Pressing della Comunità internazionale su Israele per la moratoria degli insediamenti
La Comunità internazionale continua a chiedere ad Israele di prorogare la moratoria
degli insediamenti in Cisgiordania al fine di ottenere un buon esito dei colloqui
diretti avviati con i palestinesi. E' pronto a chiederlo il cosiddetto Quartetto per
il Medio Oriente - composto da Unione Europea, Usa Russia e Onu – mentre lo ha già
fatto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che oggi ha incontrato
il presidente israeliano Shimon Peres a margine del Vertice contro la povertà a New
York. Intanto i vertici dello Stato Ebraico sembrano convergere sull’idea di indire
un referendum popolare sull’eventuale accordo di pace con i palestinesi. Ma sulla
questione degli insediamenti, che rischia di compromettere le trattative, Eugenio
Bonanata ha intervistato Marcella Emiliani, docente di Sviluppo del Medio
Oriente all’Università di Bologna:
R. – E’ il
punto più delicato di tutti, assieme a quello del futuro di Gerusalemme, cosa che
non si sottolinea mai abbastanza. Non è solo il numero degli insediamenti che si è
moltiplicato esponenzialmente, ma anche dove questi insediamenti vengono poi costruiti
e fabbricati. Sono ormai talmente 'incistati' dentro i territori che virtualmente
dovrebbero tornare ai palestinesi, da rendere estremamente complicata la restituzione.
D.
– Quali sono le possibilità per gli Stati Uniti di convincere Israele su questo fronte?
R.
– Farò un discorso un po’ cinico. Gli Stati Uniti finanziano ogni anno gran parte
del budget israeliano. In altri frangenti della storia hanno saputo usare i cordoni
della borsa per portare Israele ai tavoli dei negoziati. Quindi, lo strumento finanziario
è indubbiamente uno strumento principe. Certo, per arrivare ad attuare un aut-aut
come questo, bisognerebbe che Israele e Stati Uniti arrivassero ai ferri corti, ma
volendo gli Stati Uniti hanno lo strumento.
D. – Sul versante palestinese,
Abu Mazen ha fatto sapere nei giorni scorsi che ha intenzione di dimettersi in caso
di fallimento dei negoziati con Israele. Bisogna credere a questo annuncio? Come valutarlo?
R.
– La minaccia di Abu Mazen è più che altro una minaccia nei confronti degli Stati
Uniti: o mi sostenete o sostenete le mie esigenze oppure vi verrà a mancare un interlocutore,
e a quel punto la maggior parte della responsabilità degli eventuali fallimenti ricadrà
su di voi. La minaccia di dimissioni da parte di Abu Mazen è, purtroppo per lui, l’unica
arma che ha per farsi ascoltare, non ne ha altre. Le altre armi sono quelle che usa
Hamas: l’arma del terrorismo. Ma la componente Fatah-Abu Mazen sembra averci rinunciato.
Afghanistan In
Afghanistan 9 militari della forza internazionale sono morti nel sud del Paese per
lo schianto dell’elicottero su cui viaggiavano. I talebani hanno rivendicato l’abbattimento
del velivolo, ma l’Isaf non ha confermato. L’episodio porta a 529 il numero dei soldati
stranieri deceduti nel Paese nel corso del 2010, che diventa l’anno più sanguinoso
per la NATO dall’inizio della guerra. Anche l’Onu, in un rapporto diffuso oggi, segnala
il peggioramento della sicurezza nel Paese rispetto al 2009. Intanto, sul fronte delle
elezioni, che si sono svolte sabato scorso, sono arrivati a circa 1500 i ricorsi per
presunte irregolarità, raccolti fino ad ora dalla Commissione per i reclami elettorali
di Kabul. Il termine per la presentazione delle denunce scade oggi.
Iraq Militari
ancora nel mirino della guerriglia in Afghanistan. Due soldati iracheni hanno perso
la vita ed un terzo è rimasto ferito stamattina per l’esplosione di un ordigno artigianale
al passaggio del loro veicolo. Teatro dell’attentato, il pieno centro della città
settentrionale di Kirkuk.
Iran L’Iran è disponibile a riprendere
i colloqui sul programma nucleare con la comunità internazionale. Lo ha annunciato
un portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, che però non ha fornito una collocazione
temporale precisa, limitandosi a parlare di un “prossimo futuro”.
Inondazioni
in India Prosegue l’emergenza maltempo nella zona nord dell’India colpita in
questi giorni da incessanti piogge monsoniche. Il bilancio è di 120 morti e di migliaia
di sfollati per le esondazioni del fiume Gange e di altri corsi d’acqua, che interessano
oltre mille villaggi. Stato di massima allerta anche a Nuova Delhi nel timore dello
straripamento del fiume Yamuna che ha raggiunto il livello record degli ultimi 30
anni. In città è crollato un ponte in costruzione provocando il ferimento di un operaio.
Kashmir-India Spiragli
di dialogo nel Kashmir indiano, dopo le violente manifestazioni separatiste dei giorni
scorsi. Il leader di uno dei gruppi più radicali ha accettato di incontrare il gruppo
di deputati, inviato nella regione dal governo di Nuova Delhi, nel tentativo di disinnescare
la crisi. Secondo un’emittente televisiva locale l’uomo avrebbe consegnato un pacchetto
di cinque proposte in cambio della fine delle proteste. Tutti gli altri, invece, gruppi
hanno boicottato i colloqui. La popolazione ha attaccato verbalmente la delegazione
mentre si recava in ospedale per visitare i feriti dei recenti scontri.
