Pakistan: a Faisalabad militanti islamici attaccano la comunità cristiana
“Un corteo di protesta di centinaia di militanti islamici ha chiesto la morte di due
cristiani accusati di blasfemia. Una chiesa cattolica è stata colpita da una sassaiola.
Siamo in stato di massima all’erta anche se ora è tornata la calma e la situazione
è sotto controllo”: è la testimonianza resa all’agenzia Fides dal padre domenicano
Pascal Paulus, parroco della chiesa del Santo Rosario a Waris Pura, uno dei più grandi
sobborghi di Faisalabad. Nei giorni scorsi un corteo di dimostranti ha portato scompiglio
nel quartiere, dove vive una folta comunità cristiana di circa 100mila persone. Secondo
quanto riporta l’organizzazione “Minorities Concern of Pakistan”, la protesta musulmana
riguardava due fratelli cristiani protestanti, il Pastore Rashid Emmanuel e suo fratello
Sajid Emmanuel. I due sono stati arrestati il 2 luglio con l’accusa di aver scritto
un libretto contenente frasi blasfeme sul Profeta Maometto. I militanti islamici dicevano
di voler “dare una lezione alla comunità cristiana” e di volersi “fare giustizia da
soli”. “Siamo preoccupati e la comunità cristiana vive ancora in tensione. Alcuni
fedeli sono scappati temendo maggiori violenze. Chiediamo la protezione delle autorità.
La protesta degli estremisti era immotivata, in quanto basata su false accuse verso
due cristiani che erano già stati arrestati, e per i quali si chiedeva la pena di
morte”, spiega a Fides il religioso. “La nostra chiesa del Santo Rosario, l’unica
chiesa cattolica di Waris Pura, è stata colpita da una sassaiola. Ce la siamo vista
brutta, anche se ora il peggio è passato”, rimarca. La situazione è tornata sotto
controllo grazie al pronto intervento di mons Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad,
che ha attivato contatti con le autorità civili e di polizia e con i leader musulmani
locali. A Waris Pura è stato costituito d’urgenza un Comitato congiunto civile-religioso,
presieduto dal vescovo, per riportare la calma, restaurare un clima di civile convivenza
e scongiurare ogni ulteriore violenza. “Va detto che la folla si è attivata dopo che
alcuni leader religiosi musulmani hanno incitato all’odio e alla protesta. Purtroppo
il Paese è attraversato da fermenti di estremismo che a volte poi dilagano nel terrorismo.
L’episodio è uno dei tanti, dovuti alla iniqua legge sulla blasfemia, che colpisce
specialmente le minoranze religiose ed è uno dei nostri principali problemi”, dice
all’agenzia Fides padre Khalid Rashid Asi, vicario generale della diocesi di Faisalabad
e presidente della Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo. “Il nostro
lavoro per restaurare un clima di dialogo e di armonia prosegue. Continueremo a credere
nel dialogo interreligioso e nella buona volontà di tutti gli uomini”, sottolinea
il vicario. (R.P.)