2012-07-05 15:42:50

Agrigento: la Chiesa siciliana rifiuta i funerali a boss mafioso


L'arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, ha vietato la celebrazione dei funerali religiosi per Giuseppe Lo Mascolo, 73 anni, arrestato la settimana scorsa perchè ritenuto il vice-capo della cosca di Siculiana e morto sabato, cinque giorni dopo l'arresto. La salma è stata benedetta nella chiesa del Santissimo Crocifisso da don Leopoldo Argento, che ha pronunciato solo una preghiera, attenendosi alle direttive dell'arcivescovo. Il gesto è stato apprezzato dal Consorzio agrigentino per la legalità. Ma quale messaggio ha voluto mandare la Chiesa siciliana con questa decisione? Marco Guerra lo ha chiesto allo stesso don Leopoldo, parroco di Agrigento:RealAudioMP3

R. – E’ una scelta di Chiesa, della Chiesa di Sicilia. Noi ci siamo incontrati nel 1993, il 10 maggio nella Valle dei Templi con il beato Giovanni Paolo II. Abbiamo sentito tutti le parole del Papa che hanno stigmatizzato i mafiosi, ma non solo questo, li ha invitati alla conversione. Credo che quel grido sia rimasto nei cuori di tutti, dei vescovi, dei sacerdoti, delle comunità cristiane che abbiamo portato con noi. Da allora credo che qualcosa sia cambiata perché tutti sentiamo la responsabilità del non far passare atteggiamenti che sicuramente non vanno verso il Vangelo e a dare un segno: la Chiesa non condanna ma siamo chiamati a fare una correzione fraterna.

D. – Come è stata accolta dalla comunità locale questa scelta?

R. – Intanto c’è silenzio, adesso la gente non parla. Credo che questo silenzio sia comunque importante. E’ chiaro che la gente si chieda: perché è successo questo, come mai non è stata celebrata l’Eucaristia? Il motivo è questo: l’Eucaristia è la preghiera più alta, è la comunione con Dio e con i fratelli. Se questa comunione con Dio e con i fratelli viene infranta da comportamenti certamente che vanno contro il Vangelo è chiaro che noi non possiamo, se prima non siamo in comunione con Dio, pregare e celebrare l’Eucaristia. Io sono convinta che questo popolo comprenderà quanto abbiamo fatto.

D. - Cosa stanno facendo la Chiesa e le comunità locali di fedeli per combattere il fenomeno mafioso?

R. - Questo sicuramente non è un fatto isolato, ma già nella diocesi di Piazza Armerina il vescovo qualche anno fa ha preso una decisione molto ferma nei confronti di chi si fregia del nome di mafioso. I nostri vescovi chiedono di purificare le feste religiose e ci stanno chiedendo di stare molto attenti a tutti i comitati, a tutte quelle aggregazioni che ruotano attorno alle fette patronali, laddove nel passato ci sono state infiltrazioni. Credo inoltre che ci sia una sinergia tra la Chiesa e alcune forze laiche, i movimenti, come Libera, con la presenza di don Ciotti in molte comunità quando accade qualcosa, e questo dimostra che c’è una volontà della Chiesa di Sicilia di prendere sul serio questo problema.







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