L’Onu denuncia: in Congo l’esercito regolare si macchia di crimini orrendi
Uomini dell’esercito regolare della Repubblica Democratica del Congo (RdC, ex Zaire)
stuprano donne e uccidono nella regione orientale del Paese. Lo denuncia l'inviata
dell'Onu per le violenze sessuali nei conflitti armati, Margaret Wallstrom, oggi al
Palazzo di Vetro. “Ci sono informazioni da parte di soldati del contingente Onu per
il mantenimento della pace (Monusco) secondo cui violenze, assassinii e razzie vengono
perpetrate dalle forze armate della Repubblica Democratica del Congo”, ha detto la
Wallstrom durante una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. “L’ipotesi che
le stesse comunità vittime lo scorso agosto dei ribelli” siano ora brutalizzate dalla
forze armate “è inimmaginabile e inaccettabile”, ha detto la Wallstrom.
Operatore
britannico di Save the children rapito in Somalia Un operatore britannico ed
un'altra persona di nazionalità somala sono stati rapiti oggi in Somalia da un gruppo
di uomini armati. Il britannico è un operatore di Save the Children. Il sequestro
è avvenuto ad Adado, al confine con l'Etiopia, una zona controllata dagli uomini di
al Qaeda e dai ribelli Shabaab. Proprio il portavoce del gruppo al Shabaab, Sheikh
Mohammed Ali Hussein, ha intimato alla popolazione locale di non recarsi negli ospedali
gestiti dai dell'Unione africana (Ua), diffondendo l’infamia che all'interno delle
strutture verrebbero forniti medicinali che provocano malattie mortali. Intanto il
presidente, Sheikh Sharif Ahmed, ha nominato oggi a Mogadiscio come candidato alla
poltrona di primo ministro, Mohamed Abdulahi Mohamed. Il 21 settembre scorso ,il premier
Omar Abdirashid Sharmarke si era dimesso dopo mesi di polemiche che avevano accompagnato
il suo mandato. Tre giorni dopo, il presidente Ahmed aveva chiamato a sostituire temporaneamente
il premier con il deputato Abdiwahid Elmi Gonjeh, uno dei tre vice di Sharmarke.
La
Comunità di Sant’Egidio ospita la firma di un accordo per la democrazia in Niger Una
delegazione di 27 nigerini, le più alte cariche della politica e della società civile,
è oggi a Roma, presso la Comunità di Sant’Egidio. L’occasione è data dalla firma di
un accordo quadro per la transizione democratica in atto nel Paese. È l'obiettivo
raggiunto al termine di una settimana di negoziati di alto livello, condotti proprio
sotto la mediazione della Comunità di Sant’Egidio, allo scopo di porre le basi per
il processo di riconciliazione e la normalizzazione politica. Il servizio di Silvia
Koch:
"L’appello
di Roma per la Riconciliazione e la Pace". Questo il documento che i 27 delegati nigerini
hanno appena firmato tra gli applausi dei mediatori e dei giornalisti. Impegno per
la risoluzione del conflitto nel nord del Paese, stabilizzazione dal basso e valorizzazione
delle componenti sociali in passato emarginate sono i valori che ispireranno, secondo
l’Accordo, le prossime tappe della transizione democratica. A Trastevere, nel cuore
di Roma, membri delle istituzioni della transizione, protagonisti della vecchia coalizione
di governo, militari e anche – elemento estremamente significativo – esponenti della
dissidenza Tuareg, hanno trovato una base di valori condivisi. Lavoreranno insieme
– questo è l’impegno assunto – per ridare al Niger quegli spazi di libertà persi durante
la deriva antidemocratica dell’ultimo anno. L’aiuto della “piccola Onu romana”, della
“democrazia parallela” – come è stata ribattezzata S. Egidio dopo i recenti successi
ottenuti in Guinea Conakry – è stato chiesto proprio da quegli organismi che amministrano
il Niger da quando, nel febbraio scorso, un colpo di Stato ha deposto l’ex presidente,
Mamadou Tandja. Da allora, la giunta militare salita al governo ha sempre dichiarato
di voler rimettere il potere nelle mani di rappresentanti democraticamente eletti.
È da vedere se inclusione, unità nazionale e pace resteranno solo buoni propositi
o se diventeranno il Niger di domani.
Teheran risponde positivamente
all’Europa che media sul nucleare La proposta di riprendere i negoziati con
il 5+1 sul nucleare a metà novembre, fatta ieri dall'alto rappresentante della politica
estera della Ue, Catherine Ashton, è “una buona notizia”, secondo il ministro degli
Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki. Il ministro lo ha detto entrando nella riunione
del forum "Amici del Pakistan" che si tiene oggi nella sede del Consiglio europeo
a Bruxelles. “I mesi di ottobre e novembre – ha detto Mottaki – sono un buon periodo
per riprendere il dialogo con il 5+1”, e l'Iran "vuole lavorare su una data specifica".
