2010-07-15 14:34:23

Pakistan: a Faisalabad militanti islamici attaccano la comunità cristiana


“Un corteo di protesta di centinaia di militanti islamici ha chiesto la morte di due cristiani accusati di blasfemia. Una chiesa cattolica è stata colpita da una sassaiola. Siamo in stato di massima all’erta anche se ora è tornata la calma e la situazione è sotto controllo”: è la testimonianza resa all’agenzia Fides dal padre domenicano Pascal Paulus, parroco della chiesa del Santo Rosario a Waris Pura, uno dei più grandi sobborghi di Faisalabad. Nei giorni scorsi un corteo di dimostranti ha portato scompiglio nel quartiere, dove vive una folta comunità cristiana di circa 100mila persone. Secondo quanto riporta l’organizzazione “Minorities Concern of Pakistan”, la protesta musulmana riguardava due fratelli cristiani protestanti, il Pastore Rashid Emmanuel e suo fratello Sajid Emmanuel. I due sono stati arrestati il 2 luglio con l’accusa di aver scritto un libretto contenente frasi blasfeme sul Profeta Maometto. I militanti islamici dicevano di voler “dare una lezione alla comunità cristiana” e di volersi “fare giustizia da soli”. “Siamo preoccupati e la comunità cristiana vive ancora in tensione. Alcuni fedeli sono scappati temendo maggiori violenze. Chiediamo la protezione delle autorità. La protesta degli estremisti era immotivata, in quanto basata su false accuse verso due cristiani che erano già stati arrestati, e per i quali si chiedeva la pena di morte”, spiega a Fides il religioso. “La nostra chiesa del Santo Rosario, l’unica chiesa cattolica di Waris Pura, è stata colpita da una sassaiola. Ce la siamo vista brutta, anche se ora il peggio è passato”, rimarca. La situazione è tornata sotto controllo grazie al pronto intervento di mons Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad, che ha attivato contatti con le autorità civili e di polizia e con i leader musulmani locali. A Waris Pura è stato costituito d’urgenza un Comitato congiunto civile-religioso, presieduto dal vescovo, per riportare la calma, restaurare un clima di civile convivenza e scongiurare ogni ulteriore violenza. “Va detto che la folla si è attivata dopo che alcuni leader religiosi musulmani hanno incitato all’odio e alla protesta. Purtroppo il Paese è attraversato da fermenti di estremismo che a volte poi dilagano nel terrorismo. L’episodio è uno dei tanti, dovuti alla iniqua legge sulla blasfemia, che colpisce specialmente le minoranze religiose ed è uno dei nostri principali problemi”, dice all’agenzia Fides padre Khalid Rashid Asi, vicario generale della diocesi di Faisalabad e presidente della Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo. “Il nostro lavoro per restaurare un clima di dialogo e di armonia prosegue. Continueremo a credere nel dialogo interreligioso e nella buona volontà di tutti gli uomini”, sottolinea il vicario. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.