Svizzera: appello delle Chiese per i cristiani in Turchia ancora vittime di aggressioni
La Conferenza episcopale svizzera (Ces) e la Federazione delle Chiese protestanti
svizzere (Feps) hanno rivolto un appello congiunto per i cristiani in Turchia che
continuano ad essere oggetto di crescenti minacce e vessazioni. La nota si riferisce
in particolare al caso del monastero siro-ortodosso di Mor Gabriel (o "Dayro d-Mor
Gabriel"), nel sud-est dell’Anatolia, al centro di un'aspra battaglia legale avviata
nel 2008 e vinta dallo Stato turco grazie a una sentenza della Corte di Cassazione
di Ankara resa nota lo scorso 26 gennaio. Il tribunale di ultima istanza, capovolgendo
il precedente verdetto di un tribunale ordinario, ha accolto la tesi sostenuta dal
Ministero del Tesoro turco: quella di appropriazione indebita dei terreni. Secondo
questa tesi, infatti, il monastero sarebbe stato costruito nel luogo dove sorgeva
in precedenza una moschea. Un'accusa – evidenziano la Ces e la Feps - chiaramente
infondata dal momento che Mor Gabriel è stato costruito nel 397 d.C., ben prima della
nascita dell’Islam. Nella nota, i leader cristiani elvetici si dicono costernati dalla
vicenda e dal crescente numero di attacchi contro i cristiani in Turchia e chiedono
al governo turco di garantire a tutte le minoranze cristiane nel Paese la libertà
religiosa. Intanto dalla Turchia giunge la notizia di un altro episodio di violenza
avvenuto qualche settimana fa. Teatro dell’aggressione è stata la chiesa di Santa
Maria a Trebisonda, la stessa dove don Andrea Santoro fu ucciso il 5 febbraio del
2006 da un giovane fanatico vicino agli ambienti ultranazionalisti della città. Secondo
quanto riferito in questi giorni da alcuni giornali turchi, ai primi di gennaio un
gruppo di giovani avrebbe intimato di togliere la croce dalla sommità della chiesa,
lanciando molotov, bottiglie e slogan nazionalisti. La polizia non avrebbe ancora
identificato i responsabili. (L.Z.)