Catherine Ashton è il mediatore tra il 5+1 (Stati Uniti, Cina, Russia, Francia, Gran
Bretagna e Germania) e l'Iran per la trattativa sul nucleare di Teheran.
Consiglio
europeo, riunione degli “Amici del Pakistan democratico” Si parla del dialogo
tra governo afghano e talebani alla riunione in corso a Bruxelles del gruppo “Amici
del Pakistan democratico”, nella sede del Consiglio europeo. Lo ha annunciato il ministro
degli Esteri di Islamabad, Shah Mehmood Qureshi, che ha tuttavia sottolineato che
quella della riconciliazione deve essere un'iniziativa guidata dall'Afghanistan, alla
quale il Pakistan desidera contribuire. Al meeting è intervenuto anche il ministro
degli Esteri italiano, Franco Frattini, che ha sottolineato la necessità di una strategia
di lungo termine per stabilizzare e rafforzare la democrazia e le istituzioni per
aiutare il Paese a lottare contro il terrorismo e l'estremismo. “Non agire – ha detto
– costerebbe più di agire”. Frattini inoltre ha annunciato di voler “fare presto una
visita in Pakistan per parlare dei diritti delle minoranze, in particolare le minoranze
religiose: un tema che per l'Italia è della più grande importanza''. Il Pakistan ricopre
un ruolo fondamentale nel processo di pacificazione del vicino Afghanistan, sia per
la posizione strategica, sia per la presenza nelle zone di confine di gruppi talebani.
Proprio ribelli talebani, nella mattinata, hanno attaccato con bombe molotov e fucili
d'assalto un camion della Nato nel distretto di Khyber, in Pakistan. Contemporaneamente,
un drone americano (l’aereo senza pilota usato dall’aeronautica statunitense) ha ucciso
tre estremisti islamici nel nordest del Paese.
Francia: manifestanti occupano
gli oleodotti, a rischio il traffico aereo In Francia, continuano a scioperare
i lavoratori delle raffinerie di petrolio contro la riforma delle pensioni in discussione
al Senato in questi giorni. Ad oggi, tutte e 12 le raffinerie del Paese sono ferme,
ma alcuni manifestanti hanno occupato l’oleodotto che rifornisce i due aeroporti della
capitale, gli scali di Charles de Gaulle e Orly. La società che gestisce i rifornimenti
per gli aeroporti parigini, la Trapil, ha avvertito che lo Charles de Gaulle potrebbe
esaurire le sue scorte di carburante per gli aerei e gli automezzi già all'inizio
della settimana prossima mentre quello di Orly può resistere fino a 17 giorni. Il
blocco dell'oleodotto collegato ai due scali colpirà anche tre depositi che riforniscono
le stazioni di servizi a sud della capitale. Il governo ha, quindi, dato il permesso
alle aziende di attingere alle loro scorte d'emergenza, ma si è rifiutato di mettere
a disposizione le scorte strategiche statali mentre sul piano delle manifestazioni,
ha dato l’ordine alla polizia di liberare le raffinerie picchettate dai lavoratori.
I manifestanti chiedono a Sarkozy di rivedere le norme proposte che alzerebbero l’età
minima pensionabile da 60 a 62 anni.
Ucraina, Viktor Yanukovych accusa Julia
Tymoschenko di frode ai danni dello Stato Il governo filorusso ucraino ha presentato
oggi nuove accuse di frode contro l'ex primo ministro, Julia Tymoschenko, fra i protagonisti
della rivoluzione arancione del 2004. Secondo i contenuti di un rapporto di duemila
pagine – afferma oggi il governo del presidente Viktor Yanukovych – la Tymoschenko
si sarebbe appropriata di 282 milioni dollari di contributi ricevuti dall’Ucraina
nell'ambito del protocollo di Kyoto. Già in settembre, una prima parte del rapporto
accusava la Tymoschenko di aver intascato 50 milioni di dollari di aiuti mandati all’Ucraina
per l'epidemia di febbre suina. La Tymoschenko ha smentito tutte e due le vicende
e accusato l'attuale governo di aver ordito una vendetta nei suoi confronti per distrarre
l'opinione pubblica dai propri fallimenti.
Belgrado, condanna per i crimini
commessi contro i serbi negli anni Novanta Il parlamento serbo ha approvato
in serata una risoluzione che condanna i crimini commessi contro i serbi durante i
conflitti armati degli anni Novanta nella ex Jugoslavia. Il documento, riferiscono
le agenzie, è stato adottato con 133 voti a favore sul totale di 250 seggi dell'Assemblea.
