Veglia missionaria a Roma: il cardinale Vallini conferisce il mandato a 10 nuovi missionari
“Condividere il pane non è solo un gesto materiale, ma va molto oltre. E’ il cuore
dell’uomo che deve essere spezzato per far entrare in lui la Parola di Dio. Cristo
ci ha donato il Pane di vita eterna, andate distribuite ed evangelizzate!”: con queste
parole, ieri sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, il cardinale
vicario Agostino Vallini, ha conferito il mandato a dieci nuovi missionari che
partiranno nei prossimi giorni per l’Africa e l’Asia. Tema della veglia missionaria:
“Spezzare il pane per tutti i popoli”. Ascoltiamo il cardinale Vallini al microfono
di Marina Tomarro:
“Spezzare
il pane per tutti i popoli è un grande messaggio, non riducibile certamente ad un
fatto puramente materiale, di natura politica. Innanzitutto, è spezzare il pane della
luce, del Vangelo, spezzare il pane dell’amore di Cristo che è alla fonte, anche,
per la risoluzione di tanti problemi sociali. Tutto viene dal cuore dell’uomo: se
è pacificato, se riconosce un solo Padre e tutti gli altri uomini suoi fratelli, gli
sarà facile anche spezzare il pane materiale e fare la giustizia sociale. E spezzare
il pane per tutti i popoli vuol dire annunciare il Vangelo testimoniandolo e questo
rinnoverà il mondo, così come ci dice continuamente il Santo Padre: che tutto parte
da una vita rinnovata che testimonia e proclama che Gesù è il Salvatore di tutti”.
Giovanni
e Giuseppina sono tra coloro che hanno ricevuto il mandato missionario. Si sposeranno
fra tre giorni e subito dopo partiranno per la Zambia. A Giovanni abbiamo chiesto
cosa voglia dire per loro evangelizzare:
R. - Per noi vuol dire anzitutto
ricordarci chi siamo, dove andiamo e il perché di tutto questo. E poi con l’esempio
e senza la parola - perché i primi momenti saranno difatti senza capacità di parlare
e di comunicare, perché in effetti l’inglese è la lingua ufficiale, ma per imparare
la lingua locale africana dovrà passare almeno un anno. Non avendo la padronanza di
questa lingua, sicuramente il primo modo di evangelizzare sarà la testimonianza di
chi siamo noi due, insieme.
Alla veglia missionaria era presente anche
mons. Ruggero Franceschini, arcivescovo metropolita di Smirne in Turchia. Ecco
la sua testimonianza:
“Forse si
possono fare poche cose in Turchia, ma noi vogliamo, dobbiamo esserci, in mezzo a
loro, per diventare amici e far vedere che non siamo persone che vogliono rovinare
la loro cultura, la loro religione; può accadere che qualcuno chieda – e accade –
di farsi cristiano e questo lo lasciamo fare al Signore. Noi siamo disponibili a vivere
con loro e ad impegnarci con i poveri, insieme. Ma non è la solita frase: ci impegniamo
proprio per i poveri, a tal punto che la nostra Caritas è oggetto di donazioni anche
dai turchi – e questo è il massimo – ma donazioni grosse! Il che vuol dire che loro
si sono accorti che non lavoriamo per noi o per i nostri, ma lavoriamo per chi ha
bisogno. Certo facciamo un po’ fatica perché non abbiamo spazi per noi, i nostri giovani
fanno fatica perché non hanno spazi per ritrovarsi insieme e sono obbligati ad andare
insieme agli altri; insieme agli altri non sempre sono liberi di parlare o di incontrarsi
come cristiani. Quindi, ci sono queste difficoltà. Però, noi ci stiamo bene”.