'Inquinare
è comunque sbagliato a prescindere dal fatto che ciò influisca tanto o poco sui cambiamenti
climatici. Sarebbe auspicabile raggiungere un accordo internazionale almeno su questo
aspetto'. Così il climatologo Vincenzo Levizzani, dirigente di ricerca del CNR (Istituto
di scienze dell'atmosfera e del clima) commenta l'avvio a Durban (Sud-Africa) della
Conferenza ONU sui cambiamenti climatici e il Protocollo di Kyoto. Il Papa ha
chiesto ai partecipanti all'incontro "una risposta responsabile, credibile e solidale"
su questi temi, ma scienza e politica faticano a trovare accordi. 'Oggi non si può
negare l'influenza umana sui cambiamenti climatici' - spiega il climatologo - 'sicuramente
c'è un aumento della temperatura causato dall'uomo'. 'Limitare la temperatura globale
oggi sarebbe possibile stabilendo accordi internazionali. Ma è difficile chiedere
ai paesi in via di sviluppo di non agire come abbiamo agito noi occidentali inquinando
come ci è parso e piaciuto'. 'Come ha sottolineato più volte Benedetto XVI - spiega
lo studioso del CNR - è il nostro modello di sviluppo che andrebbe ripensato. Si tratta
di un problema di natura sociale più che scientifica'. 'Anche perché per certe popolazioni
che sono al limite della sussistenza l'aumento della temperatura di 1 o 2 gradi può
avere effetti disastrosi'. 'Gli scienziati dovrebbero fare di più di quanto fatto
fin'ora - conclude Livezzani - cercando di completare il quadro dei cambiamenti climatici
che è ancora frammentario. Investendo di più nella ricerca si potrebbero chiarire
meglio i dati climatici per tradurli poi in decisioni politiche più efficaci'.
(a cura di Fabio Colagrande)