In esso si esprime al tempo stesso rammarico e solidarietà con le vittime dei bombardamenti
della Nato del 1999 contro la Serbia. Nel testo di risoluzione, che è stato adottato
dopo otto ore di dibattito, si condannano i crimini commessi “contro i rappresentanti
del popolo serbo e i cittadini della Serbia” nel corso dei conflitti in Croazia, Bosnia-Erzegovina
e Kosovo, e si chiede ai parlamenti di altri Paesi, in particolare quelli della ex
Jugoslavia, di condannare tali crimini e di esprimere il loro rispetto nei confronti
delle vittime serbe. La risoluzione invita al tempo stesso le organizzazioni internazionali
e le varie istituzioni nazionali a proseguire le indagini sui crimini compiuti contro
i serbi durante tali conflitti e a punire i responsabili. A chiedere un testo di condanna
dei crimini contro i serbi erano state in particolare le forze dell'opposizione conservatrice
e nazionalista, dopo che a fine marzo il parlamento aveva condannato il massacro di
Srebrenica, la cittadina bosniaca dove nel luglio 1999 ottomila musulmani furono uccisi
dai serbo-bosniaci.
A Roma lo stralcio dell’inchiesta in cui sono indagati
Silvio Berlusconi e il figlio Il presidente del Consiglio italiano, Silvio
Berlusconi, il figlio Piersilvio e altri dirigenti Mediaset sono indagati a Roma per
evasione fiscale e reati tributari nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta milanese
sulla compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset. Sono state infatti
trasmesse a Roma le posizioni delle persone coinvolte – circa una decina – finite
nel registro degli indagati nel quadro degli accertamenti partiti dal capoluogo lombardo.
La competenza romana è determinata dal fatto che nelle due annate prese in esame,
2003 e 2004, la sede legale di Rti era nella capitale.
Il S. Gottardo diventa
il più lungo tunnel del mondo E' stata abbattuto l'ultimo diaframma della galleria
ferroviaria del S. Gottardo, sotto le Alpi svizzere. Con i suoi 57 chilometri sarà
il tunnel più lungo del mondo.
Il “Times” accusa banche inglesi di aver
aiutato l’Iran a evadere le sanzioni Banche e finanzieri britannici avrebbero
aiutato l'Iran a evadere le sanzioni intese a combattere il terrorismo e a contrastare
lo sviluppo da parte del Paese di un arsenale nucleare. Secondo il Times, Lloyds TSB
e Barclays avrebbero aiutato gli iraniani ad accedere a fondi per un totale di 600
milioni di dollari nascondendo le identità dei loro clienti. Tra gli accusati, comparirebbe
anche Lord Lamont of Lerwick, ex ministro del Tesoro del governo di John Major, membro
del consiglio di amministrazione del Balli Group. La società è stata multata dagli
Usa per 15 milioni di dollari per aver aiutato gli iraniani ad acquistare tre Boeing
747, venduti dalla United Airlines dopo la sua bancarotta in seguito agli attentati
dell'11 settembre.
Appello di intellettuali cinesi al governo per la liberazione
di Liu Xiaobo Continuano gli appelli autorevoli per la liberazione del neo
Premio Nobel per la pace, Liu Xiaobo, in carcere per i suoi scritti critici nei confronti
del sistema a partito unico, e la riforma democratica della Cina. Intanto, a Pechino
si riunisce l’Assemblea nazionale del Partito. Servizio di Marco Onali:
Un gruppo
di intellettuali cinesi ha diffuso oggi una lettera aperta per chiedere la liberazione
del vincitore del Premio Nobel per la pace, Liu Xiaobo, e l'istituzione di un sistema
democratico in Cina. L’appello arriva ad un giorno di distanza dalla lettera dei 23
anziani ex-dirigenti riformisti che, in una lettera aperta diffusa su Internet e sottoscritta
da centinaia di persone, hanno chiesto il rispetto della Costituzione del 1982, che
garantisce ai cittadini cinesi la libertà di espressione. Alla lista degli appelli
lanciati dai capi di governo dei Paesi occidentali si aggiungono poi le dichiarazioni
di un leader vicino a Pechino, Ma ying-jeou, presidente di Taiwan e fautore della
distensione con la Cina. Difficile che le vicende del Premio Nobel detenuto non pesino
in qualche modo sull’assemblea annuale del Partito comunista cinese, che si apre
proprio oggi a Pechino e che prevede la discussione dei nuovi orientamenti dell'economia.
Lo stesso presidente e segretario del Partito comunista, Hu Jintao, annuncia che si
passerà dalla fase di “crescita ad ogni costo” a quella di “crescita inclusiva”. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza e Marco Onali)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 288
E' possibile
ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino
del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.