2011-08-25 08:22:18

Appello contro la crescente deforestazione in Brasile: violenze contro gli indios


Dall’agosto 2010 al luglio 2011, la deforestazione selvaggia in Amazzonia è aumentata complessivamente del 15 per cento, con 2.654 chilometri quadrati di boschi abbattuti, 400 chilometri in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Sono i primi dati annuali diffusi dall’Istituto nazionale di investigazioni spaziali (Inpe) in base a rilevamenti satellitari solo parziali: gli Stati più colpiti sono il Mato Grosso e il Pará, dove avanzano la monocoltura della soia e l’allevamento di bestiame. Lo riferisce L’Osservatore Romano. Una grave situazione ecologica — dovuta alle spietate speculazioni di corporazioni economiche e affaristiche internazionali — che sta alterando le relazioni fra gli esseri umani e il loro ambiente e che richiama il termine di giustizia ambientale come sintesi dei concetti di ecologia, di ecologia umana e di giustizia sociale. «La giustizia ambientale — come più volte hanno sottolineato i vescovi del Brasile — sottolinea la forte relazione che esiste tra la questione ecologica, i problemi della giustizia, la pace e la difesa dei diritti inviolabili degli individui e delle popolazioni indigene». Con forza e costanza i presuli brasiliani hanno ribadito che l’ecologia umana è una necessità imperativa: «Adottare in ogni circostanza un modo di vivere rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie adeguate che salvaguardino il patrimonio del creato e non rappresentino un pericolo per l’uomo devono essere priorità politiche ed economiche». E hanno denunciato alla comunità internazionale il quadro di violenze cui sono sottoposte le popolazione indigene del Brasile: omicidi, minacce di morte, mancanza di assistenza sanitaria ed educativa, ritardi nella regolarizzazione delle terre, sfruttamento delle risorse naturali. Sollecite sono giunte testimonianze concrete e iniziative da parte di associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali. Tra questi, Adveniat, l’organizzazione umanitaria della Chiesa cattolica tedesca per l’America Latina, che ha inviato una lettera al presidente della Repubblica del Brasile, Dilma Rousseff, manifestando inquietudine e preoccupazione per «il sospetto di un massacro di popolazioni indigene che vivono in isolamento nella regione di confine tra Brasile e Perú, nello Stato di Acre». Le violenze omicide — secondo Adveniat — sarebbero state perpetrate da organizzazioni criminali legate al narcotraffico nelle terre indigene e alla speculazione delle risorse del legno. In tal senso sono state diffuse, all’inizio di agosto, non poche notizie dalla stampa internazionale. Nella missiva, Adveniat parla della «facilità con cui le organizzazioni criminali hanno agito», ed evidenzia il pericolo incombente per gli indios che «rischiano in ogni momento di essere decimati». L’organizzazione richiama l’attenzione su un’analoga situazione sperimentata dagli indigeni che vivono in Maranhão, Rondônia, a Nord del Mato Grosso e a Sud del Rio delle Amazzoni. «Tutti queste violenze, le invasioni e i conflitti che patiscono direttamente le comunità indigene — si legge nella lettera — sono correlate alle scelte che privilegiano lo sviluppo a ogni costo, a scapito, purtroppo, della vita». Secondo Adveniat, si è di fronte a una realtà che, pur carica di sofferenze e di difficoltà, può costituire un’occasione privilegiata di rinascita umana e sociale. Attraverso il contributo di tutte le componenti sociali e anche con l’aiuto delle organizzazioni di cooperazione internazionale è possibile restituire all’Amazzonia brasiliana un futuro di speranza. Si tratta d’incoraggiare e valorizzare i progetti economici in atto tesi alla accelerazione della crescita, secondo il programma generale del Governo federale e le iniziative per l’integrazione delle infrastrutture regionali. Un processo che va integrato con le iniziative di dodici Paesi del Sud America che mirano a collegare le reti di comunicazione, energia e trasporti attraverso la costruzione di strade e porti. Nella parte finale della lettera, Adveniat chiede al Governo brasiliano di «ricercare misure efficaci e lungimiranti per garantire il non ripetersi dei massacri, dei genocidi, delle invasioni e dell’emarginazioni patite, nella storia, dai popoli indigeni dell’Amazzonia, ai quali deve essere pienamente garantito lo sviluppo integrale, la cultura, le tradizioni e l’inviolabile diritto di vivere all’interno dei loro territori».







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