2012-12-07 16:08:49

I partiti al Quirinale: "ordinata conclusione della legislatura". Il commento di Roberto Mazzotta


La crisi della maggioranza sta avendo un epilogo in queste ore. Napolitano ha iniziato le consultazioni con i partiti e con i presidenti di Senato e Camera. Alla fine degli incontro il Quirinale ha comunicato che "il Capo dello Stato darà al più presto puntuale ragguaglio al Presidente del Consiglio per discuterne con lui tutte le implicazioni". I rappresentanti dei partiti saliti al Colle ''hanno espresso il fermo intendimento di contribuire a un'ordinata conclusione della legislatura". In mattinata duro confronto a Montecitorio in occasione del dl ai tagli della politica. Per il segretario del pdl Angelino Alfano l’esperienza del governo Monti è finita. In serata il ministro allo Sviluppo Economico Corrado Passera ha detto che il governo continua il suo lavoro serenamente. Alessandro Guarasci RealAudioMP3


Napolitano ha il difficile compito di risolvere una crisi che appare con poche vie d'uscita. D’altronde il Pdl punta ad andare alle elezioni a febbraio. Al Quirinale sono saliti i segretari di Pd e Pdl Bersani e Alfano e il leader dell’Udc Casini. Oltre ai presidenti di Senato e Camera Schifani e Fini. A Montecitorio oggi è stata una giornata tesa, in occasione dell’approvazione del dl sui tagli ai costi della politica. Per il leader del Pd Bersani il suo partito “ha l’ambizione di mettersi alla testa del cambiamento di cui ha bisogno il Paese”, Bersani ha poi definito irresponsabile l’operato di Berlusconi fino ad oggi. Ma il segretario del Pdl Alfano non ci sta e considera conclusa l’esperienza Monti, perché senza i risultati attesi, seppur, ha detto, “vogliamo chiudere ordinatamente questa legislatura”. Una questione di credibilità e di riavvicinamento alla società secondo l’Udc, che, con Casini, ribadisce il suo appoggio al governo a cui chiede di non cedere ad alcuna minaccia. La Lega nord attacca il premier che già, dice, manca del sostegno della maggioranza.




Sulla situazione politica, Alessandro Guarasci ha sentito Roberto Mazzotta, presidente dell’Istituto Sturzo:RealAudioMP3

D. – Il Pdl sembra non poter fare a meno di Berlusconi. Si aspettava un’evoluzione nell’ultimo anno da parte di questo partito?

R. – I parlamentari del Pdl non sono stati eletti ma sono nominati dal leader, sono alla scadenza di una legislatura e vanno verso una campagna elettorale nella quale la legge elettorale rimane la stessa. Pertanto, chi avesse per caso intenzione di proseguire questa esperienza – e taccio sul buonsenso di questa cosa – evidentemente è sottoposto a regole di ferro, nel senso che se non è nello stretto gradimento del "leader-padrone" del partito, evidentemente deve cambiare la propria attività. Non perché gli elettori abbiano cambiato idea su di lui, ma perché il padrone del partito non ritiene di averlo più come sicuro sottoposto. Quindi, la nostra è diventata una democrazia di tipo padronale.

D. – Sarebbe stato possibile pensare a un passo indietro di Berlusconi per favorire una maggiore governabilità del Paese?

R. – Tenuto conto della situazione in cui versa il Paese, con situazioni sociali difficilissime che non sono ‘colpa’ del governo che ha governato negli ultimi dieci mesi – perché l’analisi mi sembra sciocca: sono evidentemente un po’ più complesse, tutte però comprensibili e visibili, come anche la strada da percorrere è comprensibile, visibile, con poche alternative – è evidentemente che bisogna andare nel senso di un proseguimento dell’azione di risanamento e di ricostruire una capacità di intervento europeo diversa da quella che è stata negli ultimi tempi. Con questa premessa, se noi portiamo l’Italia in una situazione di disastro sociale e di confusione politica, siamo degli incoscienti.

D. – Se dovesse finire il governo Monti, secondo lei, i riflessi economici e finanziari per l’Italia sarebbero pesantissimi?

R. – La crisi finanziaria è crisi di affidabilità del debito, e per debito si intende il complesso del debito: quello privato, quello pubblico, quello pubblico dello Stato italiano, quello privato delle imprese, delle banche… Uno degli elementi importanti dell’affidabilità è da parte di chi ti presta i soldi, quindi da parte dei cosiddetti mercati che sono quelli dove c’è l’intermediazione del prestito per coprire, per rispondere alle esigenze del debito. Una delle esigenze è che si dia fiducia a un Paese nel quale ci siano una situazione sociale e politica comprensibile, equilibrata, un Paese che dia normali garanzie di ordinaria continuità. Se noi presentiamo un Paese "carnevalesco", anche nella cupa tristezza di una realtà sociale come quella che esiste oggi, facciamo un autogol devastante. Quindi, è evidente che tutto quello che sta accadendo in questi giorni è fuori da ogni possibile accettabilità, perché vuol dire lavorare contro, in maniera visibile, per interessi particolari di tipo elettoralistico. Anche perché chi prende posizione in questa maniera si prepara a svolgere una campagna elettorale anti-europea, di pura demagogia, di raccolta del malcontento e del malessere. E questo non è servire il Paese.







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