Esondazioni nel nord-ovest della Cina: almeno 127 morti
Le piogge monsoniche non risparmiano neppure la Cina: nella notte si sono verificati
smottamenti del terreno e inondazioni nella zona di Zhouqu, nel nord-ovest del Paese.
Il bilancio è finora di 127 morti e 2000 dispersi. Il premier Wen Jiabao ha immediatamente
lasciato Pechino per coordinare i soccorsi sul posto. Il servizio di Roberta Barbi
La
pioggia è iniziata a cadere ieri sera intorno alle 22, poi, due ore dopo, l’inferno:
una barriera di detriti sul fiume Bailong ne ha favorito l’esondazione ed è stata
sommersa l’intera contea di Zhouqu, nella Prefettura autonoma tibetana di Gannan,
provincia nord-occidentale del Gansu. Nell’area, circa 3000 km, c’erano villaggi abitati
da 19mila persone. Gli smottamenti del terreno hanno inghiottito un’intera città,
uccidendo almeno 127 persone, mentre i dispersi sono 2000. Il premier Wen Jiabao si
è immediatamente recato sul posto per coordinare i soccorsi, particolarmente difficoltosi
in un’area già di per sé montagnosa e di difficile accesso. Interrotte anche le comunicazioni
telefoniche e l’elettricità, perché è stata distrutta una piccola centrale idroelettrica
nella zona. Il presidente Hu Jintao ha fatto sapere di non risparmiare sforzi per
cercare di salvare vite umane.