Siria, strage di bambini: 23 uccisi ad Aleppo. Il dramma degli sfollati
In Siria, la Cnn ha confermato la strage di almeno 23 bambini ad Aleppo per un bombardamento
delle forze fedeli ad Assad, 75 le vittime totali. Drammatica la situazione dei profughi,
100 mila solo nel mesi di agosto. L'inviato di Onu e Lega Araba, Brahimi, parla di
situazione catastrofica e chiede un intervento immediato della comunità internazionale.
Intanto, Egitto e Turchia accusano Damasco di aver creato uno Stato terroristico.
Massimiliano Menichetti:
L’orrore non ha fine in Siria: 23 bambini,
52 adulti - secondo fonti locali - sono stati uccisi questa mattina dalle bombe sganciate
su Aleppo dal regime di Assad, che incessantemente lotta contro una resistenza che
non si arrende nonostante il mancato sostegno diretto della comunità internazionale.
Il corrispondente della Cnn ha confermato il bombardamento aereo sulla città e documentato
in un video la strage di bambini: 9 di loro, tra i 4 e gli 11 anni, sono morti quando
le bombe hanno distrutto una abitazione nel quartiere al-Sharaa. I comitati locali
parlano di altri 7 bimbi uccisi nel quartiere di Marjeh.
"Faccio appello al
regime siriano affinché fermi il bagno di sangue”, è l’accorato appello del presidente
egiziano, Mahamed Morsi, intervenuto alla riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi
arabi al Cairo. Lì, il premier turco Tayyip Erdogan senza mezzi termini ha parlato
di uno “Stato terroristico" creato dal governo siriano. Si stima che 25 mila persone
siano state uccise dall'inizio del conflitto nel marzo dello scorso anno. La Cina,
da parte sua, apre a una transizione politica, ma resta contraria a un intervento
armato esterno. In questo scenario, circa 400 ufficiali disertori dell'esercito di
Assad si sono riuniti in una località della regione meridionale turca di Antiochia
e hanno dato vita al "Comando unificato dell'Esercito libero (Esl)" per cercare di
ricucire le divisioni sorte nei mesi scorsi tra chi combatte in Siria e chi afferma
di coordinare gli insorti dall'estero.
“Chiese, moschee, scuole ma anche
case di familiari o prese in affitto: sono questi i luoghi in cui centinaia di migliaia
di sfollati hanno trovato rifugio all’interno stesso della Siria in questi mesi. Mezzaluna
Rossa e Croce Rossa stanno distribuendo aiuti e proveranno a intensificare la loro
assistenza che tra gennaio e agosto di quest’anno è arrivata a circa 800.000 persone”:
a colloquio con l'agenzia Misna che l'ha raggiunta a Damasco, Cecilia Goin, portavoce
del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), evidenzia le difficoltà causate
dal conflitto in corso e dall’escalation dell’ultimo mese e mezzo. “I nostri operatori
stanno distribuendo soprattutto generi alimentari – aggiunge Goin – stanno fornendo
assistenza medica e stanno provvedendo per quanto possibile a individuare e gestire
centri di accoglienza. Adesso, le condizioni meteorologiche sono ideali e ciò aiuta,
ma sappiamo che arriveranno autunno e inverno e che le difficoltà potrebbero aumentare”.
Le parole della portavoce giungono mentre nelle stesse ore il presidente del Cicr,
Peter Maurer, si trova in Siria dove sta incontrando esponenti del governo, ha incontrato
il capo di Stato Bashar Al Assad e sta visitando alcuni punti di assistenza nella
immediata periferia della capitale. Fonti locali di Misna riferiscono di bombardamenti
e combattimenti in diverse zone del Paese e di civili che continuano a fuggire. Secondo
gli ultimi dati disponibili, nei Paesi confinanti sono oltre 250.000 i siriani accolti
in campi profughi o in altri modi. Sul numero degli sfollati interni non ci sono invece
stime certe se non la certezza che siano centinaia di migliaia. In ulteriori e marginali
sviluppi, due episodi hanno ricordato la dimensione internazionale della crisi siriana.
Al Cairo, la polizia ha disperso decine di dimostranti anti-Assad che si erano riuniti
all’ingresso dell’ambasciata siriana armati di sassi e bombe molotov. Hacker filo-governatavi
hanno invece beffato i sistemi di sicurezza di Al Jazira, la televisione satellitare
del Qatar, inserendo un banner sulla homepage del sito e denunciando “le sue posizioni
contro il popolo siriano e il governo” di Damasco. (R.P.)