Usa: in Illinois la legge sulle unioni civili mette a rischio i servizi cattolici
per l'affido e le adozioni
Cessazione dell’erogazione dei servizi di assistenza e perdita di numerosi posti di
lavoro: è il difficile quadro che emerge per le strutture caritative cattoliche nello
Stato dell’Illinois, negli Stati Uniti, dove dal 1° giugno entrerà in vigore l’House
Bill 1826: Religious Freedom Protection and Civil Union Act, ovvero la legge sulle
unioni civili, anche fra persone dello stesso sesso, che riconosce diritti al pari
delle coppie formate tra un uomo e una donna e regolarmente unite in matrimonio. La
legge, infatti, non prevede eccezioni per le organizzazioni religiose cattoliche che
non potranno rifiutare l’offerta di servizi come quelli volti, per esempio, al sostegno
delle adozioni o degli affidi e per questo molte strutture si vedranno costrette a
chiudere, nel rispetto dei propri principi di fede. La legge - pur stabilendo nelle
intenzioni “la volontà di non costringere le comunità religiose a riconoscere le unioni
civili” - di fatto, pone in seria difficoltà l’attività di numerose agenzie e associazioni
caritative, provocando anche un’ emergenza lavorativa. La diocesi di Rockford, fra
le altre – come riferisce l’Osservatore Romano - ha già annunciato che non fornirà
più la cura dei servizi di adozione e di affido, a partire dalla data di entrata in
vigore della legge. Nello Stato dell’Illinois, come altrove, le organizzazioni caritative
cattoliche coprono spesso gran parte della rete di servizi a favore della famiglia.
Nel solo Illinois, almeno il 20% delle adozioni e degli affidi familiari risulta come
frutto dell’impegno degli uffici del Catholic Charities. Secondo le stime, negli ultimi
dieci anni oltre 3.500 bambini in situazione di profondo disagio sociale sono stati
adottati da coppie di sposi o dati in affido a nuclei familiari. Il Catholic Charities,
nella sola diocesi di Rockford, fornisce aiuto a 350 famiglie affidatarie. Come accennato,
l’entrata in vigore della legge pone a rischio anche molti posti di lavoro. Numerosi
collaboratori di agenzie caritative e strutture sanitarie potrebbero restare disoccupati.
Il direttore amministrativo del Catholic Charities nella diocesi di Rockford spiega:
«I nostri operatori sociali fanno questo lavoro non solo perché è il loro lavoro,
ma perché si tratta innanzitutto di una chiamata. Le famiglie alle quali forniscono
i servizi rappresentano soltanto un prolungamento del loro impegno a servire l’umanità,
quindi è una perdita non soltanto per loro ma anche per tutte le persone che beneficiano
dei servizi di assistenza». (R.P.)