Combattimenti a Mogadiscio. L’Acnur: difficile far arrivare gli aiuti ai civili
La siccità che ha colpito così duramente la Somalia, tanto da aver reso necessaria
la proclamazione dello stato di carestia, il 20 luglio scorso, in due regioni del
Paese, sta provocando un esodo continuo di persone dalle aree rurali verso le città,
Mogadiscio in particolare. Il flusso ininterrotto preme sui campi allestiti e le previsioni
per i prossimi due mesi non sono delle migliori: è probabile, infatti, che la carestia
si estenda a tutte le regioni della Somalia. L’Acnur ha appena terminato una missione
nel Paese e ha denunciato la difficoltà di far giungere a Mogadiscio gli aiuti umanitari,
vitali per la popolazione, a causa dell’imperversare dei combattimenti. Lo staff dell’Acnur,
infatti, riesce a muoversi tra i 10 accampamenti della città solo a bordo di mezzi
blindati e con la protezione delle forze di sicurezza. Si calcola che finora dalle
vicine aree di Bay, Bakool e Lower Shabelle siano giunti a Mogadiscio oltre centomila
persone che si sono aggiunte alle 370mila già presenti: l’agenzia dell’Onu si sta
preparando ad affrontare l’emergenza alimentare crescente e prevede di portare assistenza
ad almeno 180mila persone. Finora l’Acnur ha distribuito 15mila kit per un totale
di 90mila persone soccorse e si stanno predisponendo aiuti per altre 78mila nei prossimi
giorni, quando si farà il punto anche sull’area di Badbaado, dove si trovano circa
28mila sfollati, e sui dintorni della capitale, colpiti questo weekend da piogge torrenziali
che hanno peggiorato le condizioni dei profughi. Anche un’altra agenzia Onu, l’Unicef,
intanto, ha lanciato un appello all’industria del trasporto aereo affinché fornisca
spazi di carico gratuiti per trasportare i rifornimenti alimentari destinati alle
popolazioni del Corno d’Africa. Si stima, infatti, che ogni mese nei magazzini di
Belgio, Francia e Italia si possano rinvenire cinquemila tonnellate di cibo terapeutico:
abbastanza per nutrire 300mila bambini affetti da malnutrizione acuta, che potrebbero
così ristabilirsi nel giro di 4-6 settimane. All’appello hanno già risposto compagnie
come Cargolux, British Airways, Lufthansa, Ups e Virgin. “Siamo grati per la generosità
di alcuni e speriamo si facciano avanti anche altri – ha dichiarato il presidente
di Unicef Italia, Vincenzo Spadafora – oltre due milioni di bambini del Corno d’Africa
sono affetti da malnutrizione acuta e se non s’interviene subito mezzo milione di
loro morirà”. Si aggrava, infine, anche la situazione nel vicino Kenya, dove non accenna
a diminuire il flusso di rifugiati dalla Somalia: fino ad ora 116mila persone avrebbero
varcato il confine per essere ospitati nel campo di Dadaab, il più grande e il più
congestionato al mondo, dove sta paurosamente salendo il tasso di mortalità infantile.
L’Acnur sta procedendo al trasferimento delle persone in due nuovi siti e si sta lavorando
alla realizzazione di un nuovo campo a Kambioos. (A cura di Roberta Barbi)