Germania: Angela Merkel apre campagna elettorale in Bassa Sassonia
Germania. Si è aperta ieri la campagna elettorale per le prossime elezioni in Bassa
Sassonia. Le consultazioni si terranno il 20 gennaio e rappresentano, di fatto, il
primo banco di prova per il Cdu della cancelliera Angela Merkel, in vista delle politiche
di settembre. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con il germanista Angelo
Bolaffi:
R. - Le elezioni
nella Bassa Sassonia sono importanti perché il partito della cancelliera Merkel -
il Cdu - insieme al partito alleato al governo - l’Spd - ha subito una serie di sconfitte
nelle elezioni locali, comunali e regionali. È probabile che questo trend venga
confermato anche nella Bassa Sassonia, länder tradizionalmente socialdemocratico.
Ricordiamoci che per anni è stato guidato dall’ex cancelliere socialdemocratico, Shroeder.
Poi, è stato conquistato dai partiti di governo, che però rischiano molto.
D.
- Come andrebbe ad incidere questo risultato negli equilibri federali?
R. -
Porterebbe la maggioranza del Bundesrat, la seconda camera tedesca, in mano all’opposizione.
Siccome le leggi devono passare sempre all’approvazione della camera Bundestag, e
anche della seconda camera o camera delle regioni del Bundesrat, questo costringerebbe
il governo a una grande coalizione di fatto, nel senso che dovrebbe sempre trattare
con l’opposizione, a prescindere dall’esito che avranno poi le elezioni generali a
settembre.
D. - Ma il riflesso delle consultazioni in Bassa Sassonia potrebbe
arrivare anche alle politiche di settembre?
R. - Al momento, la cancelliera
ha un "bonus" politico imbattibile. Dal punto di vista delle elezioni politiche generali,
non credo che questo possa cambiare il trend. Quale coalizione di governo nascerà
dal dopo elezioni? Questo è tutto aperto. Stando almeno ai dati attuali, avremo sicuramente
la Merkel cancelliera, ma non sappiamo però di quale maggioranza.
D. - Questo
secondo lei potrà incidere sulle scelte che la Germania sta portando avanti essendo
di fatto in questo momento perno di un’Europa che fronteggia la crisi?
R. -
Da questo punto di vista, in Germania c’è un accordo "bipartisan". Sia il cancelliere
candidato dell’Spd Steinbrück, sia la cancelliera Merkel, sono convinti europeisti.
A certe condizioni, però: per ora, non si parla di eurobond, si parlerà di una costruzione
lenta, graduale di un’Europa politica e federale. Al termine di questo processo, ovviamente
si potrà riaprire il discorso degli eurobond. Tra l’altro, anche il partito più federalista
che c’è nel Bundestag, quello dei Verdi, tramite il suo candidato Trittin ha detto
che gli eurobond vanno bene ma quando saranno riformati i trattati europei. Cioè,
se ne parlerà tra almeno dieci-quindici anni.
D. - Quindi, di fatto, sono in
sicurezza sia la politica europea che le strategie economiche europee…
R. -
L’accordo è sulla stabilità di pareggio di bilancio messo in Costituzione e sicuramente
sull’europeismo. Direi che, da questo punto di vista, l’accordo non sposta niente.
Ci potrebbe essere però - nel caso l’Spd portasse un candidato alla Cancelleria -
un aumento del potere d’acquisto dei salari, nel senso che - come noto - i sindacati
tedeschi sono più vicini all’Spd. Quest’anno, questi ultimi apriranno una campagna
di aumenti salariali molto decisa. Da questo punto di vista, ci potrebbe essere un
aumento del consumo interno che potrebbe favorire le esportazioni di altri Paesi europei
a cominciare dall’Italia. Questa è l’unica variante.