vocazione al sacerdozio” delle chiese di Gorizia, Udine, Trieste, Concordia–Pordenone. Punto di partenza - spiegano i presuli nella missiva di cui dà notizia l'agenzia Sir -, il “desiderio di far comprendere quanto a noi vescovi stiano a cuore i sacerdoti” e la “speranza che essa contribuisca a rinnovare, nelle nostre diocesi, la stima e l’amore verso di essi e il loro ministero e dia impulso per una più convinta azione a favore dei chiamati al presbiterato”, che sono più numerosi di quanto non si creda. Dino De Antoni, arcivescovo di Gorizia, Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, Giampaolo Crepaldi, arcivescovo-vescovo di Trieste, Ovidio Poletto, vescovo di Concordia-Pordenone non nascondono il fatto che nelle loro diocesi si stia perdendo il significato di una esistenza donata nel matrimonio cristiano, nella consacrazione verginale, nel presbiterato e si dicono preoccupati, perché “si è steso un velo di silenzio, in particolare, sulla vocazione al sacerdozio”. “Non se ne parla nelle famiglie e poco anche nelle nostre comunità cristiane”, osservano ancora i vescovi friulani: “I ragazzi e i giovani spesso non sanno più cosa sia il seminario. Se nasce in loro il desiderio di diventare preti non sanno neppure a chi rivolgersi per farsi aiutare”. I presuli ripropongono, dunque, la figura del prete come “padre, guida e amico di tante sorelle e fratelli, capace di capirli perché condivide con essi la loro stessa vita”. Definiscono straordinaria la sua vocazione, perché “nessun altro uomo, per quanto santo, ha il potere di consacrare il pane e il vino nella celebrazione eucaristica e rendere realmente presente il Corpo e il Sangue di Gesù, crocifisso e risorto. Nessun altro uomo, può ardire di dichiarare in prima persona: ‘Ti assolvo dai tuoi peccati’ né può avere la forza di predicare il Vangelo con l'autorità di Gesù e della Chiesa”. Forte, dunque, l’invito, quasi un appello alle famiglie perché aiutino i loro figli a scoprire la propria vocazione, comunque sia orientata, e alla Chiesa perché “non abbandoni a se stessi i figli che hanno nel cuore la vocazione al presbiterato”. Tra le indicazioni pratiche indicate nella lettera, la direzione spirituale e i gruppi vocazionali distribuiti sul territorio rivolti a fanciulli, giovani e adulti. Indispensabili, infine, una Comunità vocazionale per ogni diocesi ed il Seminario. (M.G.)








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