Pakistan-Kashmir Tragedia
nel Kashmir pachistano. Almeno 15 studenti sono morti stamattina quando lo scuolabus
su cui viaggiavano è precipitato in un fiume. A bordo c’erano una trentina di ragazzi
tra i 10 e i 15 anni: solo cinque sono stati recuperati vivi, mentre gli altri risultano
dispersi.
Pakistan Aerei senza pilota americani in azione nelle ultime
24 ore in Pakistan, contro postazioni della guerriglia. Il raid, avvenuto nella zona
tribale al confine con l’Afghanistan, ha provocato la morte di almeno 4 sospetti miliziani.
A Karachi, nel sud del Paese, gli ultimi episodi di violenza di questi giorni si sono
conclusi con un bilancio di 17 morti, tra cui 4 attivisti politici.
Somalia Sempre
più complicata la situazione in Somalia: ieri un attentatore si è fatto esplodere
nei pressi del palazzo presidenziale di Mogadiscio, oggi invece si è dimesso il capo
del governo transitorio, Sharmarke. La decisione – ha spiegato – è nell’interesse
del Paese avendo fallito la lotta contro i ribelli islamici. Il presidente Shaarif
ha quindi avviato nuove consultazioni.
Algeria Non si placano in
Algeria le violenze di matrice terroristica. In mattinata, nella capitale Algeri,
un ordigno è esploso in un viale del mercato di Bordj Menaiel al passaggio di una
pattuglia di polizia, uccidendo i due agenti a bordo. Per il momento non è giunta
alcuna rivendicazione. Si sospetta sia opera della cellula maghrebina di Al-Qaida.
Marocco-Sahara
occidentale Il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ha invitato il re del
Marocco Mohamed VI a riprendere gli incontri con il fronte Polisario per dare una
svolta alla questione del Sahara occidentale. Le controparti sono tuttavia ferme sulle
loro decisioni: Rabat è disposta a concedere l’autonomia, il fronte chiede invece
un referendum sull’indipendenza.
Consiglio d’Europa-Francia Nuove
critiche alla Francia in merito alle ultime misure in tema di immigrazione. Il Consiglio
d’Europa le ha definite insufficienti e incapaci di garantire il pieno rispetto dei
diritti dei migranti. In una lettera inviata al ministro francese per l'Immigrazione
Eric Besson, il commissario per i Diritti umani del’organismo, Thomas Hammarberg,
afferma che Parigi deve migliorare questi provvedimenti.
Moldavia In
Moldavia la Corte costituzionale si è pronunciata per lo scioglimento del Parlamento
e per lo svolgimento di elezioni legislative, in seguito al blocco dell’Assemblea
che da oltre un anno non riesce ad eleggere il nuovo presidente. Lo scorso 5 settembre
è fallito, per scarsa affluenza alle urne, anche il referendum sul ritorno delle elezioni
presidenziali dirette nel Paese. Secondo gli osservatori la tornata elettorale potrebbe
svolgersi il prossimo 28 novembre.
Cina-Giappone Ancora tesi i rapporti
tra Cina e Giappone. A margine dell’Assemblea generale dell’ONU a New York le due
diplomazie hanno smentito la possibilità di un incontro tra i due premier, dopo le
recenti schermaglie che hanno coinvolto Pechino e Tokio.
Nord Corea È
prevista per martedì prossimo, 28 settembre, la riunione del Partito dei lavoratori
coreano che sceglierà il futuro leader del Paese. A distanza di circa 30 anni dall’ultima
convocazione l’Assemblea secondo gli osservatori nominerà quasi certamente Kim Jong-un,
figlio dell’attuale capo di stato, Kim Jong-il afflitto da gravi problemi di salute.
Cina-Pakistan In
corso trattative tra Cina e Pakistan per la costruzione di un nuovo reattore nucleare
in territorio pakistano. Lo riferiscono media cinesi, ricordando che si tratta del
secondo reattore costruito da una società cinese in Pakistan. Preoccupazione è stata
espressa dagli Stati Uniti per il mancato via libera da parte dell’Autorità internazionale
per la diffusione dell’energia atomica a scopi civili, che si occupa di controllare
la non proliferazione delle armi atomiche nel mondo.
Usa-Haiti USA
e Haiti hanno firmato ieri un accordo con un’impresa sudcoreana per l’apertura di
uno stabilimento tessile nella capitale dell’isola che darà lavoro a 10 mila persone.
L’accordo, che prevede una serie di investimenti locali, mira alla ripresa economica
del Paese. La decisione è tuttavia stata criticata dai sindacati per il salario previsto,
considerato troppo basso, 3 dollari al giorno.
Filippine Il governo
di Manila ha varato un piano di aiuti per le popolazioni del Sud delle Filippine.
Il provvedimento prevede lo stanziamento di fondi destinati a sviluppare le infrastrutture
e i servizi di base. In questo modo l’esecutivo vuole tentare di risolvere il conflitto
che da più di 30 anni sconvolge le provincie del sud e che ha causato più di 150 mila
morti e, solo nel 2008, 750 mila rifugiati.
Cuba-Brasile Il Brasile
aiuterà Cuba nello sviluppo della piccola e media impresa. E’ quanto affermato dal
ministro degli Affari Esteri brasiliano, che al Palazzo di Vetro di New York, ha parlato
di un piano di sviluppo che prevede il trasferimento di 500 mila lavoratori dal settore
pubblico - impiegati in attività considerate improduttive - al settore privato nel
tentativo di rendere l’economia cubana più efficiente e competitiva. (Panoramica
internazionale a cura di Eugenio Bonanata e Marco Onali)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 264
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