I partiti al Quirinale: "ordinata conclusione della legislatura". Il commento di Roberto
Mazzotta
La crisi della maggioranza sta avendo un epilogo in queste ore. Napolitano ha iniziato
le consultazioni con i partiti e con i presidenti di Senato e Camera. Alla fine degli
incontro il Quirinale ha comunicato che "il Capo dello Stato darà al più presto puntuale
ragguaglio al Presidente del Consiglio per discuterne con lui tutte le implicazioni".
I rappresentanti dei partiti saliti al Colle ''hanno espresso il fermo intendimento
di contribuire a un'ordinata conclusione della legislatura". In mattinata duro confronto
a Montecitorio in occasione del dl ai tagli della politica. Per il segretario del
pdl Angelino Alfano l’esperienza del governo Monti è finita. In serata il ministro
allo Sviluppo Economico Corrado Passera ha detto che il governo continua il suo lavoro
serenamente. Alessandro Guarasci
Napolitano
ha il difficile compito di risolvere una crisi che appare con poche vie d'uscita.
D’altronde il Pdl punta ad andare alle elezioni a febbraio. Al Quirinale sono saliti
i segretari di Pd e Pdl Bersani e Alfano e il leader dell’Udc Casini. Oltre ai presidenti
di Senato e Camera Schifani e Fini. A Montecitorio oggi è stata una giornata tesa,
in occasione dell’approvazione del dl sui tagli ai costi della politica. Per il leader
del Pd Bersani il suo partito “ha l’ambizione di mettersi alla testa del cambiamento
di cui ha bisogno il Paese”, Bersani ha poi definito irresponsabile l’operato di Berlusconi
fino ad oggi. Ma il segretario del Pdl Alfano non ci sta e considera conclusa l’esperienza
Monti, perché senza i risultati attesi, seppur, ha detto, “vogliamo chiudere ordinatamente
questa legislatura”. Una questione di credibilità e di riavvicinamento alla società
secondo l’Udc, che, con Casini, ribadisce il suo appoggio al governo a cui chiede
di non cedere ad alcuna minaccia. La Lega nord attacca il premier che già, dice, manca
del sostegno della maggioranza.
Sulla situazione politica, Alessandro
Guarasci ha sentito Roberto Mazzotta, presidente dell’Istituto Sturzo:
D. – Il Pdl
sembra non poter fare a meno di Berlusconi. Si aspettava un’evoluzione nell’ultimo
anno da parte di questo partito?
R. – I parlamentari del Pdl non sono stati
eletti ma sono nominati dal leader, sono alla scadenza di una legislatura e vanno
verso una campagna elettorale nella quale la legge elettorale rimane la stessa. Pertanto,
chi avesse per caso intenzione di proseguire questa esperienza – e taccio sul buonsenso
di questa cosa – evidentemente è sottoposto a regole di ferro, nel senso che se non
è nello stretto gradimento del "leader-padrone" del partito, evidentemente deve cambiare
la propria attività. Non perché gli elettori abbiano cambiato idea su di lui, ma perché
il padrone del partito non ritiene di averlo più come sicuro sottoposto. Quindi, la
nostra è diventata una democrazia di tipo padronale.
D. – Sarebbe stato possibile
pensare a un passo indietro di Berlusconi per favorire una maggiore governabilità
del Paese?
R. – Tenuto conto della situazione in cui versa il Paese, con situazioni
sociali difficilissime che non sono ‘colpa’ del governo che ha governato negli ultimi
dieci mesi – perché l’analisi mi sembra sciocca: sono evidentemente un po’ più complesse,
tutte però comprensibili e visibili, come anche la strada da percorrere è comprensibile,
visibile, con poche alternative – è evidentemente che bisogna andare nel senso di
un proseguimento dell’azione di risanamento e di ricostruire una capacità di intervento
europeo diversa da quella che è stata negli ultimi tempi. Con questa premessa, se
noi portiamo l’Italia in una situazione di disastro sociale e di confusione politica,
siamo degli incoscienti.
D. – Se dovesse finire il governo Monti, secondo lei,
i riflessi economici e finanziari per l’Italia sarebbero pesantissimi?
R. –
La crisi finanziaria è crisi di affidabilità del debito, e per debito si intende il
complesso del debito: quello privato, quello pubblico, quello pubblico dello Stato
italiano, quello privato delle imprese, delle banche… Uno degli elementi importanti
dell’affidabilità è da parte di chi ti presta i soldi, quindi da parte dei cosiddetti
mercati che sono quelli dove c’è l’intermediazione del prestito per coprire, per rispondere
alle esigenze del debito. Una delle esigenze è che si dia fiducia a un Paese nel quale
ci siano una situazione sociale e politica comprensibile, equilibrata, un Paese che
dia normali garanzie di ordinaria continuità. Se noi presentiamo un Paese "carnevalesco",
anche nella cupa tristezza di una realtà sociale come quella che esiste oggi, facciamo
un autogol devastante. Quindi, è evidente che tutto quello che sta accadendo in questi
giorni è fuori da ogni possibile accettabilità, perché vuol dire lavorare contro,
in maniera visibile, per interessi particolari di tipo elettoralistico. Anche perché
chi prende posizione in questa maniera si prepara a svolgere una campagna elettorale
anti-europea, di pura demagogia, di raccolta del malcontento e del malessere. E questo
non è servire il Paese.