India: approvata la legge contro il traffico di organi umani
Il Rajya Sabha (Consiglio degli Stati), la Camera alta del parlamento indiano, ha
approvato una modifica alla legge sui trapianti (Transplantation of Human Organs Bill),
per combattere il traffico illegale di organi umani e aiutare le migliaia di persone
in attesa un trapianto. Soddisfatto il dr. Pascoal Carvalho, della Pontificia accademia
per la Vita: “In India esiste un florido commercio di organi umani, basato sullo sfruttamento
delle classi più deboli della società: il Paese aveva urgente bisogno di leggi più
severe sui trapianti”. La modifica, già passata al Lok Sabha (Casa del popolo) – la
Camera bassa del parlamento – è stata approvata venerdì scorso. La Transplantation
of Human Organs Bill - riferisce l'agenzia AsiaNews - prevede pene più dure per chi
è coinvolto nel traffico e nei trapianti illegali di organi o tessuti umani: un minimo
di 5 anni di detenzione fino a un massimo di 10 anni; il pagamento di una multa che
parte da 2 milioni di rupie (circa 30mila euro), fino a 10 milioni di rupie (circa
150mila euro). Inoltre, la nuova legge regola la donazione al di fuori del nucleo
familiare: adesso anche nonni e nipoti saranno possibili donatori. Una nota ribadisce
che organi e tessuti di persone affette da malattie mentali non potranno essere rimossi
prima della loro morte “Di recente l’India – spiega il dr. Carvalho – è stata teatro
di un costante traffico “turistico” di cercatori di organi, provenienti dall’Asia
occidentale e dall’Europa. La maggior parte dei pazienti sottoposti a trapianti appartengono
alle classi medio-alte della società e hanno i soldi per alimentare la rete di contatti
tra agenti del traffico illegale e operatori sanitari. I profitti che ne derivano
sono enormi, perché la maggior parte dei donatori sono poveri, analfabeti, spinti
da persone senza scrupoli a sacrificare la propria vita in cambio di denaro per le
famiglie”. In India il traffico illegale riguarda soprattutto fegato, reni, pancreas
e cornea. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in tutto il mondo
ogni anno almeno 65mila bambini sono coinvolti in questo giro d’affari. Un fegato
può essere pagato 75mila rupie (circa mille euro) ai donatori, ma rivenduto anche
e 400mila rupie (circa 6mila euro). “Come nel resto del mondo – prosegue il medico
–, la domanda di organi è superiore all’effettiva disponibilità. Ogni anno vengono
effettuati circa 4mila trapianti di reni, ma almeno 8mila persone si aggiungono alle
liste d’attesa”. Per questo, secondo il dr. Carvalho – anche membro del Comitato diocesano
per la vita umana – la nuova legge è importante: “Nella sua enciclica Evangelium Vitae,
Giovanni Paolo II diceva che un modo di coltivare ‘un’autentica cultura della vita’
è ‘la donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una
possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza’”. Ora
che la legge è stata approvata, le banche degli organi dovranno registrarsi, previa
approvazione dell’autorità competente che valuterà se l’istituto dispone di servizi,
strutture e mezzi specializzati. Le banche che non soddisferanno gli standard richiesti
non potranno avviare alcuna attività di ricovero, monitoraggio, analisi, reperimento
di tessuti e impianto. (R.P.)