LIBERIA: Lettera pastorale dei vescovi per le prossime elezioni
MONROVIA, 26 agosto 2011
Un accorato appello a guardare alle prossime elezioni
in Liberia come ad un momento cruciale dello sviluppo democratico del Paese; un esame
attento della realtà sociale della nazione africana; una riflessione sulle speranze
della popolazione, alla luce della religione cattolica; un questionario per trasmettere
un’educazione civica di base agli elettori. Racchiude tutto questo la Lettera pastorale
che i vescovi della Liberia hanno pubblicato recentemente, in vista delle elezioni
presidenziali e legislative in programma per l’11 ottobre. Il documento, a firma di
mons. Lewis Jerome Zeigler, arcivescovo di Monrovia e presidente della Conferenza
episcopale liberiana (CEL), parte da una premessa: “Le prossime elezioni sono cruciali
per la stabilità della nazione e serviranno anche a testimoniare la maturità della
popolazione come corpo politico”. Per questo, i vescovi ricordano che “è necessario
comprendere il significato della democrazia”, perché “eleggere significa scegliere
una persona che si ponga a servizio del Paese. Quindi, sia l’elettore che l’eletto
devono agire seguendo principi etici”. Poi, la lettera passa ad esaminare gli aspetti
più critici della realtà del Paese, indicandone sette in particolare: la povertà,
sempre più estesa; le divisioni etniche, che impediscono ai cittadini di sentirsi
davvero parte di un’unica nazione; i personalismi della politica, che portano a singoli
favoritismi, contrari al bene comune; i terribili riti dei sacrifici umani, contrari
alla dottrina cristiana; la grave crisi economica e sociale che impedisce alla Liberia
di avere un ruolo rispettabile a livello internazionale. E ancora, i vescovi puntano
il dito contro la piaga dell’analfabetismo, “un fattore che impedisce lo sviluppo
nazionale”, invitando la popolazione a darsi da fare in prima persona: “Chi sa leggere
e scrivere deve aiutare chi non lo sa fare e chi non sa leggere e scrivere deve voler
imparare da chi lo sa fare”. Infine, l’ultima criticità della Liberia indicata dai
presuli – ultima, ma non per questo meno importante – è la corruzione che, “come l’aria,
è presente ovunque, nelle case, sul posto di lavoro, nelle comunità, nelle parrocchie,
nei partiti politici, nel governo”. Ma nonostante tutto, l’invito della Chiesa è a
sperare: “La speranza – si legge nella lettera – renderà la popolazione in grado di
guardare al cambiamento, un cambiamento lento, certo, ma necessario nella vita delle
persone. La speranza darà ai liberiani la forza di chiedere una gestione trasparente
dei fondi pubblici, di vedere la giustizia nella prospettiva in cui nessuno potrà
essere al di sopra della legge e di credere ancora nelle capacità del governo”. Per
questo, affermano i presuli, “il processo elettorale è così cruciale, dall’inizio
fino alla fine. Rispettiamo, quindi, le scelte che faranno coloro che eserciteranno
il diritto di voto con coscienza e guardando al bene del Paese”. Alcune raccomandazioni,
poi, vanno anche ai futuri vincitori delle elezioni: “Chi sarà eletto – spiegano i
vescovi – dovrà sentirsi pronto e determinato ad essere un leader patriottico, a servizio
del Paese. Un vero vincitore è sempre umile e rispettoso e la sua leadership deve
assicurare continuità e coesistenza pacifica alla popolazione, insieme a progressivi
miglioramenti nella vita della nazione”. D’altronde, sottolinea la Chiesa liberiana,
“l’umiltà è il segno distintivo di un vero leader, grazie al quale si è consapevoli
che servire un Paese è opera di Dio e l’opera di Dio deve essere svolta in modo onesto,
trasparente, zelante ed amorevole”. Di qui, l’appello a tutti i liberiani “ad amare
la nazione, piuttosto che i partiti, ad essere leali nei confronti di tutto il Paese
e non dei singoli individui, ad essere in prima linea nell’affrontare lo sviluppo
e la stabilità di tutti, a parlare meno e ad agire di più”. E ancora: la CEL invita
a “cancellare dal vocabolario e dalla mente il linguaggio della guerra e di ogni genere
di violenza”, poiché “avere elezioni libere e corrette aiuterà la Liberia a porsi
in modo stabile sulla via della pace e dello sviluppo”. Infine, la Lettera pastorale
si conclude con un questionario che aiuta i cittadini a riflettere, in modo pratico,
sul significato del voto. In particolare, il questionario ricorda che ci sono diversi
tipi di voto: quello “patriottico” che ha come obiettivo il bene della nazione; quello
“di partito”, che non guarda al programma presentato dei candidati, ma solo al loro
colore politico; quello “contro”, che vuole penalizzare un determinato schieramento
a vantaggio di un altro; il voto “etnico” che mira a favorire determinati gruppi;
quello “pregiudiziale” che esclude a priori alcuni candidati in base ad alcuni criteri
soggettivi, e il voto “apatico”, di coloro che non hanno opinioni personali. I vescovi
invitano, quindi, i cittadini a dare un senso al proprio diritto-dovere elettorale,
affidando poi la Liberia all’intercessione della Maria, Madre di Dio. (PIRO)