Congo: per Msf peggiora il conflitto. Colpiti civili e organizzazioni umanitarie
Si sta intensificando il conflitto armato nella parte orientale della Repubblica Democratica
del Congo (Rdc), con movimenti di truppe che prendono di mira la popolazione civile,
ma anche le organizzazioni umanitarie. A lanciare l’allarme - riporta l'agenzia Sir
- è Medici Senza Frontiere (Msf): “In Kivu la situazione non si stabilizza, anzi peggiora
da alcuni mesi a questa parte - dichiara Marcela Allheimen, responsabile dei progetti
di Msf -. Notiamo una ripresa della violenza. Ma ancora più grave è che colpisca anche
i civili e gli operatori umanitari”. Alimenti, denaro, telefoni cellulari vengono
sottratti sempre più spesso per alimentare la logistica militare. Dallo scorso novembre,
le équipe di Msf sono state vittime di una quindicina di atti di violenza ai quali
si è aggiunto, la settimana scorsa, il saccheggio di una casa di Msf a Baraka, in
Sud Kivu, da parte di uomini armati in uniforme. E il 4 aprile un infermiere e un
logista sono stati rapiti nei dintorni di Nyanzale e rilasciati poche ore più tardi.
La conseguenza è che Msf, una delle rare organizzazioni mediche presenti in Nord e
Sud Kivu, ha sospeso le attività a Nyanzale, ha ridotto quelle a Rutshuru e ha ritirato
la sua équipe presente nella zona di Butembo. Per i civili, già molto vulnerabili,
l’accesso alle cure mediche diventa sempre più difficile. (R.P.)