Nasce sul Monte Bianco il “Consiglio di sicurezza dei Paesi poveri”
È in cima alla vetta più alta dell’Europa che nasce oggi il “Consiglio di sicurezza
dei Paesi poveri”, organizzazione simbolica che intende richiamare l’attenzione delle
grandi potenze e chiedere una riforma della governance mondiale. Protagonisti della
cordata sul versante francese del Monte Bianco sono otto responsabili di organizzazioni
non governative di Paesi del Sud del mondo. Lo rende noto la Misna. Haiti, Perù, Bolivia,
India, Sudafrica, Camerun, Senegal e Libano sono le nazioni in cui operano gli ‘scalatori
solidali’, tutti impegnati in progetti di sviluppo, e tutti partner del Comitato cattolico
contro la fame e per lo sviluppo (Ccfd-Terre solidaire), di cui due responsabili e
240 volontari prendono parte all’ascensione, iniziata da Saint-Gervais-les-Bains,
in Alta Savoia. “Porre la società civile al centro delle preoccupazioni dei dirigenti
mondiali” è il filo conduttore delle rivendicazioni dei promotori dell’iniziativa,
convinti che la governance sia “l’edificazione collettiva e partecipativa di un progetto
di società basato sui diritti umani” con criteri di apertura, dialogo e rispetto delle
differenze. Dal ‘vertice’ sul Monte Bianco partiranno proposte concrete che riguardano
la riforma delle Nazioni unite, il debito internazionale, la fiscalità mondiale e
la regolamentazione delle aziende multinazionali. “I Paesi del Sud devono avere più
spazio nella gestione delle grandi istituzioni internazionali per fare in modo che
tali istituzioni non siano un meccanismo di dominazione, ma un meccanismo di regolazione”
ritiene Gilbert Moukheiber, lo scalatore libanese, responsabile dell’associazione
‘Mada’ che si occupa si sviluppo economico nel rispetto dell’ambiente. Per l’haitiana
Gracita Osias Saint-Louis, tra gli otto protagonisti l’unica donna del gruppo, arrivare
fino alla cima del Monte Bianco sarà un’occasione irripetibile di “far sentire la
voce delle donne contadine di Haiti e del mondo intero”.