2012-09-02 14:59:33

Messa del Papa per i suoi ex allievi: non abbiamo la verità, apparteniamo alla Verità


Si è conclusa con una Messa celebrata domenica mattina dal Papa nel Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il tradizionale seminario estivo degli ex-allievi di Benedetto XVI, il cosiddetto Ratzinger Schülerkreis, incentrato quest’anno sul tema “Risultati e domande ecumenici nel dialogo con il luteranesimo e l’anglicanesimo”. Il Papa nell’omelia ha commentato le letture della liturgia domenicale. Ce ne parla Sergio Centofanti.

Il Papa ha svolto la sua catechesi a partire dalla lettura del Deuteronomio, dove si legge che Israele, unico tra tutti i popoli, riceve da Dio la Legge, legge che dà la vera saggezza. Si tratta di un dono di cui gioire – sottolinea Benedetto XVI - non un frutto della propria genialità che possa generare trionfalismo. Così la Chiesa, un Israele diventato universale, può solo gioire del dono di Cristo, che è il nucleo essenziale della Legge, Legge fatta carne, Amore di Dio per noi. Abbiamo ricevuto la saggezza che è verità, sappiamo vivere e morire, perché Cristo è la vita e la verità. Non c’è spazio per nessun trionfalismo, ma solo per la gioia e la gratitudine per il regalo ricevuto, che non abbiamo fatto noi.

Benedetto XVI ha quindi rilevato che con il passare del tempo usanze umane si sono aggiunte al dono di Dio, nascondendo la saggezza donata da Dio. Queste aggiunte possono condurre la Chiesa al cosiddetto trionfalismo, a lodare se stessa. Così in questa fase vediamo solo ciò che è fatto da noi, non troviamo più la gioia della fede. Così non osiamo più dire che Dio ci ha insegnato la verità e ci ha insegnato cosa è l’uomo.

Ma oggi – spiega il Papa - i concetti di verità e intolleranza sono quasi fusi tra di loro; così dire di avere la verità diventa sinonimo di intolleranza. E noi cristiani non osiamo più credere o parlare di verità. In effetti è vero, osserva: nessuno può dire “Possiedo la verità”, perché siamo noi che apparteniamo alla verità che è qualcosa di vivo! Non la possediamo, è piuttosto lei che ci acciuffa; e rimaniamo in lei solo se ci lasciamo guidare e spingere da lei. Credo – afferma - che dobbiamo imparare di nuovo, questo “non avere la verità”. Nessuno può dire “Ho dei figli”, perché non sono un nostro avere, sono un regalo, e sono un dono di Dio ed un compito. Così non possiamo neanche dire “Ho la verità”, ma la verità, che è Cristo stesso, è venuta verso di noi e nell’Eucaristia è venuta addirittura dentro di noi per pulirci dalle nostre miserie, dal nostro egoismo che fa sembrare il cristianesimo solo un sistema di usanze. E così dobbiamo imparare di nuovo a farci condurre dalla verità. E allora attraverso di noi la verità potrà di nuovo brillare per la salvezza del mondo.

Un inciso il Papa lo ha dedicato alla Lettera di San Giacomo, laddove invita a essere di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori. Questa – ha sottolineato - è un’esortazione a non accentuare la dimensione intellettuale della fede e della teologia. Spesso – ha proseguito - temo proprio questo, quando leggo tante cose intelligenti in questi tempi: che la teologia diventi un gioco dell`intelletto che non compenetra la nostra vita e che quindi non ci introduce alla verità. Dunque – conclude – è un invito proprio a noi teologi: non solo ascoltare ma lasciarsi forgiare dalla verità e lasciarsi guidare da lei.

Prima del termine dell'incontro, la collega della redazione tedesca, Gudrun Sailer, ha avvicinato il religioso salvatoriano, padre Stephan Horn, presidente dell'Associazione degli ex allievi di Benedetto XVI, e gli ha chiesto un bilancio sull'edizione 2012 del "Ratzinger Schülerkreis":RealAudioMP3

R. – Noi tutti abbiamo l’impressione che questo incontro sia stato uno dei migliori. Avevamo già meditato il tema, dentro di noi, prima dell’incontro con il Santo Padre, e abbiamo parlato delle nostre esperienze specialmente nell’incontro con i luterani in Germania. Abbiamo l’impressione, dunque, che si siano fatti dei progressi e che si sia sviluppata una maggiore amicizia. Non si tratta certo di grandi nuovi sviluppi, ma in molti sensi di una grande vicinanza. Questa è pure l’idea che il Santo Padre ha sottolineato: il dialogo, anche il dialogo della vita, è un vero progresso ecumenico. Non è utile pensare solo a una definitiva unità, ma a compiere i passi che possiamo fare. E questo dialogo è davvero molto necessario e utile.

D. – Sono state avanzate, anche da parte degli ex alunni, delle idee concrete per la ricorrenza della riforma fra cinque anni, nel 2017. Quali sono queste idee?

R. – E’ stata sviluppata l’idea di un “mea culpa” di ambedue le parti. Il Santo Padre ha sempre avuto l’idea che fosse necessario la purificazione della memoria. E’ un tema che ha sviluppato da tempo. Naturalmente, i fatti storici non possono essere cancellati, però la differenza sta nel come si vedono queste cose: cancellare il veleno di questi conflitti è un vero risanamento. Questo aiuta molto per una maggiore vicinanza nel futuro. Forse, però, non è utile organizzare solo un grande evento: compiere queste cose nella vita quotidiana dei cristiani sembra essere di grande aiuto.

D. – Il Santo Padre, all’inizio di ogni incontro con i suoi ex alunni, ha l’abitudine di fare un riassunto deell'anno trascorso attraverso gli argomenti che gli stanno particolarmente a cuore. Ogni anno parla molto, e molto volentieri, dei viaggi che ha compiuto in quell’anno, ma non solo. Che cosa ha colpito specialmente il Santo Padre in quest’anno?

R. – Quest’anno, è stato colpito specialmente dalla gioia della fede trovata nel Benin, come anche in Messico, mentre a Cuba, forse, la società non può mostrare così liberamente i sentimenti del proprio cuore. Questa gioia della fede procura sempre grande gioia al Santo Padre. Anche l’incontro con le famiglie a Milano gli ha procurato grande gioia.

D. – E’ il 36.mo incontro di questo circolo di ex alunni di Joseph Ratzinger. Vi uniscono decenni di conoscenza reciproca: siete maturati insieme, anche a livello accademico, si può dire, e vi unisce un’amicizia profonda. Il Santo Padre ha menzionato anche davanti a voi - gli ex alunni, gli amici - gli avvenimenti tristi legati a Vatileaks?

R. – Lui ha parlato anche di queste cose con grande serenità interna e rimane saldo nel suo ministero: non è fragile, ma lavora normalmente.

Aggiornato, 3 settebre 2012







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