2011-09-22 14:59:05

Domenica prossima la Marcia della pace Perugia-Assisi, a 50 anni dalla prima edizione


Migliaia di persone torneranno a marciare per la pace e la fratellanza tra i popoli, domenica prossima, percorrendo la strada che da Perugia porta ad Assisi, come accadde per la prima volta 50 anni fa. Tra i partecipanti alla Marcia figura anche l’organizzazione Pax Christi. Fabio Colagrande ne ha intervistato il vicepresidente, Sergio Paronetto:RealAudioMP3

R. – Quella della non violenza è una grande "famiglia" di esperienze, di volti di pace, ed è presente in tante forme. Spesso è sconosciuta o è inesplorata. E’ bene informarsi e la Marcia Perugia-Assisi può aiutare. La non violenza è efficace e fa bene alla salute delle persone, dei popoli, degli Stati perché ha già realizzato alcune conquiste: vive nelle obiezioni di coscienza al servizio militare e alle spese militari, vive contro la pena di morte, vive nelle campagne contro la fame o la distruzione dell’ambiente. E’ un bene comunque da valorizzare.

D. – Quali saranno i contenuti della marcia Perugia-Assisi quest’anno, il 25 settembre?

R. – Mi pare che in questo clima, spesso aggressivo purtroppo, la Marcia voglia mettere al centro della scena politica, anche italiana, le persone e i sette principali valori che sono: la non violenza, la pace, i diritti umani, la libertà, la giustizia e, soprattutto, la responsabilità e la speranza. Camminare per la pace insieme, come faremo, è un segno di gioiosa solidarietà operante e insegna a diventare cittadini attivi, a coltivare nuovi stili di vita, anche personali, basati sulla sobrietà. Ci educa alla “vita buona”, come si dice spesso oggi.

D. – Come cattolico, quale crede sia il rapporto tra la fede e questo tipo di impegno sociale e anche politico?

R. – La pace è l’unico grande vero annuncio della fede cristiana e della Chiesa cattolica. E’ la pace cantata dagli angeli a Betlemme ed è il saluto del Risorto nel cenacolo. Quindi per me operare per la pace significa credere nell’umanità, nel suo futuro. Ricordo un saluto di Giovanni Paolo II alla marcia di Perugia-Assisi del 2003. Diceva che occorre riconoscere che si investe poco sulla pace e si preferisce acquistare armi: è come se questa idea venisse sprecata e non poche speranze siano state spente. Lui parlava allora del dovere di coltivare la pace come bene supremo, al quale tutti i programmi e tutte le strategie devono essere subordinate. (bf)







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