Documento della Chiesa ortodossa russa sulla cristianofobia
La discriminazione religiosa potrà essere sconfitta solo attraverso l’allargamento
di un dialogo che coinvolga gli Stati, le organizzazioni internazionali, le varie
confessioni e i rappresentanti della società civile. A ribadirlo è il Sinodo della
Chiesa ortodossa russa, che in un recente documento, al termine di un incontro tenutosi
a San Pietroburgo, affronta “con profonda inquietudine” il tema dell’aumento degli
episodi di cristianofobia in alcune aree del mondo. La cristianofobia, afferma il
Patriarcato di Mosca, si manifesta soprattutto quando le differenze religiose sono
usate a fini politici, principalmente da gruppi estremisti, i cui obiettivi sono incompatibili
con il bene della società nel suo insieme. Da qui l’appello della Chiesa ortodossa
russa, rivolto alla comunità internazionale, ai responsabili religiosi e a tutte le
autorità pubbliche, ad “elaborare dei meccanismi integrali ed efficaci di difesa dei
cristiani e delle comunità cristiane che subiscono persecuzioni o restrizioni nella
loro esistenza e nelle loro attività religiose”. Nel documento pubblicato al termine
della riunione svoltasi a San Pietroburgo, il sinodo del Patriarcato di Mosca ricorda
anche i recenti, tragici avvenimenti accaduti nella città egiziana di Giza, dove “chiese
cristiane sono state bruciate e fedeli della Chiesa copta hanno perso la vita nel
corso di disordini di massa”. Manifestazioni di cristianofobia – si legge nel testo
ripreso dall’Osservatore Romano - che “non possono più essere interpretate come incidenti
occasionali: in certe regioni del mondo si tratta di una consuetudine”. La Chiesa
ortodossa russa ricorda poi le discriminazioni che, in alcuni Paesi, fanno dei cristiani
dei “cittadini di seconda categoria”: atti di vandalismo legati all’estremismo religioso,
restrizioni della libertà di culto, sentenze giudiziarie particolarmente dure, che
arrivano fino alla pena di morte per blasfemia. “Il cristianesimo – sottolinea poi
il Patriarcato di Mosca - insegna ai suoi fedeli a obbedire alla legge e a rispettare
i governi legali”, ma gli Stati, responsabili dei propri cittadini, “hanno l’obbligo
di rispettare la dignità e i diritti di tutti e, di conseguenza, di garantire la libertà
di religione e la sicurezza delle comunità religiose”. Nessuno può essere discriminato
a causa della propria fede. Per questo, la ferma condanna della Chiesa ortodossa russa
si estende a qualsiasi forma di antisemitismo e di islamofobia. Si ribadisce infine
l’impegno a favorire il dialogo tra i leader religiosi e la comunità internazionale
allo scopo di “lavorare allo stabilimento di principi di coesistenza pacifica fra
i credenti di differenti tradizioni”. (A.L.)