Giornata contro il lavoro minorile: 115 milioni di bambini impiegati in attività pericolose
Sono 115 milioni i bambini nel mondo impiegati in forme di lavoro pericoloso. Lo rivela
l’Ilo, l’Organizzazione mondiale del lavoro, in un’indagine presentata in occasione
della Giornata mondiale contro il lavoro minorile 2011 che si celebra oggi. Un fenomeno
che riguarda soprattutto Africa e Asia, ma che coinvolge tutto il mondo. Sulla gravità
di questa situazione Irene Pugliese ha intervistato Furio Rosati direttore
del programma “Capire il lavoro minorile” dell’Ilo.
R. – Secondo
le ultime stime globali, sono circa 215 milioni i bambini in attività di lavoro minorile
e, di questi, 115 milioni in attività pericolose.
D. – Quali sono le
forme di lavoro più pericolose per i bambini e quali quelle in cui sono maggiormente
coinvolti?
R. – La gran parte dei bambini è coinvolta in agricoltura
e in attività con le loro famiglie: in piccole imprese o piccoli laboratori artigiani.
I pericoli che hanno di fronte sono diversi: in agricoltura, derivano dall’uso di
sostanze chimiche come pesticidi e così via; esposizione per un lungo periodo al sole
molto forte e la lunghezza della giornata lavorativa, che per molti è molto lunga.
Per un numero di bambini non trascurabile, che, per esempio, lavora negli alberghi,
nei ristoranti e così via, c’è l’esposizione al rischio di abusi.
D.
– In quali zone del mondo è maggiormente diffuso il lavoro pericoloso tra minori?
R.
– L’incidenza più elevata si ha in Africa, dove circa il 15 per cento dei bambini
è coinvolta in forme di lavori pericolosi, e poi in Asia, dove i numeri sono molto
elevati: circa 48 milioni di bambini.
D. – Il rapporto che avete presentato
si chiama “Bambini nei lavori pericolosi. Quello che sappiamo, quello che dobbiamo
fare”. Cosa si può fare contro questo fenomeno?
R. – Gli interventi
sono di natura diversa. Il primo è a livello legislativo: bisogna assicurarsi che
i Paesi abbiano in piedi la legislazione necessaria, sia di adesione alle convenzioni
internazionali sia anche di traduzione di questa adesione alle convenzioni internazionali
in legislazione interna. Il secondo gruppo di interventi è mirato alla protezione
immediata e al salvataggio, se così vogliamo dire, dei bambini e quindi interventi
specifici, a volte anche difficili se si pensa ai bambini vittime di abusi e così
via.(ap)